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Autore: Honest    18/06/2012    8 recensioni
L'amore vince ogni ostacolo e, a volte, ci fa vivere delle avventure che mai ci saremmo aspettati.
Fra matrimoni, viaggi in auto, litigi, musicisti e addii al celibato, Love Me Always ritorna ad essere aggiornata.
Estratto Dal Capitolo 35 - "Heart Attacks and Related Diseases":
- Sei davvero sicuro, Trent? Vuoi davvero sposarmi? Perché tutto quello che hai fatto finora dice il contrario. - commentò caustica, liberandosi dalla sua presa e uscendo dall’ospedale.
[Duncan/Courtney - Trent/Gwen]
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: B, Bridgette, Courtney, Duncan, Geoff, Gwen, Justin, Nuovo Personaggio | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Sono felice di presentarvelo, sperando che sia di vostro gradimento e che venga recensito per quanto possibile.
Sono rimasta sul tema dei folli preparativi e della frenesia organizzativa, che questa volta ha colpito un po' tutti. Mi sono per la prima volta dedicata ad un pairing che volevo esplorare da tanto, la Gwencan trattata con toni pacati e leggeri. Ortensia vi presenterà i suoi piccoli e Justin si farà un nuovo amico a quattro zampe.
Grazie a tutti,
Buona Lettura
HONEST










 

Lace Wedding Dresses and Extravagant Trinkets

 

Duncan aspirò avidamente la sigaretta ormai consumata che stringeva fra le dita. Diede con gusto un altro tiro, che gli riempì la bocca di fumo grigio e chiuse gli occhi, finendo con l'appoggiarsi al muro accanto a lui. Si era ritrovato a girovagare senza meta, non volendolo o non avendolo veramente previsto o programmato. Inoltre i suoi tentativi di fare mente locale, mentre si domandava dove si trovasse, fallirono miseramente. Il suo scopo iniziale, o sarebbe meglio dire compito, era stato semplice, almeno in apparenza. Courtney lo aveva impunemente spedito a ritirare i vestiti per le damigelle, il che era piuttosto scomodo per il ragazzo che al momento era più concentrato sull'imminente e catastrofico futuro, che sembrava rincorrerlo con foga sempre più insistente.

Il punk si passò una mano fra i capelli e gettò a terra il mozzicone, lasciando che rotolasse sulla stradicciola in pendenza. La busta che teneva in mano conteneva ad occhio e croce due chili di tulle e seta. E il ragazzo era davvero stufo di trascinarsi dietro quel peso così ingombrante. Ragionò sull'idea di concendersi un'altra sigaretta, ma in conclusione ormai rassegnato, proseguì lungo la viottola che portava ad un vicolo buio ed umido. Lo scenario perfetto per perdersi completamente nei suoi più reconditi pensieri. Non prestava attenzione a ciò che lo circondava, troppo impegnato a rimuginare sulle parole di Alejandro, sull'addio al celibato da organizzare e sull'espressione afflitta di Courtney davanti ai suoi ripensamenti da testimone. Era terribilmente preoccupato e lo era da giorni, nonostante le continue telefonate di Trent, che sembrava interessarsi più a lui che al suo matrimonio, Duncan si sentiva devastato, perso e solo. Non c'era un modo davvero efficace per scoprire le intenzioni del latino, come non c'era sicurezza che le sue paure stessero per realizzarsi. Così non smetteva di chiedersi cosa avrebbe fatto la sua ragazza, se avesse rivisto quella sorta di maniaco. Sapeva che Courtney, anche se tentava di tenerlo nascosto, era più vulnerabile e bisognosa dopo la storia della gravidanza equivoca e cercava un po' di certezza perduta nella preparazione di quel dannato matrimonio. Duncan inspirò profondamente sentendosi d'un tratto a disagio con se stesso, chiuse gli occhi e strinse i pugni, come ad imporsi di essere calmo, ragionevole.

Trattenne il fiato per qualche secondo e poi gettò l'aria fuori dalla bocca con rabbia. Doveva mantenere il controllo, non tanto per sè ma per Courtney, perchè non voleva e non poteva farle del male. Non avrebbe più commesso il solito errore, questa volta sarebbe rimasto per renderla felice in un modo o nell'altro. Con quella decisione stampata in testa, riaprì gli occhi di scatto e fissò l'asfalto grigio sotto i suoi piedi. Camminò per ancora qualche metro un po' più instabile fino ad imbattersi in una piccola vetrina polverosa, propria ad un negozietto all'apparenza abbandonato e grigiastro. Oltre la vetrina fumè vide l'insegna in vecchio stile gotico, con su scritto il titolo in un francese per nulla maccheronico "L'Insolite".
Duncan sbirciò il vetro malandato e notò l'esposizione di oggetti stravaganti quanto raffinati, da un manichino del 1600 a una bambola di porcellana tutta pizzi e merletti, per finire con un enorme lampada da sala di un colore a metà fra il viola e l'arancione acceso.
Fra tutte quelle cianfrusaglie un'unica cosa lo colpì come nient'altro, un meraviglioso abito bianco con ricami in pizzo nero indossato da un manichino appena dietro un paio di vecchi cappelli. Sbigottito e allo stesso tempo fiero di se stesso, fece irruzione nel negozio, sobbalzando al suono della campanella sulla porta.

- Buonasera. - si permise di sussurrare una voce roca alle sue spalle.
Una donna piuttosto anziana con argentati e sottili capelli lunghi, gli sorrise allegramente e con un gesto cordiale lo invitò a seguirla. Duncan ubbidì un po' intontito, attraversando il pavimento schricciolante e raggiungendo l'oggetto delle sue attenzioni, il meraviglioso abito bianco e nero che da subito lo aveva ammaliato.
- Si tratta di un regalo ? - si informò la donna, parandosi dietro il manichino e tentando di mostrare meglio il modello da esso indossato.
- No, in realtà credo sia perfetto per un matrimonio. - disse con calma, senza essere troppo sicuro di quelle parole. Diciamo che era l'abito perfetto per Gwen, il più perfetto che lui avesse mai visto. I ricami di un colore così scuro proprio sopra il decoltè esaltavano il vestito, così come la gonna ampia ma candida. Il pizzo e la morbidezza dei tessuti erano indiscutibilmente meravigliosi. Aveva trovato l'abito da sposa per la piccola e terrorizzata "sposa cadavere". Sogghignò eccitato. Questo gli avrebbe di certo fatto guadagnare un bel po' di punti con Miss organizzatrice di matrimoni e la sua migliore amica lo avrebbe idolatrato senza il minimo dubbio.
- Quanto costa ? - chiese impaziente, e ugualmente nervoso.
La vecchietta gli mostrò la cifra impressa a caratteri dorati sull'etichetta del bustino. Fu un prezzo sorprendentemente accettabile per quanto economico e il ragazzo dovette trattenersi dall'acquistarlo sul momento. Pensò di dover prima chiamare Courtney, dato che l'approvazione di Gwen in quella fase dei preparativi era ormai divenuta superflua e il giudizio di Trent non poteva essere espresso sul vestito, poichè gli sarebbe stato tenuto nascosto fino al giorno stesso delle nozze. Una decina di squilli e tre telefonate dopo una Courtney assonnata si degnò di rispondere al telefono.
- Che c'è ? - sbottò dall'altro lato della cornetta con un'aria stizzita.
- L'ho trovato ! - esclamò Duncan con entusiasmo.
- Grandioso. - sentenziò Courtney, senza curarsi di capire a cosa lui si riferisse.
- Pensi che dovrei portare qui Gwen ? -
- Credo che tu debba spiegarmi di cosa stai parlando. -
- L'abito da sposa. Ce l'ho davanti. Devi venirlo a prendere. - scandì con agitazione crescente il ragazzo.
- Non è un altro smoking alla Elvis, vero ? -
- No. Rasenta la perfezione. Lei lo adorerà. - concluse soddisfatto.
Il silenzio che seguì durò qualche secondo, il tempo necessario per ponderare la cosa.
La verità era che Courtney ne era rimasta un po' scocciata. Insomma aveva passato settimane a perlustrare negozi e siti on-line e all'improvviso, il burbero punk le soffiava la scena. Ingoiò il rospo a malincuore e con il broncio disse :
- Va bene. Portalo qui. Intanto io avviso Gwen. -
- Allora ci vediamo nel mio appartamento. -
- Sono già qui. - ribattè l'ispanica divertita.
- Che ci fai in casa mia ? - domandò Duncan stupito dalla notizia.
- Mi serviva un posto tranquillo per studiare. - rispose pacatamente l'altra, consapevole che quella era una giustificazione davvero misera. Più che studiare aveva preferito sonnecchiare, mangiando cioccolata e guardando vecchi film. Ma non avrebbe mai ammesso che il suo luogo prediletto per oziare era la casa del suo ragazzo, a causa di un letto soffice ed accogliente.
- La biblioteca non era abbastanza lussuosa ? -
- Non c'è il caffè in biblioteca. -
- Mi pento di averti dato quella chiave. - bofonchiò il ragazzo senza convinzione.
- No, non è vero. Ci vediamo fra mezz'ora. Un bacio. -
- Courtney aspetta devo ... - quella frase rimase sospesa al suono di un telefono che veniva riagganciato. E la richiesta che il punk doveva farle non ebbe mai buon fine.

Nonostante ciò fu lieto di poter comprare quello splendido vestito, così da porre fine ai veri e propri preparativi e potersi concentrare sugli adii al nubilato e al celibato. Infatti una delle ultime cose a cui provvedere era il vestito da sposa, per il resto dal catering alla chiesa tutto era stato deciso e verificato dalla sua ragazza. Gwen ne sembrava sollevata e col senno di poi era stato un bene non dare troppo peso all'organizzazione, in questo modo era riuscita a riflettere su quello che stava per fare, giungendo alla conclusione che se non avesse sposato Trent probabilmente non avrebbe trovato nessun altro pronto a renderla felice. E inoltre si amavano, quale miglior motivo di questo ?
Lo stesso aveva pensato Trent, che era riuscito a ignorare faticosamente i consigli del punk riguardo la fuga e il noleggio di una macchina prima della cerimonia. Del resto solo perchè lui non si sentiva pronto a sposare Courtney, non voleva dire che non era il caso di sposare Gwen, l'amore della sua adolescenza e in seguito della sua vita.
Duncan acquistò il vestito e portandosi dietro al busta degli abiti delle damigelle e la busta dell'abito da sposa, arrivò alla sua auto e vi entrò goffamente, mettendo in moto e dirigendosi verso casa.

 

^^^^^^^^^

Una volta visto l'abito nella sua interezza Gwen lo aveva adorato. I suoi occhi scuri si erano riempiti di lacrime di gioia e di stupore e l'ego di Duncan si era gonfiato a dismisura davanti a quella scena così commovente. Courtney aveva abbracciato l'amica in uno slancio d'affetto inconsueto e stringendola forte le aveva sussurrato quanto fosse felice per lei.
Dopo una prima prova del vestito, la stanza si era riempita di sospiri e risolini.
- Insisto per ridarti i soldi. - disse la gotica alla fine, con una sorta di supplica rivolta al punk, in quel momento impegnato ad ammirarla in tutto il suo splendore.
- Non dire sciocchezze. Questo è il mio regalo di nozze. - replicò lui con un sorriso sincero. Uno di quei sorrisi che lui e Gwen non si rivolgevano da tempo. Per un istante sembrò loro di essere di nuovo due metà di un'unica parte, ancora una volta gli stessi confidenti e gli stessi amici che per tanto tempo erano stati separati da qualcosa di più grande.
- Sei davvero bellissima. - sussurrò lui, nonocurante della presenza di Courtney.

La gotica fece un rapido giro su se stessa.
- Io devo tornare a casa, domani ho un esame importante .. - si intromise l'ispanica, che si era subito resa conto di quella ritrovata affinità fra i due. Duncan annuì e la baciò a lungo sulla soglia della porta, prima di lasciarla completamente andare.
Quando tornò da Gwen, la ragazza portava ancora il vestito e camminava avanti e indietro per la stanza, forse simulando la sua entrata in scena con la marcia nuziale.
- Non mi hai mai guardata così ... - osservò lei.
- Non sei mai stata così .. -
- Bella. - lo aiutò la ragazza, concludendo la frase al suo posto.
- Già. - tagliò corto lui, vedendola avvicinarsi pericolosamente.
- Bella quanto Courtney ? - insistette la gotica.
Il ragazzo rimase ammutolito, senza sapere dove lei volesse arrivare. Così scrollò le spalle in un gesto neutro e disinvolto.
- Non stiamo da soli da tanto tempo ... - riflettè lui ad alta voce.
- É vero, ci mancava un po' di intimità. - continuò Gwen, spostando lo sguardo sul pavimento.
- Non ci è mai servita. - disse Duncan con tono distaccato.
E in parte quello era assolutamente vero. Sin dal loro primo bacio la troppa assenza o abbondanza di complicità era stata un problema da scavalcare per vivere come una coppia civile. Ma alla fine del loro rapporto si erano separati per più di una sola ragione.
- Dev'essere per questo che ci siamo lasciati. - si lasciò sfuggire la gotica, senza cattiveria o amarezza nel tono della voce.
- Io ero convinto fosse per Courtney. - ribattè il punk, conscio d'aver colpito nel segno.

La ragazza annuì quasi sovrappensiero, prese le sue cose e andò a vestirsi. Una volta pronta attraversò il coridoio in silenzio, abbracciò il ragazzo e lo ringraziò per l'abito e per quel pomeriggio trascorso insieme. Un rapido bacio sulla guancia e un abbraccio furono le ultime cose che Duncan percepì prima di vederla sparire.
Cercò di non riflettere troppo su quella giornata passata insieme, perchè sapeva che se lo avesse fatto, si sarebbe di certo ritrovato con altri problemi oltre quelli che già sosteneva.
Era felice per Gwen, forse le avrebbe fatto bene stare un po' lontana da Trent durante il suo addio al nubilato. Inoltre averla aiutata era stato un fatto positivo, o almeno così credeva.
Le uniche cose di cui ora doveva preoccuparsi erano Alejandro e Las Vegas, non necessariamente in quest'ordine.































 

Ortensia's Corner


Finalmente sono tornata e sono lieta di potervi presentare le mie tre piccole pesti.
Loro sono la luce dei miei occhi e il frutto dell'amore tra me e Gaston. Sono davvero speciali e ognuna di loro è importante quanto meravigliosa ai miei occhi.

Mary Anne
La mia primogenita. La più dolce e inteligente fra tutte. Adora il colore lilla e le passaggiate serali con le sue sorelle. La prima a grugnire, siamo certi che un giorno diverrà una grande oratrice. Le piacciono molto le prugne.

Betty
La più spiritosa delle mie piccole. Ha sempre la battuta pronta, le piace trangugiare e questo rendo fiero suo padre. Ama l'arancione acceso e i pisolini sotto il grande albero in giardino. Mangia di tutto, anche se ha una predilizione per le mele.

Sue
La più piccola e timida della cucciolata. Non parla molto, ma riesce sempre a fare amicizia con chiunque incontri. Il suo colore preferito è il celeste e se potesse mangierebbe soltanto pigne secche e sbobba annacquata. La cosa che preferisce è passare il tempo con gli amici.

Amo i miei cuccioli !









 


Ma di chi è questo bel cagnolino ? *fa delle carezze al cagnolino*
Vuoi tenerlo per un po' Justin ? Io devo fare delle commissioni. *porge il cagnolino*

Ma certo ! Cucci Cucci Cucci ...
Sha-Bau !
Cosa ?
Sha-Bau ! *il cagnolino si toglie la maschera e spunta fuori Lightening*
No ! Ancora tu !
Sha-Sì ! Vieni Justin voglio solo giocare ...
Ah !!

 

   
 
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