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Autore: Cara_Sconosciuta    20/06/2012    2 recensioni
Com'è la vita quando non si appartiene a nessun mondo? Nati sbagliati nel luogo da cui si proviene, eppure diversi da chi vive in qualsiasi altro posto.
Un giovane Hamish cacciato dal suo villaggio.
Una Maganò figlia di una delle più stimate famiglie purosangue
Una città grande e sconosciuta.
Potrà davvero nascerne qualcosa di buono?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Riproviamoci.

Sono almeno un paio d'anni che non riesco a portare a termine una long, così ho deciso di tornare qui in questo fandom, dove i miei racconti hanno sempre goduto di supporto ed incoraggiamento.

Vero che mi aiuterete anche questa volta? Eh eh eh eh? *_*

Benissimo, mi unisco anche io alle “scritttrici” che parlano dei figli dei nostri beneamati... E sì, lo so che Scorpius non ha una sorella... diciamo che si tratta di una mia piccola licenza poetica! Spero che Nausicaa possa risultarvi simpatica (o detestabile, a seconda delle opinioni) come una vera Malfoy!

Buona lettura, ragazzi e mi raccomando: fatemi sapere cosa ne pensate!!

Sconosciuta


Farewell

La donna si sistemò la cuffietta di lino bianco con aria contrita, tentando in ogni modo di trattenere quelle lacrime che già le rendevano lucidi gli occhi.

L'uomo al suo fianco, al contrario, indossava una maschera di ira allo stato puro.

Il ragazzo, mani in tasca e naso al vento, fischiettava incurante, ben conscio che quella sarebbe stata probabilmente l'ultima volta in cui avrebbe visto i suoi genitori e tutte le persone con cui era cresciuto.

Certo, essere cacciato dal villaggio con vergogna non era esattamente il suo sogno più grande, ma l'importante era uscire.

Con la punta di uno degli stivaletti di pelle nera, tracciò un semicerchio nella terra secca e, subito dopo, lo cancellò utilizzando tutta la pianta della calzatura.

Allora...” Cominciò, iniziando a spostare alternativamente il peso da un piede all'altro, le mani ben affondate nelle tasche dei pantaloni di lino neri.

Hai tutto quello che ti serve.” Abbaiò suo padre, senza guardarlo in volto. “Vai, fai le esperienze che devi fare e torna quando avrai compreso il tuo errore.”

Allora suppongo non tornerò più, dato che non ho commesso alcun errore.”

Sua madre sospirò rumorosamente, per poi assumere un'espressione che lui classificò come identica a quella di una qualsiasi Madonna addolorata.

Mamma, finiscila.”

Porta rispetto a tua madre.”

E tu portane a me!” Esclamò il giovane, cominciando ad alterarsi ed estraendo dalla tasca un pacchetto di Lucky Strike.

E quelle da dove arrivano?”

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, posandosi, al contempo, una sigaretta dietro all'orecchio.

Me le ha portate Robert quando ha passato il suo anno nel mondo reale. Sai quel viaggio che fann tutti a diciotto anni per capire se vogliono o meno continuare a vivere in questo posto di merda e che solo voi e i vostri amici fondamentalisti non fate fare ai vostri figli? Da lì arrivano.”

A quel punto, gli occhi dell'uomo erano rossi di rabbia e la donna piangeva apertamente.

Marcel sei la piaga più grande della nostra comunità.”

Dovrei vederla come una cosa negativa?”

Lo schiaffo lo colpì in pieno viso, ma Marcel non si scompose.

Con tutta calma, prese dalla stessa tasca dove si trovavano le Lucky Strike una confezione di fiammiferi. Ne scelse uno e si accese la sigaretta.

Dopo aver preso una lunga boccata, lasciò andare placidamente il fumo in faccia a suo padre.

Poi raccolse la borsa posata ai suoi piedi e voltò le spalle ai suoi genitori, imboccando la strada che conduceva fuori dal villaggio Hamish e dritta dritta verso Washington DC.


Scorpius, potrei avere dell'insalata, per favore?”

La ragazza dai capelli corvini sorrise al fratello, che rispose alzandosi e servendole un'abbondante porzione di insalata. Prima di tornare al suo posto, le depositò un leggero bacio sulla sommità della testa.

Draco Malfoy osservò la scena con una certa dose di quella incontrollabile tenerezza che solo da padre aveva scoperto di poter provare.

Una tenerezza che non avrebbe mai pensato di possedere, non nei confronti di quella figlia così... speciale.

Eppure amava Nausicaa come se stesso, dato che era molto, molto più simile a lui di quanto non lo fosse Scorpius.

Una vera Malfoy.

Se solo non fosse stato per quel difetto che gettava vergogna su tutta la famiglia...

Eppure quel problema c'era e in un modo o nell'altro andava affrontato.

Per un istante, Draco cercò con la mano quella della moglie e incrociò gli occhi con i suoi.

Astoria Greengrass Malfoy annuì con aria grave.

Anche lei odiava dover fare a Nausicaa quel discorso, eppure non esisteva alternativa.

Nausicaa, tesoro...” Cominciò Astoria, insicura.

La figlia le rivolse uno sguardo attento.

Sì, mamma?”

Astoria prese fiato, aprì la bocca come per parlare, ma all'ultimo il fiato le mancò.

Scosse il capo, sconsolata, stringendo forte la mano del marito.

Toccava a lui.

Nausicaa, come ben sai, domani compirai diciotto anni e ai maghinò non è permesso vivere nel mondo magico dopo i diciassette.”

Lo sguardo di Nausicaa si rabbuiò.

Speravo si potesse fare un'eccezione per una Malfoy...”

L'eccezione è già stata poterti tenere qui fino ad ora.”

Papà, potresti anche essere un po'più delicato.” Soffiò Scorpius, portandosi alle spalle della sorella minore.

Il modo in cui lo dico purtroppo non cambia la sostanza, Scorpius.” Rispose Draco, gentile.

Nausicaa non faceva una piega. Composta come sempre, sosteneva lo sguardo del padre senza lasciar trasparire il minimo sentimento.

Non la più piccola emozione negli occhi chiari.

Scorpius pensò che a volte sua sorella lo spaventava. Nessuno chiedeva quello stoicismo ad una ragazza poco più che adolescente, eppure... eppure, riflettè, era l'unico modo che Nausicaa avesse per dimostrare al mondo la sua appartenenza alla famiglia Malfoy.

L'unico modo per rendere i loro genitori fieri di lei.

Quindi devo andare via...” Mormorò con la sua voce morbida.

Io e tua madre avremmo pensato al college babbano di Oxford. Dicono che sia...”

No papà.” Ribatté, inaspettatamente, la giovane.

No? E' un'ottima scuola, Nausicaa, non vedo un motivo per cui non dovrebbe piacerti.”

Nausicaa alzò la mano a prendere quella del fratello.

Scorpius la strinse forte.

Nausicaa era fredda, gelida, apparentemente priva di sentimenti. Ma Nauiscaa era anche la sua sorellina e lui sapeva che non era affatto una macchina né un pezzo di ghiaccio.

Se devo andare via, voglio che sia lontano.”

Draco Malfoy non poteva, in tutta sincerità, dire di non comprendere la scelta della figlia. Sapere di essere a pochi passi da casa eppure non poterci tornare sarebbe stato molto peggio che andarsene definitivamente.

Dove, cara?” Domandò Astoria, ricacciando indietro le lacrime.

I Malfoy non piangono.

America.” Replicò Nausicaa, decisa. La sua mano si strinse più forte a quella di Scorpius.

Non appena ebbe pronunciato quell'unica parola, però, la più piccola di casa Malfoy sentì un pugno di ferro ancorarsi intorno al suo cuore.

Oramai lo aveva fatto.

America aveva detto e America sarebbe stato.

D'altra parte era giusto.

Era nata così, era nata sbagliata e questo non sarebbe cambiato mai.

Mamma, papà, Scorpius... se permettete, vado ad iniziare a preparare il mio baule.”
Draco fece con la mano un cenno di assenso e, un secondo dopo, il vestito verde di Nausicaa svolazzava via, oltre la porta della sala da pranzo.

Finalmente, Astoria si concesse di piangere e Scorpius si lasciò cadere su una sedia, trattenendo a stento l'impulso di imitare la madre.


Marcel Loriday scoprì quella sera stessa di avere un gran talento nel trovare alloggi a basso costo.

O, forse, solo una gran fortuna.

Non trovava, comunque, che esistesse una grande differenza tra quei due termini.

Carico di adrenalina, in un istante aveva sistemato nella sua nuova stanza da quattro dollari a notte tutti i suoi averi e ora era in piedi davanti alla finestra, rimirando per la prima volta in vita sua non le stelle limpide che illuminavano il cielo del villaggio Hamish, ma le luci di Washington DC.

Luci artificiali eppure per lui bellissime.

Luci che raccontavano storie di tecnologia e libertà che aveva ascoltato mille volte dai suoi amici al villaggio.

Tutti, dopo il periodo di prova nel mondo, avevano deciso di tornare a casa.

Lui non li capiva.

Come si poteva decidere di vivere in un luogo dove aver fatto l'amore con la propria donna è considerato motivo di vergogna?

Dove sono i genitori a decidere chi i propri figli sposeranno?

Non capiva la sua gente, non capiva cosa ci fosse di tanto meraviglioso nel vivere bloccati due secoli indietro rispetto al presente.

Marcel sorrise alla luna, che non gli era mai sembrata tanto bella e tanto lontana.

C'era tutto un mondo fuori dal villaggio e lui era deciso ad assaggiarne, toccarne, respirarne ogni singola briciola.

   
 
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