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Autore: Giulz95    20/06/2012    1 recensioni
Un piccolo progetto: la storia è totalmente inventata, con qualche accenno ai testi dei Nightwish. I personaggi della storia sono inventati, anche se hanno le sembianze degli originali (per esempio Tuomas si chiamerà Tuomas, avrà il suo volto, ma non sarà il tastierista del gruppo)
La storia è ambientata nel medioevo, e non è ancora ben chiara...
Scopriamola insieme :)
Eva voleva scappare, voleva vedere il mondo. Voleva vivere. E lui l'avrebbe aiutata. Perché per quanto non volesse ammetterlo a se stesso, gli ricordava tremendamente la sua Tarja.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Messere, una bottiglia dell'Elisir Kevyt? E' miracoloso! Osservate voi stessi!- L'uomo si slego le bende dietro alla nuca, mostrando la chioma lunga fino ai fianchi agli occhi strabiliati dei contadini di Kitee. Un sorriso colpevole gli dipinse il volto anche quando la folla si disperse e lui si incamminò verso casa, contando l'incasso. Beh, era andata bene! Talmente bene che forse poteva azzardarsi a passare alla locanda sulla via di casa. No. Stavolta Tuomas e Tarja lo avrebbero fatto netto. 
Si infilò in un vicolo, perso tra i pensieri, quando abbassò lo sguardo lungo una parete e vi trovò una massa di capelli neri. Il capo basso e coperto da un cappuccio nascondeva il volto di quella che aveva identificato come una ragazza poco più che ventenne, forse. La guardò per un po' prima di avvicinarsi.
-Va tutto bene?- Chiese, fermandosi a guardarla. Non ricevette risposta, così si inginocchiò davanti a lei e cerco di guardarla in viso. Gli occhi verdi erano puntati verso il basso, spalancati a fissare il vuoto e le labbra socchiuse. Sembrava stesse vedendo qualcosa che l'uomo non riusciva a vedere. -Mi hai sentito?-
La donna alzò lo sguardo verso la voce, scattando come da appena sveglia. Continuando a guardarlo scosse la testa. No. Non stava bene. Per niente. Quell'incubo maledetto... Non riuscva più a dormire. Tutte quelle anime martoriate che le chiedevano aiuto...
-Come ti chiami?- Chiese l'uomo.
-Anette...- Rispose lei con voce flebile.
-Non sei di Kitee, vero?-
-No.-
-E non hai un bell'aspetto.- Sorrise sedendosi di fianco a lei, sotto il suo sguardo interrogativo. -Giornataccia?-
-Già...-
-Sai come si dice, no...? E' sotto la luce che brillano i diamanti.- 

Nella mano dell'uomo comparve una piccola pietra scintillante, che Anette osservò strabiliata. Da dove l'aveva tirata fuori?
-Come...?-
-Magia.- Sorrise lui. -Sembri affamata. Stavo giusto andando alla locanda. Vuoi unirti a me?-
La ragazza fissò l'uomo alzarsi in piedi e porgerle una mano sorridendo. La afferrò e si issò davanti a lui.
-Julius Nevalainen, illusionista, truffaldino, poco di buono.- Si presentò con ironia. -Ma... Abile ascoltatore. E puoi chiamarmi Jukka.-
Anette sorrise, incamminandosi con Jukka lungo il vicolo. Si rese conto di non essere più sola.
 

Lo scricchiolio di un ramo sotto il suo stivale la fece risvegliare e ritornare al presente. Erano ore che camminavano nel pesante silenzio lasciato dall'assenza di Jukka. Gli occhi le facevano ancora male, pungevano per le lacrime, che avevano smesso di uscire da circa mezz'ora. Si guardò intorno osservando i suoi compagni: di fianco a lei Marko camminava con lo sguardo perso nel vuoto. Anette sapeva benissimo cosa stava guardando il vichingo. Sapeva che stava riosservando a ripetizione gli ultimi minuti prima di raggiungere il resto del gruppo. Nessuna traccia, aveva deciso Tuomas, così Marko era stato costretto a bruciare il corpo dell'amico. L'uomo non aveva versato nemmeno una lacrima da quando era tornato. Non ne aveva, forse. O forse ne aveva troppe da lasciar libere in un momento come quello. Il carro dietro di lei si muoveva pesantemente, ed ogni tanto tremava facendo scricchiolare il legno delle radici. Anette provava un senso di vertigine ad osservare la figura di Eva, rannicchiata in un angolo della sua cella mobile con le ginocchia al petto e il capo basso. Quello che aveva visto alla radura l'avrebbe perseguitata per anni nei suoi incubi: gli occhi neri della ragazza, la sua pelle colorarsi di nero, il dolore alla testa quando venne saraventata contro un albero dopo aver estratto il pugnale. Jukka era rimasto pietrificato davanti a quella "Cosa". Riuscì ad urlare solo dopo che dalla mano nera e tesa una serpe gli si era avventata contro il volto, mordendolo ripetutamente. Anette si era accorta solo in quel momento dei rami che la tenevano stretta a terra, impendendole di soccorrere l'amico. Il senso di impotenza la fece scoppiare in lacrime ancor prima di rendersi conto che il corpo dell'amico era caduto a terra su se stesso, davanti alla figura della sua assassina. L'aveva guardata e aveva sorriso mentre tornava normale, prima di arretrare verso l'albero con un'espressione di paura e incomprensione. Fu allora che si accorse dell'arrivo di Marko. Il vichingo osservò prima Eva, poi si chinò su Anette per liberarla, chiedendole che cosa fosse successo. Ma solo quando seguì lo sguardo fisso della negromante a pochi metri da loro urlò.

-TUOMAS!-

Ann guardò il moro stregone in capo alla fila. Camminava ciondolando, leggermente piegato in avanti, con i pugni stretti lungo i fianchi. La ragazza si era accorta dei suoi respiri profondi. Era esausto. Ormai erano quattro ore che si sforzava per far muovere i cavalli di legno che trainavano il carro, una cosa impensabile anche per uno stregone come lui. Si affiancò all'uomo, che la notò con la coda dell'occhio, senza dirle nulla. Non potevano fermarsi. Mancava poco al fiume. Tuomas non smetteva di chiedersi per quale motivo lo stavano facendo.

Tarja ha ucciso Julius.

Senza un motivo, senza che lui avesse fatto nulla in passato per provocare una vendetta della strega.

Tarja ha ucciso Julius, e io la voglio riportare in vita.

Era lui quello che doveva morire, non Jukka. Era lui che aveva tradito Tarja, non Jukka. 
Sapeva che stava sbagliando, ma la promessa fatta a Tarja valeva più di tutto, e non l'avrebbe tradita mai più.

Ma aveva ucciso Julius.

-Non puoi continuare così.- Sussurrò Anette di fianco a lui. Sempre così premurosa, Anette, nei suoi confronti. Sempre pronta a dargli sicurezza, a dargli forza e sostegno. Sempre pronta a fidarsi di lui. Ma lei l'aveva detto che non era una buona idea. Lei l'aveva detto che la ragazza era pericolosa e che Tarja voleva vendicarsi. Ma no, lui non le aveva dato ascolto. Non l'aveva nemmeno sentita, in realtà, nel momento in cui aveva scoperto l'esistenza di una piccola possibilità di riabbracciare Tarja. -Dobbiamo fer...-
-No.- Rispose secco lui. -Posso farcela ancora fino al Vereen. Una volta sull'altra riva riposeremo.-
-Finirai con l'ammazzarti.-
E' quello che mi merito.
Non lo disse ad alta voce, ma il suo guardo ci pensò per lui.
-Non rischierò che vi faccia ancora del male.-
Ci fu una breve pausa, in cui nessuno dei due parlò. Si limitarono a camminare, fino a quando una scia di luce solitaria non filtrò dal fitto fogliame sulle loro teste. Anette osservò la scena, e si commosse.
-Sai, Jukka una volta mi ha detto che solo sotto i raggi del sole brillano i diamanti.-
Tuomas la guardò senza capire.
-Sei una buona guida, Tuom. Continueremo a fidarci di te.-
Gli occhi dello stregone si inumidirono e un sorriso accennato gli sporcò le labbra. Non se le meritava quelle parole. Non si meritava quei compagni. Non meritava nulla, perché sapeva che se loro fossero morti, lui sarebbe andato da solo da Erno per liberare Tarja, nonostante tutto. E questo non era giusto.
-Avete sentito?-
I due si voltarono verso Marko. L'uomo era immobile, tra loro e il carro. Osservava di nuovo il vuoto e sembrava tendere le orecchie a voler sentire qualcosa. Il suo sguardò si spostò sui compagni, e poi dietro di sè, verso il carro.

-Hän menee alas, hän hukkuu hukkuu syvemmällä
Joki villi vie vain lapsi.- 

Eva canticchiò di nuovo, e la paura colse tutti e tre all'unisono.

-Hän menee alas, hän hukkuu hukkuu syvemmällä.- (*)

-Cosa sta...-
-Siamo arrivati.- La ragazza si girò verso di loro, ma guardò oltre. Tuomas si voltò e si fece largo tra la boscaglia, seguito dagli altri due.

Sotto di lui, un profondo crepaccio ospitava il fiume che scorreva impetuoso e che gli provocò l'ennesima sensazione di paura. Non l'aveva mai visto così da vicino. La testa gli girò così forte che gli sembrò di avvicinarsi all'orlo del burrone, quando una mano forte e grande gli si posò sul braccio tirandolo indietro.
-Cosa pensi di fare, idiota!- Quasi urlò Marko, guardandolo. Quando vide gli occhi vacui e persi dell'amico però si ricompose. -C'è una via più sicura della caduta libera verso la morte, non credi?- Disse poi, accennando al ponte in legno sostenuto da spesse corde a qualche metro da loro.
Tuomas scosse la testa e si avvicinò al ponte senza parlare. Sospirò. 

Non sembrava poi così tanto più sicuro.



(*): "He will go down he will drown drown deeper down The river wild will take your only child He will go down he will drown drown deeper down"... Traduzione in finlandese che fa sempre molto "figata fantasy" xD

Tekijän toteaaVaikuta!!

Sì, lo so, faccio schifo. E' un mese che non aggiorno, sono una cacchina. Però adesso vado avanti, eh eh eh *-*
Questa storia sarà molto più lunga di quello che mi aspettavo D: Ma pazienza, chi vivrà vedrà :) 
Vado avanti con il ringraziare come sempre 
_Uneksia_Infected heart ed _Escapist_ Per la loro pazienza e perché recensiscono sempre i miei capitolucci ucci ucci che si incasinano in un modo assurdo specialmente quando scrivo a quest'ora (3:31 am)... Cioè sempre :D
Ma vabbè :D

Continuate a recensire :)

Jatkuu!!

 
  
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