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Autore: GilraenAlcarin    24/06/2012    6 recensioni
Salve!! GilraenAlcarin altri non è che il nome comune di Echadwen e Estel91, le due autrici in cooperation di questa storia, nata da una grande passione in comune...... Buona lettura!!
" Elen sìla lùmenn' omentielvo "
" Una stella brila sul nostro incontro "
Pensò appena lo vide sparire tra gli alberi. Sapeva per certo, nel suo cuore, che nulla sarebbe più stato come prima.
Questa storia parla di un'amore tra un Uomo e un Elfo, nato piano piano, tra difficoltà e guerre. Un sentimento profondo che verrà messo a dura prova dalle fatalità del destino, ma quando sono le Stelle a benedirlo e quando la loro luce ne illumina il cammino...... Tutto è possibile.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4
 
Cambiamenti
 
Da quando Lanthir lo aveva lasciato solo per andare a svolgere i propri compiti, era rimasto seduto su quel gradino del porticato... Erano trascorse delle ore ormai ma né il bellissimo principe né il sovrano di Bosco Atro erano ancora usciti dalla sala del trono.                                                                                                                        Si era sfilato l'anello di Barahir ed ora lo rigirava fra le dita, ripensando all'istante in cui il tempo parve fermarsi, al momento in cui la meravigliosa creatura eterna aveva fatto il suo ingesso nella stanza e a come si fossero guardati... Subito si erano riconosciuti, non solo nell’apparenza ma anche nell’anima, nel profodo.
 
 << Legolas >> un sospiro.  Finalmente un nome.                                                                                                                                            Cosa poteva essere così urgente? Cosa doveva riferire Legolas a suo padre ti talmente importante da indurre il sovrano a farli allontanare dalla sala del trono?
All'improvviso il gioiello gli scivolò via dalla mano finendo a terra... Un lampo gli attraversò la mente
Ma certo! Non poteva che trattarsi di quello... Legolas doveva di certo aver riferito al genitore la sua vera identità. Si prese la testa fra le mani a quel pensiero... Da quando aveva raggiunto l'età in cui si diventa uomini era stato posto sulle sue spalle, da colui che considerava un padre, il peso, simboleggiato da quell'anello, di quella discendenza maledetta della debolezza e dall'ossessione del potere e di quel trono che non voleva, che non desiderava con tutte le sue forze. Maledì il momento in cui aveva rivelato all’Elfo la sua vera identità. Ma perché si era esposto tanto con quello che doveva essere uno sconosciuto? Non seppe spiegarselo.
 
La porta si aprì, ed un impercettibile rumore di passi risuonò per tutto il portico, era il principe che a grandi falcate si allontanava mentre degli altri Elfi, probabilmente i consiglieri del re, si appropinquavano ad entrare, l'espressione sul suo volto era strana, le labbra tirate in un quello che poteva sembrare un broncio e negl'occhi un velo di tristezza, lo sorpassò senza nemmeno notarlo. Quasi senza rendersene conto Aragorn allungò una mano per afferrarlo, Legolas percepì un movimento alle sue spalle e si voltò trovando l'Uomo seduto con il braccio allungato verso di lui.
 
<< Aragorn >>  Quasi non si accorse di aver pronunciato il suo nome. Sì fermò incapace di continuare, ancora una volta completamente prigioniero di quello sguardo che fin da subito aveva sentito su di se come una carezza…. Una dolce e calda carezza. A lui spettava il compito di informarlo delle decisioni del padre ma non sapeva come farlo.
 
 
<< Sei un principe. Avevo visto bene. Perché non me l’ hai detto subito? >>
 Chiese il ramingo, posando la mano destra sul marmo accanto a se, in un chiaro invito ad occuparlo.
 
<< Anche tu lo sei. >>
Rispose semplicemente il principe, volutamente ignorando la sua domanda. Si chinò a raccogliere l’anello da terra.
 
<< No, non lo sono. Non lo sarò mai. Sono solo un ramingo solitario. >> Mentre diceva queste parole, con la mano sinistra scostò una ciocca di capelli biondi dal bellissimo viso del principe, gesto completamente in contrasto con il freddo scambio di battute che stavano tenendo.
A quel gesto, Legolas s’irrigidì, decisamente quel mortale osava troppo, pensò. Ma tutto il suo corpo iniziava a tremare ogni qualvolta le mani dell’Uomo si avvicinavano a lui….
 
 
 
<< Domani verrai a Lothlòrien con me e mio padre, per incontrare i Signori della Luce. >>
Disse ad un tratto tutto ad un fiato, quasi a voler nascondere le reazioni del suo corpo a quel semplice gesto. Si alzò dandogli le spalle e si poggiò con una spalla alla colonna di marmo del porticato nel quale si trovavano
 
<< Perché? Sono vostro prigioniero? >>
Chiese Aragorn, alzandosi a sa volta e raggiungendo il biondo principe alle spalle. Si avvicinò così tanto da poter percepire il suo profumo, e quei capelli, avrebbe voluto toccarli, avrebbe voluto toccarlo. Ad ogni parola, l’Elfo poteva percepire il suo respiro.
Come se il suo corpo non agisse più per conto della sua mente, totalmente inebriato da quella miriade di sensazioni, alzò una mano e lentamente la posò sul suo fianco in un tocco quasi impercettibile, tanto era delicato.
 
<< No. >> Disse il principe con voce un po’ più alta appena percepì il suo tocco, e si voltò di scatto verso di lui bloccandosi quando si rese conto della distanza quasi inesistente alla quale si trovavano. Aragorn non capì se quel “no” fosse riferito alla sua domanda o al gesto che aveva compiuto. Ma non gli importava….  Fissò quelle labbra piene, avrebbe voluto baciarle, avrebbe voluto…
Un colpo di tosse li fece sobbalzare entrambi. Si ridestarono da quel dolce tepore in cui erano caduti.
 
<< Ada >> disse il principe
 
Aragorn sentendo quella parola si voltò subito
 
<< Mio signore >> un lieve inchino col capo
 
<< No, non sei nostro prigioniero >> rispose Thranduil che aveva ascoltato l'ultima parte della conversazione
 
<< Lungi da me far prigioniero l'erede al trono del più grande regno degli Uomini, colui al quale un giorno dovremo tutti la salvezza della Terra di Mezzo >> Disse il sovrano, un poco basito dalla vicinanza tra i due, e di come il figlio avesse tentato di allontanarlo al suo arrivo.
 
<< Verrai con noi a Lorien, Aragorn, non temere ciò che non puoi impedire. Sarai ciò che sei nato per essere. E mio figlio ti sarà d'aiuto. >>
Asserì il sovrano, facendo un piccolo sorriso.
 
 
 
 
 
A quelle parole il principe spalancò gli occhi, ma non aggiunse nulla, non poteva contraddire suo padre, perché il Sovrano aveva già detto tutto ciò che doveva esser detto.
 
<< Mio Signore.. Io... >> il ramingo non trovò le parole per proseguire e abbassò il capo.
 
Avrebbe tanto voluto gridare, urlare al mondo che lui era solamente un Uomo, che lui non era il discendente di Isindur, l'ultimo dei Numenor, colui nel quale scorreva il sangue degli antichi Re! Avrebbe voluto gridare
 
<< Io sono Grampasso. Grampasso e nessun altro! >>
 
Il sovrano capì i suoi pensieri
 
<< Aragorn vieni con me >> disse incamminandosi, facendo cenno al figlio di non seguirli
 
<< Lo so cosa stai provando >> riprese Thranduil una volta allontanatisi
 
<< So che hai paura, ti sembra che sia un'impresa troppo ardua da affrontare e che temi di non farcela. Anche io ero spaventato quando mio padre a suo tempo decise che era arrivato il momento che prendessi il suo posto, avrei voluto tanto salire in groppa al mio destriero e sparire >>
 il giovane lo guardò sgranando gli occhi sentendo un'affermazione del genere
 
<< Non fare quella faccia >> lo rimproverò scherzosamente
 
<< Il punto è che non siamo noi a scegliere il nostro destino e quando siamo destinati a ruoli importanti come essere sovrani bisogna mettere da parte i propri desideri e pensare al meglio per le altre persone >>
 il ramingo restò per lunghi momenti in silenzio, le parole della creatura immortale lo avevano scosso profondamente
 
<< Verrò con voi >> disse infine.
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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