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Autore: Lightning00    19/06/2012    2 recensioni
[...]
Dall’altra parte del lago, una figura esile si stava abbeverando sulla sponda. Delle lucciole nei paraggi, e la luna piena davano all’ambiente un’aria misteriosa. Non vidi bene il viso, ma le lievi luci delle lucciole e della luna misero in risalto dei lineamenti femminili, ma soprattutto qualcos’altro.
La donna aveva degli indescrivibili capelli rosa. [...]
questa storia parla di Zaraki Kenpachi, raccontata dal suo punto di vista, prima che diventasse Zaraki Kenpachi! Godetevela!
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zaraki Kenpachi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Non è vero che iniziammo dal nome. Sinceramente, non mi sentivo per niente pronto. Non volevo cambiare, anche se sentivo che nel momento in cui avevo visto Yachiru per la prima volta tutta la mia vita sarebbe cambiata. In meglio ovviamente. Lei invece sembrava essersene dimenticata di quello che mi aveva detto. Ogni mattina si svegliava prima di me e partiva alla ricerca di guerrieri, e io l’aspettavo, facendo la stessa cosa. Quando tornavo lei era esattamente nello stesso posto in cui avevamo sostato il giorno prima, e ogni volta puliva meticolosamente la sua spada, e delle volte era anche fasciata qua e là. Facevamo una breve pausa, poi cominciavamo a camminare nella foresta. Verso sera, poi, mi costringeva a prendere la spada e ad allenarci insieme. Ci prendevamo a legnate a vicenda, ma poi finiva sempre che si congratulava con me per i mei miglioramenti. Infine concludevamo la nostra giornata mangiando qualcosa e mettendoci a dormire. Prima si metteva ben lontano da me, ma ogni volta notavo che a poco a poco si avvicinava verso di me, ed ero molto soddisfatto di questo. Quella ragazza mi attraeva, ormai l’avranno capito tutti. Una sera avevamo finito di mangiare e stavamo guardando il cielo, sdraiati, quando mi accorsi che Yachiru era giù di morale.
-Che hai? Ti ho visto moscia, mentre combattevi. Tra un po’ ti tagliavo via qualcosa.-
Lei non rispose subito. Continuò a guardare il cielo intensamente.
-Devo ripartire.-
Mi alzai scatto e la guardai dritta negli occhi, anche se lei continuava a guardare le stelle.
-Come sarebbe a dire?-
-Non dovresti stupirti così tanto, te l’avevo detto che ogni volta percorro un giro all’interno di ogni distretto. Quando ci siamo incontrati la prima volta ero già in viaggio da molto, ed era questione di giorni, prima che finissi. E poi sarà una settimana che camminiamo insieme.-
La sua voce tremava dalla tristezza, ma cercò comunque di tranquillizzarmi mostrandomi un sorriso.
-Oh, andiamo, non devi fare quella faccia disperata! Ci siamo divertiti, ma a tutto c’è un limite.-
Tornò a guardare il cielo, ma con un’espressione triste, questa volta, e io non ero da meno. Ero stato così stupido da pensare che lei sarebbe rimasta lì per sempre, a farmi compagnia durante le battaglie: era ovvio che poi ci sarei rimasto male. Poi mi venne un’idea. Deglutii, e parlai.
-Guarda, Yachiru, che mi avevi promesso di aiutarmi a trovare un nome.-
Quella smemorata di Yachiru tornò a guardarmi tutta speranzosa, come se anche lei avesse voluto avere lo stesso pensiero. Ma durò un attimo. Dopo tornò ad essere la stessa ragazza dura di sempre.
-E va bene…giusto perché te lo avevo promesso…Però dopo averti trovato un nome me ne vado, chiaro?-
Finalmente mi rilassai e tornai a sdraiarmi.
-Sai, ultimamente trovo che i combattimenti siano un po’ troppo veloci. Ora sono così veloce che il nemico non riesce nemmeno a sentirmi, e così lo uccido dopo pochi secondi.-
 Yachiru mi diede una leggera (si fa per dire) gomitata nelle costole.
-Ah, ma quante arie ti dai! Io riesco a sentirti benissimo, anzi, secondo me fai un sacco di rumore!-
-Ore sei tu a darti delle arie. Anche se però è questo il punto: tu riesci a sentirmi perché sei forte, ma gli altri no perché non lo sono. Ecco, dovrei trovare un modo per trovare combattenti forti, così mi risparmierei un sacco di tempo!-
Yachiru sbuffò.
-Be’, sarebbe difficile. L’unico tuo piccolo fallo però è che sei rumoroso. Se è come dici tu solo i più forti riuscirebbero a sentire ogni tuo piccolo rumore, perciò se ti facessi un’acconciatura ridicola per poi metterti dei piccoli campanelli nei capelli il problema sarebbe risolto.-
Mi tirò un’altra gomitata nelle costole.
-Coglione, tu chiedi troppo!-
Questa volta ero riuscito un po’ ad evitarlo, ma visto che ero sdraiato non ci riuscii completamente.
-E smettila! Però forse hai ragione, chiedo troppo.-
Era un bugia bell’e buona. Non solo l’avevo ascoltata attentamente, ma la sua idea mi sembrava geniale. Dovevo assolutamente lavorarci su, prima o poi. Restammo a guardare il cielo stellato per qualche minuto, poi mi feci coraggio e le dissi:
-Ehi, Yachiru…-
-Sì?-
-Perché non ce ne andiamo insieme da questo schifo?-
Non disse nulla, ma sperai che stesse sorridendo.
-E perché no?-
Mi bastò. Ero il ragazzo più felice del mondo.
-In fondo, dopo tutto questo tempo, non mi sei sembrato poi così pazzo maniaco…-
Va bene che era felice, ma se diceva così poi mi rovinava l’immagine! Con un movimento fulmineo fui subito sopra di lei, con la mia faccia a un millimetro dalla sua (anche se sarò stato incredibilmente più alto di lei), e con le mie braccia e gambe immobilizzai i suoi arti.
-Ne sei sicura?-
Yachiru cominciò a lanciare gridolini e a divincolarsi.
-Ritiro! Ritiro tutto! Sei un pazzo, un maniaco, e pure un pervertito!-
Non ne potevo più di sentirla agitarsi in quel modo, così, senza quasi pensarci, la zittii con un bacio. Yachiru iniziò lentamente a calmarsi, a mia grande sorpresa. Pensavo ne avrebbe approfittato per prendermi a calci, e invece si stava proprio godendo quel bacio. Non mi importava più nulla di preoccuparmi se a lei andasse bene o no, mi rifiutavo categoricamente di staccarmi da lei. La liberai dalla presa, e lei cominciò ad accarezzarmi il volto, prima dolcemente, poi sentii che si stava agitando. Anche dal modo in cui aveva cominciato a baciarmi: molto più…passionale, quasi violento, e capii dove voleva andare a parare. Quella donna era davvero strana. In qualunque cosa facesse all’inizio sembrava dolce e gentile, ma poi, quando si abituava alla situazione, liberava la sua vera natura, e diventava una bestia selvaggia senza controllo. L’adoravo per questo. Così decisi di andare fino in fondo e feci scivolare la mia mano dal suo collo, fino alla schiena, e in quel momento pensai che quella specie di kimono era diventato troppo ingombrante per quella situazione.
E da qui mi fermo. Sé, ma che pensavate? Che io vi avrei rivelato le mie sporche esperienze? Sono fattacci miei e di Yachiru, porci! Comunque posso dire che quella notte io e  Yachiru fummo davvero delle belve selvagge senza controllo, e lei riuscì a rendere quei momenti i migliori della mia vita.
  
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