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Autore: _Atram_    18/06/2012    9 recensioni
«Harry cercava di sembrare ottimista, ma quando uscendo da King’s Cross si voltò ad osservare per l’ultima volta quella moltitudine babbana che per chissà quale motivo si era radunata – ora lo sapeva – per celebrare la sua storia, non poté fare a meno di pensare che nemmeno l’Incantesimo di Memoria più potente del mondo avrebbe mai potuto cancellare la passione che in quel momento accendeva i loro volti.»
- Dedicato a J. K. Rowling e a tutti coloro che hanno amato le sue parole. E che alle sue parole, almeno una volta, hanno creduto. -
Genere: Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Il trio protagonista, Sorpresa | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Joanne terminò di leggere le ultime parole con la voce rotta, poi chiuse il diario e passò il dorso della mano destra sulla guancia, spazzando via una lacrima che i suoi begli occhi azzurri non erano riusciti a trattenere.
Sollevò lo sguardo e lo posò lentamente su tutti i maghi presenti nella sua camera da letto, che la osservavano a loro volta in silenzio. Hermione era seduta sul letto accanto a lei, Ron e Kingsley su una lunga poltrona vittoriana in un angolo della stanza, mentre Harry e Ginny se ne stavano accoccolati per terra, vicini, con la schiena poggiata alla sua vecchia cassettiera in legno.
Il racconto di Kathleen era stato piuttosto lungo, ma tutti l’avevano ascoltato in silenzio e senza interromperla, seguendo la storia con il fiato sospeso, curiosi di scoprirne ogni minimo particolare. Il tempo era volato, e ora tutti sembravano incapaci di reagire, spiazzati come un lettore davanti alla parola Fine del suo libro preferito. Catapultati violentemente nella realtà.
Hermione fu la prima a rompere il silenzio, ma il suo fu soltanto un sussurro.
“Jo…”
Incrociò il suo sguardo umido e le posò una mano sulla spalla, facendole una lieve carezza.
“È stata una donna incredibilmente forte, ti ha amato così tanto… L’hai resa orgogliosa di te, questo è quello che conta”.
Joanne annuì, distogliendo lo sguardo.
Le memorie di sua nonna erano state una vera scoperta, nemmeno la sua fervida fantasia avrebbe mai potuto immaginare una cosa del genere. Non riusciva a descrivere come si sentiva. Credeva di aver superato quel lutto da tempo, ma ora, a decenni di distanza da quella che credeva essere stata la sua morte,  leggere le quelle parole aveva risvegliato in lei il profondo affetto che le aveva sempre legate in quel modo così speciale. Mentre proseguiva nella lettura, all’incredulità si era sostituita una nuova sensazione, la speranza: sì, aveva sperato fino all’ultimo di scoprire che Kathleen fosse ancora viva. Forse avrebbe potuto riabbracciarla, dirle che sapeva tutto, dirle che la perdonava. Purtroppo il diario le aveva svelato il contrario, e quella terza morte – definitiva, questa volta – aveva risvegliato il suo dolore.
“È morta sola al mondo, Hermione. È morta pensando che se ne sarebbe andata senza far soffrire nessuno… Ma non è stato così”.
“È morta più serena di quanto non fosse mai stata in vita, Jo” disse Harry, alzandosi da terra per avvicinarsi a lei. “Sicura della salvezza del Mondo Magico e di quello babbano, sicura della tua salvezza, orgogliosa di quello che sei riuscita a costruire. Sono certo che sarebbe stata felice di vederti qui oggi, di sapere che sei finalmente venuta a conoscenza della sua storia. E che l’hai fatto proprio insieme a noi, che in fondo abbiamo accompagnato anche lei durante tutta la sua vita. È stata una donna forte, devi esserlo anche tu. Lo sei anche tu, Jo”.
Lei annuì e gli sorrise, trattenendo a stento le lacrime.
“Hai ragione, Harry. Grazie. Sai, io stavo pensando… Forse sarà stupido, ma credoche quell’empatia di cui parlava Silente, quella che collegava così fortemente Kathleen sia a me che a te, ce l’abbia un po’ trasmessa. Tu sai sempre dirmi la cosa giusta, sai sempre che cosa provo. Non è così?”
Gli prese una mano tra le sue e la strinse forte.
Harry le sorrise di rimando.
“Sì, penso di sì. Ti ho creduto immediatamente quando stamattina hai detto a me e a Kingsley di non aver mai saputo dell’esistenza del Mondo Magico, e sono anche stato discretamente bravo nel convincerti che dovevi fidarti di noi, no? Sapevo che ti sentivi spaventata, sapevo che cosa dirti. Anche se di certo non avrei mai potuto immaginare il motivo della nostra vicinanza”.
Quell’ultima affermazione sembrò divertire Joanne.
“Sai qual è la cosa buffa, Harry? Che prima di leggere la storia di mia nonna pensavo che il nostro legame fosse dovuto al fatto di aver scritto i libri sulla tua vita… Pensavo che tu fossi una mia creatura, un personaggio nato da me, per cui mi sembrava naturale sentirti così vicino. E invece è esattamente l’opposto: è stata la storia della tua vita a creare J. K. Rowling, e non il contrario”.
“Jo” si intromise Hermione, “non devi dimenticare che quello che sei riuscita a creare, l’intero mondo dei libri di Harry Potter che i Babbani sognano, è soltanto merito tuo. Kathleen ti ha lasciato degli appunti sulle sue visioni, certo, ma sei stata tu a selezionarli, a trascriverli, a trasformare un semplice elenco di avvenimenti in uno – anzi, sette – splendidi romanzi”.
“È vero” confermò Harry, “nessuno ti ha chiesto di farlo, anzi… In teoria non avresti dovuto farlo. Avresti potuto semplicemente lasciare che quel lampo di immaginazione rimanesse tale, una breve fantasticheria della durata di un viaggio in treno. Forse tu non hai creato l’Harry Potter reale: ma quello dei romanzi, quello dei film, quello che ha emozionato l’intero mondo babbano… quello è solo merito tuo”.
Joanne sospirò, ma poi sorrise.
“Grazie, ragazzi. Siete così carini a preoccuparvi per me, davvero. Certo, non è facile per uno scrittore che credeva di aver creato da solo un intero mondo scoprire che in realtà è stato aiutato dall’esterno…” alzò le mani al cielo, in segno di resa, “ma me ne farò una ragione. E poi, posso sempre consolarmi pensando che quanto meno sono riuscita a pubblicare il libro che mia nonna aveva soltanto progettato all’inizio delle sue visioni, senza però riuscire a scriverlo portarlo a termine”.
“Certo che sì: sei una scrittrice meravigliosa, Jo, non dubitarne nemmeno per un attimo” la rassicurò Hermione.
“E se lo dice Hermione Granger, che non se n’è andata da Hogwarts prima di aver terminato tutti i libri della biblioteca…” aggiunse Harry ammiccando.
“Esatto, concordo!” disse Ron avvicinandosi. “Ma per quanto riguarda la vostra meravigliosa vicinanza, mi sento di ricordarvi che voi due state dimenticando una cosa…” aggiunse.
“Che cosa, Ron?” chiese Hermione.
“Beh, Kathleen era l’ultima discendente dei Peverell, parente comune sia ad Harry che a Voldemort, no? Anche Joanne continua ad esserlo, quindi siete parenti! Alla lontana, ma non è comunque grandioso? Lei ha sempre sostenuto di considerare Harry come un figlio… Beh, forse non sarà sua madre, ma può sempre considerarsi una lontana zia!”
Il sorriso di Joanne si face più ampio.
“Beh, sì… Suppongo di sì. E così la famosa Joanne Rowling è una parente di Harry Potter: la notizia farebbe un successone sui giornali. Potrei quasi scriverci un libro!” esclamò.
Tutti risero, l’atmosfera si stava di nuovo distendendo.
Dopo qualche secondo, fu Kingsley a prendere la parola.
“Tornando alla storia che Joanne ci ha appena letto, suppongo che tutto ciò spieghi anche perché il Ministero ci abbia messo tanto a rintracciare i suoi libri, e perché nessuno nel Mondo Magico se ne sia mai accorto”.
“Esatto, è proprio quello a cui stavo pensando, Kingsley…” rispose Hermione. “Da un po’ di giorni riflettevo su questo fatto, ma per fortuna ora è tutto chiaro. Insomma, è vero che i maghi non si sono mai interessati molto alle questioni babbane, ma con tutte le famiglie miste che ci sono ai nostri giorni, tutti i Nati Babbani, il fatto che nessuno se ne fosse mai accorto aveva davvero dell’incredibile. Certo è che quando c’è di mezzo lo zampino di Silente, anche l’impossibile diventa possibile!”
“Ma certo, l’incantesimo di protezione del libro!” esclamò Harry.
“Esatto” confermò Hermione.
“Ma scusate, ragazzi” si intromise Ginny, “non sappiamo se Silente abbia abbia lasciato che il primo libro venisse pubblicato in modo consapevole – anche se io personalmente suppongo di sì – ma, se le cose fossero davvero andate così, che senso avrebbe avuto mantenere attiva quella protezione? Pensavo che anche quell’incantesimo si sarebbe annullato con la pubblicazione del libro…”
“Oh no, ti sbagli Ginny” rispose Kingsley, “Silente è stato senza dubbio il più grande mago che io abbia mai conosciuto, e il più saggio. Non avrebbe mai potuto permettere che, in tempi come quelli che il Mondo Magico si preparava ad affrontare dopo la sua morte, lo Statuto di Segretezza venisse violato e si scatenasse il caos. Sarebbe stato troppo rischioso. Se è stato davvero lui ad ideare quel piano e non è tutto frutto della fantasia di Kathleen… Beh, sono certo che prima di permettere la pubblicazione del libro si sarà accertato che tutto ciò rimanesse un segreto per l’intero Mondo Magico”.
“Quindi l’incantesimo è ancora funzionante?” chiese Joanne.
“Sì, anche io suppongo di sì, e penso che nel tempo si sia esteso per proteggere non solo tutti i libri della saga, ma anche tutto ciò che è collegato a loro” rispose Hermione. “Se ci pensate, ne abbiamo delle prove concrete! Prima di tutto, per anni nessun mago ha mai scoperto l’esistenza dei libri o dei film, e nessun Babbano parente di maghi ha mai pensato di parlarne. Nessuno di noi l’ha scoperto direttamente, ma ce ne siamo accorti soltanto quando ormai era impossibile non farlo, perché ci siamo trovati in mezzo a migliaia di Babbani che ne parlavano tra di loro… E anche in quel caso, ci abbiamo messo tutti un po’ a capire che cosa stesse succedendo a King’s Cross, o sbaglio?”
“Ehi, Herm ha ragione! Io mi sono accorto delle magliette con il mio nome, dei cappelli da strega e di tutti quei finti oggetti magici soltanto dopo aver letto il lenzuolo a King’s Cross…” commentò Harry.
Hermione annuì.
“Inoltre, ricordate che cosa aveva detto Silente a Kathleen? 'Se un mago dovesse trovarsi tra le mani quel libro potrebbe leggerlo, l’unica cosa che possiamo fare è cercare di tenerlo lontano dal luogo in cui il libro si trova…' Beh, noi sapevamo tutto e abbiamo potuto leggere i libri. Ma non vi sembra strano che dopo la fuga di notizie sull’esistenza di un libro babbano sulla vita di Harry, dopo tutto il caos scatenato dalla Gazzetta del Profeta, nessuno – nemmeno la Skeeter, che quando si tratta di ficcare il naso negli affari degli altri è un vero genio – sia riuscito a mettere le mani su quel libro? In fondo sarebbe bastato entrare in una qualsiasi libreria babbana! A meno che qualcosa non li abbia tenuti lontani…”
“Miseriaccia, è vero… Assolutamente vero!” esclamò Ron, battendosi una mano sulla fronte. “Ne parlavo giusto ieri con Percy, stavamo commentando quanto fossimo stati fortunati. Silente è un vero genio! Oh, e anche tu sei un genio, tesoro”.
Hermione sorrise compiaciuta.
“Silente è un genio, io faccio semplicemente delle deduzioni logiche”.
“Quindi pensate che i libri siano ancora al sicuro? Al sicuro dagli occhi del Mondo Magico, intendo”.
La preoccupata domanda di Joanne ne conteneva un’altra, ben più complessa. Quella che tutti avevano evitato fino a quel momento, quella a cui sarebbe stato più difficile rispondere.
“Sì” ripose convinto Harry, “ne sono sicuro, Silente avrà fatto le cose per bene. Certo, dopo gli avvenimenti dell’1 settembre i maghi esigono delle risposte, e bisognerà darle… Ma penso che in ogni caso – a meno che uno dei maghi che ha una copia dei libri la metta in mani di altri – nessun altro potrà riuscire a trovarli. E siamo soltanto noi cinque ad aver letto personalmente i romanzi, o mi sbaglio?”
“Non ti sbagli, Harry” rispose Kingsley. “Ne ho parlato con gli altri membri della Squadra Speciale del Ministero che ho dovuto nominare in via eccezionale, naturalmente… Ma ho preferito che il materiale originale – libri e film – restasse soltanto nelle nostre mani, almeno finché la situazione non fosse stata un po’ più chiara. Non ci si può mai fidare completamente di nessuno e, purtroppo, in molti sarebbero stati pronti a spiattellare tutto al primo giornalista del Profeta in cambio di qualche galeone, o del loro nome in prima pagina. Tuttavia…”
Joanne alzò di scatto la testa e lo guardò preoccupata.
“…tuttavia mi chiedo quanto sia sicuro mantenere ancora quei libri in circolazione”.
“Che cosa?”
Fu Ron il primo ad intervenire, alzandosi in piedi fuori di sé.
“Non avrai intenzione di distruggere i libri, Kingsley! Non si può, non possiamo… Non sarebbe giusto! Sono meravigliosi, i Babbani li adorano…”
“Dopo tutti i sacrifici che ha fatto Kathleen…” aggiunse Ginny.
“…e in fondo forse mi hanno anche salvato la vita!” esclamò Harry.
Joanne restò zitta, ma li guardò commossa. L’affermazione del Primo Ministro era logica, sarebbe stata la cosa più corretta per salvaguardare la segretezza del Mondo Magico. Ma nonostante le mille difficoltà che ciò avrebbe comportato, erano tutti disposti ad andare contro ogni logica e buonsenso pur di salvare i suoi libri… I libri che raccontavano la loro storia.
Anche Hermione parlò.
“Non possiamo, Kingsley. Sai bene che non potremmo nemmeno se volessimo. La fama dei libri e dei film in tutto il mondo ha raggiunto proporzioni tali da essere assolutamente al di fuori della nostra portata. Dovremmo obliviare l’intera popolazione mondiale babbana, e ciò è impossibile”.
“Questo lo so, Hermione, ma potremmo pensare a delle soluzioni alternative per far sì che non se ne parli più, oppure che in futuro non vengano più letti… Non saprei. Non sto dicendo che sia la cosa giusta da fare, non lo so nemmeno io, ragazzi” aggiunse, notando gli sguardi torvi degli altri. “Ma non potete negare che il Mondo Magico si aspetta delle risposte da noi…”
“Ma ora che sappiamo tutto…” borbottò Ron.
“Ora che sappiamo tutto le cose non cambiano, Ron! Abbiamo risolto il mistero dei libri, sappiamo com’è stato possibile che venissero scritti, conosciamo la storia di Kathleen e di Joanne… Ma questo non cambia la loro pericolosità, se non facessimo nulla al riguardo andremmo contro lo Statuto Internazionale per la Segretezza Magica, lo sapete bene anche voi”.
“Ti sbagli, Kingsley” rispose Harry serio, prendendo il diario di Joanne tra le mani.
“Le memorie di Kathleen Peverell racchiuse in questo diario non ci hanno raccontato soltanto la storia della sua vita. Ci hanno detto molto di più: ci hanno detto che Silente sapeva. So che non siamo sicuri che i libri siano stati pubblicati per una sua precisa volontà, ma quel che è certo è che lui sapeva delle visioni di Kathleen, sapeva che Joanne stava scrivendo quei libri… Sapeva che alla sua morte avrebbe lasciato quegli scritti in circolazione nel mondo babbano, sebbene protetti da qualche incantesimo. Sapeva che dopo la sua morte le cose non sarebbero più state sotto il suo controllo, per cui se avesse davvero considerato quei libri un pericolo li avrebbe distrutti subito, senza esitare. Invece non l’ha fatto. E se per lui quei libri non rappresentavano un pericolo, non lo rappresentano nemmeno per me. Non sei stato tu poco fa a dire che è il più grande mago che tu abbia mai conosciuto?”
Kingsley sospirò.
“È vero, Harry… Ma ti prego, capiscimi. Comprendo le vostre ragioni e la penso come voi. Ma sono il Ministro della Magia, ho delle grosse responsabilità: la gente si aspetta che io faccia qualcosa. Forse nel 1997 era necessario pubblicarli per la salvezza del Mondo Magico, ma che cosa vi fa pensare che nel 2017 quegli stessi libri non potrebbero distruggerlo? Non posso sapere che cosa passava nella mente di Silente a quel tempo, sono passati vent’anni, capisci? Può darsi che nemmeno lui immaginasse la portata di quei libri...”
“Silente era un noto babbanofilo”.
L’intervento di Joanne, che da minuti se ne stava in silenzio ascoltando la loro discussione, spiazzò un po’ tutti.
“Come?” domandò Harry.
“Lo ha riportato mia nonna, e poi è risaputo. Silente adorava i Babbani, ha sempre lottato per i loro diritti. E Kathleen – ricordate? – sin dall’inizio dei suoi viaggi sognava di poter concretizzare il progetto di un’integrazione pacifica tra le due comunità, quella magica e quella babbana. Sognava di poter chiedere un giorno aiuto a Silente per realizzare il suo piano. Al di là dei mille motivi – reali o inventati da mia nonna – per cui è stato importante che questi libri si pubblicassero, immagino che ci fosse anche questa ragione. Per entrambi, per Kathleen e per Silente, rappresentavano un compromesso. Un modo per aprire i cuori e le menti dei Babbani alla magia, per renderli più vicini a voi, senza però compromettere la segretezza del Mondo Magico, perché per loro sarebbe stato soltanto un romanzo. Sospetto che Silente sapesse benissimo quale portata avrebbero avuto i miei libri, ma non ha fatto nulla per impedirlo perché… gli sembrava giusto così. Giusto nei confronti dei Babbani che avessero avuto una mente abbastanza aperta da credere – anche solo per un attimo – all’esistenza della magia”.
La riflessione di Joanne aprì di colpo una nuova prospettiva sulla questione.
“Io sono d’accordo con Jo” la sostenne Ginny. “Grazie a tutte le cianfrusaglie di papà, e grazie anche a Hermione, ho avuto modo di conoscere meglio il mondo babbano… Ci sono sempre più famiglie miste, è inevitabile: se i maghi rincorressero ancora il mito del sangue puro, finirebbero ben presto per estinguersi. Forse è troppo presto per sognare una totale integrazione, ma molti maghi stanno hanno una mentalità sempre più aperta al riguardo, e un primo incontro tra i nostri due mondi sta già avvenendo, Kingsley. I Babbani non sono così male, non penso che potrebbero recarci grossi danni: secondo me è importante che quei libri continuino a circolare, per far sì che anche loro si aprano ad altre possibilità. Non possiamo saperlo, magari da qui a cinquant’anni una reale convivenza pacifica sarà davvero possibile!”
Harry annuì e Ginny gli si avvicinò, prendendolo per mano.
“E poi” aggiunse, “non possiamo permettere che la storia di Harry e di tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita per la nostra venga dimenticata. Deve servire da insegnamento alle generazioni future, siano magiche o babbane, non importa…”
“Ok, ok… Ho capito” borbottò Kigsley.
“Possiamo sempre fare a votazione!” propose Ron con enfasi. “Chi vuole che i libri continuino a circolare tra i Babbani?”
Fu il primo a sollevare di scatto il braccio, seguito a ruota da Harry, e poi da Ginny ed Hermione. Joanne era raggiante.
“Sì, anche senza votazioni avevo intuito quale fosse vostra opinione in merito…” disse Kingsley, scuotendo la testa. “Ma se abbiamo intenzione di lasciare le cose come stanno, che cosa diremo al Mondo Magico?”
“Qualcosa ci inventeremo, Kingsley” assicurò Harry, “ne abbiamo passate di peggiori…”
“Ci sono centinaia di libri magici che parlano di Harry, no?” commentò Hermione. “Possiamo sempre dire che uno di questi libri è finito nelle mani di alcuni Babbani, che ha avuto un grande successo e che la voce è circolata… Ma che tutti i Babbani l’anno preso come un semplice romanzo di fantasia. Poi qualcos’altro inventeremo, vedrai che pian piano le acque si calmeranno e, se non ci saranno ripercussioni dirette sulle loro vite, tutti passeranno a discutere del prossimo scandalo. L’importante è che non venga mai a galla il nome di Joanne, lei deve restarne fuori.”
“Sì, sì, su questo sono d’accordo” disse il Ministro annuendo.
Stettero in silenzio per alcuni secondi, senza sapere che cos’altro aggiungere.
Poi fu Joanne a parlare.
“Grazie. Grazie davvero di cuore, a tutti quanti voi. Anche a Lei, Kingsley, so che sta cercando di fare la cosa giusta per i cittadini di cui è responsabile. Sono davvero commossa dal vostro affetto, dal vostro rispetto per i Babbani, dalla vicinanza che mi state dimostrando… Non avrei mai potuto incontrare delle persone più stupende di voi, siete molto migliori in carne e ossa rispetto alle mie descrizioni. Siete speciali. E non vi dimenticherò mai, ragazzi”.
“Oh, grazie a te, Jo. Ma questo sta a te deciderlo” le rispose Harry, cercando il suo sguardo.
Hermione corrugò la fronte, e anche gli altri sembravano non capire.
“Che cosa intendi dire?” gli chiese Joanne.
“Ci stavo pensando prima, mentre leggevi il racconto di Kathleen… Mentre lei descriveva quanto fosse stato difficile convivere con la consapevolezza dell’esistenza della magia, con la consapevolezza di essere stata privata di questo dono. Noi ci stiamo preoccupando soltanto dei libri e della reazione dei maghi, ma non ci stiamo preoccupando di te. Tu ora dovrai convivere con questa stessa consapevolezza e con un segreto enorme, più grande di te, che non potrai svelare a nessuno: nemmeno alle persone che ami di più. Dovrai essere terribilmente forte, dovrai soffrire come ha sofferto tua nonna. Forse nessuno di noi se n’è accorto, ma ti stiamo chiedendo un grosso sacrificio. Sei davvero sicura di volerlo fare?”
“Io… non penso di avere scelta, Harry” rispose lei dolcemente.
“Oh, sì che ce l’hai, lo sai anche tu. Noi siamo qui per te, te lo dobbiamo: basterebbe un colpo di bacchetta, di uno qualsiasi di noi, e tu potresti dimenticare questa giornata. Potresti continuare a vivere tranquillamente, senza dover nascondere nulla alla tua famiglia e ai tuoi amici, godendoti il meritato successo dei tuoi libri. Potresti essere libera. Non devi rimanere per forza incatenata alla magia”.
Joanne lo fissò in silenzio, mentre un brivido le percorreva la schiena.
Non ci aveva pensato. Presa dalla foga degli ultimi eventi, non aveva pensato a come sarebbe stata la sua vita negli anni a venire. Apparentemente tutto sarebbe stato come prima, ma in realtà no… E lei l’avrebbe saputo. Avrebbe saputo dell’esistenza della magia, avrebbe saputo di essere soltanto una banale Babbana, avrebbe incrociato delle persone per strada e le sarebbero sembrati dei maghi – dei veri maghi. La notte avrebbe sognato Kathleen, avrebbe iniziato a chiedersi costantemente come andavano le cose nel Mondo Magico, avrebbe avuto il terrore che qualche altro mago scoprisse la sua storia e la venisse a cercare. E, soprattutto, non avrebbe potuto raccontarlo a nessuno. Non una parola a Neil, non una parola a Jessica, a David o a Mackenzie.
Sospirò.
“Non ci avevo pensato”.
“Lo sospettavo” le rispose Harry con dolcezza. “Prenditi tutto il tempo che vuoi, Jo… Hai il diritto di scegliere. Non sentirti in dovere di prendere una o l’altra decisione, avrai comunque il nostro rispetto e sostegno. So che non è una cosa facile, ma devi pensare anche a te stessa, al tuo futuro”.
Kigsley annuì.
“Sì, nemmeno io ci avevo pensato. Ma sono d’accordo con Harry, ti stiamo chiedendo di portare un grosso fardello. La decisione spetta a te, pensaci”.
Joanne sospirò, poi alzò la testa e posò lo sguardo su ognuno loro, lentamente.
“No”.
La mano le tremava un po’ quando la sollevò per scostare una ciocca di capelli biondi dietro l’orecchio, ma non c’era esitazione nella sua risposta.
“No. Non ho intenzione di farlo, anche se sarebbe la cosa più facile da fare per le persone che mi vogliono bene… e per me. Ma non posso. Non posso dimenticarmi di voi, non posso dimenticare ciò di cui ormai faccio parte, non posso dimenticare la storia di mia nonna. Non dopo che lei si è sacrificata per me, non dopo tutta la forza che ha dimostrato di avere. Sarei una codarda”.
“Jo, tu non devi…”
Hermione provò a parlare, ma la scrittrice la interruppe alzando una mano.
“Lo so, so che non devo dimostrare niente a nessuno. È una mia decisione e vi ringrazio per avermelo proposto, ma non mi serve del tempo per pensarci: è un no, ed è irremovibile. Non lo faccio soltanto per mia nonna, lo faccio per me stessa. Oggi voi avete reso la mia vita speciale, unica: mi avete aiutata a scoprire di essere parte di un progetto grandioso, dello stesso Albus Silente; mi avete svelato – mio Dio! – l’esistenza del Mondo Magico; mi avete aperto gli occhi… Mi avete insegnato che tutto, assolutamente tutto, è possibile. Rinunciare a questa consapevolezza vorrebbe dire scegliere volontariamente di chiudere la mia mente. Sarei una folle se decidessi di farlo”.
Harry annuì.
“Speravo che questa sarebbe stata la tua decisione, ma mi sembrava giusto lasciare a te la scelta”.
“Bene, Joanne, lo rispetteremo” affermò Kingsley, alzandosi in piedi. “A questo punto però direi che è ora di lasciare la signora Rowling alla sua normalità e di tornare ai nostri compiti, ragazzi. Abbiamo ancora tante cose da fare, se vogliamo che la situazione si risolva nel migliore dei modi”.
Anche gli altri si misero in piedi annuendo, ma Joanne fu l’ultima ad alzarsi dal letto, lisciandosi il vestito azzurro con le mani.
“Bene, quindi… Vi accompagno alla porta” disse cercando di schiarirsi la voce, che le uscì comunque un po’ incrinata.
Scesero le scale in silenzio, finché non furono tutti e sei all’ingresso.
Joanne stava per aprire il portone, quando Hermione la interruppe.
“Ehm, Jo… So che un saluto convenzionale prevedrebbe la nostra uscita dalla porta, ma forse è meglio se ci smaterializziamo qui dentro. Sai, potrebbe passare qualcuno e vederci…”
“Oh, certo, che stupida. Avevo quasi dimenticato…”
Aveva quasi dimenticato che loro, al contrario di lei, erano dei maghi. Lasciò la frase in sospeso e si morse un labbro.
“Ragazzi, prima che ve ne andiate…” sussurrò, prendendo il coraggio tra le mani. “Noi… ci rivedremo? Avrei così tante cose da chiedervi, così tanto da raccontare… E sarete gli unici con cui potrò farlo, capite?”
Kingsley stava per rispondere, ma Harry fu più veloce di lui.
“Immagino che il buonsenso del Ministro stesse per suggerirci di non farlo, per evitare il rischio di essere scoperti. Ma, nonostante tutto, io direi che ogni tanto andare contro il buonsenso non fa del male a nessuno… Quindi può essere che qualcuno di noi ti faccia qualche visita, sì. Molto sporadica, naturalmente, e dopo esserci accertati che non ci siano Babbani nei paraggi” aggiunse poi, notando l’espressione torva del Ministro.
Anche Ron le sorrise.
“Oh, non ti preoccupare, Jo. Avrai pure concluso i sette libri, ma non ti libererai così facilmente di noi! Contaci” disse, dandole una pacca sulla spalla.
“Bene, mi fa piacere. La porta di casa mia sarà sempre aperta per voi… Anche se non penso che ne abbiate bisogno per entrare!”
Tutti risero alla battuta e Joanne ne fu felice. Molto meglio salutarsi con una risata che con le lacrime di poco prima.
“Allora arrivederci, ragazzi”.
“Arrivederci, Jo… E grazie”.
“Grazie a voi! Alla prossima!”
Si sentirono quattro scoppiettii quasi contemporanei e i quattro maghi di fronte a lei si smaterializzarono.
Quattro. Se non aveva fatto male i conti, all’appello ne mancava ancora uno.
Joanne si voltò e incrociò lo sguardo di Harry, ancora in piedi accanto a lei.
“Hai deciso di rimanere per pranzo?” gli chiese sorridendo.
“Purtroppo penso non sia possibile” rispose lui piano, sorridendole di rimando. “Volevo ringraziarti, Jo. Per quello che ci lega, per aver deciso di raccontare la mia storia, per la forza con cui l’hai portata avanti. Ma, soprattutto, per aver deciso di non dimenticarmi”.
“Oh, non l’ho deciso, Harry. Semplicemente so che qualsiasi Incantesimo di Memoria sarebbe stato inutile su di me, come lo sarebbe sui Babbani che hanno letto la tua storia. Perché tu non sei entrato soltanto nella nostra mente, Harry, sei entrato nei nostri cuori. Sei incancellabile. Non potrei mai dimenticarmi di te”.
Il giovane mago si avvicinò a lei e l’abbracciò.
Restò per qualche secondo legato a quel corpo che poteva sembrare tanto piccolo e fragile circondato dalle sue braccia, ma che in realtà nascondeva una forza che ben pochi maghi avevano.
Poi, lentamente, sciolse l’abbraccio.
“Allora arrivederci, Joanne”.
“Arrivederci, Harry. Ti aspetterò”.
Erano ancora occhi negli occhi quando, con un cenno quasi impercettibile del capo, Harry di colpo svanì.
Dove prima c’era il suo corpo, ora soltanto aria.

Come per magia.

 
  
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