Trasposizione di luce su
carta ~
prompt: #020, a bit of color
Quel
sorriso incredulo indugia ancora sulle labbra di Holly. Sono passati minuti,
ore, forse una vita intera, ma l’aria della sua stanza e del suo mondo
è ancora permeata di quella muta sorpresa che trasforma la luce e fa risplendere
il letto di qualcosa che là dentro non c’è mai stato.
Lei e David, in quel letto, ci hanno scopato; è più
corretto dire che lui ha scopato lei, fino alla nausea. Ma oggi è tutto
così diverso. Le lenzuola non profumano di David, né di sesso, ma
di una cosa che Holly fatica a comprendere e fin quasi a concepire –
è troppo strano chiamarlo amore, fa paura. Sa solo che quel qualcosa la
fa sorridere incredula, incessantemente.
Karen se ne accorge. «Resta ferma. Rilassa il viso.»
Holly ci prova. Nella voce di Karen ci sono così
tante cose che le parlano in una lingua familiare, sconosciuta ma familiare. La
punta di un pennello sottile traccia una strada sulla carta, e anche quella
forma, che pure è la sua, adesso sembra del tutto diversa perché
sono gli occhi di Karen a vederla in modo diverso. Migliore. Più bella.
Karen si concentra su un punto del ritratto. Holly si chiede
quanto sia difficile tentare di rappresentare la luce che si sente negli occhi,
quella di chi a un tratto vede il mondo un po’ più vicino, un po’
più colorato e caldo. E Karen solleva lo sguardo e sorride, perché
sa cosa pensa, sa tutto di lei. L’ha sempre saputo.
Il disegno è quasi finito, ma Karen decide di
abbandonarlo, la raggiunge nel letto e, forse per averne la certezza, magari perché
è davvero amore – assurdo spaventoso vero amore – la bacia
ancora, leggera, e ancora.
«Sei bellissima.»
E il sorriso incredulo di Holly è sempre lì, ma è sempre meno incredulo ed è sempre più sorriso.
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