Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: samy_97_    23/06/2012    6 recensioni
[Storia ambientata in un ipotetico futuro, in cui grazie alla licenza poetica di cui mi avvalgo (xD) Inu Taisho è vivo. Sono presenti quasi tutti i personaggi di Inuyasha, più qualche altro nuovo pazzo personaggio inventato da me =) Buona lettura]
"E' iniziato tutto una domenica di ottobre, lo stesso giorno in cui, alta in cielo, c'era la luna piena.
E, nel mio personalissimo gergo, Luna Piena è uguale a Niente Poteri Demoniaci.
Aspettate un attimo! Forse è meglio che mi presenti: mi chiamo Ayame Taisho e sono una mezzo demone diciottenne. Vivo in una kawaiissima villa, insieme alla mia famiglia adottiva a Tokyo, in Giappone, nel Mondo."
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Songs of Life'
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Set Fire To The Rain


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2. Quando capisci che i vecchi e brutti non sono sempre vecchi e brutti.

Driiin… Driiiiiiiiin… DRIIIIIIIIN!!!

-Dannata sveglia!- ringhio dandole una manata e facendola finire addosso al muro. Il tutto è seguito da uno CRASH della sveglia che va in mille pezzi.

Dannazione, mi toccherà comprarne un’altra.

Sbadiglio alzandomi e, pigramente, mi dirigo verso il bagno. Bagno personale visto che la casa è talmente grande che, oltre alla stanza da letto, possiedo una cabina armadio gigantesca, un bagno gigantesco e vicino ai miei alloggi –neanche fossi la figlia di Re Sole- c’è anche una biblioteca.

A dire il vero confina anche con le stanze di Inuyasha, ma la sfrutto solo io visto che per Inuyasha i libri sono utili solo per aizzare il fuoco nel camino.

Prima di scendere a colazione indosso la classica divisa della scuola giapponese, cioè il fuku alla marinara.

Quando sono pronta mi guardo allo specchio e, non che fosse una novità, trovo pietosa la mia immagine: chi l’aveva detto che i demoni sono tutti belli e affascinanti? No perché, se me lo ritrovo tra le mani gli infilo due dita in gola e gli faccio vomitare tutte le stronzate che ha sparato.

Stamattina, poi, sono anche peggio del solito. Certo durante la notte ho riacquistato i miei capelli neri e gli occhi color del carbone, ma dopotutto non sono tutto quello splendore con quella maledetta divisa scolastica che ha la maglia che arrivava a mala pena all’ombelico –ergo, se alzi le braccia sei fregata- e quella dannatissima gonna a quadri che è lunga come quella di Sailor Moon.

Ma dico io, per questi giapponesi è tutto ok se si vede il culo, ma guai se non porti le calze!

Mi verrebbe da graffiare lo specchio, ma poi dovrei ricomprare anche quello. O forse lo devo ricomprare comunque visto che riflette i sacchi della spazzatura anziché le persone.

Decido di scendere prima che mi venga qualche strano tic all’occhio e, alla velocità della luce, mi fiondo in cucina pronta a mangiare le leccornie che Izayoi prepara per colazione.

-Buon giorno a tutti!- non finisco neanche di parlare che sento un delizioso profumino provenire dal forno.

-Mamma sta preparando un dolce.- dice Inuyasha seduto al tavolo.

-Mmmm- sussurro ispirando ancora quel delizioso profumo.

Ma… dov’è Izayoi?

-Ma… si brucerà se Izayoi non sta attenta. Dov’è?- visto che in cucina non c’era traccia della mia madre adottiva vado a sbirciare in salotto, aspettandomi di trovarla spaparanzata sul divano, ma scorgo solo l’elegante figura di Sesshomaru seduto a gambe accavallate, mentre legge un libro. Ora che sono ritornata in possesso dei miei poteri demoniaci riesco a sentire molto meglio il suo odore. Penso si avvicini a quello che si sente nelle giornate d’inverno, in montagna, quando fa molto freddo.

-Non vieni a fare colazione con noi?- dico avvicinandomi un po’ e aspettando la sua risposta. Affermativa, ovviamente, visto che adesso fa parte anche lui della famiglia.

Aspetto qualche secondo ma nessuna risposta giunge alle mie orecchie; mi avvicino fino a che non mi ritrovo davanti a lui. Sta tranquillamente leggendo quel suo maledettissimo libro senza degnarmi di uno sguardo.

Ho capito che per lui sono uno scarto della società e un esperimento transgenico riuscito male, ma un po’ di educazione gli potrebbe solo giovare.

Incrocio le braccia e gli ripeto con calma la domanda: magari non ha sentito.

-Ti ho chiesto: non vieni a fare colazione con noi?-

Sesshomaru non da segno di avermi sentita e gira tranquillamente una pagina snobbandomi alla grande. A quel punto iniziano a girarmi le scatole, così gli prendo il libro di mano e lo chiudo con un tonfo.

Non faccio neanche in tempo a rendermi conto di cosa ho avuto veramente la faccia tosta di fare (!) che il mio fratellone si alza e, molto elegantemente, mi solleva da terra prendendomi per il collo.

Ooooh, ma che fratellone premuroso che ho! E’ talmente delicato che quasi non li sento gli artigli che mi penetrano la pelle. Davvero dolce.

Faccio un piccolo appunto: mia madre era una sacerdotessa e da lei ho ereditato la capacità di controllare il mio potere demoniaco e mi ha insegnato a dosarlo, per farlo affluire nella quantità desiderata nel mio corpo.

E’ anche per questo che ho deciso di eliminare quelle deliziose orecchi feline e le ho fatte diventare normali orecchie umane.

Dunque, mentre il mio fratellastro mi tiene per il collo, libero parte del mio potere demoniaco e, come conseguenza, fanno la loro improvvisa comparsa le mie orecchie da pantera.

Sesshomaru probabilmente è rimasto un po’ sorpreso visto che ha spalancato di poco gli occhi, per poi ritornare impassibile.

Dovrei pensare positivo sul fatto di quella malattia che influisce la mimica facciale. O forse è solamente molto ma molto capace.

-Non osare mai più mancarmi di rispetto, capito mezzo demone?- parla lentamente, come se stesse parlando con una ritardata mentale e questo mi fa imbestialire ancora di più.

Lo guardo con sfida e so come devono sembrare i miei occhi in questo momento: neri come l’onice pura e ardenti come fiamme. Dopotutto da mio padre ho ereditato anche la capacità di controllare il fuoco.

Sesshomaru indurisce lo sguardo e stringe ancora di più la presa sul mio collo, forse aspettandosi che annuisca spaventata o che lo supplichi di perdonarmi.

Beh, non succederà nulla di tutto questo.

Gli metto le mani sul polso e inizio a stringere a mia volta per costringerlo a mollarmi a terra e quando capisco che non lo farà mai, utilizzo il potere del fuoco e lo concentro sulle mani.

Dopo un po’ iniziamo entrambi a sentire un terribile odore di carne bruciata. Solo allora Sesshomaru lascia la presa, ma non smette di guardarmi minaccioso.

Chi vuole cane arrosto???

Penso che non si azzardi a farmi altro solo perché Inu e Izayoi sono appena scesi e ci aspettano per colazione.

-Se pensi di farmi paura- gli dico –solo perché sei un demone completo ti sbagli di grosso. Non pensare che sarò la tua servetta o che mi farò sottomettere: non mi sono mai fatta comandare da nessuno e non ho intenzione di cominciare ora.-

Scuoto la testa e faccio sparire le orecchie, poi mi avvio in cucina, lasciandolo a leggere il suo stupido libro.

Quando entro i volti di Inuyasha e Inu si girano verso di me e, mentre Inuyasha mi guarda orgoglioso (per cosa poi?), Inu ha uno sguardo di rimprovero.

-Mi ha presa per il collo.- sussurro –Non ho intenzione di farmi mettere i piedi in testa da lui.-

Inu sorride, consapevole di quel lato del mio carattere, ma mi riprende comunque.

-Devi avere pazienza, cara.-

Io annuisco. Prima di andare a scuola mi sarei scusata.


A metà della colazione alzo lo sguardo e vedo Sesshomaru dirigersi verso la porta d’ingresso.

-Figliolo, vai a lavoro?- gli chiede Inu distogliendo per un attimo l’attenzione dalla sua terza fetta di torta.

Sesshomaru si limita ad annuire e a continuare per la sua strada.

Mi alzo di scatto, e gli corro dietro. Mi devo scusare, no?

-Sesshomaru, aspetta!- gli urlo e arrivo vicino a lui mentre si infila un giubbetto leggero e si sistema la cravatta. Dove starà andando?

Non sono cazzi tuoi, Ayame.

Aspè… adesso ho pure la doppia personalità che mi rispondo da sola???

No: io sono la parte razionale e intelligente!

-Volevo scusarmi per le bruciature.- gli dico, aspettandomi almeno una parola, anche “Va bene” o “Si”.

Invece mi guarda dall’alto in basso e poi esce senza proferire verbo. Figuriamoci nomi, aggettivi e quant’altro.

Rimango a bocca aperta e ritorno in cucina ancora stupita.

-Insomma, Ayame, perché diavolo gli hai chiesto scusa?-

Io scuoto la testa, in fondo un po’ lo capivo –Magari si deve ancora ambientare. Ti ricordi quanto antipatica ero il primo periodo che sono stata qui?-

-Avevi undici anni!- dice. Io scuoto di nuovo la testa.

-Non c’entra.- e la conversazione finisce là.

Aiuto Izayoi a spreparare e poi prendo la cartella, avviandomi a scuola insieme ad Inuyasha.

Abbiamo appuntamento con Kagome a metà strada. Per un po’ rimaniamo zitti e io ne approfitto per pensare che Inuyasha sembra nutrire molto rancore verso suo fratello, ma dopotutto è anche l’opposto visto che da quando abitano sotto lo stesso tetto non si sono mai rivolti la parola.

-Inuyasha, perché provi rancore per tuo fratello?- gli chiedo dopo qualche minuto di silenzio.

Voglio ricostruire il puzzle della sua vita, anche per sapere con chi ho realmente a che fare.

Lui alza la testa al cielo e si perde nei ricordi –Come sai bene è nato prima lui di me ed è un demone completo. Penso che, anche se sembra impossibile, abbia sofferto molto quando papà ha lasciato sua madre per la mia e lo abbia odiato quando ha dato alla luce un figlio con lei. Capisci…mi odiava perché sono il frutto di una presunta debolezza di nostro padre.-

-Ed ora?-

-Adesso non più, tanto che ha anche acconsentito a tornare ad abitare con noi, ma di sicuro non ci adora.- dice e poi porta le braccia dietro la testa, girandosi verso la mia parte e sorridendo allegro.

-Comunque i geni migliori di papà li ho presi io, non lui!-

Ecco, lo sapevo che non può fare un discorso totalmente serio!

Ma non resisto dallo scoppiare a ridere.

Sento da distante il profumo di Kagome e, stranamente, anche quello di Sango e Miroku. Questi ultimi due sono fidanzati, mentre Kagome è segretamente infatuata di mio fratello, ma lui tonto com’era non ha capito i segnali che lei continua ostinatamente a inviargli.

-Ma… Inuyasha?- gli chiedo prima di raggiungere i nostri amici –Lui non poteva andare ad abitare con sua madre?-

Inuyasha scuote la testa.

-Sua madre è ancora peggio di lui. Cioè, come carattere e aspetto si somigliano molto, ma lei non ha mai provato affetto per lui, quindi appena raggiunta la maturità l’ha lasciato a sé stesso. L’ho vista una sola volta nella mia vita e mi basterà per sempre. Ehi, Kagome!-

E poi lo biasimavano se era diventato gelido come un ghiacciolo?

-Comunque, Ayame, questo non giustifica tutto ciò che ha fatto.-

Ecco, come non detto.

-Ehi, Inuyasha, Ayame!-

-Ciao Kagome! Come va?- le chiedo mentre ci incamminiamo verso la scuola superiore Musashi.

-Tutto ok, grazie. Voi?-

Io guardo Inuyasha. –Beh, ieri pomeriggio Sesshomaru è tornato a casa. Anzi è venuto ad abitarci.- dice lui guardando davanti a sé.

-Sesshomaru? Intendi il tuo fratellastro?- gli chiede Miroku e Inuyasha annuisce.

-E…?- chiede Sango affiancando il fidanzato.

-E ci detesta. Ed è anche un gran maleducato a dirla tutta. E poi è così… così…-

-… freddo?- mi suggerisce Inuyasha.

-Freddo? Ma se è gelido come i venti del nord le mattine di dicembre?- ironizzo alzando gli occhi al cielo.

-Ragazzi, mi sa che siamo in ritardo!-

Guardiamo tutti Kagome che ha appena parlato e poi iniziamo a correre verso la scuola.


Io e Inuyasha arriviamo davanti alla porta della 2H appena dopo la professoressa Kaede, l’insegnante di lingua giapponese.

E’ una vecchietta molto simpatica, la sua unica particolarità è che le manca l’occhio destro.

Da qui la mia convinzione che la scuola faccia veramente male alla salute. Comunque…

Kaede inizia a recitarci quasi a memoria una sfilza di regole grammaticali, frasi complesse e espressioni algebriche… no, quelle no.

Comunque, quell’ora mi era parsa interminabile ma, grazie a Santa Luminosa, anche quella volse al termine

-Da notare volse al termine!

Perché?

Mi sento importante a dire cose complicate!

No comment…-

Quando la campanella suona chiudo con un tonfo il libro e mi alzo dirigendomi da Inuyasha che chiacchiera, stranamente, con Shiori, una nostra compagna anche lei demone.

Vado vicino a Shiori-tutta-tette e cerco di capire di cosa stanno parlando.

-Insomma, neanche la preside Kagura può essere così maligna da cambiarci il professore di storia giapponese a metà anno!- dice Inuyasha.

-Speriamo almeno sia carino. Altrimenti sai che noia?-

Ovviamente a Shiori-tutta-tette importa poco dell’argomento “studio storia”. Preferisce concentrarsi sulla matematica: i numeri le sono utili per contare quanti ragazzi riesce a portarsi a letto.

-Nuovo professore?- dico starnutendo quando Shiori-tutta-tette mi passa accanto e lascia una scia di profumo terribile per il mio povero naso.

-E quando ce lo dovremmo avere questo professore?-

Io guardo l’orario appeso al muro e sospiro. –Ora.-

Inuyasha sbuffa annoiato. –Sarà un’idiota senza cervello. Magari pure brutto e antipatico.-

-E vecchio con un principio di demenza- aggiungo io, ridacchiando.

-Sarebbe una grande sfortuna.- dice una voce dalla porta.

Solo in quel momento noto che nella classe è tornato il silenzio e che alcuni simpaticissimi pinguini iniziano a zampettare allegramente di fianco a noi. O forse è tutto dettato dall’atmosfera gelida che si è creata in un istante.

Guardo prima i miei compagni di classe e poi, molto lentamente, mi giro verso la porta.

Colui che vedo mi fa schizzare gli occhi fuori dalle orbite fino a Uranio.

Altro che vecchio e brutto: in nostro nuovo professore non è altro che Il Vento Del Nord! Sesshomaru Taisho!

-TU!- sbotta infuriato Inuyasha –Cioè… TU!-

Nooo, che perle di saggezza! Resterà sicuramente impressionato.

-Vedo che il tuo vocabolario non è aumentato negli anni.- dice sedendosi comodamente sulla cattedra.

Io, intanto, prendo in considerazione di iniziare a costruire un pupazzo di neve, tanto per ammazzare il tempo.

-Per chi non mi conoscesse, sono Taisho-sensei- e a quel punto tutti si girano verso di noi. Devono aver capito che è –purtroppo- imparentato con noi. –E sarò il vostro insegnante di storia giapponese fino a quando non prenderete il diploma.-

Oddeo, così tanto? E io che speravo di cavarmela con un paio di lezioni!

-A proposito… Taisho?... Tutti e due. Fuori.- dice mentre tira fuori dei fogli dalla sua beneamata borsa.

Inuyasha si dirige verso la porta con passo veloce e io lo seguo un po’ più titubante, poi mi chiudo la porta alle spalle.

Merda, merda, merda. E merda, giusto per sicurezza.

-Inuyasha?- gli chiedo quando siamo seduti in corridoio. –Ti ricordi tutte quelle cose che ho detto stamattina sul fatto che lo comprendevo e tutte le altre cazzate? Si? Beh, dimenticatele!-


-Cioè, vi siete fatti buttare fuori dal nuovo professore?-

Guardo Sango corrucciata –Sango, stai zitta, va!-

Kagome si avvicina ad Inuyasha e gli mette una mano sul braccio per consolarlo. Quanto sono kawaii quei due???

Anche Miroku poco dopo mi avvicina a me e con uno sguardo rammaricato allunga una mano sul mio sedere. Mi giro e gli stampo una cinquina sulla guancia destra e Sango fa lo stesso sulla sinistra.

-Amooore!- piagnucola lui –La stavo solo consolando!-

-Col cavolo!- dice Sango tirandogli le orecchie.

No, loro non sono mica tanto kawaii

Scuoto la testa rassegnata.

Ehi, ragazzi, io faccio una piccola deviazione.- dico salutandoli con la mano. –Ci vediamo a casa, Inuyasha.-

Kagome e Sango si avvicinano per darmi un bacino mentre Miroku sorride massaggiandosi le guance.

Io ridacchio e mi avvio verso la fioreria più vicina.

Spingo la porta e una campanella tintinna per segnalare la mia presenza.

Una donna sulla cinquantina sbuca dal retro bottega e mi sorride gentilmente. –Il solito, cara?-, mi chiede affabile. Io annuisco e lei inizia a prepararmi un piccolo e delicato mazzolino di gardenie bianche e lo lega con un nastrino nero.

Le gardenie sono simbolo di gioia e felicità, e di solito porto sempre quelle ai miei genitori, per augurar loro di essere felici anche se non sono più in questa terra.

Pago e ringrazio la fioraia e inizio a camminare verso il cimitero.

Avevo fatto seppellire i miei genitori in questa parte della città così li avrei avuti un po’ più vicini, infatti li vado a trovare quasi ogni giorno.

Oltrepasso file e file di tombe fino a che non arrivo a quella più bella. E’ di colore grigio, abbastanza grande e con varie rientranze, così da poter appoggiare i fiori.

Prima di farlo, però, cambio l’acqua e butto via quelli vecchi; poi riaccendo un piccolo bastoncino di incenso che rilascia un piacevole profumo.

Mia madre adorava l’incenso.

Mi siedo davanti alla tomba e mi faccio sfuggire una lacrima.

-Ciao mamma, ciao papà.-



Image and video hosting by TinyPic Angolino dell'autrice: Salve a tutti, gente! Beh, beh, che dire? Innanzitutto spero che questo capitolo vi sia piaciuto tanto quanto il precedente! In ogni caso, vi devo assolutamente ringraziare per le magnifiche recensioni: non avrei mai pensato di riceverne così tante già al primo capitolo!

Dunque, parliamo un po' del capitolo: Ayame ha il primo e vero incontro con Sesshomaru. Come vi è sembrato? E' stato troppo OOC? Ho pensato che non può essere tutto rose e fiori, specialmente all'inizio. Ovviamente i rapporti tra di loro si scioglieranno, visto che sono fratelli, ma dato il carattere irascibile e testardo di Ayame e quello leggermente antipatico di Sesshomaru non sarà facile.

A proposito: come noterete in questa mia storia Shiori non è una mezzo-demone, bensì un demone completo e il suo carattere è molto diverso da quello nell'anime. Non chiedetemi il perché di questa scelta: semplicemente vedo benissimo quel personaggio in questo ruolo. =)

Troverete le risposte alle vostre magnifiche e stupende recensioni al massimo entro domani!

Oh, e vi invito a passare a leggere “Blue” di Anto_P e “Smells Like Teen Spirit” di Lirin Lawliet.

Non mi sembra di dover dire nient'altro se non: GRAZIE! A chi, ovviamente, ha recensito e a chi ha messo questa storia tra le preferite, le seguite o le “da ricordare”! Grazie infinite!

Un abbraccio,

°°Samirina°°






  
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