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Autore: rees    24/06/2012    1 recensioni
Cosa è accaduto prima dell'episodio pilota? Come è cambiata la vita degli agenti del C.B.I. da quando Patrick Jane è entrato nel team? E Van Pelt ha preso il posto di chi?
Quello che le telecamere non ci hanno detto del passato dei nostri eroi!!xD
Pairing? Un accenno (minuscolo) di Chisbon, di una Lisbon con un nuovo personaggio e una piccola (ma piccola) parte di Jisbon.^^
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Quella mattina mi alzai preoccupata. Cinque candidati da esaminare, uno solo da assumere. Sembrava la strana trama di un reality show da quattro soldi. Nella mia testa speravo che delle due donne tra i candidati almeno una fosse degna di tale incarico, in modo di non essere più l'unica componente femminile del team. Probabilmente non avremmo fatto amicizia, visto il mio carattere “particolarmente reticente”, come aveva detto Jane pochi giorni dopo avermi conosciuta, però avrei avuto qualcuno con cui parlare anche di Jane, visto che lì dentro era l'unico che potevo definire, in qualche modo, mio amico.
Arrivata al CBI trovai già due dei candidati, una donna con una folta chioma di lunghi capelli rossi lisci come la seta, di una bellezza davvero invidiabile ed un uomo dall'aspetto anonimo, occhi scuri, capelli castani e il tipico fisico di chi ha praticato a lungo nuoto.
La donna era nervosissima. Con le dita digitava qualcosa sul suo portatile, mentre il piede picchiettava a terra ritmicamente. L'uomo, invece, sembrava più rilassato, gambe e braccia incrociate, ed un'espressione seria e burbera sul volto. Non mi piacevano. Nessuno dei due. Forse la donna poteva salvarsi, però era troppo ansiosa per i miei gusti. Già bastavo io con i complessi di professionalità, puntualità e perfezione, lì dentro.
Entrai nel mio ufficio per trovare Jane spaparanzato sul divano, occhi chiusi e sorriso appena accennato. Sapevo che non stava dormendo, quindi mi avvicinai per dargli un colpetto sulla fronte.
-Sveglia bell'addormentato! Oggi ho bisogno del mio ufficio, devi levare le tende.
-Dai, Lisbon! Lasciami stare qui mentre parli con i candidati. Giuro che sarò buono e tranquillo.
-No.
-Uff, ieri ti ho ascoltato e consolata e così mi ripaghi?
-Ah, bravo, mi ricatti anche?
Alzò le mani in segno di resa per poi uscire dall'ufficio. Sorrisi. Era riuscito a tranquillizzarmi e farmi tornare il buonumore.
Dei cinque candidati, solamente tre si presentarono in orario, ragion per cui esclusi a priori i due ritardatari, un uomo e la seconda donna che volevo prendere in considerazione.
I colloqui furono lunghi ed estenuanti. Iniziai con le solite domande di routine, sull'esperienza lavorativa precedente a quell'incarico, sugli studi, sulla famiglia, … qualsiasi cosa riguardasse il fascicolo che il CBI aveva su di loro era oggetto d'esame.
Dopo i primi due colloqui ero già esausta. Mancava ancora l'ultima donna.
-La signorina Van Pelt?
-Eccomi.
La ragazza dalla chioma rossa e dal nervosismo percepibile come un'aura maligna arrivò nella stanza come un tornado.
-Bene. Iniziamo con una presentazione, le va?
-Certamente. Il mio nome è Grace Van Pelt. Ho da poco compiuto i trent'anni e provengo da un paese di campagna al nord dell'Iowa. Mio padre era un importante allenatore di football americano. Sono cresciuta nel mio paese e ho iniziato lì la mia carriera lavorativa. Sono stata per due anni agente semplice nella polizia locale, per poi trasferirmi qui in California con l'intenzione di lavorare in un dipartimento che fosse più stimolante per me. Non mi reputo pronta per lavorare sempre sul campo ma ho ottime abilità informatiche e so rimboccarmi le maniche e mettere tutta me stessa in quello che faccio. Magari ci sono altri candidati che possono sembrare più adatti di me, però le prometto che, se mi assumerà, non dovrà mai pentirsene. Lego facilmente con le persone a me estranee, mi piace fidarmi di chi mi sta intorno e credo che questo possa essere un punto a mio favore.
Aveva parlato a raffica, all'apparenza sicura di sé, mentre la postura indicava l'esatto contrario. Continuai con le domande, vita privata, ore lavorative accumulate, esperienze di tirocinio, praticantato, eventuali master. Rispose a tutto. Era una specie di robot. Qualsiasi cosa avrebbe potuto aiutarla a far carriera, lei l'aveva già fatta. Un mostro informatico. Mi mostrò come, nell'attesa dei colloqui, era riuscita ad entrare nel sistema del CBI e trovare tutte le informazioni sui suoi eventuali colleghi e sui casi che stavamo risolvendo. Da qui, poi, era riuscita a raggirare il database per arrivare all'indirizzo ip di uno dei sospettati di un caso di omicidio avvenuto il giorno prima dell'abbandono di Mark. Aveva, in un'ora, reso possibile un arresto che Jane ci aveva consigliato solamente grazie alle sue abilità di mentalista. Era riuscita a scovare mail anche cancellate che incastravano sia il mandante che l'esecutore.
-Lei sa che tutto ciò è fuori legge, vero?
-In realtà lo sarà nel caso in cui lei non mi assuma, mentre, se facessi parte del team, sarebbe solamente normale routine lavorativa.
Rimasi abbastanza sconvolta da tale risposta. Questa ragazza mi piaceva sempre di più. Bene, bene, bene. Considerato che gli altri due erano stati strafottenti e maleducati nei miei confronti – l'uomo burbero che avevo visto arrivando addirittura era rimasto sconvolto al solo apprendere che una donna era a capo di un team di soli uomini – era ovvio che avrei scelto lei.
-Benissimo, le farò sapere presto.
Con un sorriso smagliante la donna si alzò per uscire dalla mia stanza. Una ragazza bionda a me sconosciuta intenta a masticare un chewing gum rosa confetto fece capolino con la sua testa nell'ufficio.
-Salve. È l'ufficio di Teresa Lisbon questo?
-Sì.
-Salve.
-Salve.
-Salve, sono Cornelia Edgecombe. Sono qui per il colloquio.
-Lei è la signorina Edgecombe?
-Sì.
-Nel fascicolo la sua foto è totalmente diversa.
-Oh, sì, è vero. Mi sono tinta i capelli la settimana scorsa. Prima erano neri, prima ancora rossi e prima ancora castani. Nemmeno ricordo quale delle mie versioni fosse in quel curriculum. Sa, mi piace molto cambiare d'aspetto ogni volta che ne ho l'occasione.
-E il chewing gum? Non è buona educazione.
-Sì, lo so, e mi dispiace, ma sono qui da pochi minuti. Ero fuori a correre ascoltando musica e non mi ero resa conto dell'ora. Mi sono fatta una doccia rapida, ho messo in bocca la gomma e, arrivata qui, non ho trovato un solo secchio dell'immondizia non riciclabile. Solamente differenziata. Non che non sia una cosa bella, ovvio, solamente che le gomme da masticare non si riciclano.
-Oh. Bene. Comunque i colloqui sono chiusi. Sono andata in ordine alfabetico ed abbiamo appena concluso. Mi dispiace ma abbiamo dei casi da risolvere e non possiamo permetterci di perdere tempo.
-Ma se la ragazza rossa è appena uscita! Avrebbe impiegato lo stesso tempo. La prego, mi dia una possibilità.
E le diedi una possibilità. Nonostante l'apparenza era piuttosto sveglia. Sapeva il fatto suo, proprio come risultava dal curriculum visionato il giorno prima. In effetti, appena entrata nella stanza mi ero chiesta come mai avessi anche solo pensato di assumere una persona del genere. Comunque, nonostante le numerose abilità, dovevo ammettere che anche i due scontrosi uomini erano un gradino sopra di lei, sia per esperienze sia per capacità intuitive.
-Bene, le farò sapere. Arrivederci.
Come un turbine quella si alzò, uscendo dalla stanza e lasciandomi con un gran mal di testa. Rigsby entrò nel mio ufficio dopo pochi minuti.
-Capo, abbiamo arrestato il signor Taylor come richiesto. Abbiamo un nuovo caso. Mercy Tolliver, diciotto anni, scomparsa una settimana fa a Los Angeles, ritrovata morta. Vogliono Jane per capire se il ragazzo accusato è davvero colpevole.
-Bene. Andiamo io e Jane. - mi alzai dalla sedia – Ah, Rigsby, di' a Minelli che ho concluso i colloqui e che vorrei consultarmi con lui appena possibile.
Partimmo insieme, tempo di arrivare che Jane aveva già capito tutto. Aveva capito tutto così bene che la signora Juniper Tolliver aveva ucciso il marito che aveva a sua volta ucciso la loro figlia, Mercy. Grazie, Jane.
Tornammo al CBI quella sera stessa, Minelli era nero di rabbia. Però avevamo un nuovo caso a Palm Springs, ragion per cui dovevo assumere immediatamente il nuovo agente. Anche perché Jane si era beccato una sospensione di una settimana per la sua abilità nel chiudere i casi.
Senza alcuna esitazione chiamai l'agente Van Pelt, il giorno dopo avrebbe preso con il resto del team il volo per Palm Springs. Destinazione: John il Rosso.



Spazietto autrice
Lo so, è un finale affrettato, ma questa storia ha smesso di ispirarmi molto tempo fa, come ben si capisce dalla distanza dall'ultimo aggiornamento.
Anche perché mancano quattro teorici anni tra l'assunzione di Jane e l'arrivo di Van Pelt.
Se avrò voglia creerò dei missing moment :D
A presto,
G ♥
   
 
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