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Autore: Edelvais    18/06/2012    13 recensioni
Bene, era nella sezione E, Geoff c’era, Bridgette c’era… le sue labbra si incresparono in una smorfia quando lesse il nome del criminale nemico di Geoff. Avrebbe pagato per non avere quel teppista in classe.
“Come hanno potuto metterlo insieme a te dopo quello che ti ha fatto!”
Esclamò la mora guardando Geoff, che sorrise imbarazzato.
“Smorfiosa ficcanaso, fatti gli affari tuoi, credi che le abbia solo prese!?”
Riconobbe quella voce sgraziata e inorridì, pensando al fatto di dover avere in classe per i rimanenti due anni di liceo quel delinquente di Duncan Evans.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Geoff, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Capitolo 30. Due giorni a New York





 
Una volta tornati in città, Duncan riportò la sua ragazza a casa, come promesso.
Giunti davanti al portone d'ingresso senza dire una parola, Gwen esordì spezzando il silenzio che si era venuto a creare.
<< Duncan, è stata una serata magnifica, non so davvero come ringraziarti. >>
Il punk sorrise malizioso, attirandola a sé.
<< Be', per cominciare potresti salutarmi come conviene ad una coppia… >>
Gwen rise, e si avvicinò al suo viso facendo congiungere le labbra con le sue.
<< Così va bene? >> Sussurrò.
Duncan annuì, approfondendo il contatto.
D'un tratto la porta della casa di Gwen alle loro spalle si aprì, rivelando la figura alta e snella di Sophie, che rimase interdetta alla vista di sua figlia che si stava baciando con Duncan. Anche i due rimasero impietriti di fronte a lei, l'una fra le braccia dell'altro.
<< Oh… scusatemi, non volevo interrompervi, volevo solo vedere se fosse stata Gwen ad aprire il cancello… ora sparisco! >> Disse chiudendosi la porta alle spalle, non prima di aver lanciato un'occhiatina divertita alla figlia.
<< Oh no! >> Sbuffò Gwen.
<< Che c'è? >>
<< Ora che ci ha visti mi tempesterà di domande! >>
Duncan rise.
<< Tanto prima o poi gliel'avresti dovuto dire. >>
Gwen assentì con un movimento fiacco del capo.
<< Quanto starai a New York da Bridgette? >>
<< Torneremo martedì verso le otto di sera; il viaggio dura dodici ore. >>
<< Mi mancherai… Ora vai a dormire, domani dovrai fare i conti con la sveglia! >>
<< Mi sembri Sophie… >> Replicò scherzando.
Duncan la baciò di nuovo, prima sulle labbra e poi sulla fronte, augurandole la buona notte, per poi ripartire alla velocità della luce sul suo bolide.
Gwen rientrò in casa, pronta ad essere assalita dalle infinite e fastidiose domande che quell'impicciona di sua madre le avrebbe sicuramente posto.
<< Buonasera… Signora Evans! >> La prese in giro Sophie.
<< Mamma smettila. >>
<< Che carini che siete! >>
<< Mamma cosa ti ho appena detto? Perché devi sempre essere così impicciona? >>
<< Oh suvvia! Ho solo detto quello che pensavo! Dai, ora va a dormire. >>
Quest'affermazione stupì non poco la giovane.
<< Quindi… niente "interrogatorio"? >>
<< Be', diciamo che è rimandato a un'altra volta. >> Le fece l'occhiolino.
<< D'accordo, buonanotte mamma! >>
 
Ore 7.00 del mattino. La sveglia continuava a trillare imperterrita sul comodino, noncurante delle imprecazioni di Gwen verso il piccolo oggetto così fastidioso.
<< Gwen, svegliati o perderai il treno! >> Ecco, ci mancava solamente Sophie.
<< Lo so, lo so. >> Biascicò Gwen sbadigliando.
La gotica si alzò svogliatamente, vestendosi e preparandosi mossa solo dal desiderio di rivedere l'amica dopo tanto tempo.
Una volta pronta, uscì di casa salutando la madre, e si trascinò a piedi fino alla stazione, dove incontrò Geoff, che l'aspettava impaziente.
<< Gwen! Era ora che tu arrivassi! Il treno arriverà tra poco. >>
Come previsto dall'amico, dopo pochi attimi di attesa erano già sul mezzo che li avrebbe condotti dalla surfista.
<< Dormito bene? >> Chiese Geoff una volta seduti sui comodi sedili del treno.
<< Non ho chiuso occhio perché ieri sera sono tornata a casa tardi. >>
<< Una festa…? >>
Gwen scosse la testa. << No, sono uscita con Duncan. >>
Il biondo sbarrò gli occhi azzurri.
<< S-sul serio? >>
<< Si. >>
Seguì un attimo di silenzio di tomba; Geoff era alquanto perplesso, mentre Gwen stava pensando a come avrebbe potuto rivelare all'amico la sua relazione con Duncan.
<< Geoff, noi due stiamo insieme. >> Annunciò istintivamente, andando contro ogni sua riflessione su come trattare l'argomento con colui che era l'acerrimo nemico del punk.
Il ragazzo ebbe un sussulto, poi abbrancò i braccioli del sedile con le mani protendendosi in avanti, con gli occhi spalancati.
<< C-che cosa hai detto? >>
<< Geoff, non te la prendere, so che non siete molto amici, ma… >>
Il biondo la interruppe, tornando al suo sorriso ingenuo di sempre.
<< Ehi ehi! Non me la sto prendendo… sono solo sorpreso. Ma da quando? >>
<< Da ieri sera, appunto. >>
Geoff tornò ad appoggiare la schiena sul sedile.
<< Chissà cosa dirà la mia Bridg. >>
Ah già, Bridgette. Maledetta lei e le sue supposizioni; a volte pensava che fosse una strega o una veggente… Tutte le sue constatazioni e predizioni alla fine erano sempre giuste, non sbagliava mai.
Gwen chiuse gli occhi, cercando di addormentarsi dato che avrebbe dovuto passare la bellezza di dodici ore su quel treno, quando il suo cellulare squillò annunciando l'arrivo di un nuovo messaggio. Il mittente? Duncan.
 
Buon viaggio piccola, torna presto!
 
Duncan.

 
Gwen sorrise, ripensando alla sera prima.
Chissà come reagirà Trent una volta che verrà a sapere della sua relazione con Duncan… Per non parlare di Courtney!
Questi pensieri andarono sempre più sfumandosi nella mente della giovane, che crollò addormentata sul sedile pochi minuti dopo aver ricevuto il messaggio.
 
Ore 19.20, stazione di New York.
Fu la voce di Geoff a risvegliare Gwen dal suo sonno.
<< Gwen, siamo arrivati, svegliati. >> Sussurrò scuotendola leggermente per le spalle.
<< Eh…? Cosa, dove… Siamo arrivati? >> Mugugnò una volta aperti gli occhi.
Il biondo annuì aiutandola ad alzarsi e a prendere il piccolo bagaglio nell'apposito ripiano sopra le loro teste.
Usciti dal treno, si incamminarono per le strade affollate della Grande Mela, guardandosi attorno stupiti e al contempo spaesati.
<< Cavolo, New York è davvero enorme! Chissà quanti pub e discoteche ci sono! >>
Esclamò Geoff  entusiasta.
<< Vieni Geoff, dobbiamo chiamare un taxi! >>
Proprio in quel momento una voce a loro molto familiare li chiamò dalle spalle.
I due si voltarono, e con grande sorpresa ed entusiasmo, videro nella persona che aveva richiamato la loro attenzione, Bridgette.
<< Gwen, Geoff, sono qui! >>
<< Bridgette! >> Esclamarono i due in coro.
Insieme corsero a riabbracciarla, dopo tutto quel tempo passato a centinaia di chilometri di distanza. Geoff la strinse a sé quasi soffocandola, poi la baciò finché i loro polmoni non reclamarono ossigeno.
<< Mi sei mancata, amore. >>
<< Anche tu Geoff. Adesso seguitemi, vi porto alla mia nuova casa, non è molto distante da qui. >>
Si incamminarono per i marciapiedi affollatissimi della grande città, intimoriti e spaesati, sotto la guida esperta e sicura della surfista.
Ovunque vi erano negozi di ogni genere, mercatini improvvisati ai lati delle banchine; le macchine si muovevano con grande agilità nonostante il traffico perenne, mentre i taxi scorrevano a migliaia, come uno sciame di api.
Dopo alcuni minuti passati a farsi largo tra la folla, eccoli giunti ad un'area molto più tranquilla, e raggiunsero rapidamente la villa grande e spaziosa della ragazza.
<< Caspita Bridgette, questa casa è bellissima! >> Commentò Gwen entrandovi.
Geoff assentì con un cenno energico del capo, osservando ammirato il salotto della casa.
<< Venite pure di sopra, vi faccio vedere le vostre stanze. >>
I due amici presero posto nelle due camere, poi uscirono tutti e tre, diretti verso il bar accanto alla villa di Bridgette. Una volta seduti e ordinato il cibo, cominciarono a parlare dei fatti che erano accaduti da quando la ragazza si era trasferita, mentre lei raccontava loro le sue avventure in una delle città più grandi e affollate del mondo.
<< Allora Gwen, com'è andato l'appuntamento con Duncan? >> Chiese Bridgette all'improvviso. A Geoff sfuggì un sorrisetto, curioso di conoscere la reazione della fidanzata, mentre Gwen sussultò e arrossì vistosamente.
<< Ehm… S-si, dunque, ecco noi… Stiamo insieme… >> Farfugliò mangiucchiandosi le unghie, nervosa.
Bridgette ebbe la stessa reazione del suo ragazzo; sgranò gli occhi, e per poco non rischiò di rovesciare il bicchiere di Coca Cola che aveva ordinato.
<< Coosa? Ah! Io lo sapevo! Cosa ti avevo detto circa un'ora prima che ti venisse a prendere? Vedi che ho sempre ragione? >> Esclamò incrociando le braccia e assumendo un espressione altezzosa, ma al contempo felice per l'amica.
<< Gwen, comunque sappi che sono felicissima per te… Ehm cioè, per voi! - Continuò prendendo le mani della gotica fra le sue. - E tu Geoff? Non hai ancora detto nulla! Non sei contento per Gwen? >>
<< Certo, ma mi raccomando amica, sta attenta e non frequentare la stessa gente che frequenta lui. >>
La gotica volse gli occhi al cielo, esasperata. A quanto pare il suo amico aveva la testa più dura del coccio.
<< Geoff, lui non fa più parte dei Dukes già da alcuni anni. Inoltre i suoi amici sono molto simpatici, soprattutto i componenti della sua band. >>
<< Ah… Allora in questi anni deve aver messo la testa a posto… >> Rifletté il biondo.
Bridgette si intromise nella discussione, entusiasta e curiosa di sapere i dettagli della serata precedente.
<< Allora Gwen, raccontaci un po' cos'è successo! >>
La gotica spiegò ai due amici cosa Duncan aveva fatto per lei, soprattutto per convincere definitivamente Geoff che il punk non era assolutamente come lo definiva lui; al contrario, sotto sotto era un ragazzo dolce e imprevedibile, strafottente, è vero, ma speciale.
 
I due giorni spesi a New York per stare un po' di tempo con Bridgette, passarono in fretta.
Quest'ultima fece loro da guida turistica, mostrando tutto ciò che poteva loro interessare, mentre la sera li portò ad un pub più vicino a casa sua, festeggiando queste due giornate in compagnia della sua migliore amica e del suo ragazzo.
 
Ore 8.oo del mattino, in attesa del treno che li avrebbe riportati a Toronto.
<< Ciao Bridgette, torneremo a trovarti appena possiamo! Te lo prometto. >>  Disse Gwen prima di salire a bordo.
Geoff l'abbracciò, e le stampò un bacio sulle labbra, stringendola a sé.
<< Si, puoi starne certa tesoro, torneremo appena sarà finita la scuola, se non prima! >>
Esclamò con tono solenne.
<< Ci conto. Fate buon viaggio! Gwen, saluta Duncan da parte mia! >> Le fece l'occhiolino, sorridendo maliziosa.
 
Le ore su quel dannatissimo treno non finivano mai. Un minuto pareva durare in eterno, mentre non si riusciva nemmeno a chiudere occhio e rilassarsi un momento, poiché due posti davanti ai due ragazzi vi era una giovane madre con il suo bambino nato da pochi mesi, che non accennava a smettere di piagnucolare.
Arrivarono a Toronto verso tarda sera, sfiniti, trascinandosi dietro a fatica il proprio bagaglio.
Usciti dalla stazione, Geoff accompagnò a casa Gwen.
<< Ehi Gwen, mi dispiace aver detto quelle cose su Duncan, ma se devo essere sincero in parte mi sono ricreduto. >> Ammise il ragazzo una volta davanti al cancello della casa dell'amica.
<< Non ti preoccupare. Sai, a volte penso che dovreste tornare amici. >>
<< Be', è complicato, non saprei se… >>
Gwen lo interruppe. << Geoff, con i se e con i ma non si va da nessuna parte. Rischiare fa parte della vita, e comunque non avresti niente da perdere. >>
<< Ci penserò. Ciao Gwen, ci vediamo domani a scuola! >>
<< Ciao! >>
 
La gotica entrò in casa e una volta salutata Sophie, filò dritta in camera decisa a recuperare le ore di sonno. Si buttò sul letto, ma non fece in tempo a chiudere gli occhi che uno strano rumore alla finestra richiamò la sua attenzione.
Si alzò svogliatamente e spostò le tende; un grido di spavento le morì in gola.
<< Duncan!? >> Esclamò mettendo a fuoco la persona sul balcone.
<< Si, preferisci lasciarmi fuori oppure posso entrare? >> Replicò da dietro il vetro bussando alla finestra.
Gwen gli aprì e lo fece entrare in camera, fissandolo con un cipiglio furente.
<< Ti informo che mi hai fatto prendere un infarto! >>
<< Ehi ehi! Io ti vengo a trovare e mi tratti così? >> Disse fingendosi offeso.
La gotica sorrise. << In ogni caso esistono le porte! >>
<< Be', non sarebbe stata un'entrata in scena degna di me! Allora, com'è andata a New York? >>
<< Bene, anche se devo ammettere che mi sei mancato. >> Rispose appoggiando le mani sul petto del compagno, il quale fece congiungere le loro labbra.
<< Sei stanca, vai a dormire, domani ti passo a prendere per andare a scuola. >>
Le sussurrò all'orecchio spingendola lievemente a sedere nel letto.
<< D'accordo. Ciao Duncan. >>
<< Ciao piccola, sogni d'oro. >> Bisbigliò prima di uscire dalla finestra del balcone per poi saltare a terra con un balzo atletico.






Nota dell'autrice.

Buongiorno a tutti :)
Inizio col dire che purtroppo per voi questa fic non è affatto finita qui; ergo non vi libererete mai di me! Muahahahah!
...
Si, ehm... in ogni caso spero che il capitolo vi sia piaciuto! Mi dispiace non aver descritto dei dettagli i due giorni che Gwen e Geoff hanno passato da Bridgette a New York, ma non volevo annoiarvi :)
Grazie di cuore a tutti coloro che seguono/recensiscono questa schifosissima storia ^^


Vostra Ed.




   
 
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