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Autore: thembra    19/06/2012    7 recensioni
“…non è priva di sensi Gohan…”
“Ngh…”
Lo spirito del namecciano vibrò d’agonia reagendo a quel singhiozzo, l’aura che percepiva in Gohan era pura tortura, era terrore e confusione; nemmeno quando gli aveva comunicato della morte di suo padre che lui era solo un bambino aveva reagito così.
Prese fiato facendosi forza per pronunciare le parole giuste.
“…è morta.”
Genere: Avventura, Azione, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gohan, Goku, Un po' tutti | Coppie: Chichi/Goku
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“??? Chichi?”
 
Sbarrando gli occhi la chiamò in un grido incredulo.
Era sparita.
 
“Mi dici che diavolo è successo? Ce l’avevi addosso com’è possibile che…”
 
Anche Vegeta era rimasto sconcertato. Sul serio, gli sembrava di trovarsi all’interno del percorso del gioco dell’oca, tiravi il dado, avanzavi di due caselle e finivi sul blocco che ti rispediva indietro di quattro quando eri fortunato o direttamente al via se, come nel suo caso, in quei giochi facevi veramente schifo!
Ne aveva polverizzati già cinque dal nervoso, sei se si contava quello in 3D che Bulma aveva costruito a Trunks e Goten all’interno di una capsula, scatenando le risa dei due marmocchi che ogni volta, puntando sul suo orgoglio di principe dei Sayan lo sfidavano a giocare e da babbeo quale lui era ogni volta abboccava, perdeva miseramente, si innervosiva e faceva tabula rasa.
 
Qui non c’era nulla di diverso, si avvicinavano a ciò che cercavano e questo puff  spariva da davanti ai loro nasi.
 
“Io non ne ho idea…Chichi!? Chichi?”
“Non avere timore, credo che sia stata attratta dal suo contenitore… ”
“Contenitore?”
“Il corpo originale…troviamolo e troveremo l’anima che spera…”
“Si chiama Chichi!”
“…Chichi tornerà se e quando recupererai tutte le sue sei anime, quella attuale è l’anima che spera, quella che crede e non dubita mai. Forse il frammento più forte dello spirito della tua sposa ecco perché per primo lo abbiamo trovato; è il più distinto e nitido, quello più puro e incorruttibile che legherà a sé le altre cinque parti…”
“Beh che aspettiamo? Andiamo a cercare quest’anima speranzosa allora…”
“Andate, la ricerca non è affar mio…”
 
Entrambi i sayan non ebbero nemmeno il tempo di replicare che immediatamente si ritrovarono in mezzo ad un enorme prato alle pendici di un monte bianco che spuntava dal nulla come candida zanna.
Sulla sua cima sorgeva un immenso castello dalle alte torri amaranto.
Erano passati dall’essere su di un pianeta morto a quello attuale in uno zero due. In un certo senso i poteri della dea erano molto simili a quelli del mago Babidi, due sue parole e le dimensioni cambiavano; con Stillah era la medesima cosa solo che a lei non serviva pronunciare alcuna formula, lo spaziotempo mutava con l’incedere del suo respiro come se per lei fosse stato naturale trovarsi ovunque e contemporaneamente…un concetto che non si riusciva a spiegare nemmeno vivendolo in prima persona.
Il primo a parlare fu Vegeta che abbandonato ogni tentativo di comprensione si destò dal suo rimuginare dando voce alla sua curiosità.
 
“Dove diavolo siamo?”
 
Il principe si guardò attorno curioso notando che ad ovest, ai piedi dello strano monte c’era un agglomerato di case a cupola identiche a quelle che produceva Bulma sulla Terra.
 
“Il monte Friggi Friggi?”
 
Goku rispose alla sua domanda con voce quasi incerta…non poteva essere.
 
“Il monte che?” Vegeta non aveva mai sentito un nome tanto idiota.
 
Goku mosse qualche passo in direzione della candida zanna, impossibile, quel maniero era stato raso al suolo più di due decenni prima dall’onda energetica di Genio…
 
“Un tempo Chichi viveva qui con suo padre, quando era bambina.”
“Vuoi dire che siamo sulla Terra? Come diavolo ci è arrivata sulla Terra se un attimo fa eravamo…”
“Non è il vostro mondo questo non dimenticatelo. Siamo sulla Terra questo è vero, ma è diversa la dimensione”   Sbuffando Stillah mostrò il suo disappunto. “  … siete distratti.”
“Vuoi dire che lei si trova qui?”
 
 
Guardandosi intorno Goku si avvicinò ulteriormente alla nivea pietra che esplodeva letteralmente dal piano terreno sfiorandola col palmo aperto della mano in una carezza che era ricerca di qualsiasi cosa, un indizio, un segno o conforto…nemmeno lui sapeva cosa.
Vegeta che intanto stava uscendo fuori del tutto calciò con stizza un masso la cui unica sfortuna fu quella di trovarsi davanti al suo piede destro.
Questo partì a razzo in direzione ignota lasciandosi dietro solo il sibilo netto dello spostamento d’aria dettato dall’alta velocità.
Una povera farfalla bianca, colpevole dello stesso crimine del masso finì scaraventata a terra da una manata del principe che odiava trovarsi davanti cose carine quando era incavolato.
 
“Che ci fate voi qui, chi siete!?”
 
Una voce li gelò sul posto.
Vegeta dopo essersi beato della misera vista della farfalla semi-stecchita fra i verdi e sottili fili d’erba si voltò lentamente grattandosi distrattamente la nuca;
a circa 100-150 metri da loro, dove la prateria compiva una dolce risalita c’era un’enorme sagoma in controluce e anche se non era proprio vicinissima da come era messa si capiva benissimo che era in posizione di attacco.
Patetico, cercando di captare qualche sbuffo d’aura Vegeta scoppiò a ridere nell’ appurare che chiunque fosse a interpellarli era tutto fumo e niente arrosto.
 
Un fascio di luce amaranto spezzò la sua risata mandandolo a piantarsi di testa nel tronco di un enorme faggio che solitario spuntava in mezzo alla pianura a circa 500 m di distanza, tratto che percorse in un decimo di secondo; le schegge più grosse esplose dall’impatto raggiunsero le guancie di Goku graffiandolo superficialmente.
 
La dea Stillah, rimasta a debita distanza vicino ad un pozzo circolare di bianche pietre sbuffò una mezza risata mascherandola dietro ad un limpido colpo di tosse.
 
Con un colpo d’aura il principe dei sayan polverizzò ogni cosa rimasta di quel povero faggio liberandosi all’istante, con un salto poi tornò al suo posto di prima, a pochi passi da un ancora costernato Goku.
 
“Sei in gamba questo te lo concedo, ma mi hai colpito solo perché mi hai preso alla sprovvis-…”
 
Un altro lampo lo sfiorò e a Vegeta bastò scostare il viso per schivarlo.
 
“Non tirare troppo la corda ti avverto…”
“Vi ho fatto una domanda stranieri!”
 
In un attimo la sagoma che poco prima era stata sul ciglio della collina e in controluce si materializzò a pochi passi da loro.
Dopo che ebbero abbassato il viso per ricambiare lo sguardo ad entrambi i sayan cadde la mascella nell’incontrare due neri occhi infuriati dentro un candido viso dai lineamenti delicati marcati da entrambi i lati grazie al contorno di due ciuffi di capelli che più lunghi rispetto alla frangia scendevano fino alle clavicole della figura sfiorandole il petto. Ai lati della testa due chignon legati stretti raccoglievano la restante folta chioma in un’acconciatura che faceva sembrare quel viso arrabbiato ancor più giovane dei vent’anni che doveva dimostrare.
La lunga tunica azzurra che indossava aveva due spacchi laterali dai quali s’intravedevano dei pantaloni larghi e rossi.
Le piccole scarpe basse e nere che fasciavano i piedi erano del tipo calzate dai maestri delle arti marziali cinesi.
Ciò che rendeva enorme quell’esile figura erano le decine di sacchi di farina che questa portava in una specie di gerla sulla schiena che spuntavano per quasi un metro da oltre le sue spalle e degli enormi ceppi forati infilati come braccialetti nelle sue candide braccia che gliele facevano sembrare molto più lunghe
 
“Chi-Chichi?!!?”
 
L’espressione dell’aggressore si riempì di sorpresa ma tuttavia non abbassò la guardia.
Con un colpo netto di sfilò i due dischi di legna che cadendo a terra si conficcarono nel terreno, dopodiché si liberò anche del fardello che portava sulla schiena tornando a guardarlo negli occhi.
 
“Come conosci il mio nome straniero?”
“Straniero hai detto? Ma se sono io…Go-” una gomitata nel costato lo interruppe, Vegeta, i cui occhi poco differivano da due enormi fanali vista la sorpresa, lo guardò incredulo riuscendo a ricordargli la cosa principale.
 
Oh, già…altra Terra, altra dimensione, altra storia.
 
“Chichi del Toro…figlia del grande maestro e sovrano Gyumao, siamo qui a chiedere il tuo aiuto…”
 
Dimenticandosi dello strano personaggio dall’assurda capigliatura la giovane si concentrò sul viso di donna che le aveva appena parlato.
Sbarrò gli occhi colpita da tanta bellezza e misticità ma, ancora non si fidava.
 
“Chi siete strano spirito?”
“Il mio nome è Stillah e sia io che i due sayan veniamo in pace per-”
“Sayan avete detto?!”
 
La dea strinse gli occhi rendendosi conto d’aver appena commesso un errore.
 
“Non esiste che dei sayan vengano in pace! Come diavolo avete fatto a trovare questo pianeta eh? Credevamo di averlo cancellato dalle vostre coordinate maledetti scimmioni!”
 
Infuriata la ragazzina si lanciò all’attacco. Goku sbalordito da tanta velocità fece appena in tempo ad arretrare per scansare il colpo dato che per la sorpresa non riuscì a pararlo. Quella versione di Chichi era ancora più devastante dell’originale.
 
 “Fermati tesoro, non vogliamo farti del male…io…noi…”
“Muoriiiiiiiiiiiiii!”
 
Stando attento a non usare tutta la sua potenza Goku si limitava a parare i possenti colpi che gli sferrava la guerriera e dovette ammettere che, se non avesse aumentato la sua forza quei veloci colpi ben assestati lo avrebbero potuto ferire. Quella ragazzina sapeva bene che punti colpire. E brava lei.
I colpi inferti dalla ragazzina creavano impattandosi con gli avambracci di Goku piccole onde d’urto più o meno secche e potenti che a seconda dell’intensità sollevavano piccoli fili d’erba fino a scuotere le fronde degli alberi piantati al limitar della foresta
 
Vegeta, che era stato totalmente ignorato si avvicinò, guardandola torvo, a dove stava la dea convinto più che mai che avesse fatto apposta a dire che erano sayan.
Alla creatura mistica ovviamente la cosa rimase indifferente.
 
“Non sei stata tu a dire che abbiamo poco tempo?”
“Due mesi appena.”
“Mi spieghi allora perché l’hai provocata?”
“Qualcuno va dicendo che non c’è modo migliore per conoscere lo spirito ed il cuore di una persona se non il confrontarsi con essa ad armi pari in un combattimento all’ultimo sangue…”
“Tsk…fesserie!”
“…le sto dando tempo, a quanto pare l’abbiamo preceduta…”  guardandosi attorno lo sguardo le cadde a circa dieci metri, dove un qualcosa di effimero e bianco svolazzava sconnessamente nell’irregolare flusso di correnti rese imprevedibili dal combattimento in atto.
Stringendo gli occhi la dea comprese immediatamente di che cosa si trattava.
Avanzando raggiunse la piccola macchiolina ghermendola sui palmi giunti delle mani prima che essa potesse ricadere a terra.
 
Incuriosito Vegeta si avvicinò riconoscendo immediatamente ciò che la dea teneva fra le mani.
 
“Ne ha di forza quell’insetto. Ce ne vuole per resistere ad un colpo del genere.”
“…anima che spera… ”
 
Dopo aver lanciato a Vegeta uno sguardo che lo fece raggelare Stillah soffiò leggermente fra le mani increspando le ali della farfalla che sembrarono ravvivarsi non appena il fiato della dea le sfiorò.
 
“…luce viva e vera,vola dove è giusto che il cuore tuo risieda… ”
 
A quelle parole seguì un fatto incredibile; le ali della farfalla inizialmente sfibrate dall’impatto col dorso della mano di Vegeta tornarono a spiegarsi divenendo piccoli ventagli bianchi, quasi trasparenti, spiegati al vento.
Alzandosi in volo la strana creatura prese ad avvicinarsi al luogo dello scontro e stavolta nessun’onda d’urto o frammento di sasso o legno sollevato dal combattimento sembrava essere in grado di ostacolare il volo della candida farfalla.
 
“Ora basta Chichi, ti ho già detto che… ”
 
Con uno scatto fulmineo Goku bloccò il braccio di Chichi serrando le dita attorno al polso di lei; il chiaro palmo della sua piccola mano si aprì immediatamente, dopodiché …
 
“Uwaaaaaaaaaaah!!!”
 
Un’enorme sfera di luce le si creò dal palmo accecandolo e spingendolo all’indietro. Per la sorpresa Goku lasciò la presa, la ragazzina resa così libera di muoversi tornò all’attacco colpendo a più non posso il disorientato sayan.
.
Con un calcio allo sterno venne mandato a piantarsi alla base della zanna bianca poco distante da dove stavano la dea e Vegeta che tanto per cambiare scoppiò a ridere di gusto..
Lo scherzoso tono con cui gli chiese se voleva una mano fecero adirare ancora di più la guerriera, che udite quelle parole di scherno cambiò obiettivo scagliandosi su Vegeta.
Al contrario di Goku che si era fatto prendere di sorpresa e ci stava andando leggero perché lei era sua moglie Vegeta non si lasciò distrarre e si fece trovare pronto parando immediatamente il potente colpo con cui Chichi lo attaccò bloccandole la gamba in aria senza mollare la presa.
Per nulla scoraggiata la ragazzina continuò a picchiare finchè Goku che nel frattempo si era rialzato la prese alle spalle bloccandola da dietro.
 
“Dannati lasciatemi…LASCIATEMI!!!”
“VUOI FARLA FINITA DANNAZIONE??!!”
 
L’improvvisa sfuriata di Vegeta la fece zittire, percepì immediatamente l’innalzarli della sua aura mentre gridava e il fatto che essa continuasse a salire era assai preoccupante.
Cessando persino di respirare piantò i suoi neri occhi terrorizzati in quelli furibondi del sayan. Non c’era paragone con l’essere che aveva battuto quasi tre mesi prima questo qui era imbattibile.
Interdetta scostò lo sguardo puntandolo a terra mentre la vista incominciava a sfocarsi per via delle lacrime di rabbia che gliela velavano.
 
Non è possibile…avevamo cancellato le coordinate dai loro sistemi come possono averci trovato…come?
 
Smise di dimenarsi tanto aveva capito che lo strano tizio che conosceva il suo nome non l’avrebbe mai lasciata andare perciò prese un bel respiro e ricacciando indietro le lacrime fece la sua ultima domanda, se l’avessero uccisa almeno avrebbe saputo dove aveva sbagliato.
 
“Co-come?”
“Cosa?”
 
La voce del tizio alle sue spalle anziché risponderle rivolse una nuova domanda a quello che le stava di fronte.
 
“Come cosa?”
“…?”
“Cosa intende secondo te?”
“E che vuoi che ne sappia io Kakaarot questa pazza è…”
“Non offenderla Vegeta, Chichi non è pazza…”
“!!?”
“Oh oh, niente affatto hai ragione diciamo solo diversamente lucida.”
 
Non ci capiva più niente lei; perché parlavano di lei come se la conoscessero? E, cosa ancora più importante perché mentre litigavano l’uno con l’altro anziché liberarla e scazzottarsi a vicenda le stringevano spalle e caviglia sempre di più? Faceva male diamine!
 
“Rimangiati quello che hai detto!”
 
La voce pericolosamente seria del tizio che la teneva da dietro le gelò il sangue nelle vene mentre l’alito caldo solleticò la zona sensibile dietro l’orecchio provocandole una sensazione contrapposta alla prima che..che…
Una stretta particolarmente dolorosa alla caviglia seguita da una risata sprezzante fu la risposta alla vuota minaccia che il tizio che le stava di fronte diede a quello alle sue spalle che a sua volta, offeso per non essere preso in considerazione mosse un passo in avanti spostando tutto il peso sulla destra che di conseguenza le fece inclinare l’asse delle spalle già bloccate fermamente che le fecero un male cane!
 
“DANNAZIONE VI HO SOLO FATTO UNA DOMANDA NON C’È BISOGNO DI SPACCARMI LE OSSA…MALEDETTI… ”
 
Infervorandosi il corpo di lei divenne bollente ed una fortissima corrente tagliente come rasoio le si creò attorno. La lasciarono andare immediatamente creando una barriera di aura per proteggersi dal colpo che erano sicuri sarebbe arrivato.
 
“…BASTARDIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!”
 
Di nuovo ci fu un’esplosione e di nuovo l’onda d’urto piegò alberi fili d’erba e spazzò via le nubi che in aria chiazzavano l’azzurro del cielo rendendolo terso e limpido.
Grazie alla barriera nessuno dei due sayan si fece nulla e anche Stillah, benché non avesse eretto alcuna barriera rimase incolume all’attacco guardandosi intorno nelle più svariate direzioni come se stesse cercando qualcosa che era sicura ci fosse ma non sapeva dove fosse.
Dopo che tutto passò e la quiete tornò a regnare attorno a loro i suoi occhi rossi puntarono qualcosa.
Sorridendo la dea si appoggiò al bordo del pozzo vicino al quale stava.
 
“Anf…anf…”
 
Seppur sconfortata la ragazzina non rimase sorpresa nel vederli ancora li.
Lasciandosi cadere sulle ginocchia rilassò le spalle mentre con calma cercava di riprendere fiato semmai fosse servito a qualcosa perché dal momento che non aveva più energia in corpo era evidente che sarebbe…
 
“Nh”
 
Una mano apparve dinnanzi ai suoi occhi, grande aperta e invitante.
Seguendo  il braccio a cui apparteneva si trovò specchiata nei grandi occhi neri del più alto dei due sayan.
 
“Anche in questo mondo sei una tipa tosta eh ‘Chi?”
 
La voce di lui era calma, quasi sorridente, le sue labbra incurvate davano sicurezza, quella mano tesa sembrava invitante.
Tuttavia non l’avrebbe stretta.
Quelli erano nemici e se poi fosse stata una trappola? Ricordava bene che nello scontro con Radish, quando ella aveva individuato nella coda il suo punto debole e gliela aveva afferrata lui era partito in quarta a forza di suppliche e promesse che, una volta lasciata la presa, erano diventate parole vuote.
Strinse gli occhi al ricordo di quante ne aveva prese, di tutti gli insulti che le aveva urlato contro dandole della sciocca credulona della stolta…della debole.
Non fosse stato per…NO…non avrebbe creduto a quel sorriso tanto buono, né a quello sguardo puro e caldo né…sbuffò girando la testa di lato.
Che la uccidessero pure.
 
Poi successe qualcosa di meravigliosamente inaspettato.
Con la coda dell’occhio notò due piccoli fili bianchi fluttuare accanto alla mano del sayan, voltando leggermente il viso capì di cosa si trattava; una bellissima farfalla bianca le cui ali posteriori scendevano in un lungo semiarco sfiorando nel volo i polpastrelli delle mani dell’uomo che ancora si ostinava a tenderle la mano.
Quando il bellissimo insetto gli si posò sopra a lei parve quasi un segno…un invito ad accettare quell’aiuto e così, come guidata da un istinto che non era il suo la sua mano si tese posandosi sopra quella del sayan sfiorando le ali della farfalla che a quel contatto scomparve in mille bollicine minuscole e luminose.
Spaventata e temendo d’averla uccisa fece per ritrarre la mano ma fu più veloce lui a stringergliela e issarla in piedi.
E nel brevissimo lasso di tempo che ci mise lei a rimettersi in piedi le passò dinnanzi agli occhi un’intera altra esistenza.
Ogni rumore sembrò cessare divenendo eco ovattato distorto dalla lontananza, centinaia di immagini e voci e ricordi e sguardi e…una donna che era identica a lei ma più grande probabilmente visto che era già madre di due bambini che la chiamavano mamma, le baciavano le guance alla sera prima di andare a letto, le portavano fiori e sassolini, le facevano i complimenti per le buone cose da mangiare che cucinava loro e …sentì di star arrossendo perché riconosceva in quei gesti le emozioni che essi le donavano, calore, tenerezza…amore…
Chichi…e poi quel nome…il suo stesso nome venir pronunciato da una voce roca in un sussurro pieno di tenerezza.
Chichi…e due mani che le cingevano i fianchi da dietro risalendo in una densa carezza fino al petto e le spalle, un mento che le si posava sull’incavo del collo e le sussurrava quella parola nelle orecchie creando brivido caldo e stupenda emozione. Chichi
Un abbraccio, lei che si voltava ed apriva gli occhi, un ba-
 
Ah!
 
Sbarrò gli occhi alzando il viso per incontrare lo sguardo di chi l’aveva aiutata. Era lui…eraluieraluieralui!!!
 
Ahn!!”
 
Va tutto bene Chichi…
 
E adesso perché la sua stessa voce le diceva che andava tutto bene se lei non lo credeva affatto?
 
Chiudi gli occhi…rilassati, respira e guardami…
 
Obbedendo fece come lei stessa si stava dicendo così chiuse gli occhi, espirò ed inspirò lentamente e… si vide specchiata nella sua stessa mente, un poco più adulta ma i grandi occhi neri erano gli stessi, e le sopracciglia arcuate e sottili, le labbra rosee le ciocche ai lati del viso persino i lunghi capelli ed il modo di vestire.
 
Non capisco…che!?
 
Chichi del Toro si portò le mani alle tempie nel disperato tentativo di contenere quel fiume in piena di immagini, voci memorie ed emozioni; in pochi secondi conobbe ed imparò la storia di un altro mondo e di un altro tempo.
Disorientata e confusa nuovamente cadde sulle proprie ginocchia.
 
“Ma che diavolo…”
…non aver paura, lo so che è incredibile ma…
Non ho paura è solo che…io credevo…noi…Kami sama!! In questo mondo io sono ciò che loro sono nel tuo?
…esatto, e tu sei fantastica, sbalorditiva...meravigliosa!
Ma…
 
Una mano le premette fra le scapole incoraggiandola a tornare in piedi, seguendo la spinta tornò eretta e alzando gli occhi neri ancora annebbiati dalle sue nuove memorie lo vide.
 
“Goku…?”
 
Immagini di loro due si sovrapponevano a ciò che vedeva.
Loroche parlavano, ridevano e bisticciavano anche se a gridare era sempre lei poi loro due a letto i loro giochi i loro pensieri…sentendo il viso infiammarsi si portò le mani alle guance chiudendo forte gli occhi.
 
“Va tutto bene teso- ehm Chichi?”
“...s-si, tutto ok…”
“Menomale!”
 
Arrossendo la giovane Chichi strinse la grande mano del suo avversario fremendo quando il contatto avvenne.
Calò un silenzio impacciato.
 
…non essere in imbarazzo va tutto bene…
 
“No-non sono in imbarazzo!”
“Eh?”
 
Sia Goku che l’altro scimmione la guardarono perplessi, la sua uscita improvvisa doveva esser loro sembrata alquanto stramba.
Ma chi glielo aveva fatto fare?
Era uscita all’alba per il suo abituale allenamento quando al ritorno si era imbattuta in questi strani tizi che in un batter d’occhio le avevano scombussolato la giornata e come se non bastasse adesso doveva anche spartire il proprio corpo con un’altra persona che la faceva parlare fra sé e sé facendola sembrare una squinternata … uffa!
 
…ti chiedo scusa ma abbi pazienza ti prego…fuori da qui non sopravviverei…
 
Avvertì chiaramente l’inflessione malinconica dello spirito che le era entrato dentro e sorrise commossa.
Lei non ce l’aveva con l’altra donna, era una sé stessa di un altro mondo da quello che aveva capito il fatto era che…ci sarebbe stato il torneo da lì a quattro giorni e temeva che tutto quell’ambaradan avesse potuto deconcentrarla.
 
…ci sarà un torneo? Diglielo…diglielo!
Perché dovrei?
…perché loro adorano il torneo…anche sulla nostra Terra lo fanno ogni tre anni e si danno sempre appuntamento! Saranno ottimi avversari Chichi!
 
Guardandosi le mani la giovane annuì.
 
…non ne dubito…
 
I suoi palmi erano rossi e le nocche livide.
Quei tizi, quei due sayan erano ancora più tosti dell’osso duro che aveva fatto fuori tre mesi prima e non era sicura che fosse una buona idea portarli in un posto affollato però…grazie alle memorie dell’altra Chichi lei ora li conosceva, sapeva che erano bravi ragazzi anche se quell’aggettivo andava bene per lo stangone mentre il nanetto poi tanto bravo non doveva essere ma era anche vero che aveva stecchito quelle due brutte copie di loro stessi poche ore prima di raggiungere la Terra e quindi…
 
Si portò una mano alla testa, non ci capiva più nulla per davvero.
Cioè, lei sapeva e grazie alle memorie dell’altra, vedeva e imparava, però lo stesso le sembrava tutto troppo assurdo, fantascientifico e…
 
“La mia testa…”
“Ti fa male?”
“Voglio andare a casa…”
“Ti ci porto io Chichi.”
 
Goku fece per prenderla in braccio ma lei si scansò e dopo aver flesso le ginocchia si librò in volo alla velocità della luce raggiungendo in un baleno il suo bianco castello mentre l’aura descriveva in cielo un arco aranciato.
 
Grazie a quella sua azione i due sayan poterono scorgere un barlume del potere di quella stramba ragazzina e, stando alle loro espressioni piacevolmente stupite non doveva essere poco.
 
“Ci ha lasciato qui…”
“Beh che ti aspettavi Kakaarot? Un invito per cena?”
 
“Hey laggiùùùùùùù sbrigatevi o vi lascio senza pranzooooo!!!”
 
L’eco rimbombante della voce di lei li raggiunse quasi immediatamente. Goku ridendo volò in alto mentre Vegeta, sbuffando si guardò intorno prima di imitare l’esempio dell’altro.
Stillah era svanita, significava che erano bloccati li?
Non stette a pensarci oltre, in un modo o nell’altro se la sarebbero cavata.
 
 
 
“Urca! È ancora più grande di come me lo ricordavo…”
“Se ci fosse più spazio quello sciocco di mio padre lo ingrandirebbe ulteriormente, per cosa poi?! Ci viviamo noi due qua dentro che senso ha…”
“CHICHI!”
 
Da lontano, oltre l’enorme ingresso giungeva l’eco di una voce che nonostante fosse chiaro che proveniva da lontano era abbastanza alto e nitido.
 
“Arrivo papà!”
 
Voltandosi squadrò i due ospiti con un’occhiata glaciale.
 
“Comportatevi bene e non provocatelo, l’ultima volta ha quasi decapitato il poveretto che avevo portato a cena solo perché l’aveva contraddetto sul nome di una pianta aromatica…”
“Certamente Chichi contaci e poi a me Juma sta simpatico non”
“E non chiamarlo con quel ridicolo nome! Lui lo detesta!”
“O-ok! Hehh eh”
“Hah, figurarsi, non devo obbedire a nessuno io…”
“Fa come credi, io ti ho avvertito Vegeta!”
“CHICHIIIIIIIIIIII!!!!”
“E un attimo!!!! Arrivo dannazione!”
 
Irritata la ragazzina aprì la porta davanti alla quale erano nel frattempo arrivati con un pugno talmente forte che quasi ne scardinò l’anta.
 
“ECCHECCAVOLO!”
“OH ECCOTI QUI BIMBA MIA, IL PRANZO E’ SERVITO!”
“Urca quante cose buone!!!”
“E QUESTI CHI SAREBBERO? PRIGIONIERI?”
“Ti pare che inviti dei prigionieri a pranzo papà? Sono degli abili combattenti, li ho conosciuti poco fa e dato che sono stranieri ho offerto loro ospitalità…”
 
L’enorme mole dello stregone del toro li sovrastò oscurandoli. Da dietro la sua strana maschera l’uomo li scrutò attentamente.
 
“MH…SEMBRANO A POSTO…BEN MESSI A MUSCOLI…”
 
Voltandosi verso capotavola, dove sua figlia si era intanto seduta per incominciare a cenare le si rivolse ridendo.
 
“HAI INTENZIONE DI SPOSARTELI BAMBINA MIA?”
“Pfffffffffffffffffffff”
 
Un getto di vino investì l’omone inzuppandogli vesti e mantello. Dopo aver tossito e ripreso fiato Chichi cercò di ricomporsi.
 
“Accidenti papà ti sembrano cose da dire? Abbi un po’ di rispetto dannazione!”
“AH AHH STAVO SCHERZANDO TESORO, TI ARRABBI SEMPRE QUANDO…”
“…adesso basta chiacchiere, ho fame e se non mangio divento nervosa…buon appetito!!!”
 
Gyumao lasciò perdere il discorso e imitando la figlia le si sedette accanto indicando ai due guerrieri due sedie ognuna al lato del grande tavolo imbandito.
C’era ogni ben di dio, antipasti misti a frutti dolci e maturi, formaggi dai sapori speziati e dalla morbida cremosità. Pasta condita con verdure e salse deliziose, interi carré di montoni e persino un maialino arrosto. Filetti di enormi pesci accompagnati da patate al vapore e poi ogni tipo di dolce conosciuto. Marzapane biscotti vari bignè torte budini gelatine…insomma, roba da indigestione solo a guardare.
 
“Urca che bontà!” Fra un boccone e l’altro Goku spendeva parole d’elogio all’ottima cucina di Chichi, Vegeta si limitava ad ingoiare tutto ciò che fosse a portata di forchetta.
Juma, che non era da meno in quando a maniere a tavola ridendo aumentò il ritmo di fagocitazione mentre Chichi, che era abituata al comportamento di suo padre e non si stupì di quello degli altri due, tagliava con lenta eleganza il suo filetto di manzo mangiando a piccoli bocconi sia la carne che la verdura di contorno mentre tutt’intorno avveniva la guerra.
 
“Cucini divinamente anche in quest’epoca Chichi…complimenti…”
“…? Cucinare, io?”
 
Stupita la ragazzina posò la forchetta a bordo piatto. Suo padre in uno zero due eruppe in una fragorosa risata che per l’intensità fece vibrare le pareti della stanza sputacchiando pezzi di cibo a destra e manca.
 
“…PFFFFFWAAH AHH AHH QUESTA SI CHE E’ BELLA!!!”
 
Curioso Goku guardò Juma ridere come un pazzo. Che aveva detto di strano?
 
“Papà insomma!”
“LA CENA E’ STATA PREPARATA DAI CUOCHI DI CORTE DAL MOMENTO CHE  LA MIA CHICHI NON SAPREBBE NEMMENO CUOCERE UN UOVO! AHH AHH BELLA QUESTA…WAAH AHH AHH”
 
Imbarazzata Chichi si pulì la bocca posando le forchette e alzandosi da tavola.
 
“Col vostro permesso io mi ritiro padre…”
“OH AVANTI CHICHI, NON TI SARAI OFFESA SPERO!”
“Affatto, ma sono molto stanca, vorrei andare a letto…per favore mostra tu le stanze ai nostri ospiti, con permesso.”
 
Educatamente la ragazzina salutò tutti i commensali donando un bacio sulla barbuta guancia del padre prima di uscire dalla sala da pranzo e sparire dietro l’angolo.
Goku la osservò andarsene combattuto fra il desiderio di seguirla e quello di fregare a Vegeta l’ultima fetta di torta di mandorle e cioccolato. Ora che aveva ritrovato un frammento dell’anima di Chichi avrebbe voluto passare un po’ di tempo con lei, ma qualcosa glielo impediva, e no, non era la deliziosa fetta di torta di Vegeta, ma qualcos’altro di più interno e profondo. Quella ragazzina non era la sua Chichi, era troppo giovane e diversa dalla donna che conosceva, non sarebbe stato capace di abbracciarla o stringerla e nemmeno di baciare quelle labbra estranee anche se era li dentro che sua moglie si trovava e…sospirò infilzando distrattamente qualcosa con la forchetta.
Non era bravo con le riflessioni profonde lui, ripeteva le stesse cose con parole diverse all’infinito e non arrivava mai a capo di niente, gli veniva il nervoso che gli stringeva lo stomaco facendogli venire fame e…
Spalancando la bocca ingoiò qualunque cosa avesse infilzato masticando voracemente.
 
“Dannato Kakaarot! Quella era mia!”
“Chomp chomp…oh scusa Vegeta…non l’avevo visto!”
“CHE COSA? MA SE è DA PRIMA CHE LA GUARDI CON LA BAVA ALLA BOCCA…BASTARDO!”
“Ah si? Non me n’ero accorto…”
 
Iniziò una mini guerra verbale che sfociò poi nella trasformazione da parte del principe dei sayan nel biondo e invincibile guerriero e da lì ne scaturì uno scontro epico.
Juma, temendo la distruzione del suo bel castello dal momento che aveva ben inquadrato la potenza dei due uomini, con un colpo del piatto della sua fedele ascia li scaraventò entrambi fuori dalla finestra facendoli atterrare nell’esteso giardino del campo est rimanendo ad osservare la meravigliosa, seppur futile battaglia.
In cucina ce n’erano altre tre di torte alle mandorle e cioccolato, gliel’avesse chiesta quella testa a carciofo…
 
 
Immersa nella sua bianca vasca da bagno Chichi si concesse un sospiro.
 
Dai suoi occhi chiusi era appena sfumata via l’immagine finale di un mini film avvenuto in un'altra vita e in un altro tempo sempre all’interno di una vasca da bagno.
 
Le guance infiammate non erano solo la reazione della pelle con la bollente acqua termale che risaliva direttamente dalle falde interne del rovente monte ma, e in buona parte, al contenuto di quella memoria.
 
Eddai smettila! Se continui a pensarci mi imbarazzo pure io…eravamo giovani e super eccitati e…
“Avete concepito il vostro primogenito in una vasca da bagno?!”
 
Serrò chi occhi coprendoseli anche coi palmi delle mani. E non una vasca qualunque, ma una di quelle scomode, gelide alte e fuori moda tinozze da esterno che venivano riscaldate grazie ad un fuoco acceso alla base…
 
Eravamo ubriachi!
“Eravate indecenti! Il fatto di vivere sperduti fra i monti non era affatto una scusa per….”
Oh insomma, smettila o mi metto a cercare le tue di memorie sconce e poi ne riparliamo!
“Fa pure…tanto non troverai niente!”
?!! Niente?
“Niente!”
 
Un tonfo e l’improvviso tremore della torre dove si trovavano le stanze di Chichi fece uscire la ragazza dalla vasca, i pensieri poco casti totalmente dimenticati.
Infilandosi sulla pelle ancora bagnata una leggera vestaglia color crema raggiunse la grande finestra scostando le spesse tende che la velavano guardando curiosa cosa stava succedendo di sotto…
Oh…woah!
 
Nel grande giardino d’oriente, che si trovava proprio sotto ai suoi appartamenti si stava svolgendo lo scontro d’arti marziali più bello che i suoi occhi avessero mai visto.
La potenza delle mosse di entrambi i contendenti, l’onda d’urto che il loro collidere provocava le espressioni dei loro visi e il guizzare dei muscoli ben visibili nonostante gli indumenti erano uno spettacolo mozzafiato. Le grida d’incitazione e le soddisfatte risate di suo padre facevano da sottofondo ai tonfi dello scontro.
Si rese immediatamente conto del loro livello e di quando Goku si fosse dovuto trattenere per non ferirla seriamente durante lo scontro che avevano ingaggiato quel pomeriggio.
Lei aveva sconfitto un sayan ma in confronto a loro la sua forza era una miseria e poi non era stata sola, il suo gruppo di maestri d’arti marziali le aveva dato un ottimo supporto…
 
Si accorse in quell’istante che lo scontro era cessato e che sia Goku che Vegeta la stavano fissando. Erano piccoli ed era buio, ma si capiva benissimo dall’inclinazione dei loro visi che la stavano guardando.
 
Mortificata si ritrasse scomparendo all’interno della stanza.
Loro erano favolosi, lei solo una sciocca terrestre che si era montata la testa.
L’idea di partecipare al torneo due giorni più tardi si fece improvvisamente stupida, non valeva niente e chissà quanti maestri migliori di lei c’erano sparsi per il mondo.
Rabbrividì quando uno spostamento d’aria improvvisa le accarezzò la pelle.
 
Oh avanti Chichi, non è da te avvilirti così…non è da noi!
“Come fai a dirlo?”
Siamo la stessa persona noi siamo iden-
“Non dirlo…non è vero! Noi non siamo identiche, potremmo avere la stessa faccia e le medesime origini ma non siamo uguali…tu sai cucinare, io nemmeno cuocere della semplice pasta, tu hai due figli io sono ancora…”
Ma per quello c’è tempo, non ero mica così giovane quando nacque Gohan…
“Quello che voglio dirti Chichi è che io posso essere la tua versione di questo mondo e tu la mia del tuo…ma caratterialmente siamo diverse, credimi…lo puoi vedere!? sei dentro di me!”

“Se arriveranno quei mostri che ho visto nelle tue memorie, che potremmo mai fare noi? Moriremmo sicuramente saremmo annientati in un baleno!!”
Solo se ti arrenderai!
“Solo se ti arrenderai!”
 
Perché c’era stata una seconda voce a ripeter quell’incoraggiamento? Alzando il viso notò una sagoma accovacciata sul davanzale della finestra.
 
“Kyaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!”
 
 
 
Erano alcuni minuti che la stava osservando e non c’erano dubbi sul fatto che quella era solo una persona che assomigliava a Chichi; non poteva essere lei, o diventare lei.
Mentre combattevano Vegeta s’era accorto che li stava guardando e glielo aveva detto così aveva smesso di attaccare ed aveva alzato il naso per vedere.
Subito dopo lei era rientrata e senza pensarci su nemmeno un secondo col teletrasporto l’aveva seguita apparendole accanto; lei non si era accorta di nulla ed aveva continuato a girare per la stanza con addosso quella leggerissima vestaglia che le si era appiccicata addosso come una seconda pelle bofonchiando parole strane, come se stesse parlando con sé stessa.
A tratti aveva udito parole di sconforto, l’aveva sentita dire che non si assomigliavano che erano diverse che…
E allora aveva compreso che le due Chichi stavano conversando. La sua Chichi e la ragazzina che le assomigliava di quel mondo si stavano confrontando e forse era giusto lasciarle da sole ma poi aveva sentito quella frase sciocca e fuori luogo.
 
“Se arriveranno quei mostri che ho visto nelle tue memorie, che potremmo mai fare noi? Moriremmo sicuramente saremmo annientati in un baleno!!”
 
Così immediatamente le aveva risposto per darle coraggio.
 
“Solo se ti arrenderai!”
 
…e finalmente lei si era accorta di lui e…s’era messa a strillare e lanciare strani fasci di luce arancione che non sembravano pericolosi ma se ti beccavano eri fritto.
Aveva dovuto acchiapparle i polso e bloccarla contro il muro per farla smettere e quando le sue grida cessarono e con esse i raggi che creava dai palmi esistettero solamente gli enormi occhi neri di lei a pochi centimetri dai suoi.
La sentì inspirare forte e trattenere l’aria nel petto che gonfiandosi gli si spalmò contro.
Le sue braccia tiepide e ancora umide fremettero leggermente, la sua aura vibrò.
La chiamò cercando in quelle nere pupille il riflesso di sua moglie che aveva imparato ad amare….
 
…la chiamò.
 
“Chichi…”
“Goku”
 
E lei rispose, immediatamente.
 
Felice piegò il viso scendendo lentamente verso le rosee e gonfie labbra di lei. Sui, ce l’avrebbe fatta a baciarla perché in quel momento era la sua Chichi quella riflessa negli occhi di lei.
 
No!
 
A pochi millimetri il viso di lei improvvisamente si girò e le labbra di lui le sfiorarono la guancia.
Con un fluido movimento riuscì poi a sfilare i polsi dalla sua solida presa ma anziché allontanarlo dolcemente lo abbracciò appoggiando l’orecchio contro il punto dove gli batteva il cuore.
Stupito Goku fece per aprire bocca ma la voce nitida e profonda della sua Chichi fu svelta a spiegare.
 
“Non ha ancora dato il suo primo bacio Goku, chi siamo noi per rubarglielo?”
 
La voce che gli stava parlando era dolce e melodiosa e…serena. Era lei non c’erano dubbi
 
“Hai ragione…scusami…”
 
Le mani di lei lo strinsero ancora più forte.
Rimasero così a lungo, tranquilli e felici.
 
“Ehm…”
“Nh?”
“Mi stai soffocando!”
 
Fine dell’incanto. 
Sospirando le sussurrò la buonanotte all’orecchio prima di portarsi le dita alla fronte e svanire che tecnicamente lei lo stava ancora abbracciando benché la presa fosse più allentata.
 
“Ma che?”
Ehh…scusa, non ho saputo resistere!
 
Scombussolata Chichi rilasciò il fiato in un unico sospiro cercando di ricomporsi e lisciandosi la vestaglia che le si era alzata sulla coscia e che essendo bagnata, aderendole alla pelle, non era più scesa.
Uscì dal bagno e si diresse immediatamente a letto, contrariamente a ciò che pensava non appena la testa toccò il cuscino cadde in un profondo sonno rigenerante.
Domani sarebbe stata una lunga giornata. Guardando lo scontro di poco prima si era resa conto d’essere totalmente inadatta al suo ruolo di protettrice della terra e che quindi dall’indomani avrebbe chiesto ai due sayan di allenarla, e se non avessero accettato beh, li avrebbe nutriti a pane e acqua!
 
Rise nel sonno a quello sciocco pensiero.
 
 
….
 
 
“Heeeeeeeeeh”
 
Sorridendo Goku fissava  il soffitto sdraiato sull’enorme e soffice materasso della gigantesca stanza da letto che Juma aveva fatto preparare per lui e Vegeta.
Le mani incrociate sotto al cuscino e tante sciocche fantasie nella mente.
Seduto sul bordo del letto accanto il principe dei sayan sbuffò seccato.
 
“Se non la pianti si sospirare ti caccio in bocca uno dei tuoi stivali…anzi entrambi così siamo sicuri che….”
“Heeeeeeeeeh”
“….”
“Heeeeeeeeeeeeee-”
“Ma dico mi ascolti scimmione?!!”
“-eeeeeh…eh?”
 
Con un espressione ancora più ebete del solito Goku si girò a mezzo busto incrociando lo sguardo snervato di Vegeta.
 
“Che c’è non riesci a dormire? Se è per quella fetta di torta Juma te ne ha fatta portare dell’altra quindi smettila di tenermi il muso…”
 
Spiaccicandosi una mano sul muso Vegeta inspirò forte facendo ricorso a tutta l’inesistente pazienza presente nel suo animo, contò fino a dieci dieci volte, praticò la respirazione pre parto che aveva visto fare a Bulma quando era incinta di Trunks e che altro…ah si, si mise a contare le pecorelle che nulla avevano a che fare con la pazienza ma dato che c’era perse tempo anche con quelle.
Non ottenendo nulla piantò un pugno sulla zucca dello zuccone e si diresse all’angolo vicino alla finestra dove c’era la torta servendosene un’abbondante porzione.
Due minuti dopo dell’enorme torta non erano rimaste chele briciole.
Goku rimase inebetito a contemplare lo strano comportamento di Vegeta.
Perché lo aveva colpito?
Bah…
 
“Heeeeeeeeeeeeeeh!!!”
 
Con un ennesimo sospiro beato Goku chiuse gli occhi e si addormentò.
 
Subito dopo un tonfo secco rimbombò per tutto il castello facendolo vibrare fin nelle fondamenta.
Peccato che di torta non ce n’era più, e al povero Vegeta per sbollire il nervosismo non rimase altro che la conta delle pecore.
 
 
 
 
TH
 
 
Aug!!! 
  
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