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Autore: LuciaDeetz    20/06/2012    10 recensioni
[Post-Avengers, forte presenza di spoiler sul film] I Vendicatori decidono di trascorrere un'allegra serata (allegra è ancora tutta da dimostrare) al cinema. Riusciranno nell'intento di godersi la visione del film? A colei-che-detiene-la-penna l'ardua sentenza!
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Odino gratias!»
 
Thor Odinson si alzò dalla poltroncina, lanciò gli occhialini 3D nel portavivande e si diresse a gambe strette e passo malfermo verso la porta che dava sul corridoio del multisala. Pochi minuti ancora e il fiume sarebbe straripato, doveva sbrigarsi.
 
«Dove sta andando?» gli domandò Steve Rogers alle spalle.
 
«In bagno!»
 
«Le serve una mano?» fece ancora il Capitano. Ma senza malizia.
 
Il dio si fermò sul posto e si girò, raggiunto dal commento e dalla risata sguaiata di Tony Stark: «Il suo passo danzante mi dice che due mani a coppa non gli basterebbero!»
 
Thor Odinson stava a pensare da qualche secondo, quando una fitta molto fastidiosa proveniente dal basso ventre fermò la ruota del criceto mentale e gli ricordò di affrettarsi a raggiungere la toilette. Buttò lì un "No, so dov'è il bagno" provocando un'altra crisi d'ilarità nel signor Stark, poi scese gli scalini a tre alla volta e si catapultò verso l'uscita.
 
***
 
«Lei non ha proprio un briciolo di tatto, vero?» criticò il Capitano.
 
Tony Stark fece spallucce e scattò in piedi. «Vado a fare scorta di vivande. Tesoro, vuoi qualcosa?»
 
«Qualcosa dal banco dolci, grazie.»
 
«Non pensi alla linea?»
 
«Maxi cornetto al cioccolato e caramello, grazie.»
 
Il miliardario ridacchiò e si avviò alla porta, non prima però di aver rimpiazzato gli occhialini a tema con i suoi occhiali da sole all'ultima moda, che stavolta appoggiò sulla fronte. Sbagliando s'impara.
 
Stava abbassando la maniglia, quando sentì la voce del dottore: «Mi porti una birra, Stark!»
 
L'uomo alzò il pollice in segno di comprensione.
 
«E a me una bottiglietta d'acqua!»
 
Il Capitano.
 
«Venga a prendersela lei!»
 
Sentì Steve Rogers ansimare come in preda a un attacco d'asma e uscì dalla sala con un sorriso compiaciuto sulle labbra.
 
***
 
«Io lo odio. Io lo odio. Io lo odio. Io lo odio. IO LO ODIO, CAZZO!»

«Capitano, stia tranquillo!»
 
Vide il dottor Banner avvicinarsi e prendere il posto del dio del Tuono.
 
I suoi occhi cerchiati dagli occhiali azzurri di Capitan America gli davano un'aria buffa e mancò poco che Steve Rogers gli scoppiasse a ridere in faccia. Si chiese se passare così velocemente da ira funesta a sghignazzata a malapena controllabile fosse un segno di un imminente crollo nervoso. Sentiva inoltre una vena pulsare fastidiosamente sulla tempia.
 
«Perché mi sta fissando?» gli domandò il dottore, aggrottando le sopracciglia.
 
Il Capitano distolse lo sguardo e tentò la fuga. «Io... vado a lavarmi la mano» mentre parlava lanciò uno sguardo carico d'odio verso Loki Laufeyson, che aveva uno strano ghigno dipinto sul viso.
 
Si alzò, si scollò i vestiti di dosso perché erano diventati tutti appiccicaticci di sudore e fece per andarsene, quando qualcosa gli si impigliò nell'orlo dei pantaloni. Vide il pavimento avvicinarsi e sentì le braghe, ora larghissime dopo la corsa nel parcheggio e l'immensa sudata, scendergli lungo le gambe.
 
***
 
Occhio di Falco fece per commentare il fotonico paio di mutande probabilmente risalente al primo dopoguerra indossate da Capitan America, quando l'espressione assatanata e gli occhi iniettati di sangue sul viso di questi gli fecero cambiare idea.
 
Si voltò verso Natasha. «Devo prendere una boccata d'aria fresca. Usciamo due minuti?» le disse, e la donna annuì prontamente fiutando l'aria di tempesta.
 
La coppietta si prese per mano e uscì velocemente dalla sala.
 
***
 
Thor Odinson aveva un problema.
 
Aveva seguito le giuste indicazioni del cartello che indicava la toilette, ma ora che aveva raggiunto il posto non sapeva che fare.
 
Davanti a lui stavano due porte. Quella di sinistra, che recava l'icona stilizzata di una persona. Quella di destra, che recava anch'essa l'icona di una persona ma con uno strano rigonfiamento triangolare sul corpo.
 
E ora che faccio?, pensò il dio, abituato ai bagni unisex del regno nordico e quindi ignaro della distinzione maschile/femminile di alcuni servizi igienici midgardiani. E perché non c'è nessuno in giro? Dov'è finita tutta la gente del cinema?!
 
Non finì il pensiero che vide, con la coda dell'occhio, Tony Stark uscire dalla sala e avviarsi verso il bar. Si chiese se fosse il caso di chiamarlo, ma si ricordò della risata di poco prima e si trattenne. Non voleva che lui pensasse che fosse uno stupido.
 
Poi ebbe la folgorazione. Ma che ovvietà!
 
Con rinnovata fiducia e passo sicuro imboccò la via di destra, indirizzando tutta la sua gratitudine agli operai del cinema che, in segno di ammirazione nei suoi confronti, avevano dedicato un bagno tutto per lui, erede al trono di Asgard, e avevano pure affisso la sua immagine completa di mantello sulla porta del locale.
 
***
 
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Questo, ciò che diceva il cartello sospeso sopra la testa di Tony Stark.
 
«In cosa posso servirla?» gli domandò il barista con voce piatta. Aveva lo sguardo vacuo e sembrava osservare un punto imprecisato dell'orizzonte. Ma quante vittime erano state colpite da quel raggio?!
 
«Mi dia un cornetto al cioccolato e al caramello, una Pepsi e una birra...» esordì Tony Stark. Riportò lo sguardo sulla pubblicità sospesa e il reattore arc nel suo petto ebbe un tuffo.
 
«Mi dia anche tutti quei pop-corn» disse ancora, indicando l'intera vasca e mettendo mano al portafoglio.
 
***
 
Questo era troppo. Questo era veramente troppo.
 
Con le mani che gli tremavano e il corpo scosso da violenti spasimi di rabbia, Steve Rogers si alzò in piedi e si tirò su i pantaloni. Per sua sfortuna, non vide il dio dell'Inganno togliere velocemente il tallone della scarpa dall'orlo delle sue braghe.
 
«Tenga» gli fece Loki Laufeyson da dietro. Il Capitano si girò di scatto. Il dio gli stava porgendo la cintura mancante con un sorrisetto ironico in faccia. Steve Rogers gliela strappò di mano con sgarbo e iniziò a farla passare lungo la vita.
 
Momento, momento.
 
La cintura?
 
Non fece in tempo ad alzare di nuovo lo sguardo che Loki aveva già scavalcato la poltrincina per dirigersi verso l'uscita. Reggendo con una mano i pantaloni che minacciavano ancora di farlo rovinare a terra, si diede all'inseguimento e braccò il furfante prima ancora che riuscisse a scendere le scalette. Senza rendersene conto lo sbatté sui gradini e iniziò a scaricargli addosso a suon di cazzotti tutta la frustrazione accumulata nell'intera serata, dicendo definitivamente addio al suo codice morale di supersoldato.
 
***
 
«Una boccata d'aria fresca, eh?» disse Natasha Romanoff a Clint Barton, nella pausa fra un bacio appassionato e l'altro.
 
«Che ne dici se ci troviamo un luogo più appartato?» le disse l'agente a un centimetro dal suo viso.
 
«Ma se qui non c'è in giro nessuno?» fu la risposta.
 
«C'è Tony al banco che sta trafficando con i pop-corn. Vorrei risparmiarmi i suoi commenti per una volta...»
 
Natasha premette l'indice contro la bocca del compagno già pronto a dare e ricevere un altro bacio. «Vieni» gli disse, prendendolo per un braccio.

Si diressero verso il bagno delle donne per dare carta bianca ai bollenti spiriti.
 
***
 
Il dottor Banner si domandò se non fosse il caso di intervenire. Non era un bello spettacolo a vedersi.
 
Steve Rogers, l'orlo delle mutande al vento sotto i pantaloni abbassati in vita, che tentava il deicidio sbattendo ripetutamente la testa di Loki Laufeyson sul duro gradino di cemento.
 
Sì, era decisamente il caso di fare qualcosa.
 
***
 
Thor Odinson si chiuse le botteghe. Lo scarico automatico ad ogni minuto si azionò per la seconda volta. Che grande spreco di risorse idriche midgardiane. Si appuntò mentalmente di andare sporgere reclamo agli addetti del cinema: non voleva essere un tale peso sui piccoli esseri umani, era già molto il bagno dedicato.
 
Fece per abbassare la maniglia della micro-toilette e uscire, ma sentì delle risatine sommesse dall'altra parte della porta e si bloccò. Chi stava invadendo il suo bagno privato? Tese le orecchie.
 
«Ma siamo sicuri che non ci sia nessuno?» chiese Occhio di Falco nell'udire lo scroscio dell'acqua corrente.
 
«Sciocchino, è lo scarico automatico. Funziona giorno e notte anche quando non c'è nessuno. Un grosso spreco d'acqua, a dire la verità. Le maniglie recano tutte la scritta 'libero'. Non c'è nessuno» questa era la voce della Vedova Nera.
 
Sentì la porta principale chiudersi con un colpo secco e altre deboli risate, stavolta più vicine.
 
Ah, era così? Come si permettevano i due agenti di invadere il suo spazio? Il bagno a lui dedicato che pure aveva più postazioni tra le quali scegliere! Non erano capaci di leggere, forse? Erano midgardiani, la loro stanza era quell'altra.
 
Sentendo la rabbia montargli addosso, Thor Odinson spalancò la porta per dirgliene quattro.
 
***
 
Oh che gioia, che liberazione, che desiderio bruciante di poter immortalare quell'attimo per sempre sotto uno spesso strato di ghiaccio! Più sentiva la sua testa sbattere e più stringeva le dita su quel collo maledetto e quella sciarpa odiata, l'avrebbe ammazzato avesse dovuto star lì per giorni costava quel che costava bastardissimo semidio immortale non gli importava più niente!!!
 
Vide quel pazzoide del dottor Banner tentare di staccare le sue mani dal dio, lo vide aprire la bocca ma non riusciva a capire cosa stesse dicendo tale era la foga incontrollabile che lo stava abbracciando. Ma che voleva poi?! Gli diede una violenta gomitata sul viso che lo buttò a terra, facendogli cozzare la testa contro il braccio di una poltroncina.
 
Non vide Pepper Potts andarsi a nascondere velocemente dietro la fila di sedili, non vide il dottore lanciare via gli occhialini e raddoppiare di dimensioni.
 
***
 
Il primo a rientrare in sala fu Tony Stark, seguito dal facchino/barista che trainava il carretto dei pop-corn.
 
«Rieccomi!» annunciò la sua presenza e si fermò di botto. «Che è successo qua?»
 
Il dottor Banner aveva recuperato gli occhialini - ora unico suo indumento insieme a un paio di pantaloni sbrindellati - e sedeva al suo posto a gambe accavallate. Sotto una lente era ben visibile una macchia violacea dove aveva ricevuto la gomitata. Steve Rogers sedeva al centro della fila e guardava per aria con la testa reclinata all'indietro, tenendosi un fazzoletto sul naso. Loki Laufeyson, i capelli scarmigliati come se fosse appena sceso dal letto, la faccia scura e una lente degli occhialini incriccata, era imprigionato nella sua stessa sciarpa, avvolta in più giri attorno alla sua poltroncina. La moglie Pepper era seduta al solito posto e lanciava occhiate terrorizzate verso il dottor Banner.
 
Passò fra i sedili senza fare altre domande, e distribuì i regali ai presenti.
 
«La sua birra!» e lanciò la lattina a Bruce Banner, che la prese al volo e lo ringraziò.
 
«La sua acqua!» e lanciò la bottiglia al Capitano da mezzo metro di distanza, che con la sua vista da talpa mancò la presa e la bottiglietta gli volò direttamente sul naso tormentato.
 
«Ops, scusi...» disse Tony Stark prendendo posto, solo apparentemente mortificato.
 
«Ecco il gelato dalle mille calorie. Buon appetito, tesoro!»

«Tony, che sono tutti quei giocattoli?»
 
«Signore, lascio qui il carretto?» chiese il barista da dietro la poltroncina.
 
«Sì, Edgar. Puoi andare» disse Tony, poi si girò verso la moglie. «C'era una promozione...»
 
In quel mentre fecero la loro comparsa i due agenti, visibilmente imbarazzati e con le guance chiazzate di rosso. Erano talmente persi nei loro pensieri che non si accorsero dei cambiamenti avvenuti in sala.
 
«Andiamo, Thor» Natasha Romanoff condusse per mano il dio del Tuono fino alla sua poltroncina. «Piano... ora si sieda. Così.»
 
«Che è successo?» chiese ancora Tony Stark, troppo curioso. «Che gli avete fatto, lo avete svuotato della sua essenza vitale?»
 
Thor Odinson aveva gli occhi strabuzzati come quelli dei rospi, e dalla gola gli usciva un debole lamento indefinito. Sembrava visibilmente scioccato. La Vedova Nera non rispose alla domanda e arrossì ancora di più. Tornò al proprio posto senza dire una parola, dopo aver aiutato il dio del Tuono a rimettersi gli occhialini.
 
«Siete tutti ben taciturni» fu il commento di Iron Man. «Secondo tempo!» Battè le mani e cambiò paio di occhiali.

«Ud'altra ora di subblizio» si lamentò Steve Rogers.

Le luci si spensero.

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Non so che strana sostanza io abbia bevuto per scrivere sciocchezze del genere. D'accordo, mi avete scoperto, ho fatto una capatina nella stanza segreta del laboratorio di Loki.
Spero però vi piaccia! :)
Grazie infinite a tutti quelli che hanno recensito e messo la storia nelle preferite/seguite! *-*
   
 
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