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Autore: Strong Haze    18/06/2012    7 recensioni
L'inizio della carriera dei My Chem, dal punto di vista di Gerard.
[ Dal capitolo 2 ]
< E’ stata senza dubbio l’esperienza più bella della mia intera vita, entrare e cantare su quel palco, farci conoscere.
Questo è un nuovo inizio, ne sono certo.
Una partenza che ci porterà lontani.
Non ho paura, non ne ho mai avuta e mai ne avrò.
Se sono con Frank andrà tutto per il meglio, me lo sento.
Senza di lui, io non vivo.
Esisto e basta. >
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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" A new beginning "
 

 Frank, Frank.. Oh, Frank..
< Cristo, Gerard, la vuoi smettere? >
Mikey?
Sento la voce di mio fratello ed improvvisamente mi rendo conto che stavo sognando e vengo catapultato di nuovo nella realtà, in questa orribile realtà.
Nella mia realtà, nella mia realtà senza Frank.
< Beh, sei sveglio? >
Mikey, di nuovo.
E’ incredibile quanta poca espressività metta mio fratello nelle domande.
Fa quasi paura, a volte.
< Cazzo, Mikey, mi sono appena svegliato. Cosa vuoi? >
Mikey mi squadra, guardandomi dal basso verso l’alto, spostando con una mano il ciuffo di capelli che gli ricade sugli occhi.
Sembra sorpreso dalla mia risposta.
< Io non voglio proprio niente, Gerard. Anzi si, forse una cosa sì. – fa una pausa – dormire. >
< E io che colpa ne ho, se hai problemi d’insonnia? > lo apostrofo, canzonatorio.
< La colpa è tua. Se non avessi ripetuto per tutta la notte “Frank” magari a quest’ora sarei di buon umore. >
Di buon umore? Mio fratello? Ma non diciamoci cazzate.
Aspetta un momento, cosa?
< Cosa ho fatto, Mikey? > chiedo, per confermare quello che ho sentito.
< Hai ripetuto milioni di volte “Frank”. > ripete lui, come aspettandosi la mia reazione di pochi secondi prima.
Oh, merda.
< Gerard – continua lui – in queste condizioni non puoi affrontare un concerto, lo sai, vero? Devi assolutamente parlarci. Io non ho la più pallida idea di cosa sia successo, però non ho intenzione di farmi rovinare le prove e, peggio ancora, il concerto, per le vostre facce imbronciate. >
< Il problema non sono io, è lui. Mi ha lasciato. >
Mikey, che non se l’aspettava, mi fa una faccia strana, come per dire “che cazzo stai dicendo?”
< Sai perché? – continuo io- perché vuole avere successo e pensa che la nostra relazione sia un ostacolo. Ti rendi conto di quanto è stronzo? >
E’ smarrito, non sa che dire.
Non è mai stato bravo con le parole, forse è proprio per questo che evita di parlare.
Non mi aspetto che mi consoli, che prenda le mie parti.
Non è da lui.
Esce dalla stanza facendomi un cenno con la mano.
Io mi alzo dal letto e vado in bagno per sciacquarmi la faccia con dell’acqua fredda, ne ho bisogno.
Nello specchio, vedo il mio viso ancora più pallido del solito.
Stò arrivando al punto di farmi paura da solo.
I capelli sono madidi di sudore, incollati al collo.
Devo aver avuto degli incubi, ora capisco il cattivo umore di mio fratello.
Esco fuori dalla stanza stropicciandomi gli occhi e il cuore mi salta immediatamente un battito.
C’è Frank, davanti a me.
Per fortuna non mi ha ancora visto, ho ancora tempo di scappare dall’altra parte del corridoio ed arrivare alla sala per la colazione in un altro modo.
Con i passi felpati, riesco a non farmi vedere e, quando lui arriva in cucina, io sono già alla macchinetta del caffè.
Faccio finta di non vederlo, non ho la minima intenzione di guardarlo in faccia, di perdermi nei suoi occhi, di avere voglia di carezzargli i capelli, di..
Cazzo, Gerard, placati.
Appena la macchinetta, con un sonoro “Beep”, mi avverte che il caffè è pronto, lo afferro e mi siedo sulla panca vicino alla finestra.
Frank mi sta squadrando, ne sono certo.
Sento i suoi occhi addosso, più pesanti di una pietra.
< Buongiorno, Gee >
Sogno o son desto?
Mi ha davvero dato il buongiorno?
< ‘giorno > dico io, senza sollevare la testa dal caffè, che stavo attentamente esaminando, come se fosse la cosa più importante del mondo.
Mi giro dalla parte opposta, dove c’è la finestra, facendo più attenzione possibile a non far incontrare il mio sguardo con quello di Frank.
Fuori dalla finestra si vede una grande pineta, l’ideale per i pic-nic, il genere di cosa che adoro fare.
Gli amici, l’alcool, la musica. Cosa c’è di meglio?
Ricordo di quelli che avevamo organizzato noi nel prato vicino casa di Ray.
Ci divertivamo sempre tantissimo, talmente tanto che il giorno dopo non ricordavamo neppure cosa avevamo fatto.
< Gerard… >
Alzo il viso verso Frank, che mi guarda con la stessa aria del giorno prima, quella da cucciolo smarrito.
Con quel viso potrebbe anche chiedermi di buttarmi giù da un palazzo di venti piani e io lo farei senza pensarci due volte.
C’è della droga pesante in quegli occhi, ne sono certo.
< Si? > rispondo io, con semplicità.
< Ti volevo chiedere scusa, ieri ho sbagliato, mi sono fatto prendere dall’ansia. Avevo paura di perdere questa occasione, che per me conta tantissimo. Lo sai bene anche tu come ragiona la gente, sono tutti così proibizionisti. >
< Omofobi, Frank, omofobi. Lo so fin troppo bene. >
< Bene, allora, sono perdonato? > mi blocca di nuovo con i suoi occhi, costringendomi a parlare.
< Non lo so. Non mi piace pensare che ti importa più del giudizio della gente che della nostra relazione. >
Devo lottare contro tutto me stesso per non lanciarmi addosso a Frank e ancora di più per rispondergli a tono, senza usare frasi eccessivamente zuccherose.
< Ma non è così, dovresti saperlo. Sai, anche il produttore mi ha parlato stamattina, dicendomi che aveva sentito il nostro discorso di ieri ed era molto felice che ci fossimo lasciati. E’ sicuro che così avremmo molto successo. Ha detto che le femminucce non hanno fama. Ho avuto ancora più paura.. Ma quando ti ho visto stamattina scappare per non incontrarmi, fissare la tazzina del caffè, guardare fuori, mi sono detto: “Fanculo, Frank, fanculo la fama, fanculo tutto. E’ Gerard l’importante, senza di lui cosa conta il successo?”. >
Sento le lacrime spingere per uscire ma le ricaccio dentro a forza, per non tradire la commozione troppo presto.
Ha davvero detto delle parole così meravigliose?
Sento il cuore sciogliersi, nel vero senso della parola.
< Perdonato > sussurro io, più a me stesso che a lui.
Nonostante questo, sembra che mi abbia sentito, infatti si avvicina e si siede vicino a me, passando un braccio intorno alle mie spalle.
Si appoggia a quella destra e lo sento singhiozzare.
< Ho paura, porca puttana. >
Frank, il mio punto di riferimento, il mio migliore amico, il mio ragazzo, sta piangendo sulla mia spalla.
Non era mai successo, in genere era tutto il contrario.
Io con le mie crisi di panico, gli attacchi d’ansia.
Lui con la sua fermezza, il suo ottimismo.
Ed invece eccoci qua, con la situazione capovolta, io che lo stringo nelle mie braccia, lui che inzuppa la mia maglietta con le sue lacrime.
Lo vedo riprendersi dopo una decina di minuti, come rendersi conto di quello che era appena successo.
Mi bacia il collo, facendomi gemere dalla sorpresa.
Mi piego dalla parte opposta, lasciandogli lo spazio per salire.
Lui sfrutta l’occasione e, lasciando un bacio leggero su ogni centimetro di pelle, arriva alla bocca.
Il bacio è passionale, pieno di risentimento, dolore, rimpianto.
Una volta staccati, solo perché nessuno dei due ha più fiato, Frank mi guarda sorridendo, con aria complice.
< Prometti che non mi farai mai più uno scherzo del genere. > lo prego.
< Mai, mai, mai. > dice lui, abbassando gli occhi e cominciando a guardarsi le scarpe.
< Meglio così, amore. >
So che quando lo chiamo così è felice e si stupisce allo stesso tempo e infatti la sua reazione non tarda ad arrivare.
Mette su uno dei suoi sorrisi sghembi, quelli che mi fanno mancare il fiato.
Poco dopo, però, siamo costretti a salutarci, dobbiamo prepararci per salire sul palco.
Faccio la doccia, asciugo i capelli, li piastro.
Mi vesto e disegno una croce sotto l’occhio sinistro, il mio simbolo portafortuna.
Ci troviamo tutti dietro al palco due ore dopo.
Ray saltella come un isterico, con i capelli che volano ovunque.
Mio fratello è seduto in un angolo, con la testa poggiata sulle ginocchia. Fissa il vuoto e ogni tanto si stropiccia gli occhi cerchiati di nero.
Sempre il solito.
Io e Frank sbirciamo da dietro la tenda, cercando di vedere quanta gente è arrivata.
E’ tanta, davvero tanta.
Sono tutti qua per sentire noi, mi sembra impossibile.
E’ arrivato il produttore, che ci annuncia che dobbiamo riunirci e prepararci per entrare.
< Appena si spengono le luci, uscite tutti insieme e andate nei punti che abbiamo già stabilito. I fari si accenderanno dopo pochi secondi. Sorridete, mi raccomando, andrete bene. Nessuna effusione sul palco, sono stato chiaro? >
Guarda me, poi Frank.
Sorridiamo entrambi, con le mani intrecciate insieme.
Annuiamo e appena si allontana scoppiamo a ridere.
< Entriamo insieme, mano nella mano, sei d’accordo? > propone Frank.
Lo guardo con entusiasmo e stringo ancora di più la presa sulla sua mano, facendogli capire di essere d’accordo.
Le luci si spengono, Ray sorride e si lancia attraverso le tende, prendendo posto.
Così fanno anche gli altri.
Io e Frank entriamo per ultimi, tenendoci stretti.
Quando i fari si accendono sento urli che provengono da tutto intorno, facce sorridenti di ragazzi che hanno fatto ore di fila per stare proprio davanti a noi.
Sono, anzi, siamo, così contenti.
Ci si legge negli occhi.
Saluto tutti con qualche parola, li ringrazio di essere venuti, di averci dato fiducia.
Il concerto va alla grande, io e Frank ci scambiamo sguardi per tutto il tempo, sorridendo.
Leggo nei suoi occhi tutta la sua gioia e questo mi rende felice, mi da più forza, più coraggio.
Al momento dei saluti, ci avviciniamo tutti al bordo, per poter sfiorare le mani dei ragazzi in prima fila.
All’improvviso, una grande idea mi viene in mente.
< Grazie a tutti per essere venuti, siete fantastici! Volevo dire solo una cosa.. – stringo Frank, che ha già capito tutto – io e questo ragazzo stiamo insieme. Se vorrete essere nostri fan, dovrete accettarci. >
Un boato.
Le urla, gli schiamazzi, le grida di gioia del pubblico.
Sono tutti con noi.
Frank mi stringe e mormora un grazie al mio orecchio.
Io urlo i nostri ringraziamenti a tutti e, dopo un bis, ci ritiriamo.
E’ stata senza dubbio l’esperienza più bella della mia intera vita, entrare e cantare su quel palco, farci conoscere.
Questo è un nuovo inizio, ne sono certo.
Una partenza che ci porterà lontani.
Non ho paura, non ne ho mai avuta e mai ne avrò.
Se sono con Frank andrà tutto per il meglio, me lo sento.
Senza di lui, io non vivo.
Esisto e basta.





 
T's corner.
Ciao bella gente! Inanzitutto mi scuso per aver aggiornato  la FF così tardi,  ma ero completamente 
presa da un'altra e non riuscivo più a ragionare!
Diciamo che con questo capitolo ho finito e spero che qualcuno di voi recensisca, in modo da farmi
sapere se  questa mini long vi è piaciuta o meno! 
E' molto molto importante, visto che sono ancora alle prime armi!
Per quanto riguarda il capitolo, devo solo sperare di non aver fatto errori imbarazzanti D:
Un bacio a tuuuuuuuuuutti e un ringraziamento speciale a tutti quelli 
quelli che mi supportano (e sopportano) ogni giorno!
 Alla prossima,
T.
   
 
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