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Autore: orphan_account    22/06/2012    37 recensioni
Ero a pezzi, fisicamente e mentalmente. Stavo cercando disperatamente di dire quello che pensavo, ma la mia gola era chiusa e non riuscivo a respirare dal dolore: "A-Avete la minima idea di quello che ho dovuto sopportare? Di quello che ancora sopporto, tutti i giorni?"
Li guardai con sfida. Due di loro era chiaramente confusi, come se non avessero la minima idea di cosa stessi parlando. Liam e Niall, invece, abbassarono lo sguardo.
[...]
"Per favore, Taylor! Lasciati aiutare." Liam mi stava supplicando, ma i suoi occhi non riuscivano a scollarsi dalle mie braccia. Niall era così disperato che per poco non si metteva a piangere. Dieci minuti dopo questo teatrino mi abbandonai alle lacrime, lasciandomi scivolare lungo il muro del bagno.
Basta, ora basta.
Srotolai le bende bianche e voltai le braccia verso di loro.
E proprio in quel preciso istante, la porta si aprì, e Zayn entrò nella stanza. No, lui no. Lui non doveva vedere i tagli, non potevo permetterlo.
I suoi occhi saettarono verso le mie braccia scoperte, e la sua espressione cambiò di colpo.
[Gli aggiornamenti sono molto lenti. Siete avvertite.]
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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POV Liam:

13 settembre 12:50

Louis, non vorrai dirmi che mi hai tirato un pugno per niente, spero.”

Le parole di Taylor ci misero meno di un secondo a registrarsi nel mio cervello, facendomi provare una specie di rabbia omicida che non voleva mettersi calma. Ecco cos'era successo quando Taylor aveva cercato di suicidarsi. Immagini di ricordi recenti scattavano velocemente attraverso la mia mente, lasciandomi scosso e turbato. Era ancora troppo presto per rivivere quelle memorie.

Cos'hai fatto?” scattai in piedi e lo afferrai bruscamente per il colletto, scuotendolo leggermente per nascondere il tremore delle mie mani. Sentii le parole di Taylor registrarsi nella periferia del cervello, parole che mi dicevano di fermarmi, ma in quel momento non ero più io, non rispondevo delle mie azioni.

Per non dire che le parole di Louis mi stavano facendo arrabbiare ancora di più: “Bene, perfetto. Ora noi andiamo fuori, e tu mi spieghi tutto quello che è successo tra voi tre e Taylor.” ringhiai brutalmente sotto lo sguardo spaventato ed esterrefatto di Lou, cedendo alla sua ennesima richiesta di dargli la possibilità di spiegare. Lo trascinai fuori dalla mensa e attraverso i corridoi deserti, uscendo fuori nel campo di calcio che sapevo essere vuoto a quest'ora. Lo lasciai andare di colpo e lui cadde nell'erba, rotolando un paio di volte prima di fermarsi e rialzarsi in piedi.

Capisco che tu possa essere arrabbiato, Liam, ma non-” Scoppiai a ridere violentemente, senza riuscire a trattenermi.

Arrabbiato? Tu pensi che io sia arrabbiato? No, Louis, io voglio ucciderti di botte.” mi avvicinai di un passo, e lui arretrò di due, alzando le mani in segno di resa.

Ehi, ehi, calma.” disse lui, ora leggermente irritato, se la luce infastidita nei suoi occhi diceva qualcosa.

Alzai un sopracciglio in una tacita richiesta di spiegazioni: “Pensavo che tu, fra tutte le persone del mondo, potresti capire perché la cosa mi urta così tanto.”

L'abbiamo fatto proprio per voi!” urlò, la sua voce piena di esasperazione, “L'abbiamo fatto così tu e Niall sareste stati al sicuro, maledizione. Pensi che mi sia piaciuto tirare un pugno ad una ragazza? A Taylor? È questo quello che pensi di me?” si avvicinò a me, fino a che non fu a poche decine di centimetri da me.

La sua sfilza di accuse mi portò a riflettere su quello che stavo facendo. No, non avrei mai pensato che Lou sarebbe stato capace di prendere a pugni una ragazza. Ma l'aveva fatto. Per me. Quello cambiava le cose, o perlomeno, era un'attenuante al suo gesto sconsiderato.

Ma perché Taylor?” domandai, la mia voce più ragionevole, più nel mio solito tono pacato e responsabile.

Lui sbuffò, lanciandomi un'occhiataccia: “Non è mica stata una mia scelta.”

Digrignai i denti, cercando di contenermi dal saltargli addosso, ma le sue parole successive mi fermarono del tutto.

E poi, ti faccio notare che te la stai prendendo con la persona sbagliata. Io mi sono fatto perdonare.”

Hai ragione, ma non credere che solo per questo ti lascerò andare via intero.”

Lui sospirò, avvicinandosi fino a quando era abbastanza vicino che se avessi allungato la mano lo avrei potuto toccare: “Questo lo so, e so anche si meritarmelo. Dai vai, non ho tutto il giorno.” le sue ultime parole suonarono stranamente ironiche, e sorrise ad un suo scherzo privato, di cui io non sapevo niente.

Mi concentrai più sulle immagini che mi stavano ancora passando a tutta velocità nel cervello che sul fatto che stavo per picchiare uno dei miei migliori amici. Cercai di convincermi che stavo facendo la cosa giusta, per me e per Taylor, ma quel senso di colpevolezza non mi abbandonò finché non mi fermai dopo solo un colpo.

Lui mi guardò facendo una smorfia di dolore e incitandomi a finire in fretta, ma non ebbi il coraggio di toccarlo ancora.

Andiamo, Lou.” dissi, passandomi una mano sulla fronte e tornando dentro.

 

POV Taylor:

13 settembre 13:10

Zayn mi aveva chiesto di andare alla festa con lui. Questo era un sogno, solo uno stupido scherzo della mia immaginazione, che ormai era stata completamente invasa dagli ormoni e quindi non era più affidabile.

Sbattei le palpebre, guardandolo. La delicata arcata delle sopracciglia, occhi neri in cui potevi perderti e due labbra che chiunque avrebbe pagato anche solo per poter toccare. Solo per vedere se erano davvero così morbide come sembravano.

Le sbattei di nuovo, scuotendo la testa per snebbiarla. Dei jeans larghi, troppo larghi forse, e la sagoma di un pacchetto di sigarette nella tasca anteriore. Una maglietta bianca con lo scollo a V che gli stava da dio. Il cappello grigio in testa nonostante fossimo in un edificio scolastico e non ce ne fosse alcun bisogno.

Scusa, potresti ripetere?” domandai con la voce gracchiante, sembrando abbastanza ritardata.

Riuscivo a vedere gli angoli della sua bocca curvarsi lentamente verso l'alto per poi tornare subito in giù, come se stesse cercando di combattere un sorriso. Non che io l'avessi mai visto sorridere davvero, non era una cosa che faceva normalmente quando era con me, anche se stavo cominciando a domandarmi se lo avesse mai fatto.

Chissà se quando sorrideva i suoi occhi cominciavano a brillare, come con Niall. O forse gli sarebbero spuntate due fossette uguali a quelle di Harry. Magari semplicemente il suo viso si sarebbe contorto in una maschera di angelica gioia, la stessa che spuntava sul viso di Gary.

Ma non l'avrei visto sorridere, non oggi né mai, quindi non vedevo perché farsi tutti questi problemi.

Mi riscossi dai miei pensieri, e tutti mi stavano guardando attentamente: “Scusate, mi sono incantata.” mormorai, dispiaciuta e imbarazzata allo stesso tempo.

Ho detto, verresti alla festa di Niall con me?” ripeté per la terza volta. Immaginavo che si fosse scocciato di dire sempre le stesse cose, ma il suo tono restava dolce e domandante.

Strano, di solito non era così gentile con me. D'altra parte, se pensava che essere gentili ora lo avrebbe fatto eliminare dalla mia personale lista nera, si sbagliava di grosso.

Mi girai a fissare anche tutti gli altri. Louis aveva ancora addosso quel sorriso inquietante da quanto era largo, e Harry mi fissava come se una mia parola avrebbe potuto cambiargli la vita. Lo sguardo che mi restituì Liam era l'unico ancora indeciso, sembrava dirmi 'la scelta è tua, ma fai attenzione'.

Sospirai rumorosamente, e tutti si misero sull'attenti, aspettando che parlassi. Mi mettevano l'ansia addosso, ma dovevo dire qualcosa, schiacciare quei piccoli germogli di sentimenti che provavo verso quei ragazzi.

Non posso.” dissi a voce alta, rifiutandomi di pensare a cosa avrebbero potuto portare le mie parole.

Mi fidavo quanto bastava per sapere che non mi avrebbero fatto del male. O meglio, mi fidavo della parola di Liam, e tanto bastava.

La faccia di Zayn ebbe un guizzo, e la sua espressione di imbarazzo si mutò nella familiare maschera di inespressività che conoscevo tanto bene. Mi domandai se lo facesse spesso, rintanarsi in se stesso dopo che qualcuno non faceva quello che voleva lui.

Annuì, la sua bocca l'unica traccia di delusione nel suo viso: “Capisco.”

No, non capiva, non poteva nemmeno lontanamente immaginare il perché del mio rifiuto, ma non lasciai vedere quanto quella semplice parola era riuscita a sconvolgermi inizialmente, per un secondo il mio cuore si era fermato al pensiero che sapesse che mi tagliavo.

Non doveva scoprirlo nessuno, avrei fatto di tutto per di proteggere il mio piccolo segreto.

Andiamo in classe?” mi domandò Louis, prendendomi a braccetto e incamminandosi verso l'aula di arte, in cui avevamo entrambi lezione. Stava facendo dei versi strani, delle specie di sibili ariosi.

Cosa stai facendo?” domandai, più divertita che incuriosita.

Louis corrugò la fronte: “Non si capisce? Sto cercando di fischiettare.”

Lo guardai con esitazione, incerta se stesse dicendo sul serio oppure se fosse una presa in giro. Ma non riuscii a trovare una risposta. Mi limitai a scuotere la testa, sbalordita dal livello di stupidità che riuscivano a raggiungere ogni tanto i ragazzi.

Bussai alla porta dell'aula, entrando subito dopo il permesso del prof.

Lui si girò a guardarci mentre tutti interrompevano il loro lavoro per cominciare a bisbigliare tra di loro su quello che era successo in mensa: “Austen, è tutto a posto?”

Ecco, avrei dovuto immaginare che avrebbe reagito così, come tutti gli altri professori di questa maledetta scuola: “Sì, prof, va tutto bene.” ripetei per la milionesima volta. Sembrava che dopo aver ripetuto una bugia più e più volte, fosse sempre più facile suonare convincenti.

E lei Tomlinson? Chi le ha spaccato il labbro?” domandò, inarcando un sopracciglio mentre i pochi che non avevano ancora notato Louis lo fissavano attentamente, notando com'era conciato male anche lui.

Lui fece un sorriso rilassato, perfettamente a suo agio: “Niente di che, solo una scazzottata tra amici.”

Il prof alzò un sopracciglio, i suoi occhi che fluttuavano dal labbro all'occhio nero. Fece un corto verso di incredulità: “Mi domando che genere di amico possa farle un occhio nero.”

Gli occhi azzurri di Louis guizzarono verso di me prima di tornare a posarsi su quelli marroni del professore, che aveva un'espressione gradevolmente inquisitoria.

Un amico molto arrabbiato.” il tono di voce era cupo, più di quanto mi sarei aspettata da Louis, sempre così solare. Ma d'altra parte, c'era da dire che Liam gli aveva spaccato il labbro, e non era una bella esperienza, in particolare quando era un tuo amico a dartele.

Il professore ci guardò con uno sguardo livellato, girandosi verso di me e poi lui in successione, indeciso su dove guardare: “Per l'amor del cielo, Tomlinson, vada in infermeria e si faccia dare del ghiaccio per quel labbro.”

Lui annuì e mi strinse la mano delicatamente prima di uscire dalla stanza. Ora ero sola, completamente sola.

Rimasi ferma davanti alla porta, ondeggiando lievemente per la stanchezza e il leggero mal di gola.

Venga, Austen.”

Mi avvicinai alla cattedra, notando che aveva in mano il mio dipinto, quello della Notte Stellata: “Ho dato un'occhiata alla sua riproduzione del quadro di Van Gogh. Davvero bello, l'unico consiglio che posso darle è di calcare di più con il bianco.” disse, puntando alla spirale che occupava un bel tratto di disegno.

Lo preso e mi andai a sedere al mio banco, quello rigorosamente in prima fila.

Allineai tutti i pastelli a olio davanti a me, guardando tutte le intensità, scegliendo il più bel bianco che avevo.

Non panna, non bianco sporco, bianco. Candido, come il colore lattiginoso di un televisore, come le nuvole soffici come batuffoli di cotone. Come la neve che scendeva dal cielo d'inverno.

Lo appoggiai al cartoncino telato, perdendomi tra le spirali di Van Gogh e quelle dei miei pensieri, fondendosi e mescolandosi. Fino a che anche i miei pensieri non diventarono altro che un turbinare confuso di emozioni e sensazioni senza senso.

Louis non tornò in classe, e non c'era nemmeno Harry nell'ora di geografia, che tecnicamente avremmo dovuto fare assieme. Quando arrivai all'uscita, persi qualche minuto a cercare la macchina di Louis, ma non la vidi da nessuna parte. Sembrava che fossero spariti tutti. Nemmeno Mark si fece vedere, per mia grande sorpresa e piacere.

 

13 settembre 17:36

La piccola pallina da tennis colpì il muro con un tonfo sordo e mi ritornò in mano. La lanciai di nuovo contro la parete color malva, aspettando che mi ricadesse nella mano aperta. Ma Niall la afferrò a mezz'aria, sorridendomi prima di distendersi di nuovo di fianco a me sul letto.

Eravamo chiusi in camera mia, solo noi due, a parlare. Niall mi aveva detto che almeno un paio degli altri ragazzi pensavano che stessimo insieme, ma avevamo deciso che, fin tanto che noi sapevamo di non esserlo, non c'era ragione di rovinargli i sogni ad occhi aperti.

Allungò una mano e la intrecciò con la mia, cogliendo di sorpresa con quel gesto spontaneo.

Sentivo la pelle formicolare piacevolmente dove mi stava toccando, una specie ripetizione meno intensa del bacio di quel pomeriggio.

Sentivo la sua presenza confortante di fianco a me, e i suoi respiri regolari che mi aiutavano a calmarmi.

Niall?”

Uhm?”

Hai mai pensato al suicidio?” domandai. Glielo avevo chiesto per pura curiosità, anche se non credevo che lui, la dolcezza fatta persona, avrebbe mai pensato a certe cose. Dal silenzio che seguì, non pensavo che mi avrebbe mai risposto. Avevo paura di averlo offeso, magari si era arrabbiato perché era una domanda troppo personale. Aspettai qualche altro secondo, e lui sospirò.

Tante volte.” ammise, girandosi a guardarmi, come per vedere la mia reazione. Tenni la faccia accuratamente bianca mentre processavo quell'informazione. Niall che pensava al suicidio? Faceva una strana impressione pensare al biondino che si tagliava, o che cercava di impiccarsi, puntarsi una pistola alla tempia e premere il grilletto. Lasciarsi andare.

Perché?” domandai ancora, fissando quegli occhi del colore del cielo limpido rattristarsi e la sua bocca farmi un sorriso triste. Ero quasi certa che la risposta sarebbe stata la stessa che mi aveva dato anche Harry questa mattina: per quello che era successo dove vivevano prima.

E infatti, la risposta fu quella che mi aspettavo: “Per quello che è successo prima che venissimo qua.”

Aspettai che parlasse, che almeno lui mi dicesse qualcosa di suo spontanea volontà.

La sua mano si sfilò dalla mia e si spostò i capelli dalla faccia: “Suppongo che tu voglia sapere cos'è successo?”

Annuii lentamente, osservando la sua reazione nervosa e le dita che ora avevano preso a muoversi freneticamente contro il colletto della sua maglietta, cercando di allargarlo.

Fino all'anno scorso eravamo tutti e cinque a Edimburgo, in una piccola scuola pubblica. Loro avevano fatto amicizia da un pezzo, mentre io li conoscevo solo dalla prima superiore, quando mi sono trasferito lì con la famiglia dall'Irlanda. Comunque, andavamo tutti molto d'accordo. Io e Liam, però, non eravamo proprio il massimo della popolarità, al contrario degli altri tre. C'erano dei ragazzi, come qua c'è Mark, che ci insultavano, ci chiamano checche, ogni tanto ci spintonavano contro gli armadietti o giù per le scale. Loro cercavano di aiutarci, ma appena si giravano quelli riprendevano. La sera dell'ultimo giorno di scuola abbiamo deciso di uscire e andare in discoteca, sai, per festeggiare. Liam non può bere, perché ha un rene solo, e io non vado pazzo per l'alcool. Ma Harry era ubriaco fradicio l'ultima volta che l'ho visto. All'inizio ci stavamo anche divertendo, io stavo ballando con una ragazza mora e Liam con una rossa\, ma ad un certo punto ci siamo trovati da soli. Zayn era andato fuori a fumare e Harry e Louis erano spariti chissà dove. Dentro c'era una confusione tremenda, e con tutti quei corpi non si riusciva nemmeno a respirare, quindi ho proposto a Liam di uscire a prendere una boccata d'aria.” Niall si interruppe, gli occhi persi in un ricordo solo suo.

Per qualche ragione, non avevo un buon presentimento sulla fine della sua storia. Mi chiesi se volessi veramente sapere questo gran segreto che sembravano custodire così gelosamente. Non ebbi l'occasione di pensarci su, perché in quel momento Niall ricominciò a parlare, la voce un silenzioso bisbiglio.

Siamo usciti, e non ci siamo accorti in tempo che c'era un gruppetto di ragazzi della scuola. Erano sei o sette, forse di più, non ho avuto il tempo per contarli. A dire il vero, non ci hanno dato il tempo nemmeno di dire una preghiera, prima di saltarci addosso come lupi affamati. All'inizio erano le solite cose, qualche insulto, degli spintoni. Ero sicuro che si sarebbero stancati presto di noi. E invece sono andati avanti, gli insulti più pesanti e gli spintoni che si trasformano in calci e pugni. Poi non ricordo più niente, credo di essere svenuto nel frattempo, e lo stesso per Liam. Zayn qualche giorno dopo mi ha detto che erano ancora lì quando lui e Louis sono usciti con Harry sottobraccio, troppo ubriaco per reggersi in piedi da solo. A quanto pare si sono dileguati appena li hanno visti. Louis ha chiamato un'ambulanza e siamo finiti all'ospedale, messi uno peggio dell'altro.

Ci hanno ricoverato d'urgenza. Io avevo tutto il lato sinistro ridotto male: tre fratture scomposte alla gamba e il gomito rotto. Liam era messo anche peggio di me: una costola incrinata, una fratturata, che per fortuna non aveva toccano nessun organo, e la mandibola rotta un due punti. Per non parlare del lividi e tagli dappertutto.” la sua voce aveva assunto un tono più cupo ora, e le sue parole mi avevano fatto venire la pelle d'oca dappertutto. Non riuscivo ad immaginarmi la scena, o forse era più corretto dire che mi rifiutavo di farlo.

Ma, che lo volessi o meno, vedevo immagini simili impresse contro le retine dei miei occhi. Solo che c'ero io per terra, sanguinante e a pezzi. Mark non si era mai spinto così oltre, ma prima di oggi non avrei nemmeno detto che sarebbe stato capace di cercare di strozzarmi davanti a tutta la scuola.

Volevo dirgli di smetterla di parlare, di stare zitto e farmi cancellare tutti quegli orrori. Ma lui continuò imperterrito a raccontare di quella sera, come se si fosse dimenticato della mia presenza e stesse parlando solo per sé, facendo riaffiorare quei ricordi.

Ci hanno dovuto fare un'operazione, a tutti e due. Hanno chiamato i nostri genitori, che sono arrivati in ospedale disperati, non sapendo che fine avessimo fatto. Ma nessuno di noi due era nelle condizioni di parlare con qualcuno, anche perché eravamo così pieni di morfina che ci siamo svegliati solo il mattino dopo, ma sono cose che ci hanno raccontato Louis e Zayn. Harry no, perché era così ubriaco che l'hanno dovuto riaccompagnare a casa a smaltire la sbronza. E credimi, Harry è stato malissimo per quello, si è sentito estremamente in colpa e non ne parla mai. Comunque, Zayn e Lou sono stati in ospedale tutta la notte, troppo preoccupati per dormire. Per farla corta, ci abbiamo messo quasi due mesi per riprenderci, e loro tre venivano tutti i giorni a trovarci in ospedale, da cui non eravamo ancora stati dimessi, perdendo le loro giornate estive.

Due settimane prima che ci dimettessero, più o meno a metà luglio, mia madre mi ha informato che io sarei venuto da mia zia Hannah, perché mia madre non poteva tollerare che io vivessi in queste condizioni, e la madre di Liam ha sentito la conversazione e ha chiesto che anche Liam venisse. Quando l'abbiamo detto agli altri tre non potevano crederci, ma poi a Harry è venuta la bella idea di aggregarsi, in modo da non essere separati. Prima di tutto ho chiamato mia zia, per chiederle se c'era posto per altre tre persone, e lei mi ha detto di sì. Poi loro hanno comprati i biglietti e hanno informato le famiglie. Certo, ci hanno messo un po' a convincerle, perché la madre di Louis era assolutamente contraria, ma alla fine sia Harry che Louis hanno avuto il permesso di partire. Invece i genitori di Zayn si sono rifiutati categoricamente, ma alla fine non è servito a nulla, perché il giorno della partenza ce lo siamo ritrovati davanti appena entrati nell'aeroporto, tranquillamente seduto ad un bar con le sue valigie. Ai nostri genitori ha detto di essere riuscito a convincere i suoi, ma la verità è che è scappato di casa dopo una litigata. E un'ora e mezza dopo eravamo arrivati qua.” fece un profondo respiro, rotolando su un fianco per guardarmi negli occhi.

Mi girai anch'io verso di lui, evitando di mostrare la compassione che stavo provando in quel momento.

Sapevo che, oltre a non servigli a niente, lo avrebbe solo infastidito. Mi ricordavo quando era morto mio nonno l'anno prima, tutte le occhiate che mi lanciavano, compassionevoli e piene di pietà, sembravano dire mi dispiace, ma meglio a te che a me.

Invece gli sorrisi. Era un sorriso tirato e falso, ma pur sempre un sorriso: “Ora si capiscono tante cose.”

Ho pensato che non avrei potuto permettere che succedesse di nuovo. Aveva detto Harry stamattina, e se prima non l'avevo capito, ora era chiaro.

In quel momento lo perdonai. Completamente e totalmente, lasciai il mio piccolo broncio e la paura e accettai Harry e Louis. Ora che sapevo cosa avevano dovuto passare non potevo dirgli niente. Io avrei fatto la stessa cosa per una persona cara.

Vieni alla mia festa?” mi chiese Niall, e il cambio improvviso di tema, unito alla sua espressione supplice, rese ancora più difficile dovergli dire di no.

Io-io, non ho un vestito.” mi inventai al momento, anche se non era proprio vero. Qualche volta mi era capitato di comprare dei vestiti per fare un piacere a mia madre, ma non li avevo mai messi. E, dall'espressione di incredulità sul suo volto, la mia bugia doveva essere abbastanza ovvia.

No, non è vero, ma non posso venire.” Le labbra di Niall si abbassarono verso il basso.

Un secondo dopo, non sapevo come, mi ritrovai Niall sopra, appoggiato sui gomiti per non pesarmi addosso.

Sorrise: “Non ti lascio andare finché non accetti.” proclamò.

Fui costretta a sorridere per la serietà del suo tono, ma le mie guance si tinsero di un rosso profondo quando mi accorsi del corpo di Niall che aderiva al mio, scaldandomi.

Davvero, non posso.” ripetei, cercando di convincerlo dell'impossibilità della cosa.

Gli occhi di Niall scintillarono di malizia e si scostò leggermente da me, lasciandomi libera. Per un secondo credetti che si fosse arreso, ma appena le sue dita mi cominciarono a fare il solletico ai fianchi, fui costretta a ricredermi. Cominciai a divincolarmi, cercando di sfuggire al solletico mentre ridevo istericamente.

F-f-fermati, Niall.” cercai di dire attraverso i respiri veloci.

Allora, vieni alla mia festa?” mi domandò di nuovo ridacchiando malevolmente.

Scossi la testa, senza riuscire a trovare il fiato per parlare e quasi scivolando giù dal letto. Mi aggrappai a Niall, che fermò il suo solletico par abbracciarmi, stringendomi a sé.

Dai, fallo per me.” mi supplicò di nuovo nell'orecchio, e vedendo che non rispondevo aggiunse, “Zayn ci è rimasto male. Almeno fallo per lui.”

Sospirai ancora, e stavo per rifiutare l'invito un'altra volta, quando la porta si aprì di scatto, spaventandomi a morte e impedendomi di allontanarmi da Niall prima che qualcuno pensasse male.

È pront- oh, scusate, non volevo interrompere.” disse la voce di Zayn e i suoi occhi neri incrociarono i miei per , e la porta si richiuse subito dopo le sue parole astiose.

Dai, andiamo a mangiare.” dissi per distrarlo dai suoi tentativi di convincermi.

Un quarto d'ora dopo eravamo tutti a tavola, e Hannah stava dicendo a Louis che avrebbe dovuto fare più attenzione a dove andava, perché in qualche modo era riuscita a convincerla di essere andato a sbattere contro un palo. Guardai il piatto di riso che mi trovavo davanti, mescolandolo ogni tanto per dare l'impressione di star mangiando, cosa che assolutamente non stavo facendo.

Ah, e zia? Stasera Taylor viene con Zayn alla mia festa.” disse tranquillamente Niall, facendomi alzare la testa di scatto, impallidendo. Lanciai un'occhiata fugace a Zayn, che a sua volta mi stava fissando con un sopracciglio inarcato.

Io non ho detto che venivo.” sussurrai mentre tutti si giravano a guardarmi con stupore.

Hannah per poco non lasciò cadere la forchetta dallo stupore: “Ma lei non può venire.” disse, tappandosi subito dopo la bocca e spalancando gli occhi.

Liam, che oggi sembrava più perspicace del solito, aggrottò le sopracciglia: “Perché è così certo che non possa venire? Insomma, non credo che venire ad una festa la ucciderà.”

La scarica di adrenalina mi fece ragionare più in fretta, cercando una scusa plausibile tra le montagne di scuse che avevo accumulato negli ultimi anni. Guardai Hannah alla ricerca di aiuto, ma lei era persa tanto quanto me questa volta. Non sapevo dire, non sapevo cosa dire ma dovevo dire qualcosa per forza.

Per via dell'incidente.” blaterai, pentendomene subito dopo. Ora avrei dovuto creare l'ennesimo castello di carte con le mie bugie, sperando che non crollasse tutto.

Tutti alla tavola si zittirono, e io arrossi sotto i loro sguardi curiosi. Gli occhi di Hannah sembravano dire: in che diavolo di casino ti stai cacciando? Non lo sapevo nemmeno io.

Incidente?” chiese cauto Liam, e ora non c'era più il sospetto che gli stessi mentendo nella sua voce.
Annuii, inventandomi la scena più realistica che mi venne in mente: “Sì, qualche anno fa ho fatto un'incidente d'auto con i miei e i vetri si sono rotti e delle schegge del finestrino mi hanno sfregiato gli avambracci e quindi ora li tengo sempre coperti con delle garze.”

Il silenzio si fece più pesante, ma perlomeno sembravano convinti dalla mia immensa bugia.

Ma cosa c'entra questo col venire alla festa?” domandò un Harry molto perplesso mentre si infilava un broccolo in bocca.

Per mio grande sollievo fu Hannah a rispondere, che aveva capito a che gioco stessi giocando e sembrava disposta ad aiutarmi: “Alle feste si va con i vestiti, e la maggior parte dei vestiti non ha le maniche. E Taylor non ha detto a nessuno dell'incidente, e non vuole che si facciano domande sulle bende.”

Il sorriso di Louis si ingrandì, per mio grande orrore. Ormai avevo capito che quando Lou sorrideva così, non poteva essere nulla di buono.

E tu non rispondere. Ci saremo noi lì con te, quindi non ti devi preoccupare di nulla. Anche perché, non vorrai lasciare Zayn senza un'accompagnatrice, no? Tu pensa solo a vestirti e truccarti, partiamo alle nove da qua.” disse con una nota di finalità nella sua voce, felice della sua decisione.

Beh, Taylor, magari ti farà bene uscire qualche volta.” aggiunse Hannah con quel tono materno.

Mi girai verso di lei con uno sguardo di paura: “Ma tu da che parte stai?” le domandai, e non stavo nemmeno completamente scherzando. Lei si limitò a sorridere mentre beveva.

Com'è che nessuno ha chiesto il mio, di parere?” domandò Zayn, puntando la forchetta contro Louis, che a sua volta piegò le labbra verso l'alto in una specie di mezzo sorriso.

Perché sappiamo che sei così innamorato perso che non rifiuterai mai un'occasione per stare insieme a Taylor.” disse Harry, intromettendosi nella loro conversazione e facendomi sputacchiare l'acqua che stavo bevendo con le sue parole.

Zayn Malik non era innamorato di me, era una delle cose più stupide che avessi mai sentito, e io ne avevo sentite tante. Non solo dubitavo di stare simpatica a Zayn, ma ero perfino dubbiosa che Zayn potesse prendersi una cotta per qualcuna, figurarsi amare. E a quanto pareva, anche lui stava avendo le mie stesse perplessità.

Strano, io ero certo che Taylor stesse con Niall.” mormorò, la sua voce vellutata sarcastica e tagliente.

Niall e io ci scambiammo uno sguardo esasperato, e Niall non si risparmiò un piccolo sorriso.

Guarda che non stiamo insieme, puoi prendertela su vuoi.” disse Niall, rivolgendogli un sorriso luminoso.

Quelle parole, anche se erano chiaramente intese come scherzose, mi fecero immobilizzare: “Io non sono un oggetto, e di certo nessuno mi può avere.”

Taylor...” cominciò Liam, allungando una mano verso di me anche se non poteva toccarmi per quanto si fosse allungato. Lo guardai con una fiamma di ribellione. Una volta tanto stavo facendo sentire la mia voce, ma non era di certo il momento giusto.

Lo sai che stava scherzando, vero?”

Sospirai, portandomi una mano alla tempia e premendo, cercando di far sparire il mal di testa lancinante.

Appena tutti finirono di mangiare, mi avviai verso la camera, ma la voce soffice e morbida di Zayn mi fermò: “Taylor?”

Sì, Zayn?” domandai, tirandomi mentalmente un colpo in testa per il leggero tremolio della mia voce.

Ti ricordi quando ti sei finalmente degnata di guardarci in faccia per la prima volta?” la sua voce era sempre più vicina a me, ma mi rifiutai di girarmi a fissarlo, sicura che se l'avessi fatto non sarei riuscita a trattenermi dal fare un'emerita figuraccia. Proprio come quella di quel giorno, quando avevo fatto davvero la figura della scema davanti a loro. Annuii per fargli segno che avevo capito.

Ti ricordi quando Niall ti ha chiesto cosa non capissi?” la sua voce mi suonò nell'orecchio, un sussurro roco che mi stava facendo tremare per paura di non sapere dove volesse andare a parare con queste domande.

Annuii di nuovo, pregando che non si accorgesse dei brividi che mi avevano appena attraversato.

Lo sentii spostare i miei capelli dietro le spalle, e la sua mano mi scivolò lungo il braccio: “Non ti ho creduto allora, e non ti credo adesso. Fai schifo a mentire, Austen.”

 

*ANGOLO AUTRICE*
Non vi aspettavate di vedermi, eh? Sorpresa!
Mia sorella,
Lady Memories, mi ha consigliato di scrivere un mini-chappy (?) e quindi eccomi qui. È discretamente corto (certo, per i miei standard) ed è anche discretamente inutile, ma non importa, perché mi sono stranamente divertita a scriverlo. Oggi ho tante cose da dire, la prima essendo: AVETE VISTO IL BANNER?? In questo momento vorrei poter andare a casa di Pettyfer e riempirla di baci, ma visto che non posso mi limito a farlo virtualmente. Grazie mille, è stupendo e io ti amo :') anche se non ho ancora recensito i tuoi capitoli... ma lo farò prima o poi.
Poi: non ho davvero il tempo materiale per rispondere alle recensioni, e mi dispiace TANTISSIMO D: Sono un'ingrata, lo so, ma mia madre mi sta torturando perché mi prepari la roba per NY e non ho il tempo per fare niente. Mi dispiace tantissimo ma le ho lette tutte le 38 (tra l'altro, siete le lettrici migliori del mondo, siete fantastiche, grazie di cuore!) e siete state tutte così cariiiiine.
Ecco, alcune di voi mi hanno chiesto un'immagine di Taylor e Gary. Per Gary non ci sono stati problemi, perché il suo personaggio è nato proprio da un'immagine trovata per caso su google, ma Taylor è stata complicata, perché me la sono completamente inventata. Ma ho trovato una foto che più o meno rispecchia quello che pensavo (immaginatevela con i capelli più lunghi però). Quindi, in modo da non dare troppo fastidio a quelle che invece non vogliono sapere come me li sono immaginati e preferiscono tenersi i loro personaggi, non metto direttamente le immagini ma i link:
Gary:
http://s13.postimage.org/wglfsfbqv/blue_eyes.jpg
Taylor:
http://s10.postimage.org/yie8twu0p/TAYLOR.jpg
Ora, tornando al capitolo, dopo tredici capitoli si è finalmente scoperto perché si sono trasferiti tutti in massa a casa di Hannah, e nel prossimo toccherà a Taylor rivelare qualcosa su di sé (se volete uno sneak peak, basta pensare alla presentazione). Poi, stavo pensando di alzare il rating ad arancione, perché secondo me c'è davvero troppo violenza (più che altro molto descritta) o perlomeno mettere un avvertimento nella presentazione. Voi cosa ne pensate? Mi raccomando, ditemelo se il capitolo fa schifo, o se avete delle critiche costruttive, perché ci tengo ad avere un vostro parere :)
Ok, ho detto abbastanza per oggi. Ci rivediamo tra 3 settimane!
Ele

   
 
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