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Autore: _Alma    24/06/2012    2 recensioni
Fatto stava che Puck, il duro della situazione, il figone, l’uomo forte e strafottente, diventava una tenera palla arcobaleno e spergiurava Jeff di regalargli qualche foto.
I Warblers sospettavano che vi volesse fare un altarino.

Per Marzia.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jeff Sterling, Un po' tutti, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A Marzia.
Buon compleanno, arcobaleno e fangirlante sorellona.
Credi davvero che ti evitassi in questi giorni per riordinare l’archivio del computer o che vedessi Harry Potter a singhiozzi perché avevo da fare chi sa cosa?
Eh, EH?
Te l’avevo detto che mi piacevano le sorprese, quindi spero tu sia sorpresa (Sii sorpresa lo stesso anche se non lo sei, ok? °-°).
Che sei importante e ti voglio bene lo sai, no?
Bene, sei importante e ti voglio bene.

*sparge cuori arcobalenosi*





My missing puzzle piece






Jeff aveva sempre avuto una strana e morbosa passione per la fotografia.

Era solito camminare con la sua Nikon a portata di mano e scattare foto alla più inimmaginabile cosa: dai canarini tipici della Dalton ai vestiti raccolti in una palla informe abbandonata sul letto disordinato di Nick ai visi sorridenti dei Warblers.

Da quando Kurt si era trasferito alla Dalton, poi, aveva sviluppato una fissazione per le fotografie che ritraevano Kurt e Blaine- i Klaine come avevano deciso con le New Directions.

La maggior parte erano spontanee e scattate di nascosto, in altre, invece, i ragazzi erano in posa, altre ancora le passava a Puck che, parole di Nick, iniziava a “vomitare arcobaleni dagli occhi”. Nessuno si approfondì mai su come si potesse vomitare dagli occhi.

Fatto stava che Puck, il duro della situazione, il figone, l’uomo forte e strafottente, diventava una tenera palla arcobaleno e spergiurava Jeff di regalargli qualche foto.

I Warblers sospettavano che vi volesse fare un altarino.

La prima foto che Jeff scattò ai Klaine la rubò durante una prova dei Warblers.



Kurt era arrivato alla Dalton da un paio di settimane e stava facendo di tutto per coordinare le dure sei lezioni diverse di ogni giorno e le montagne di compiti che ogni professore assegnava come se la sua fosse l’unica materia da studiare alle sfiancanti prove con i Warblers, che stavano preparando “Hey soul sister” per le gare provinciali.

Sapeva che la sua pelle gliel’avrebbe fatta pagare per tutto quello stress accumulato. Senza contare che non vedeva i suoi amici delle New Directions da tempo immemore e gli mancavano da morire.

Avevano appena finito di provare per la centesima volta la coreografia, e si stavano godendo un quarto d’ora di meritata pausa, quando Blaine gli si affiancò silenzioso esordendo con un “ciao” che lo fece sussultare.

«Ti ho spaventato?» chiese, sorridendo.

«Oh no, ero solo sovrappensiero; stavo pensando a quanto la Dalton sia diversa dalla mia vecchia scuola», disse distogliendo in fretta lo sguardo dalle labbra sorridenti di Blaine e piantandolo su Nick che stava pregando la professoressa Isabelle Judith Meade - quella strega zitella di lettere che per un motivo inspiegabile amava Kurt ma odiava tutto il resto- di rimandare il compito in classe che aveva piazzato il giorno prima delle provinciali.

«Secondo te i capelli sono tinti?» chiese Blaine.

«Blaine», rispose fingendosi scandalizzato, «mi meraviglio di te. Ovvio che quel biondo così giallo non esista in natura. Pensa che quella sottospecie di parrucca di scarsa qualità è più gialla del piumaggio di Pavarotti».

Blaine rise.

«Quella pazza ti ama», disse poi a bassa voce, un po’ invidioso.

«La biasimi?»

«No, affatto», ribatté Blaine sorridendo soddisfatto e dandogli una pacca sulla coscia.

Kurt piantò con forza lo sguardo su un capello particolarmente giallo della Meade.

Non arrossire Kurt, non arrossire!

Non si accorse nemmeno del rumore del flash della macchina fotografica di Jeff.





Jeff la incollò nell’album, passando alla seconda foto della torre che aveva sul comodino.

Guardò sognante quella che era la sua preferita in assoluto.

L’aveva scattata un sabato sera dopo San Valentino - quando Kurt e Blaine non erano ancora fidanzati, durante una maratona Harry Potter.





«Oddio, guarda che carino!»

«Sembra un angioletto!»

«Kurt è un angelo, David»

Blaine ridacchiò pianissimo - cercava in tutti i modi di non svegliare Kurt, che si era addormentato, accoccolato a lui, quando Harry aveva fatto conoscenza con i Centauri nella Foresta Proibita.

«Ti prego, posso fargli una foto? Puck non mi perdonerà mai se non gliela scatto!» implorò Jeff, con già la Nikon tra le mani.

«Com’è che te la fai così tanto con Puck, Jeff?» chiese Nick sospettoso e geloso del suo migliore amico.

«Anche lui è un Klainer».

«Un che?»

«Shh!» bisbigliò Blaine mettendosi un dito davanti alle labbra cercando di zittirli.

In quel momento Jeff scattò la fotografia.

E mentre i Warblers saltellavano cercando di vederla, emettevano sospiri estasiati, vomitavano arcobaleni, Blaine passo il braccio sulle spalle di Kurt -ancora profondamente addormentato- stringendoselo addosso e respirando il profumo del suo shampoo.




Jeff disegnò un cuoricino sulla pagina dove aveva attaccato la foto e passò alla terza che ritraeva il momento epico dove Blaine aveva ammesso e sé stesso e ai suoi amici che Kurt gli piaceva, gli piaceva tanto, e non solo come amico.




Blaine era l’unico Warbler rimasto nell’aula di ritrovo dopo che Kurt aveva cantato “Blackbird” e tutti poi erano usciti.

Era seduto al pianoforte, fissando un punto indefinito e a pensare da due ore, circa.

Kurt.
Era convinto fino a poco fa di considerarlo il suo migliore amico.

Si era costretto a considerarlo solo ed unicamente il suo migliore amico.

Insomma si era visto il casino che aveva combinato con Jeremiah, no? Non avrebbe voluto mai e poi mai ritrovarsi senza Kurt: sarebbe stato un trauma impossibile da sopportare e superare.

Eppure”, disse una vocina nella sua testa che somigliava in modo inquietante a quella di Wes, “Kurt ti ha detto apertamente che gli piaci”.

Ed era vero.

Kurt era sul serio il ragazzo perfetto per lui: avevano gli stessi interessi, era coraggioso e stupendo e aveva degli occhi meravigliosi e gli piaceva paragonarlo a una creatura fantastica.

Forse era giunto il momento di lasciare da parte la paranoia e la paura e buttarsi.

In fondo l’amore, una relazione, non era altro che un’ottima amicizia con piacevoli risvolti.

La porta dell’aula si spalancò all’improvviso facendo entrare David, Wes, Thad e Jeff che li seguiva trotterellando.

Blaine sussultò.

«Blaine, ma ch-»

«Credo che Kurt mi piaccia sul serio e non solo come amico», li interruppe ancora con lo sguardo vacuo di poco fa.

«Era ora che te accorgessi, amico», commentò Wes mentre Jeff scattava una foto.




Jeff rise all’espressione stupida di Blaine e passò ad un’altra foto.

Questa ritraeva un Kliss, come li definiva Puck.

Sorrise, ricordando il momento in cui l’aveva scattata.




Quello era il loro primo appuntamento come coppia ufficiale.

Primo appuntamento. Coppia ufficiale.

Kurt era seriamente in crisi su quello che doveva indossare.

In realtà era sempre in crisi su quello che doveva mettere ma questa volta in particolar modo perché, cavolo!, sarebbe uscito con Blaine Anderson che non era più solo un amico ma il suo neo, bellissimo, favoloso e meraviglioso ragazzo.

Cercò di regolarizzare il suo respiro mentre scrutava i venti outfits superstiti al suo scarto iniziale.

Alla fine scelse il diciottesimo- la camicia bianca d’Armani; i gemelli azzurri; il jeans scuro e il gilet nero di Marc Jacobs e gli stivali neri che aveva strappato a suo padre grazie ad una A+ in letteratura.


Dopo un’ora e mezza - o forse erano tre? - Blaine vide Kurt venirgli incontro, aprire lo sportello della sua macchina e salutarlo con un bacio veloce - che provvidero ad approfondire- mentre l’abitacolo si riempiva del suo profumo.

Del suo meraviglioso profumo.

Proveniente dai suoi meravigliosi e morbidissimi capelli; dalla sua meravigliosa e bianchissima e diafana pelle; e il suo collo, Dio. Il suo collo.

No, okay, così non andava.

Blaine, si staccò respirando a fondo e cercando di darsi un contegno.

«Allora, dove mi porti?» chiese Kurt rompendo il silenzio, mentre Blaine metteva in moto.

«Prima a mangiare qualcosa, poi vedrai», rispose facendogli l’occhiolino.



Al Bel Grissino, Blaine e Kurt incontrarono Sam, Puck, Jeff, Nick con altri dei Warblers e delle New Directions, che li salutarono sbracciandosi e mandando loro dei bacini immaginari.

I ragazzi alzarono gli occhi al cielo: non si sarebbero mai spiegati tutto quel fanatismo nei loro confronti.

«Ma che avranno da emozionarsi così tanto?» chiese Kurt sbuffando e sedendosi di fianco a Blaine e di spalle ai ragazzi.

«Be‘ considerato che tu mi emozioni, sarà merito tuo, no?» rispose ridacchiando per poi incrociare, serio, lo sguardo dell’altro.

Kurt gli prese la mano e, avvicinandosi, sorrise e baciò Blaine.


Erano così persi nel loro mondo che non si accorsero di come Puck si stesse sciogliendo abbracciando Sam, e di Jeff che fece loro una foto.




Jeff attaccò diverse foto- Kurt e Blaine all’ombra di un albero a studiare; Puck che abbracciava stretti i suoi Klaine; Rachel, Finn, Kurt e Blaine stretti su un divano a guardare “Wicked”.

Poi vide la foto, quella che per lui rappresentava L’Amore e si soffermò rischiando di “vomitare arcobaleni”, per dirla alla Nick.



Erano passate un paio di settimane da quando Blaine si era trasferito al McKinley.

I programmi scolastici non era un gran problema visto che alla Dalton erano molto più impegnativi e non gli dispiaceva prendersi qualche spintone ogni tanto se poteva vedere Kurt nel suo splendore ogni mattina e passare ogni ora della sua giornata con lui.

Però era anche vero che i Warblers gli mancavano tantissimo. Ecco perché quando Nick aveva inviato il messaggio “Tutti al Lima Bean, stamattina, per una colazione stile Warbler”, quella domenica mattina, aveva avvisato Kurt e insieme si erano precipitati al bar.

«Kurt! Blaine!» Wes si buttò quasi in braccio a loro mentre tutto il resto dei ragazzi accorreva a salutarli.

«Ci mancate tantissimo! Tantissimo!»

«Blaine faccio schifo in matematica senza di te!»

«A me mancano le maratone Harry Potter, con te, Blaine. Nessuno ne capisce di Harry Potter, qua in mezzo. Tutti credono che il cattivo sia Piton!».

I Warblers sovrapposero le loro voci che urlavano ognuna un saluto diverso e smisero solo quando Blaine implorò il silenzio e con Kurt si unì al tavolino.

«Allora, che mi sono perso queste due settimane?» chiese sorridendo prendendo la mano di Kurt da sotto al tavolo.

«Niente, come ha già urlato prima Trent nel mio orecchio, la Meade è sempre più isterica», disse Wes.

«Quasi quanto Thad, che è diventato il capo del consiglio!» rise David dando una gomitata a suddetto.

«Ma il martelletto è ancora mio!»

Tutti risero al tono geloso di Wes.

«E a voi? Come va avanti la vostra splendida e diabetica storia d‘amore?» chiese ridendo Nick.

«Be’ la divisa della Dalton ha danneggiato perennemente i gusti di Blaine, credo», osservò Kurt.

Blaine lo guardò incredulo.

«Ehi! Cosa vorresti dire?»
«Niente, Amore, assolutamente niente,» disse rivolgendosi, poi, agli altri, «Per non parlare di tutto quel gel! Fortunatamente oggi mi sono presentato a casa sua all’alba e mi sono imposto: ho scelto io i vestiti e deciso l‘acconciatura. Non trovate gli stia d‘incanto questo cappellino?»

Blaine lo guardò sconvolto, gli altri risero.
«Hai ragione, Kurt. Noi gli abbiamo sempre detto che senza gel è meglio».

«Vi odio tutti».

«Oh, non è vero. So che credi io sia adorabile. E mi amiiiiii», cantilenò Kurt sbattendo le ciglia e sporgendo le labbra avanti come se si aspettasse un bacio.

Blaine cercò di rimanere serio per un po’ poi sorrise e gli prese il viso tra le mani, avvicinandosi.

Ed erano così belli, così innamorati, così perfetti, così loro che era come se tutto ciò che li circondasse fosse sbagliato. Si meritavano davvero tutta la felicità del mondo. E dei figli, una bella casa, un cane e due gatti.

Jeff scattò una foto, sperando che tutto quell‘amore trapelasse anche attraverso quella.





Era ormai sera quando Jeff attaccò una delle ultime foto.

Ricordava quando l’aveva scattata: stava piangendo, aggrappato a Nick, come un bambino che ha visto morire in un cartone animato il suo eroe preferito.





Blaine aveva chiesto ai Warblers di andare con lui a salutare Kurt all’aeroporto.

Non ce l’avrebbe fatta a tornare a casa, altrimenti. Non senza un appiglio, non senza i suoi amici.

«Sicuro che non posso venire con te? Sono sempre in tempo per infilarmi in valigia,» disse cercando di sdrammatizzare ma peggiorando solo la situazione, «Senti… Kurt. Ho qualcosa per te» e gli porse un pacco.

Kurt lo scartò con un groppo in gola e quando vide cos’era scoppiò a piangere definitivamente.

«Una tazza del Lima Bean?»

«Così ti ricorderai di noi quando berrai un caffè in uno dei tanti Starbuks, là a New York*».

Kurt abbracciò stretto Blaine. Piangevano entrambi.

«Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo,» bisbigliò Kurt baciandogli le lacrime, «Ci vediamo presto, te lo giuro. Non ti dirò mai addio, Blaine».

Blaine l’abbracciò forte e quando si staccarono, con gli occhi rossi di pianto si guardarono innamorati.


Jeff, singhiozzando senza ritegno, scattò quella foto umida.


***



Era una splendida mattina di metà maggio e Jeff, vestito di tutto punto, era atteso da un isterico Wes che strillava in faccia a David l’orario della cerimonia e quanto loro fossero inevitabilmente in ritardo, mentre Nick aveva posato la testa sul muro vicino al cancello, sonnecchiando.

«Finalmente sei arrivato!», esalò David quando lo vide, «Non ce la faccio più a reggere Wes da solo».

«NO, MA DICO! VI RENDETE CONTO DI QUANTO SIAMO IN RITARDO, EH? EH?! E IO SONO IL TESTIMONE! AH! VI ODIO, ODIO!»

«Okay, sarà meglio che andiamo», disse Jeff controllando l‘orologio e quanto effettivamente fosse tardi.


Alla fine della cerimonia in municipio, gli invitati commossi - Puck e Rachel avevano pianto abbracciati tutto il tempo sotto lo sguardo stranito di Finn - si stavano dirigendo al locale dove si sarebbe tenuto il rinfresco.

Jeff si avvicinò agli sposi che, tenendosi per mano, stavano commentando la cravatta di Burt.

«E pensare che gli avevo proibito quella verde!», stava dicendo infatti Kurt.

«Ehi, sposini!» esordì Jeff avvicinandosi, «Ho un regalo per voi!»

«Jeff, non dovevi».

«Ce lo puoi dare tranquillamente al rinfresco, tranquillo!»

Ma Jeff glielo porse lo stesso.

Quando Kurt e Blaine strapparono la carta e trovarono un album fotografico.

Alzarono lo sguardo sorpreso su Jeff, che con un sorriso li incoraggiò ad aprirlo.


Erano foto.

Kurt mentre studiava; Blaine e Nick che giocavano a scacchi; i Warblers; persino la Meade.

Ma, soprattutto erano loro: Kurt e Blaine.
Abbracciati, arrabbiati, che si baciavano, che si tenevano per mano, che cantavano, che dormivano.

Erano foto rubate ai vari momenti quotidiani, banali, forse, ma speciali, perfette.


Guarda me, non avrei mai pensato di trovare un ragazzo come Blaine… e invece esiste!”

Tengo davvero tanto a te”.

Tu mi emozioni… Kurt”.

Non ti dirò mai addio, Blaine”.

Ti amo”, “Ti amo anch’io”.

Per ricordarti quanto tu perfettamente imperfetto sia”.

Tu sei l’amore della mia vita, Kurt”.

Avevano avuto le loro divergenze, si erano dovuti separare, alcune “forze oscure”,- come le definiva Blaine - avevano cercato di dividerli ma si erano comunque trovati a completarsi. Perché uno era il pezzo mancante del puzzle dell’altro.
Avevano lottato per il loro amore e avevano vinto, quel giorno.

Quel giorno avevano dimostrato che l’amore non guarda il sesso dell’altro, ma ama e basta.

Quel giorno avrebbero scattato le prime foto da sposati e avrebbero continuato a riempire quell’album che avrebbero sfogliato fino alla fine dei loro giorni, che avrebbero mostrato agli altri pazienti della Casa di Riposo dove sarebbero finiti dicendo “Ehi, mi sono innamorato di questo meraviglioso ragazzo quando ero solo un adolescente. Lo incontrai alla Dalton e faceva la spia al Glee Club in cui cantavo” o “Mi sono innamorato di lui quando ha cantato ‘Teenage Dream’ guardandomi negli occhi”.

Avrebbero mostrato quell’album ai loro figli e poi ai loro nipoti, insegnando loro che l’amore è amore, in qualsiasi forma esso si manifesti, che ci si innamora dell’essenza di una persona e non per quello che rappresenta, che le cravatte verdi sono orride, che i capelli non si devono costringere con troppo gel - anche se si è affascinanti lo stesso.

E ci sarà lo zio Jeff, che insegnerà ai nipotini a fare fotografie ai loro papà per poi passarle allo zio Puck che arricchirà il suo altarino personale dedicato ai Klaine.








[1]*: il dialogo è preso da
questa fan art.



Angolo autrice


TANTI AUGURI A TEEEEEEEEEE, TANTI AUGURI A TEEEEEEEEEEEE, TANTI AUGURI A MARZIAAAAA, TANTI AUGURI A TEEEEEE!
Dunque, salve a tutti voi che siete arrivati fino alla fine (?) di questa bestiolina.

Ho impiegato umh, circa due giorni pieni a scriverla, compresa la notte.

Ho assillato Emilia, mi sono reclusa in casa, non ho letto “Il canto della rivolta” e non ho visto Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban. Vedi quanto sei importante per me, Marzia. <3
Insomma, questa è la prima Klaine seria che scrivo. o.o
E, mio Dio, che schifezza. :’D
Sì, al solito, non sono soddisfatta del mio lavoro però la considero un po’ la mia bimba questa storiella. <3

Basta leggere il messaggio che ho inviato a Emi quando l’ho finita “L’ho finita! L’ho finita! Mi sento come se avessi partorito”. Eh be’.

All’inizio non dovevo scrivere questa cosa, ma una cosa molto peggiore sulle crisi di identità di Blaine di quando si è accorto di amare Kurt. E poi ho cancellato tutto senza pietà e ho scritto questa piccola storiella di sette pagine e mezzo di word. Pochetto, insomma. ._.

È stata una fatica impaginarla per bene, e spero si capisca. Ero un po’ titubante a mettere le fan art in mezzo alla storia, ma dovevo farlo. Sono meravigliose e le amo tutte. ;_; <3
La prima appartiene a
Live4ArtInLA; la seconda e la quinta a questa ragazza meravigliosa e bravissima della quale non so il nome, ma okay; la quarta a quest’altro splendore; la terza è una foto di Darren Criss, so che non c’entra con le fan art, ma non riuscivo a trovare nulla di adatto, perdonatemi :’), e l’ultima non so di chi sia e il link e vicino all’asterisco. u.u

Poi, passando ad analizzare passo passo la storia.
1. Jeff. Jeff fotografo. Con tanti personaggi perché proprio Jeff? Perché è il mio Warbler preferito e Marzia lo adora. Perché ha la faccia da fotografo, perché mi ispirava e perché è il primo nome che mi era venuto in mente. :’D
2. Puck. Lo ammetto. L’animo da Fangirl repressa di Puck l’ho preso da Mark. Insomma credo che tutte noi sappiamo che Mark è IL Klainer. E poi lo adoro troppo, okay? ;_;
Sono convinta che abbia un altarino, punto. Ahahaha, no via. Spero non sia troppo OOC. ._.
3. La Niiiiiff! Troppo fluff, quei due! Li ho accennati un po’ qua e là, ma non mi sono potuta soffermare più di tanto visto che è una Klaine.
Insomma, avete visto Nick che puccio quando è geloso di Jeff e Puck (alleati Klainer)? *-*

4. Fangirlano tutti in questa storia, ahah . :’D È colpa mia! Sono io la fangirl a tempo perso, qui! E dai, poi, i Klaine ispirano proprio crisi da fangirl. :’D
5. Puck e Rachel. Amo il Puckberry e odio i Finchel. “Puck e Rachel avevano pianto abbracciati tutto il tempo sotto lo sguardo stranito di Finn”, si può cogliere e no. Lascio a voi l’interpretazione. u.u

6. Le citazioni alla fine. çwç Sono alcune delle poche cose che la FOX non ha tagliato dei Klaine. >.> E ci stavano, dai. È vero che ci stavano? T_T Okay, non lo so se ci stavano ma lì per lì mi piacevano. ._.
Okay! Ho finito, finalmente. Vorrei proprio sapere per curiosità chi è arrivato fino alla fine. ._. Mi sono fatta prendere la mano, che volete!? ù.ù

E quindi. Niente, trattemela bene la mia Brutta Bimba.
E ancora auguri a Marziaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! *D*
Alla prossima! :D (Sì, credo proprio che ritornerò, per vostra sfortuna).



   
 
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