Mi
risvegliai all’alba, il freddo mi pungeva la schiena dove non
c’era la coperta
a proteggermi.
Strofinai
il viso contro il cuscino e sentii il rametto di timore pungermi la
guancia, la
zia era fermamente convinta delle sue proprietà curative.
Il
silenzio si ruppe quando qualcosa si mosse nel corridoio, mi girai a
vedere
cosa fosse e incontrai lo sguardo serio dello zio che guardava verso di
me.
Mi
misi a sedere posando i piedi scalzi sul pavimento di legno e lui si
avvicinò
cominciando a parlare con tono solenne “Ci sono alcune cose
di cui devo
parlarti…” disse sospirando “Ma prima ce
n’è una più importante.”
alzai lo
sguardo verso di lui un poco incuriosito “Il corpo di tuo
padre è tornato umano…”
lasciò la frase in sospeso come se avessi dovuto aggiungere
qualcosa, lo
accontentai “Cosa ne dovrei fare?! Quell’uomo non
si merita di venire
seppellito vicino alla mamma!” mentre parlavo scattai in
piedi, la rabbia ormai
era padrona del mio corpo.
Lo
zio mi mise una mano sulla spalla stringendola e ringhiò,
spalancai gli occhi
sentendo quel verso non umano provenire dalle sue labbra e cercai di
ritrarmi,
ma lui riprese a parlare con la sua voce forte
“Quell’uomo era comunque tuo
padre, è l’uomo che ti ha cresciuto!” la
sua stretta iniziava a farmi male,
continuò “Sono andato nella taverna, tuo padre non
si sarebbe mai ubriacato nel
periodo di transizione, se Noi lo facessimo il villaggio andrebbe
incontro ad
un destino infausto.” Lo guardai incerto “Sei come
lui?” chiesi spalancando gli
occhi, lo zio annuì lasciandomi la spalla “Di
questo parleremo più tardi, la
figlia di Nell ha detto che tuo padre stava bevendo con un ragazzo
biondo,
dalla sua descrizione era un forestiero, ma stamattina non
c’era più. Ha preso
un solo boccale di birra…” Fece una pausa
respirando “Gli occhi avevano le cornee
blu e si sentiva odore di giacinto attorno al suo
corpo…” un’altra pausa
“L’Oblio
Blu viene colorato usando il giacinto e il suo profumo rimane anche
dopo la
morte.”
Red
non era mai stato attento quando la madre gli parlava dei veleni, ma
qualche cosa
l’aveva imparata: l’Oblio Blu era estremamente
costoso e disinibiva il corpo
portandolo inesorabilmente alla morte.
“Perché
il forestiero avrebbe voluto vederlo morto?” chiesi sedendomi
sul letto, la
rabbia era sbollita ed il petto aveva ricominciato a farmi male.
Lo
zio si voltò verso il corridoio sentendo che Kirya era
sveglia “Non lo so, ma
farò il possibile per scoprirlo, però prima il
corpo di tuo padre deve essere
bruciato.”
“Si,
ma non voglio seppellirlo vicino alla mamma…” non
feci in tempo a finire che
lui m’interruppe di nuovo “Ancora con questa
storia?!” mi alzai in piedi in un
impeto di ribellione “Non è per quel
motivo!” lo zio si mise a braccia conserte
aspettando che continuassi, “Lui amava andare a pescare al
centro del lago,
vorrei lasciarlo affondare con la sua barca…”
abbassai il capo incapace di
trattenere le lacrime che dai miei occhi si riversarono sulle guance.
Lo
zio rimase immobile per qualche secondo e poi parlò
“Va bene, ma dobbiamo
bruciarlo comunque. Adesso mangia qualcosa, vado a parlare col capo
villaggio.”
Mi lasciò solo col viso rigato da quell’acqua
salata, me le asciugai rabbioso
con il braccio e alzandolo mi accorsi che la stoffa della maglia era
sporca di
sangue.
Non
ricordavo nulla del come e del quando fossi stato ferito, ma era
successo.
Kirya
attraversò il corridoio mentre ancora guardavo pensieroso la
ferita, mi sorrise
e parlò “Buon giorno Red.”
Subito
dopo si accorse della mia ferita e con un’espressione
preoccupata in mi fu subito
accanto, le mani sul mio braccio osservando il taglio.
“Vado
a prendere la benda.” Disse e scomparve nell’altra
stanza, strappai la manica
alla maglietta ormai ridotta a brandelli e la lasciai cadere a terra.
Kirya
tornò con delle bende bianche e un panno bagnato, lo
posò piano sulla ferita
ripulendola e poi la fasciò, si asciugò le mani
sul grembiule e mi sorrise
“Finito.”
La
osservai alzarsi e poi la seguii nel corridoio “Voglio andare
a cercare lo
zio.” Dissi guardando la porta, lei annuì ed
aprì la porta lasciandomi uscire.
Non
appena fui lontano dal tepore della casa mi lasciai uscire un sospiro,
mi
mancava la mamma ma decisi che non avrei più pianto per
niente al mondo.
Iniziai
a correre verso la casa di Miielah, il capovillaggio era un grande uomo
dalla
folta barba bianca che teneva sempre legata in treccioline tipiche del
Nord, la
mamma mi aveva detto che era arrivato molte lune addietro durante una
delle battaglie
che avevano insanguinato le nostre terre, ma non sapevo altro.
Arrivai vicino alla casa, era la più grande del villaggio e
anche la più
antica, fatta interamente di pietra tranne per le finestre e la porta
di legno
che erano pieni di spifferi, mi accucciai sotto la finestra e rimasi in
ascolto.
Un brusio di sottofondo mi fece capire che dentro c’erano gli
uomini del
villaggio e la voce di Miielah li zittì tutti
“Ciò che è successo deve servire
come monito per tutti noi.” Pausa “La Signora si
è portata via non un semplice
uomo ma un nostro fratello di sangue, che condivideva con tutti noi il
fato e
la maledizione. Da oggi in poi non possiamo permetterci di essere
così
disattenti, i nostri nemici sono più forti che mai e il loro
odio non è morto
nell’ultima guerra.”
Un uomo lo interruppe bruscamente “Che cosa ci stai
chiedendo? Vuoi farci entrare
in guerra con dei cacciatori allenati fin da giovani ad
ucciderci?!” dalla voce
imponente capii che era stato Fargos a parlare, era uno straniero
biondo molto
simpatico e anche il capo del gruppo di taglialegna del quale faceva
parte mio
padre.
Intervenne lo zio “Smettetela entrambi, nessuno
andrà in guerra, pensi davvero
che 80 lupi potrebbero competere con non si sa quanti cacciatori? La
maggior
parte dei giovani non ha visto nemmeno cinque lune dal giorno della
loro
trasformazione!”
Miielah sospirò “Siamo un villaggio di lupi, non
possiamo farci trattare così
dai nemici se abbiamo le capacità di respingerli.”
Red spalancò gli occhi, un villaggio di lupi?!
Perché lui non ne sapeva niente?
Perché nessuno l’aveva informato in 12 anni di
vita?! Strinse i pugni e
continuò ad ascoltare.
Kurg’an annuì “Se è questo
ciò che vuoi li faremo allenare, ma nessuno
scatenerà una guerra se non siamo sicuri di
vincerla.”
Una voce che non riconobbi tirò in ballo me e la mia
famiglia “E cosa ci dici
di Reedus? Ancora non si è trasformato.”
intervenne un’altra voce “Gheriddia ha
scelto di non dirgli nulla per dodici anni, ma dopo ciò che
ha visto deve
sapere.”
Lo zio si voltò “Gli parlerò io quando
sarà il momento giusto, ma per ora ne ha
già passate abbastanza, vorrei lasciarlo in pace.”
Miielah
borbottò “Prima lo sa meglio è, si
trasformerà anche lui e non deve vedersi
come un mostro quando accadrà.” Ci fu un leggero
mormorio e poi la riunione fu
sciolta, io fui veloce a dileguarmi nella foresta, dopo tutto
ciò che avevo
scoperto no avevo voglia di parlare con la gente che mi aveva mentito
per tutta
la mia vita.
Corsi fino al laghetto nella foresta e rimasi ad osservare il mio
riflesso nell’acqua
scosso dalla fresca brezza che scompigliava i miei capelli rossi, le
chiome
degli alberi si agitavano all'unisono come se in quel preciso momento
ballassero
al suono del vento e del gracidare delle rane.
D’un
tratto un sibilo estraneo a quella calma attirò la mia
attenzione, mi voltai di
scatto e facendolo schivai involontariamente un coltello che
andò a conficcarsi
nel laghetto, mi guardai attorno e individuai su un ramo una donna
sogghignante,
sentii qualcosa di caldo colarmi sulla guancia sinistra, non mi serviva
guardarlo, sapevo che era sangue.
Mi voltai e iniziai a correre.
Ma salve lettori :D, non
credo di essermi presentata, il mio nome è Irene ed
userò quest'angolino per ringraziarvi delle
recensioni che mi hanno scaldato il cuore, per scusarmi del
ritardo enorme nella pubblicazione >.< e per spiegare
qualche piccolo dettaglio.
Nel villaggio gli uomini vengono divisi in tre gruppi a seconda
dell'abilità: ciacciatori, taglialegna e pescatori.
Ogni gruppo è poi composto da dei sottogruppi in modo da
alternarsi settimanalmente e non sforzare troppo il proprio corpo.
Spero di essermi spiegata a dovere e grazie di averla letta :D a presto!