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Autore: LacrymosaIr    14/06/2012    0 recensioni
Dodici anni, un evento infausto stravolgerà la vita di un innocente bambino destinandolo ad una tremenda condanna che lo perguiterà fino alla fine dei suoi giorni.
Nemmeno l'amore quasi paterno dello zio riuscirà a rimettere a posto i pezzi del suo cuore.
Genere: Fantasy, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
La realtà celata.

Mi risvegliai all’alba, il freddo mi pungeva la schiena dove non c’era la coperta a proteggermi.
Strofinai il viso contro il cuscino e sentii il rametto di timore pungermi la guancia, la zia era fermamente convinta delle sue proprietà curative.
Il silenzio si ruppe quando qualcosa si mosse nel corridoio, mi girai a vedere cosa fosse e incontrai lo sguardo serio dello zio che guardava verso di me.
Mi misi a sedere posando i piedi scalzi sul pavimento di legno e lui si avvicinò cominciando a parlare con tono solenne “Ci sono alcune cose di cui devo parlarti…” disse sospirando “Ma prima ce n’è una più importante.” alzai lo sguardo verso di lui un poco incuriosito “Il corpo di tuo padre è tornato umano…” lasciò la frase in sospeso come se avessi dovuto aggiungere qualcosa, lo accontentai “Cosa ne dovrei fare?! Quell’uomo non si merita di venire seppellito vicino alla mamma!” mentre parlavo scattai in piedi, la rabbia ormai era padrona del mio corpo.
Lo zio mi mise una mano sulla spalla stringendola e ringhiò, spalancai gli occhi sentendo quel verso non umano provenire dalle sue labbra e cercai di ritrarmi, ma lui riprese a parlare con la sua voce forte “Quell’uomo era comunque tuo padre, è l’uomo che ti ha cresciuto!” la sua stretta iniziava a farmi male, continuò “Sono andato nella taverna, tuo padre non si sarebbe mai ubriacato nel periodo di transizione, se Noi lo facessimo il villaggio andrebbe incontro ad un destino infausto.” Lo guardai incerto “Sei come lui?” chiesi spalancando gli occhi, lo zio annuì lasciandomi la spalla “Di questo parleremo più tardi, la figlia di Nell ha detto che tuo padre stava bevendo con un ragazzo biondo, dalla sua descrizione era un forestiero, ma stamattina non c’era più. Ha preso un solo boccale di birra…” Fece una pausa respirando “Gli occhi avevano le cornee blu e si sentiva odore di giacinto attorno al suo corpo…” un’altra pausa “L’Oblio Blu viene colorato usando il giacinto e il suo profumo rimane anche dopo la morte.”
Red non era mai stato attento quando la madre gli parlava dei veleni, ma qualche cosa l’aveva imparata: l’Oblio Blu era estremamente costoso e disinibiva il corpo portandolo inesorabilmente alla morte.
“Perché il forestiero avrebbe voluto vederlo morto?” chiesi sedendomi sul letto, la rabbia era sbollita ed il petto aveva ricominciato a farmi male.
Lo zio si voltò verso il corridoio sentendo che Kirya era sveglia “Non lo so, ma farò il possibile per scoprirlo, però prima il corpo di tuo padre deve essere bruciato.”
“Si, ma non voglio seppellirlo vicino alla mamma…” non feci in tempo a finire che lui m’interruppe di nuovo “Ancora con questa storia?!” mi alzai in piedi in un impeto di ribellione “Non è per quel motivo!” lo zio si mise a braccia conserte aspettando che continuassi, “Lui amava andare a pescare al centro del lago, vorrei lasciarlo affondare con la sua barca…” abbassai il capo incapace di trattenere le lacrime che dai miei occhi si riversarono sulle guance.
Lo zio rimase immobile per qualche secondo e poi parlò “Va bene, ma dobbiamo bruciarlo comunque. Adesso mangia qualcosa, vado a parlare col capo villaggio.”
Mi lasciò solo col viso rigato da quell’acqua salata, me le asciugai rabbioso con il braccio e alzandolo mi accorsi che la stoffa della maglia era sporca di sangue.
Non ricordavo nulla del come e del quando fossi stato ferito, ma era successo.
Kirya attraversò il corridoio mentre ancora guardavo pensieroso la ferita, mi sorrise e parlò “Buon giorno Red.”
Subito dopo si accorse della mia ferita e con un’espressione preoccupata in mi fu subito accanto, le mani sul mio braccio osservando il taglio.
“Vado a prendere la benda.” Disse e scomparve nell’altra stanza, strappai la manica alla maglietta ormai ridotta a brandelli e la lasciai cadere a terra. Kirya tornò con delle bende bianche e un panno bagnato, lo posò piano sulla ferita ripulendola e poi la fasciò, si asciugò le mani sul grembiule e mi sorrise “Finito.”
La osservai alzarsi e poi la seguii nel corridoio “Voglio andare a cercare lo zio.” Dissi guardando la porta, lei annuì ed aprì la porta lasciandomi uscire.
Non appena fui lontano dal tepore della casa mi lasciai uscire un sospiro, mi mancava la mamma ma decisi che non avrei più pianto per niente al mondo.
Iniziai a correre verso la casa di Miielah, il capovillaggio era un grande uomo dalla folta barba bianca che teneva sempre legata in treccioline tipiche del Nord, la mamma mi aveva detto che era arrivato molte lune addietro durante una delle battaglie che avevano insanguinato le nostre terre, ma non sapevo altro.
Arrivai vicino alla casa, era la più grande del villaggio e anche la più antica, fatta interamente di pietra tranne per le finestre e la porta di legno che erano pieni di spifferi, mi accucciai sotto la finestra e rimasi in ascolto.
Un brusio di sottofondo mi fece capire che dentro c’erano gli uomini del villaggio e la voce di Miielah li zittì tutti “Ciò che è successo deve servire come monito per tutti noi.” Pausa “La Signora si è portata via non un semplice uomo ma un nostro fratello di sangue, che condivideva con tutti noi il fato e la maledizione. Da oggi in poi non possiamo permetterci di essere così disattenti, i nostri nemici sono più forti che mai e il loro odio non è morto nell’ultima guerra.”
Un uomo lo interruppe bruscamente “Che cosa ci stai chiedendo? Vuoi farci entrare in guerra con dei cacciatori allenati fin da giovani ad ucciderci?!” dalla voce imponente capii che era stato Fargos a parlare, era uno straniero biondo molto simpatico e anche il capo del gruppo di taglialegna del quale faceva parte mio padre.
Intervenne lo zio “Smettetela entrambi, nessuno andrà in guerra, pensi davvero che 80 lupi potrebbero competere con non si sa quanti cacciatori? La maggior parte dei giovani non ha visto nemmeno cinque lune dal giorno della loro trasformazione!”
Miielah sospirò “Siamo un villaggio di lupi, non possiamo farci trattare così dai nemici se abbiamo le capacità di respingerli.”
Red spalancò gli occhi, un villaggio di lupi?! Perché lui non ne sapeva niente? Perché nessuno l’aveva informato in 12 anni di vita?! Strinse i pugni e continuò ad ascoltare.
Kurg’an annuì “Se è questo ciò che vuoi li faremo allenare, ma nessuno scatenerà una guerra se non siamo sicuri di vincerla.”
Una voce che non riconobbi tirò in ballo me e la mia famiglia “E cosa ci dici di Reedus? Ancora non si è trasformato.” intervenne un’altra voce “Gheriddia ha scelto di non dirgli nulla per dodici anni, ma dopo ciò che ha visto deve sapere.”
Lo zio si voltò “Gli parlerò io quando sarà il momento giusto, ma per ora ne ha già passate abbastanza, vorrei lasciarlo in pace.”
Miielah borbottò “Prima lo sa meglio è, si trasformerà anche lui e non deve vedersi come un mostro quando accadrà.” Ci fu un leggero mormorio e poi la riunione fu sciolta, io fui veloce a dileguarmi nella foresta, dopo tutto ciò che avevo scoperto no avevo voglia di parlare con la gente che mi aveva mentito per tutta la mia vita.
Corsi fino al laghetto nella foresta e rimasi ad osservare il mio riflesso nell’acqua scosso dalla fresca brezza che scompigliava i miei capelli rossi, le chiome degli alberi si agitavano all'unisono come se in quel preciso momento ballassero al suono del vento e del gracidare delle rane.
D’un tratto un sibilo estraneo a quella calma attirò la mia attenzione, mi voltai di scatto e facendolo schivai involontariamente un coltello che andò a conficcarsi nel laghetto, mi guardai attorno e individuai su un ramo una donna sogghignante, sentii qualcosa di caldo colarmi sulla guancia sinistra, non mi serviva guardarlo, sapevo che era sangue.
Mi voltai e iniziai a correre.

Ma salve lettori :D, non credo di essermi presentata, il mio nome è Irene ed userò quest'angolino per ringraziarvi delle recensioni che mi hanno scaldato il cuore, per scusarmi del ritardo enorme nella pubblicazione >.< e per spiegare qualche piccolo dettaglio.
Nel villaggio gli uomini vengono divisi in tre gruppi a seconda dell'abilità: ciacciatori, taglialegna e pescatori.
Ogni gruppo è poi composto da dei sottogruppi in modo da alternarsi settimanalmente e non sforzare troppo il proprio corpo.
Spero di essermi spiegata a dovere e grazie di averla letta :D a presto!

   
 
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