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Autore: dangerandmandy    19/06/2012    10 recensioni
"... Gli occhi di tutti gli uomini erano puntati su di lei, eppure aveva un'espressione… desolata, come se si sentisse persa e cercasse se stessa. Ho paura di tutte queste sensazioni, Liam!''
''Non devi averne. Osa, Lou.''
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Una volta in pista, Niall strinse la biondina a sé cingendole la vita con un braccio. Lo sguardo di Alison ormai non lo intimoriva affatto. Anzi, gli infondeva un coraggio che non aveva mai pensato di possedere.
***
Storia scritta a quattro mani. Due identità, due modi di vivere l'amore.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Bridget sbattè tre o quattro volte le palpebre perché non riusciva a crederci. Non riusciva a credere di non essersi ricordata prima della storia che Zayn le aveva raccontato la sera in cui aveva litigato con Louis, dopo che era tornata dalla sua folle permanenza a Sutton.
"Sto impazzendo, Bee. Sempre gli stessi pensieri affollano la mia mente e non riesco a liberamene. Tutte le volte che vedo.. lei - disse a fatica - sento le farfalle svolazzare impavide nel mio stomaco, impallidisco e non riesco a proferire parola. Riesce sempre a zittirmi, con ogni suo sguardo, con ogni suo respiro. Mi sento cadere a pezzi. Sono stato un idiota a lasciarla andare via" singhiozzò Zayn.
Bridget lo strinse forte a sé, voleva che lui percepisse il suo calore. Voleva che si sentisse meno solo e sconfitto.
"Avevo solo quattordici anni quando la vidi per la prima volta. Si era appena trasferita in una casa a pochi isolati dalla mia, andavamo alla stessa scuola. Quando frequentavamo gli stessi corsi, non potevo fare a meno di scrutarla. Ai miei occhi appariva perfetta. Solo ora mi accorgo di quanto lo fosse.
Una sera, ad una festa, presi coraggio e la invitai a ballare con me. Non mi era mai capitato di essere così spontaneo con una ragazza. Le altre erano così superficiali e accondiscendenti, per un ragazzo sarebbero state in grado di fare qualsiasi cosa. Ma Rose no. Rose ha sempre la risposta pronta. Rose non indossa vestiti appariscenti per farsi notare, brilla di suo. Rose ha una risata cristallina e musicale. Rose odia piangere in pubblico, si sforza di apparire spavalda.
Fu proprio quella notte che la baciai, mentre osservavamo le stelle. Sento ancora il suo sapore sulle mie labbra. E non riesco a dimenticarlo. I giorni successivi continuai a comportarmi da fidanzato innamorato, benché non mi rendessi conto di quanto l'amassi, di quanto avessi disperatamente bisogno della mia dose giornaliera di lei. 
Un giorno la invitai a casa mia, pregandola di spiegarmi un argomento di fisica. Stava svolgendo una complicata equazione, quando mi guardò con i suoi occhi caldi e profondi color miele  e mi sorrise. Un qualche impeto indescrivibile si impossessò di me. La baciai con foga e la condussi sul mio letto. Facemmo l'amore come se fossimo soli nel mondo, come se non esistesse niente di più importante, come se sentissimo che qualcosa avrebbe potuto distruggere da un momento all'altro la nostra felicità. Qualche giorno dopo quel pomeriggio, Rose si comportava in modo strano ed era fredda e distaccata. Il miele dei suoi occhi era come solidificato. I suoi occhi erano rossi e spaventati. Osservavano ogni cosa con fare circospetto. Quando infine mi decisi a domandarle cosa avesse, a fatica riuscì a dirmi che sospettava di essere incinta. 
In quel momento sentii il mondo cadere sulle mie spalle. Non riuscivo a sopportarne il peso. Le urlai contro delle parole terribili, accusandola di essere una sciagurata, il cui unico scopo era quello di incastrarmi, che non l'avevo mai amata, che per me era stata solo un piacevole passatempo.
Rose non pianse. Rose con superiorità mi disse che ero un bambino e che era stata una stupida a credere che io fossi diverso. Dopo una settimana mi mandò un sms dicendomi che fortunatamente non sarei diventato padre. Così credetti che tra noi potesse tornare tutto come prima. Mi presentai difronte casa sua con un mazzo di fiori e una scatola di cioccolatini, come avevo visto fare nei film, e la implorai di incontrarci. Quando la vidi, non riuscivo a reggere il suo sguardo: i suoi occhi erano carichi di risentimento, di disprezzo e di odio. Non si gettò tra le mie braccia, ma si limitò a intimarmi di non rivolgerle più la parola.

A partire da quell'istante mi trasformai: diventai un ribelle, un duro, un essere così insensibile che la cosa più poetica che riuscivo a sussurrare ad una ragazza era o 'apri le gambe' o 'grande scopata!'. Il resto della storia la conosci: sono andato a X-factor, sono diventato famoso e ho creduto di essermi innamorato. Ma la verità è che nessuna delle donne con cui sono stato mi ha fatto sentire come mi faceva sentire lei..
Cavolo Beezy, sei stata la prima a conoscere tutti i dettagli di questa storia".

"Dovresti parlarle, Zayn. Devi spiegarle che sei cambiato, che non sei più un ragazzino immaturo" rispose la bionda. 
"Ieri sera era alla sfilata di Stella Mccartney, perché è sua nipote. Non mi ha nemmeno rivolto lo sguardo. Non acconsentirà mai di vederci."
"Se non provi, non lo saprai mai".
"Non lasciarti influenzare troppo da Liam, Bee" e il ragazzo rise, stanco. Quel sorriso si era spento prima di arrivare ai suoi occhi.
"Sul serio, Zayn. Parlale come hai parlato a me stanotte. Se sarà necessario, falle una serenata in pubblico o scrivile una canzone. Ma fa qualcosa per riconquistarla".
"Grazie, Bee. Il tuo incoraggiamento è fondamentale. Come sai, non sono il classico tipo di ragazzo espansivo, che riesce a esternare facilmente le sue emozioni, che riesce a raccontarsi facilmente. Grazie, davvero" sussurrò il moro, che nel frattempo abbracciava la bionda.
"Voglio esserci per te, come tu ci sei stato per me anche prima che ci conoscessimo. Buonanotte, Zayn" e così dicendo Bee baciò il bruno sulla guancia. Quando uscì fuori dalla sua stanza, un intenso profumo le pervase le narici. Raggiunse la cucina e vi trovò Liam intento a preparare dei dolci. 
"Hey bionda! Come mai ancora sveglia?" cominciò Liam.
"Potrei farti la stessa domanda" rispose Bridget, avvicinandosi a lui.
"Non riesco a dormire e, dato che abbiamo la mattinata libera, posso permettermi di cucinare alle cinque del mattino" rispose, sorridendo.
"Neanche io ho sonno. Ho parlato con Zayn poco fa".
"Ti ha raccontato di Rose, vero?"
"Esattamente".
"Deve esserti davvero affezionato, se te ne ha parlato. Siamo venuti a conoscenza di questa storia solo pochi mesi fa. Zayn ha sempre cercato di dimenticarla, per questo non ne parlava. Perché se l'avesse raccontato, avrebbe avuto la certezza di amarla ancora. Sarebbe sembrato tutto reale."
"È scattato qualcosa in lui oggi. Sono sicuro che le parlerà."
"Lo spero" rispose Liam, sospirando.
"Che ne dici se ti aiuto a preparare muffins?" chiese poi Bridget.
"Se mi giuri che cucini meglio di Alison, te lo permetto!"
"Lo giuro!"rispose Bee, ridendo.

 
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Dopo che Bridget ebbe lasciato la sua stanza, Zayn si addormentò sereno, con la consapevolezza che avrebbe finalmente lottato per Rose, che era sempre stata tutto quello che aveva sognato.
Il bruno si alzò di buon umore e fece colazione con i suoi amici, assaggiando coraggiosamente i terribili biscotti preparati da Bee con della farina scaduta. 
Verso le 11 le due bionde tornarono al proprio appartamento, dopo che Bridget ebbe organizzato uno stratagemma per far incontrare Zayn e Rose.
La ragazza aveva infatti scoperto che Rose aveva recentemente lasciato Bradford e che si era trasferita a Londra per frequentare l'Università di Economia e lavorare presso l'atelier della zia.
"Bridget, credo che tu dovresti lavorare come investigatore privato!" aveva gridato entusiasta Liam. 
Semplicemente la bionda era abituata a gossip, riviste e articoli su Internet e quindi sapeva dove e come cercare.
"Zayn, il turno di lavoro di Rose termina alle 12. Pretendo che tu ti faccia trovare davanti all'atelier verso quell'ora. Mi raccomando, cerca di passare inosservato. Non puoi permetterti di farti riconoscere dalle fans" aveva detto la bionda.
Verso le 11.30 una terribile sensazione di angoscia attanagliava il ragazzo. Sentiva che qualcosa sarebbe andata storta. Camminava avanti e indietro per il salotto, fissando il pavimento e le sue scarpe.
Nemmeno la risata di Niall oppure lo sguardo comprensivo di Liam riuscivano a tranquillizzarlo. Aveva troppo da perdere.
Ma doveva provarci. Se non lo avesse fatto, non se lo sarebbe mai perdonato.
Louis prese il suo blackberry e scrisse su Twitter che si trovava insieme ai ragazzi nel centro di Londra per spostare l'attenzione delle fans, come gli aveva raccomandato Bee.
Zayn, pochi minuti dopo, lasciò l'appartamento sotto esortazione degli amici e si mise al volante della sua Porsche blu. Tentò di distrarsi accendendo la radio, ma non ci riuscì. Per un momento, anzi, pensò di tornare indietro. Ma poi ripensò a quanto avesse amato stringere tra le braccia Rose, a quanto avesse amato camminare per la strada stringendo la sua mano,  a quanto avesse amato l'idea che lei fosse solo sua. 
Dopo una ventina di minuti Zayn giunse a destinazione. Quando la vide, non ricordava più nulla del tragitto, dei minuti che erano trascorsi prima che lei arrivasse. 
Rose lo osservò. E lo trafisse. Gli passò oltre, senza nemmeno degnarlo di un saluto. Zayn si sentì umiliato, e abbassò lo sguardo.
Ma dove era finito il vero Zayn Jawaad Malik? Perché si stava comportando da ragazzino? Perché non stava ancora osando?
"Aspetta!" urlò il moro e afferrò Rose per un braccio.
"Non mi toccare!"sibilò la ragazza, scandendo ogni singola lettera.
"Siamo cresciuti oramai, Rosy! Non possiamo sempre fingere che non sia successo niente, dobbiamo guardare in faccia alla realtà"disse Zayn, osservandola negli occhi, sperando che lei potesse cogliere nei suoi sincero pentimento.
"Zayn sono passati cinque anni da quando stavamo insieme.. cosa ti fa credere che io provi ancora qualcosa per te? Non sono più la ragazzina inesperta e ingenua a cui hai sottratto la cintura di castità!" gridò la brunetta.
"Cosa me lo fa capire? Cerchi sempre di evitarmi, mi rispondi sempre con astio e rancore, segno che ancora un qualche fuoco brucia nel tuo cuore e.."
Rose gli impedì di completare la frase.
"C'è un solo fuoco che brucia nel mio cuore. È quello che mi spingerebbe a spaccarti la faccia per essere stato così sfrontato e per aver detto quelle parole. Sei solo un pallone gonfiato super-montato.. il fatto che tu abbia qualche ragazzina esagitata e con gli ormoni a mille e che sia un cantante di successo che fa parte di una boyband sfigatissima, non significa che io cadrò ai tuoi piedi".
"Guardami negli occhi" la sfidò Zayn. Lei non se lo fece ripetere due volte e così fece.
"Cosa ti aspettavi, Zayn? Che dopo questa chiacchierata sarei caduta di nuovo ai tuoi piedi? Mi dispiace, ma io non ci ricasco. Non sarò più debole. Sei proprio caduto in basso, Malik. Sono stanca" e così dicendo se andò. Lo lasciò lì a rimurginare sull'accaduto. 
Zayn non riusciva a muoversi di un centimetro. Sentiva soltanto il suo cuore e le sue speranze sbriciolarsi e frantumarsi in mille pezzi.
 
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Erano le undici di sera e Zayn era comodamente disteso sul divano di casa Styles-Tomlinson, dove recentemente si erano trasferiti tutti i componenti della band. Niall ed Alison erano andati a fare una passeggiata lungo le rive del Tamigi, Bee e Louis erano andati in uno dei locali più cool di Londra, mentre Liam e Harry erano usciti con Ed Sheeren e altri. 
"Dai, Zayn, esci con me e Hazza. Ti servirà a non pensare, amico. E poi immagina quanto rideremo alla vista di Harry che ci prova con tutte le ragazze che gli si avvicinano!" lo aveva supplicato Liam. Era senza dubbio il ragazzo più premuroso e dolce dell'universo. Sempre così disponibile nei confronti degli amici, sempre pronto ad ascoltarli e a consigliarli. Era un angelo. Peccato che nessuna ragazza se ne fosse ancora accorta. Dopo Danielle, tuttavia Liam non aveva perso la speranza di trovare qualcuna che riuscisse finalmente a comprenderlo.
Zayn gli aveva rivolto uno sguardo profondo e intenso, carico di tristezza.
"Scusami Liam, ma proprio non ho voglia di uscire, di vedere persone, di fingere che vada tutto bene" aveva risposto il bruno.
"Perfetto, allora resto qui. Passiamo tutta la notte a giocare alla x-box, quale cura migliore per i cuori infranti?" aveva risposto l'amico.
"Per piacere Liam, vai. Ho bisogno di stare da solo e pensare" aveva risposto Zayn e Liam non aveva avuto la forza di controbattere.
Quando tutti i suoi amici furono usciti, in casa regnò un silenzio assoluto. Eppure Zayn sentiva la sua mente urlare a squarciagola.
Ad un tratto, qualcuno bussò alla porta. Il moro, controvoglia, andò ad aprire, sospettando che fosse Niall che aveva dimenticato le chiavi di casa.
Non fece nemmeno in tempo ad abbassare la maniglia che qualcuno gli si scagliò contro per baciarlo con foga. 
Zayn non si staccò neppure per vedere chi fosse, perché aveva capito di chi si trattava nello stesso istante in cui quelle labbra soffici e carnose si erano posate contro le sue.
"Sono cinque anni che aspetto questo momento per umiliarti" disse Rose con il fiato corto, interrompendo il contatto con il moro.
"Umiliarmi?" rispose il ragazzo, stupito.
"Stai zitto e continua a baciarmi, idiota" tagliò corto la brunetta. Poi saltò in braccio a Zayn, avvolse le sue gambe attorno al suo bacino e incrociò le braccia dietro alla sua testa.
Rose baciava Zayn con passione, e talvolta gli mordeva le labbra e le spalle. Voleva fargli male, voleva che lui provasse almeno un po' di quel dolore che lei aveva sentito quando si erano lasciati. 
Le loro lingue si intrecciavano e si respingevano in una danza ardente ed esasperata.
Il bruno salì le scale e condusse Rose nella sua stanza da letto. Non appena smise di baciarla per chiudere la porta, lei rise.
"Perché ridi?" chiese Zayn. Stava rovinando tutta l'atmosfera che si era creata.
"Siamo soli in casa, chi vuoi che ci veda?" rispose la mora, che nel frattempo si era adagiata sul letto.
"Quei maniaci di Louis, Harry, Liam e Niall sono imprevedibili!" e così dicendo, salì su Rose.
Amava il suo modo di fare così provocatorio e ironico. Non c'era niente che riuscisse a eccitarlo di più di quella situazione contorta e travolgente.
Zayn prese a torturarle l'incavo del collo e della spalla con baci languidi e infuocati, per poi scendere sempre più giù. I respiri di Rose erano corti e irregolari, intervallati da brevi frazioni di secondo in cui la ragazza mormorava il nome di Zayn.
Infine Rose stracciò letteralmente i vestiti di Zayn che finirono, ridotti ormai a brandelli, ai piedi del letto. Un destino analogo toccò al vestito di seta azzurra che indossava la ragazza. 
Con passione e, allo stesso tempo, dolcezza, cominciarono a fare l'amore. 
In un primo momento Zayn si mostrò titubante, quasi incerto. 
Avrebbe voluto baciarla ovunque e, di conseguenza, non sapeva dove farlo. 
Avrebbe voluto renderla sua immediatamente, ma lo desiderava a tal punto, da aver paura di cominciare.
Non riusciva neppure a respirare, l'emozione era troppo forte. Il suo cuore minacciava di uscire fuori dal suo petto, scosso dai violenti e incostanti battiti. Ma l'amore disperato e travolgente che provava nei confronti della ragazza che aveva rubato il suo cuore per cinque anni vinse ogni cosa. La paura, l'insicurezza, l'indecisione. 
Si strinsero, si sussurrarono, si amarono fino all'alba, come se volessero recuperare il tempo perduto.
Rose si accoccolò contro il petto di Zayn. E in quel momento un vortice di emozioni lo travolse.
"Diglielo, Zayn. Non comportarti da codardo. 'Speak now', ricordi?" con queste parole lo tormentava la voce della sua coscienza.
Zayn deglutì e si fece coraggio, ripensando a tutte le volte in cui aveva ballato e cantato davanti ad un pubblico come se fosse stata la cosa più naturale del mondo.
"Rose, io.. ti amo. Era così cinque anni fa ed è così anche oggi. Mi dispiace di non essere stato all'altezza delle situazioni precedentemente, mi dispiace di non aver lottato abbastanza per te e di essermi arreso troppo facilmente, mi dispiace soprattutto di non essere stato in grado di dirti che ti amavo, quando già lo sapevo" sussurrò infine, accarezzando dolcemente i capelli della ragazza distesa al suo fianco.
"Tu non mi ami, Zayn. Quindi non dire parole di cui potresti pentirti. Sappiamo entrambi che tra noi c'è solo una qualche alchimia particolare, che siamo solo una esplosione chimica, che insieme siamo dannatamente pericolosi e sbagliati".
"Stammi a sentire Rose McCartney: io ti amo più di qualsiasi altra cosa su questa terra e tu sei costretta a fartene una ragione, ok?" disse guardandola negli occhi.
"Il mio amore per te è solo paragonabile a quello che provo verso la musica, verso la mia famiglia e verso Liam, Niall, Louis e Harry. Ma per il resto, non c'è niente che per me valga quanto un tuo sorriso. Amo quando inveisci contro di me. Amo quando sei sarcastica. Amo quando zittisci le persone. Amo le tue parole taglienti e i tuoi sguardi assassini. Ma amo anche quando mi baci delicatamente come se fosse la cosa più naturale al mondo. Amo quando mi guardi negli occhi e mi sorridi raggiante. Amo quando ti addormenti sul mio petto, al sicuro tra le mie braccia. Ho cercato a lungo di annientare queste emozioni, ma non ci sono riuscito. Perché la verità è che sei dentro me, Rose".
La ragazza non rispose, si limitò a baciarlo dolcemente. Poi, quando credette che si fosse addormentato, sussurrò al suo orecchio: "Meno male. Perché ti amo anch'io, Zayn, e non voglio lasciarti andare via ancora una volta".
 
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Nel frattempo, Harry e Liam si stavano divertendo da morire. Ad un certo punto della serata, il riccio si era chiuso nel privèè del locale con una rossa focosa, mentre Liam aveva invitato una ragazza dai capelli ramati a sedersi al tavolo con lui. Il ragazzo l'aveva scelta perché i suoi occhi verdi sembravano volergli comunicare qualcosa. Voleva solo capire cosa fosse. Erano grandi, ma.. spenti. Sembrava che fosse una Cenerentola stanca di aspettare il suo principe. 
"Come ti chiami?" aveva detto Liam, cominciando la conversazione.
"Ashley"aveva sussurrato, imbarazzata, continuando a torturarsi le mani per l'ansia.
"Ashley è
 un nome graziosissimo. E ti si addice" rispose, sorridendole. La ragazza ricambiò, mostrandogli un sorriso luminoso che ebbe il potere di incantare Liam.
"Perdonami, è difficile trovarsi Liam James Payne davanti" disse una manciata di secondi dopo. Eppure il ragazzo non trovò imbarazzante quel silenzio. Lo trovò, anzi, piacevole. Pensava infatti che si potesse comunicare di più attraverso gli occhi, piuttosto che attraverso le parole. Ecco perché lui e Zayn si intendevano particolarmente: perché si intendevano con uno sguardo.
"Per me ormai è raro trovare una ragazza che non mi urli in faccia" rispose e lei rise di nuovo. 
'Per piacere Dio, fa che questa magia continui' si ritrovò a pensare Liam tra sè.
Quando tornò a casa - con Harry ubriaco al suo fianco - si distese sul suo letto e ripensò alla serata appena trascorsa.
Aveva conversato con Ashley per più di due ore e aveva scoperto che si era recentemente trasferita da Edimburgo, che aveva appena compiuto diciotto anni e di conseguenza frequentava l'ultimo anno di liceo, che aveva un sorella maggiore. 
Quella ragazza gli ricordava qualcosa. O meglio qualcuno. Liam infatti aveva avuto, mentre lei parlava, la sensazione di conoscerla da sempre. Eppure non riusciva a capire cosa fosse. Quando tuttavia fu sul punto di addormentarsi, ricordò.
E il peso dei ricordi lo travolse come una marea spazza via i castelli di sabbia dei bambini. Si era illuso di aver superato quel dolore. Si era illuso che quella sofferenza si fosse trasformata in ispirazione e in esperienza. 
Era come se il suo dolore avesse smesso di torturarlo per due anni e avesse improvvisamente deciso di tornare nuovamente a fargli visita. 
Liam non aveva mai creduto che fosse possibile amare troppo qualcuno, ma in quel momento ebbe la consapevolezza che forse lo era. 
Sapeva che il sentimento che provava verso lei non era destinato a spegnersi o scalfirsi. 
  
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