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Autore: Maya98    14/06/2012    3 recensioni
John Watson, Sherlock Holmes. Un incontro sul treno. Il castello, lo smistamento, tante avventure. La magia è nei nostri cuori. Sarà amicizia o amore?
(Avvertimenti: AU, Cross-Over, Slash, Bookverse)
L'ho messa sulla sezione di Sherlock BBC ma presenta anche delle parti dei libri (per questo negli avvertimenti ho aggiunto Otherverse)
SOSPESA MOMENTANEAMENTE E NON ESISTE DATA CERTA IN CUI VERRA' RIPRESA
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Irene Adler, Jim Moriarty , John Watson , Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4 - L’inizio di una grande amicizia...

                                             ...e i primi casi

P.O.V. Watson

 

Era incredibile quanto venni a scoprire sul mio amico - si il mio amico, quanto faceva strano chiamarlo così - una volta che fu dimesso dall’infermeria. Passavamo tutto il tempo insieme, e quando dico tutto intendo tutto tutto. Perché è ovvio, signori miei, che se ti era permesso di essere l’unico amico di Sherlock Holmes (Sherlock Holmes il genio) allora dovevi pagare un prezzo. Perché per Sherlock niente, assolutamente niente - tantomeno i comuni fabbisogni umani - era la priorità se c’era in ballo un caso. Ogni attività - compiti, pasti, dormite, festicciole, bagni, altri impegni, allenamenti, sedute, lezioni - passava in secondo piano nella sua testa. E io dovevo adeguarmi di conseguenza.

Eh si, amici miei, quando parlo di casi intendo casi casi. Oddio, comincio a ripetermi. Ma nel senso di casi come i casi di un poliziotto, o meglio, di un investigatore. Ecco, Sherlock era un investigatore. Anche se probabilmente se avesse scoperto che lo avevo chiamato in quel modo mi sarebbe saltato alla gola ringhiando:-Consulente investigativo, John, non un banale detective.

Funzionava più o meno così - i nostri compagni di casa lo chiamavano quando avevano un problema. Un animale scomparso, un amico sparito, degli oggetti che non fungevano la loro funzione...Sherlock trovava sempre una soluzione. Sempre molto velocemente, qualche volta addirittura senza neanche scomodarsi ad andare sul luogo della vicenda. Era ordinaria amministrazione a Hogwarts, ovviamente, e questa cosa lo seccava a morte.

Non gli andava di risolvere situazioni così banali, diceva, un cervello come il suo aveva bisogno di più stimoli.

Più raramente capitava che ci fosse in ballo qualcosa di serio-serio-serio. Ma sul serio, ok, la smetto. Tipo quella volta che saltò fuori che la collana di Amy Price, del secondo anno, conteneva una maledizione leggera. O quando fu trovato un cucciolo di basilisco nel caminetto della sala comune dei Serpeverde. Una volta, che ricordo molto bene, qualcuno aveva sostituito il succo di zucca del tavolo dei Grifondoro in Distillato della Morte Apparente. Metà della Casa sembrava sterminata e facemmo davvero prendere un bel colpo a Madama McClay. Insomma, la avevo bevuta anche io quella roba, e penso che me la ricorderò per sempre.

Di andare in biblioteca a studiare poi, non se ne parlava affatto. Non studiava mai, non ne aveva il minimo bisogno. Ma io si, ed era proprio per questo che in quel momento stavamo discutendo animatamente. Ora che ci penso, fu proprio in quel momento che iniziò tutto.

-Dai, Sherlock, se domani mi faccio trovare ancora una volta impreparato in Trasfigurazione, quello mi ammazza!-stavo dicendo io, con il tono paziente che riservavo solo al mio amico.

-Noioso.-fu la sua risposta.

-Ti scongiuro!-continuai, diventando supplicante. Ma Sherlock Holmes non conosceva sentimenti, non gli interessavano neppure le ragazze.

-Noioso.-disse, questa volta definitivamente.

-Insomma, tu credi di essere il centro del mondo!

-Ovviamente.

Che seccatura.

-Scusate, chi di voi due è Sherlock Holmes?-ci raggiunse una voce.

Ci voltammo in simultaneo, giusto in tempo per vedere una ragazzina dai grandi occhi verdi che ci veniva incontro. Aveva dei bei capelli biondi* lunghi fino alle spalle e la camminata leggera come quella di una farfalla.

-Io.-disse il mio amico, squadrando la nuova arrivata:-Secondo anno, Tassorosso, destrosa, Mezzosangue (non nel senso dispregiativo, ovviamente), rottura alla caviglia di due anni fa, fidanzamento rotto da poco, grande delusione - ti ha mollato lui - e un caso da risolvere.-esclamò, contando sulle dita.

Gli occhi della ragazza si fecero ancora più grandi:-Si,-confermò, in un filo di voce:-Bravo come mi avevano detto. Mi chiamo Mary Morstan, il resto lo hai detto tu.

-Su via, saltiamo i convenevoli, esponi il problema.-tagliò corto Sherlock, dandomi una gomitata mentre sorridevo ebete alla nuova arrivata. Era davvero carina.

-Una mia amica, Helen Schiller, mi ha consigliato di venire da te. Dice che sei l’esperto in questo genere di cose...

-Helen Schiller, il caso di Charles Milverton.-ricordò Sherlock, sorridendomi. Oh, quello era stato uno dei casi più importanti e più emozionanti. Questa ragazza, fidanzata, si era innamorata di un altro ragazzo, Matthew, e gli aveva scritto una lettera per San Valentino. Matthew però, essendo un vile e ipocrita Serpeverde, le aveva detto chiaro e tondo che la disprezzava e lei era tornata dal suo ragazzo, che non sapeva assolutamente niente. La lettera per una serie di sfortunate coincidenze era capitata nelle mani di Charles Milverton, un bullo del quinto anno. Questo aveva cominciato a minacciare Helen di spedire la lettera al suo ragazzo e rivelando quindi la sua cotta per Matthew, se lei non avesse fatto esattamente ciò che le diceva. Ricatto, insomma. Aveva cominciato chiedendo mucchi di cioccolatini di mielandia, risposte ai compiti in classe, suggerimenti nelle interrogazioni, ma la cosa si era fatta grave quando lui aveva cominciato a chiederle dei soldi. Alla fine Helen era venuta da noi e Sherlock aveva risolto tutto sottraendo (con il mio aiuto) la lettera a Milverton dopo essere stati due ore nascosti nel dormitorio di Serpeverde, dietro un mediocre mantello dell’invisibilità che lui aveva incantato da solo, a respirare pianissimo.

-Oh, si.-confermai, senza staccare gli occhi da Mary.

-Mi è stato rubato un medaglione. Un ciondolo a forma di cuore. Me lo aveva regalato Andrew, il mio ex-ragazzo. Tengo come me stessa a quel medaglione, per favore. Potreste aiutarmi?-chiese la ragazza.

-Ovviamente.-esclamai io, precipitosamente. Sherlock mi lanciò un’altra occhiataccia:-Certo.-tossicchiò:-Ma cosa ti spinge esattamente a pensare ad un furto e non ad averlo perso, per esempio?

-Il fatto che Andrew era davvero un bel ragazzo!-esclamò lei,avvampando di rabbia:-Centinaia di ragazze gli morivano dietro. Ma lui scelse me, oh si!, all’inizio scelse me. Mi sono fatta molte nemiche per questo. E poi non sono così sbadata!

-Molto bene, ci sarebbe il movente quindi.-continuò Sherlock:-Ma allora il furto deve essere avvenuto prima della rottura del rapporto, altrimenti non avrebbe senso.

-Il furto è avvenuto ieri sera.-disse Mary, quasi in lacrime:-E Andrew mi ha lasciato questa mattina a colazione.

-Molto bene. Posso sapere ora le modalità con cui è avvenuto il furto?

-Lo tengo sempre al collo.-disse lei, tirando su col naso:-Ma prima di dormire lo tolgo e lo metto in una cassetta con serratura e chiave. La chiave ce l’ho sempre con me,-e ce la mostrò, una piccola chiavetta dorata:-E ieri sera non ho fatto eccezione. L’ho riposto, sono andata a dormire, e questa mattina non c’era più.

-Serve una parola d’ordine per entrare nel dormitorio di Tassorosso?-chiese Sherlock.

-Ovviamente. Ma è cambiata proprio ieri.

-E quanto frequentemente cambia?

-Ogni settimana.

-Da quanto c’era la parola d’ordine precedente all’attuale?

-Da due giorni.

-Non vi siete insospettite di questo tempestivo cambio di parola?

-Si, molto. Infatti sia a me che a Helen è sembrato molto strano.

-Eccellente!-esclamò Sherlock, ora molto interessato:-E di solito chi da l’ordine al ritratto - è un ritratto, giusto? - di cambiare la parola d’ordine.

-Il prefetto di Tassorosso, penso. Di solito è Marianna, del sesto anno.

-Una ragazza. E’ bassa, vero?

-Come fai a saperlo?

-E’ bassa?

-Si. Sembra una tredicenne.

-E non ha connotati particolari.

-No, ha i capelli e gli occhi castani, la pelle abbastanza chiara.

-Difatti, difatti. Ora, la ragazza che cerchiamo, la colpevole, deve avere circa la tua età, o la nostra, quindi deve essere parecchio alta. Oppure è una metamorfus magus, ma a quanto mi risulta, non ce ne sono in questa scuola.

-Non può aver cambiato i connotati con un incantesimo?-chiesi.

-No, è magia troppo avanzata. Io non sono capace, e nemmeno quelli del settimo anno...-rispose lui, come se chiudesse qui l’argomento:-Molte grazie, Mary, per averci esposto il problema. Ti faremo sapere al più presto i risvolti del caso.

-Sono lieta più io che voi.-ci ringraziò lei, prima di sparire.

-Caso molto interessante, John, molto interessante.

-A me è sembrata molto carina.-dissi, rivolgendomi a Mary.

Ci fu uno sbuffo che mi offese parecchio:-Ehy!

-Le ragazze sono una-perdita-di-tempo.-scandì chiaramente, come se fossi un ritardato:-Quante volte te lo devo dire? E ora su, muoviamoci ad andare in biblioteca, così possiamo occuparci del caso!

Non credetti alle mio orecchie. Almeno avevo vinto io, per una volta.

 

(continua...)

 

Angolino della Skizzata:

Oddio, le rivisitazioni dei casi fanno pena, ma dopotutto...che ci si pò fare?

Maya

(*e potete immaginare chi è no? Sarà OOC, tuttavia...NdAutrice che guarda la biondina con astio*)
  
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