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Autore: Aniel    17/06/2012    1 recensioni
Klaus/Elena... so che è una coppia strana, ma un tentativo non fa mai male.
Bloccatevi a Before Sunset. Damon e Stefan sono riusciti a gettare la bara contenente Klaus in fondo all'oceano prima che Elijah arrivasse a Mystic Falls (non vi preoccupate fan di Klaus, se si trova tra i personaggi c'è più di un motivo). E' passata una settimana da quell'evento, Alaric (cattivo) sta inseguendo gli originari in giro per il mondo, ma Bonnie non è sicura che Klaus abbia detto la verità riguardo l'essere il capostipite della linea di sangue dei nostri eroi, così decide di fare un piccolo incantesimo, e ovviamente... va tutto per il verso sbagliato.
Sia Klaus che Elena vedranno così le loro vite prendere direzioni che non avrebbero mai creduto possibili.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie Bennett, Elena Gilbert, Elijah, Klaus, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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9 – Io, tu… e lui










 

L’atmosfera, nella sala illuminata solo dalla lieve luce dell’alba che filtrava dalle tende, era talmente pesante che gli umani presenti facevano quasi fatica a respirare. La strega prese uno strano coltello con una lama lunga almeno venti centimetri e lo guardò con espressione amorevole.
« Non puoi farlo! » ansimò Elena, terrorizzata.
« Scommetti? » replicò Anisha, allegra, mentre iniziava a recitare una strana litania e affondava la lama sul braccio dell’ibrido. Klaus passò immediatamente dal sonno alla veglia e non poté impedirsi di urlare. Cercò di trattenersi mentre la strega continuava a far scorrere il suo sangue dentro una ciotola di terracotta, ma alcuni gemiti continuarono a uscire, incontrollabili… sembrava come se la donna avesse fatto un qualche incantesimo per renderglielo più difficile possibile, facendo si che perfino le catene che lo trattenevano gli facevano male. Lei sembrò quasi percepire i suoi pensieri.
« Ho incantato tutti qui, per sopire tutte le vostre potenzialità amplificate. Finché rimanete legati è come se foste ancora umani, eccetto che per la vostra fastidiosa capacità di guarire in fretta. L’immortalità è difficile da tenere a bada, ma non sarà un problema stanotte. E ho incantato la sedia di Bonnie così finché si trova li non può fare alcun incantesimo » dopo aver detto questo, Anisha posò il coltello su una sedia e si avvicinò a Damon, ricominciando a intonare la litania, intinse due dita nel sangue che aveva raccolto e tracciò un simbolo sulla fronte del vampiro, poi ripeté la procedura su Stefan.
« Allora Klaus… » disse, avvicinandosi al tavolo « Mi dispiace molto tesoro, ma è la fine di un’intera razza… voglio godermi questo momento finché posso, quindi credo che me la prenderò comoda »
« Anisha, per favore… lascia andare Elena, solo lei, ti prego »
« Lo farò. Lascerò andare sia lei che Bonnie, ma solo dopo avergli fatto vedere morire dolorosamente le persone che amano » disse in un sussurro al suo orecchio, prima di piantargli un lungo ago di metallo nell’addome. Immediatamente, due esclamazioni di sorpresa giunsero al suo orecchio. « Ha funzionato! » esclamò la strega con gioia. Bonnie inorridì alla vista della stessa ferita che si apriva sui corpi di Stefan e Damon, mentre Elena sembrava sotto shock. Anisha continuò la tortura su Klaus per un quarto d’ora, prima che Bonnie capisse cosa doveva fare.
« Anisha, senti, capisco quanto importante sia tutto questo per te, ma Elena è umana, non ha alcun potere »
« Ho detto che la lascerò andare alla fine » ripeté la donna con stizza.
« So che lo farai. Ma Klaus si è davvero affezionato a lei e al bambino in questi mesi… puoi almeno lasciare che li saluti entrambi prima che tu lo uccida » Elena la guardò con gratitudine, uscendo dalla trance e voltandosi poi verso Klaus.
« Posso? » chiese un attimo dopo.
« Vuoi salutare lui e non loro? » domandò Anisha stranita « Non è quello che mi sarei aspettata dai racconti di Alaric, questo è certo »
« Per favore… voglio solo che saluti il bambino. Solo per un momento » Anisha la liberò e la spinse rudemente verso il tavolo.
« Niente scherzi ragazzina » Elena prese la mano di Klaus e la posò sul suo ventre, guardandolo negli occhi, poi si avvicinò al suo orecchio.
« Ti amo » sussurrò, prima di baciarlo. In quell’istante, con le labbra su quelle di Elena e la mano che avvertiva il battito regolare del cuore del bambino, l’ibrido avvertì una scossa. Anisha spinse via la ragazza, che si ritrovò nuovamente legata senza neanche rendersene conto.
« Il tempo è scaduto » disse la strega, prima di alzare il paletto di quercia bianca che era appartenuto ad Alaric sul petto di Klaus. Tutto, poi, avvenne molto velocemente. Le tende si aprirono facendo iniziare a bruciare tutti i vampiri presenti, improvvisamente consci che Anisha aveva rubato loro gli anelli. La strega finì dall’altra parte della sala, sbattendo forte la testa contro il muro, mentre Klaus riusciva a liberarsi e chiudeva le tende, semplicemente voltandosi verso di esse. Poi, in un attimo, fu accanto ad Elena e la liberò.
« Stai bene? »
« Si… non preoccuparti per me, aiuta loro » ma non ce n’era bisogno. Quando Anisha era svenuta tutti gli incantesimi si erano dissolti e gli altri si erano già liberati. Klaus aiutò Bonnie ad alzarsi e sorrise. « Come facevi a saperlo? Come sapevi che sarei riuscito ad attaccare? Non ci ero mai riuscito prima »
« Tre fattori » rispose lei, semplicemente « Pericolo di vita, contatto con tuo figlio che presumibilmente ha ereditato da te il gene magico, oltre a quello della licantropia, e Anisha non sapeva che tu sei, sai… tornato mezzo umano, quindi non si è preoccupata di bloccare i tuoi poteri »
« Tu sei un genio! »
Rebekah andò verso la strega e la guardò con disprezzo, prese gli anelli dalla sua tasca e li lanciò uno per uno ai legittimi proprietari.
« Cosa ne facciamo di lei? » Bonnie e Klaus si scambiarono un’occhiata complice e pronunciarono le stesse parole all’unisono, entrambi rivolti verso la strega incosciente.
« Chiudila in cantina, ce ne occuperemo fra poco »
« Klaus… » tutti si voltarono contemporaneamente verso Elena. La ragazza si era seduta di scatto tenendo le mani sulla pancia, l’espressione sconvolta e terrorizzata.
« Tesoro… ehi! » Klaus le fu nuovamente accanto e la guardò impallidire « che succede? » ma Elena dovette aprire e chiudere la bocca ripetutamente prima di riuscire a parlare.
« Credo… c-credo che mi si siano rotte le acque »
 

Ormai aveva smesso di contare il tempo che aveva trascorso in ospedale nell’ultimo anno, e l’ansia e la paura crescevano ogni volta che entrava in quel posto, in qualsiasi città si trovasse. Meredith andò verso di loro proprio mentre facevano il loro ingresso, tutti stretti attorno ad Elena, che fu subito fatta distendere su una barella.
« A che stadio è? » chiese la donna immediatamente.
« Non lo so… ho provato a capirlo, ma la signorina non vuole farsi toccare » sputò Rebekah, acida.
« Non sei una dottoressa, Bekah » replicò Elena, completamente sudata, mentre tentava di non urlare.
« Ho assistito metà delle donne del villaggio mentre partorivano, ne so qualcosa »
« Si, non urlarlo in giro, Rebekah, ok? » le bisbigliò Elijah all’orecchio, proprio mentre il dottor Williamson arrivava di corsa e portava la ragazza in una stanza.
« Voglio entrare » gli disse subito Klaus, prima che uno qualunque dei suoi fratelli decidesse di fare qualcosa di stupido. Il medico annuì.
« È ancora presto, passerà un po’ di tempo prima che partorisca. Quando sarà il momento entri solo tu, però »
Elena fu adagiata su un lettino in una stanza vuota e si appoggiò contro la spalliera con un sospiro. Klaus entrò quasi subito e le si sedette di fronte, intrecciando le dita alle sue.
« Ci siamo » sussurrò, mentre le sue stesse parole gli entravano sotto la pelle, rendendolo effettivamente consapevole di cosa questo significasse.
« Ho paura » bisbigliò Elena. Lui la abbracciò e le baciò la spalla.
« Non abbiamo neanche deciso come chiamarlo »
« Non sappiamo neanche se è un lui o una lei se è per questo » rise la ragazza, guardandosi la pancia mentre una lacrima le scendeva dagli occhi. « io pensavo al cognome in realtà » aggiunse poi « non so neanche qual è il tuo, quello vero, non credo fosse Mikaelson »
« No, non lo era. Non c’erano veri cognomi all’epoca. Funzionava in maniera diversa. Mia madre ha scelto di presentarci come i Mikaelson, quando è tornata, in memoria di Mikael, ma onestamente non voglio che mio figlio porti il nome, e nemmeno il cognome, di mio padre. Lui, o lei, è un Gilbert, a tutti gli effetti »
« Sei sicuro? »
« Sono sicurissimo » Elena sorrise, un attimo prima che il suo viso assumesse un’espressione di dolore e si piegasse in due.
« Io non sono sicura » pianse « non so se ce la posso fare. Fa male! »
« Ce la farai, invece. Devi farcela! Io non ti lascerò un momento » lei tirò su col naso e lo fece ridere.
« Cosa c’è di divertente? »
« Tu sei divertente… sei adorabile! Pensa alle cose belle » aggiunse poi « Pensa a come sarà poterlo stringere, vederlo per la prima volta. Scoprire a chi assomiglia »
Elena sorrise e strinse la mano di Klaus tra le sue mentre una seconda, dolorosa, contrazione arrivava all’improvviso. Aveva pensato spesso a come sarebbe stato essere madre, negli ultimi otto mesi, da quando aveva scoperto di essere incinta. Aveva immaginato il bambino e tutto ciò di cui lui stava parlando, e si era sentita felice e rassicurata. Ora invece era solo terrorizzata. Non sapeva se sarebbe riuscita ad affrontare quel momento, aveva paura che il dolore sarebbe stato troppo forte, e cosa sarebbe accaduto dopo? Quando sarebbe tornata a casa con il bambino, con Klaus, e con tutti i problemi che avevano. Come sarebbe cresciuto il suo bambino, circondato da vampiri? Era la sua famiglia, erano protettivi ed erano forti, e lei l’amava, ma avevano anche l’abitudine di cacciarsi nei guai, e lei era così spaventata da ciò che sarebbe potuto succedere.
« Come procede? » chiese Rebekah entrando nella stanza e avvicinandosi al lettino. Elijah e Kol la seguirono, e tutti e tre avevano un sorriso radioso stampato sul viso.
« Fa male! E a quanto pare ci vorranno delle ore prima che nasca, ma è oggi »
« Non vedo l’ora che succeda! Il nostro nipotino, vi rendete conto? » entrambi i fratelli annuirono, sorridendo alla vista dell’eccitazione di Rebekah, ma Elijah si voltò quasi subito verso Klaus, osservandolo, pensieroso.
« Ehi, Bekah, perché non fai compagnia ad Elena per un po’ mentre io e Klaus andiamo fuori »
« Io non mi muovo da qui »
« Nik, ho bisogno di parlarti di una cosa importante » il fratello si voltò a guardarlo, incerto, poi sentì una mano posarsi sul suo braccio.
« Vai » gli disse Elena « Ci penseranno Bekah e Kol a me » Klaus annuì e seguì il fratello maggiore fuori, fino alla sala d’attesa.
« Cos’altro succede? » gli chiese, stanco.
« Niente, volevo solo chiederti come stai »
« Sto bene, grazie. Torno dentro » fece per andare, ma Elijah lo fermò prendendolo per un braccio e costringendolo a voltarsi.
« Parlo sul serio Nik » Klaus si sedette a peso morto su una delle sedie della sala e si prese il viso tra le mani.
« Onestamente? Vedo la sua paura e cerco di mostrarmi forte per lei, ma… sono terrorizzato anch’io. Questo bambino è… »
« Credo di capire » Elijah si sedette accanto a lui, senza smettere di guardarlo. « Non so come mi sentirei se fossi nella tua situazione, ma posso dirti una cosa »
« Cosa? »
« Sono stato convinto per secoli che non te ne importasse niente della nostra famiglia, invece li tenevi con te e, seppur in modo non convenzionale, ti assicuravi che i loro corpi fossero al sicuro. Ti ho visto crescere più in questi ultimi cinque mesi che negli ultimi mille anni, grazie ad Elena, e sono sicuro che farai del tuo meglio e che sarai un ottimo padre. Di sicuro sarai migliore del nostro » Klaus rise senza allegria.
« Non ci vuole molto. Mikael ha fatto schifo » Elijah scosse la testa, sorridendo.
« È il tuo bambino e devi crescerlo come ritieni più giusto »
« Grazie Elijah! »

Rientrarono in tempo per sentire Elena urlare per l’ennesima volta e vedere Rebekah e Kol pallidi e preoccupati.
« Sono sempre più frequenti » li informò la sorella. Il dottore entrò un minuto dopo e alzò il lenzuolo canticchiando, allegro, poi predispose tutto per spostare la ragazza in sala parto e diede a Klaus un camice e una mascherina.
« Sei pronto papà? » Elijah sorrise al sentirlo chiamare così e si beccò un’occhiataccia.
« Non proprio » rispose, e il dottore annuì in segno d’approvazione.
« Bene! Mi sarei preoccupato se avessi detto di si » Klaus sospirò pesantemente prima di prepararsi a seguirlo.
 

Anisha aprì gli occhi lentamente, cercando di capire dove si trovasse, mentre avvertiva un acuto mal di testa arrivare all’improvviso. Per lo meno, si disse, sapeva esattamente con chi si trovava. Damon e Stefan Salvatore la osservavano dall’alto verso il basso con sguardo truce, entrambi in piedi di fronte a lei. Con un gemito, si rese conto di essere legata a una sedia.
« Quanta scortesia! » esclamò. Stefan mantenne lo sguardo serio, il fratello, invece, ghignò.
« Non mi sembra, considerando che tu ci hai tenuti tutti nella stessa posizione per ore, inclusa una ragazza incinta »
« Se l’è cercata »
« E… » continuò il vampiro « considerando il fatto che la nostra presenza qui ci sta impedendo di essere in ospedale sei fortunata se non ti abbiamo già uccisa » la strega ringhiò e fece uno scatto in avanti, sgranando improvvisamente gli occhi.
« Cos’è successo ai miei poteri? »
« Bonnie te li ha… diciamo addormentati, o asportati… non ho capito bene »
« È impossibile! » replicò lei, la voce impregnata di panico « Non ha tutto quel potere »
« Oh, si che ce l’ha, lo sai bene »
« Per certi incantesimi è necessaria la presenza di due streghe. Quell’incantesimo è uno di questi » disse Anisha « chi l’ha aiutata? » i due vampiri si scambiarono un’occhiata, prima di tornare a guardarla.
« Sai, Bonnie viene sottovalutata troppo spesso. È un peccato per una strega tanto potente » sentenziò Stefan con un sorriso « nessuno l’ha aiutata. Non ci ha neanche comunicato la sua decisione, se non dopo averlo già fatto. In compenso, abbiamo preso tutti insieme la decisione di cosa fare di te »
« Non mi importa di morire » Damon le si avvicinò con calma e si abbassò alla sua altezza, mostrando le zanne.
« Non ti importa, eh! » disse, osservandola ritrarsi, spaventata. « Quanti anni hai? »
« Venticinque » rispose lei, senza riuscire a distogliere lo sguardo dai denti del vampiro.
« E come ti chiami realmente? »
« Il mio nome è Anisha » improvvisamente la sua forza tornò, dimentica della creatura che aveva davanti.
« Oh, per favore! È chiaro che è un nome inventato. Qual è il tuo vero nome? »
« Melanie » sussurrò lei.
« Beh, Melanie, ti offriamo una scelta, qui e ora. O rimani qui un paio di giorni, aspettiamo che il tuo organismo smaltisca la verbena e ti lasci soggiogare ad andare via per sempre e dimenticare dell’esistenza dei vampiri… »
« MAI! »
« Oppure diventi una di noi » la strega sgranò gli occhi.
« Non lo faresti mai »
« Oh, non lo farei io, lo farebbe Klaus. È piuttosto incazzato con te per quello che hai cercato di fare, sarebbe estasiato di farti diventare ciò che tanto odi, per vendetta. Allora, cosa scegli? »
 

« Oh, sono così nervosa! » esclamò Rebekah, frustrata.
« Tu sei nervosa? Immagina Nik li dentro » rise Kol, osservando la porta allegramente.
« Come fai a stare così tranquillo? Stiamo aspettando da almeno quattro ore » il fratello stava per rispondere quando la porta si aprì e il dottor Williamson uscì dalla sala parto.
« Allora? Come sta? »
« Dov’è il bambino? È andato tutto bene? » l’uomo alzò le braccia, bloccando il fiume di domande, e aprì meglio la porta, lasciando i tre originari e Jeremy a bocca aperta. Klaus era uscito e ora era di fronte a loro con le braccia piuttosto occupate.
« È così piccolo » sussurrò Rebekah, abbagliata « Ciao cucciolo, io sono la zia »
« Non spaventarlo già da ora » la ammonì Klaus, in tono scherzoso.
« Elena? » domandò Jeremy, cercando di guardare dentro la stanza.
« Sta bene, sta riposando. È crollata subito dopo che è nato, non l’ha neanche visto »
« È meraviglioso Nik! »
 

Elena aprì gli occhi lentamente, con una sensazione di dejavu, e portò automaticamente le mani al ventre. Si alzò subito di scatto, continuando a far vagare le mani, presa dal panico.
« Elena? » si voltò. Klaus le si avvicinò e le pose fra le braccia il bambino. « È un maschietto ed è sanissimo » le disse. Lei lo guardò attentamente, memorizzando ogni tratto del suo viso e non riuscì a impedirsi di piangere.
« Il mio bambino… il nostro bambino. Riesci a crederci? »
« Ora si » rispose lui « dobbiamo soltanto decidere il nome, e fra qualche giorno potremo portarlo a casa. Gli zii non vedono l’ora. Rebekah ha dato di matto quando l’ha visto » Elena rise, felice, e riportò lo sguardo sul figlio. Rimasero in silenzio per qualche minuto, contemplando entrambi quel piccolo miracolo che era piombato nelle loro vite.
« Raphael » sussurrò poi lei, e Klaus la guardò, inizialmente perplesso. « Lui è Raphael »
« Mi piace » rispose lui « ancora sicura per Sky? »
« Sicurissima! Raphael Sky Gilbert »
« È… strano » disse Klaus, osservando il bambino « e inconsueto. Come la sua famiglia. Ciao Raphael » si chinò per dargli un bacio sulla fronte e il piccolo si agitò nel sonno. Elena lo sistemò tra le braccia, poi alzò lo sguardo e posò un leggero bacio sulle labbra del ragazzo, che non si fece pregare prima di approfondire il contatto. Improvvisamente, sentirono una serie di suoni arrivare dal basso e videro che il bambino aveva aperto gli occhi e li guardava agitando le braccine.
 






Angolo autrice
È nato è nato è nato!!! E ora cosa succederà? Vi lascio soli soletti con questa domanda mentre ringrazio tutti voi per aver letto e All my darkness e Lucythebest02 per continuare a recensire rendendomi felice come non mai.
Buona domenica!
  
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