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Autore: Leaena    24/06/2012    4 recensioni
Era scattata come una scintilla dentro di me. Una scintilla così forte da accendere un intero incendio. Quel fuoco non si era mai spento, nemmeno per un solo istante, e avevo intenzione di continuare a farlo vivere.
Leah resta via dalla riserva per un mese. In questo tempo qualcosa dentro di lei è scattato; è più forte, più determinata di prima. E' più donna. Ritornerà a combattere ancora e ancora.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quileute | Coppie: Leah/Sam
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Benvenuta a casa, Leah.
Questa fu la prima cosa che pensai quando scesi dall’auto e inspirai l’odore che i boschi di La Push davano a quest’ultima.
Mi ero fermata proprio davanti casa mia, perché mia madre mi aveva telefonato dicendomi che mi avrebbero aspettato lì, lei, Seth e il resto del branco.
Ero in piedi, ferma vicino la macchina, con il portamento ben eretto, il viso alto, il sorriso sulle labbra e gli occhi accesi. Seth, il mio fratellino, fu il primo a uscire per venirmi in contro e salutarmi. Mi lasciai avvolgere dalle sue braccia e ricambiai l’abbraccio più forte che potetti; poi, fu il turno di mia madre. Gli occhi che si incontrarono e una carezza: questo bastava.
Davanti a me c’era il branco. Avevamo gli sguardi seri, puntati l’una sugli altri. Di punto in bianco, scoppiai a ridere; loro mi guardarono allibiti, poi le nostre risate si mescolarono.
«Cazzo, Leah. Sei una grandissima stronza! Pensavamo già che ci stessi per fare un cazziatone. Oh, manco arrivi e già il cazziatone?». Jacob mi infilò le mani fra i capelli. «E questa? Da dove viene questa traccia?».
«Visto? Bella, eh? Ho intenzione di farmi crescere i capelli luuuunghi luuuunghi.»
Dolores, Lola e Marisa mi avevano convinto, mettendoci non so più quanto tempo, quante parole e discorsi spesi, per lasciarmi crescere i capelli. Sostenevano che i capelli lunghi erano più da Donna, con la D maiuscola. Alla fine ero finita per crederci, soprattutto quando mi avevano detto che i capelli raccolti in una treccia mi davano l’aria di una guerriera.
«Non so più nemmeno che scusa le abbiamo rifilato per convincerla a lasciarli crescere.»
«Cristo, Lee. Un po’ di femminilità, eh?». Lola, continuando il discorso di Dolores, mi diede una sonora pacca sulla spalla.
«Queste simpaticone sono Dolores e Lola, poi ci sono Marisa, Luis, Cristiano e Rafael. Sto morendo di fame. Ma si mangia o no?».
 
Ma quanto mi erano mancati i manicaretti di mia madre?
Benvenuta a casa, Leah.
Il branco era al completo. E quando dico al completo significa proprio al completo. C’erano tutti i ragazzi con le loro compagnie e all’appello non mancavano nemmeno Sam ed Emily. Il mio cuore era ancora gonfio d’orgoglio per il modo in cui avevo sostenuto lo sguardo fermo e stabile alla vista dei due piccioncini peace&love.
Fanculo, Leah è forte. E non si lascia intimorire di certo da voi due.
Luis mi venne in contro; ero sull’uscio di casa con le birre in mano che ero andata a prendere. Mi prese le bottiglie di mano e le appoggiò a terra, poi mi mise le mani sui fianchi e mi guardò, dritto negli occhi.
Diamo inizio ai giochi.
Lasciai che la sua lingua accarezzasse la mia e lui si lasciò stringere forte dalle mie braccia. Sentivo il silenzio e gli sguardi di tutti puntati su di noi.
Leah che si trova un fidanzato. Questa non ve la sareste mai aspettata, eh? Questa non te la saresti mai aspettata, vero, Sam?
Peccato solo che dovevo fare la parte della fidanzatina innamorata persa, se no avrei tanto voluto aprire gli occhi e vedere la faccia di tutti, di Sam ed Emily in particolare.
Ancora uno e due baci a stampo e poi via, presi le birre e le portai al tavolo.
Un fischio. «E brava Leah!».
«Ehi, non toccare il culo sodo della mia ragazza, sai? O vuoi fare a botte, Embry?».
Mentre Embry e Luis si scazzottavano, guardai le facce dei miei compagni di branco, una ad una. Partii da mio fratello. Mi sorrideva, era felice per me, ma, con ovvietà, i suoi occhi mi trasmettevano un pizzico di gelosia.
Il mio fratellino!
Be’… altro che fratellino! Si stava facendo un Uomo. Un vero Uomo.
Jacob mi fece l’occhiolino, Paul mi diede il cinque, Quil mi sorrise, così come le ragazze. Sam mi guardò, fisso, duro… incazzato. Emily guardava Sam con le lacrime agli occhi.
Leah: 1 - Emily: 0.
 
Cara, cuginetta.
Ci sono molte cose che devi sapere. Non sono più la Leah che se n’è andata un mese e mezzo fa dalla sua riserva per andare in Messico. Non sono più quella Leah che conoscevi. Ora il vostro fottuto imprinting non lo temo. L’imprinting mi fa un baffo. È solo una cazzata, che ha cercato di rovinarmi la vita. Ma sono cambiata. Sono diventata forte. C’è fuoco dentro di me. Arde.
Ora ascoltami bene, Emily: pussa via, perché Sam è mio.
 

°°°°
 

Quando Leah pensa queste cose non sa che c’è qualcosa che sta per abbattersi su di lei, violenta. Qualcosa di completamente inaspettato che la ostacolerà, la fermerà. E Leah di fermarsi non ne vuole proprio sapere. È già partita in quarta per riprendersi il suo uomo. Ma ecco: ancora pochi secondi e su di lei crollerà tutto. Tutte le sue speranze, tutti i suoi sogni. Tutto andrà in frantumi, ancora una volta.
Emily si alza, avendo così tutta l’attenzione su se stessa.
«Aspetto un bambino» sorride gioiosa.
E Leah in quel sorriso ci trova solo morte.
«Sam? Sam! Di’ qualcosa! Non sei felice? Diventerai papà.»
Sam è incredulo. Diventerà papà. È felice sì, ma c’è qualcosa che gli impedisce di essere totalmente felice. La madre di suo figlio sarà Emily, non Leah, la donna con cui avrebbe voluto costruirsi la vita.
Leah si approfitta del momento delle congratulazioni, in cui tutti sono distratti, per andare via da quel poco diventato ormai soffocante.
Vattene via, Leah. Vattene via. Vai a cercare il tuo ossigeno, il tuo Sole.
Valli a cercare.
Valli a cercare, Leah, ma tanto non li troverai. Né ora, né mai.
Leah corre e più corre, più la rabbia e il dolore aumentano, poi esplode in un istante che per lei sembra secoli per quanto fa male.
«Lee! Lee! Leah, aspetta! Aspettami. Dove stai andando?». Luis la insegue, ma lei è più veloce del vento. Lei corre, scappa, più veloce di un’aquila.
«Cosa fai? Scappi? Sei una codarda, Leah! Fermati e torna indietro! Abbi le palle anche per affrontare quest’ultima mazzata. Dov’è la Leah Clearwater che conosco? TIRA FUORI LE PALLE, CAZZO!».
«Un bambino, Luis. Un bambino!». Leah riesce a pensare solo questo.
«Un bambino e allora? Non è detta l’ultima parola.»
«Ho perso. Ho perso e questa volta per davvero.»
«No! Non puoi arrenderti. Me l’hai insegnato tu.» Luis è molto affezionato a Leah. Le vuole bene, come se fosse sua sorella. E vederla in quello stato gli provocava una grande rabbia. Possibile che lei non debba essere un po’ felice?
«Non posso fare più nulla ormai.» I pensieri di Leah sono sfumati. Se li avesse detti ad alta voce, li avrebbe appena sussurrati.
«Sì, Leah, che puoi. Puoi ancora combattere, perché sono sicuro che sia rimasta ancora una piccola possibilità. Tu devi ancora combattere, lo devi fare sempre. Vieni, Lee, andiamo. Torniamo dagli altri.»
 

°°°°

 

Anche se non c’era nessuno Luis mi aveva preso per mano. Volevo dirgli che sapevo che lui era al mio fianco. Mi avrebbe sostenuto. E questo era di vitale importanza per me.
Ritornammo dagli altri. Festeggiavano, ridevano, erano felici. Perché io non potevo mai ridere assieme agli altri?
Il solito schifo di sempre. 
Benvenuta a casa, Leah.



 

   
 
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