Videogiochi > Final Fantasy VII
Segui la storia  |       
Autore: claudineclaudette_    24/06/2012    7 recensioni
Il mio nome è Yuri diventerò una guerriera! Il mio maestro…. Ma cominciamo dall’inizio!
La storia di una giovane che cerca di andare contro i pregiudizi della società in cui vive per riuscire a realizzare il suo sogno.
Dico solo un nome: Sephiroth! ...e una parola: Commenti! Perchè più commenti rendono gli autori più felici!
p.s. Lei non è una Mary Sue :p promesso!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sephiroth
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ok…sono una brutta persona. Innanzitutto perché è passato tipo un anno dall’ultimo aggiornamento. In secondo luogo perché, già sentendomi in colpa per non aver aggiornato per così tanto tempo mi ero ripromessa di scrivere fino al capitolo 25 e poi di postare un capitolo a settimana con cadenza costante…Al momento devo scrivere il capitolo 19 (cosa che comincerò a fare da Luglio) ma domani ho un esame e un altro poi giovedì e sono così depressa che mi son detta “dai ne posto giusto uno così se lasciano qualche commentino mi tiro su di morale!” E quindi eccolo qua! u.u

 

16. SOLO UNA SETTIMANA

 

Partire fu strano, lo ammetto. Era sempre stato uno dei miei sogni segreti quello di partire e non voltarmi mai più indietro. Beh, non proprio un sogno…un piccolo desiderio. Quel tipo di pensieri che ti attraversa la mente una volte, due volte. Cominci ad accarezzarlo, a conservarlo, a volte arrivi addirittura a fantasticarci sopra.

Non era esattamente quello che stavo facendo però, era molto diverso. Non me ne stavo andando, mi stavo allontanando e la cosa si era dimostrata molto più difficile di quanto avessi mai pensato e naturalmente la più grande differenza tra la realtà e quel mio piccolo sogno era che non la smettevo di guardarmi alla spalle. Lo facevo in continuazione. A volte addirittura mi fermavo e restavo a osservare le montagne dietro Nacom. Continuai a farlo finché montagne e villaggio non furono diventate troppo lontane, dopodiché il viaggio proseguì senza intoppi.

Giunsi a Dolnam dopo diverse ore e da lì presi il treno per Junon.

Il viaggio fu abbastanza lungo e principalmente noioso: a un certo punto mi addormentai e arrivai alla stazione la mattina dopo.

Mi ero aspettata molte più persone. Dopotutto Junon era diventata la capitale del continente! Invece dal treno scendemmo solo io e altre sei persone. Due erano una coppietta, uno era sicuramente un impiegato o un uomo d’affari visto il rigido completo grigio. Furono gli altri tre passeggeri a incuriosirmi e dopo essermi seduta sopra al bagaglio, in attesa che mio fratello venisse a prendermi, cominciai a osservarli. Erano due giovani ragazzi e una ragazza. A prima vista non sembravano avere niente di strano: avevano i capelli neri, probabilmente avevano solo due o tre anni più di me e vestivano normalmente. Sul polso si erano tatuati tutti e tre lo stesso identico tatuaggio. Da lontano non riuscivo a vedere bene i dettagli ma assomigliavano a un angelo. Restammo tutti e quattro in stazione per una buona mezzora poi una donna li venne a prendere. Strinse loro la mano, e in quel momento vidi che anche lei aveva lo stesso tatuaggio a forma di angelo, e li condusse via.

Quando mi passarono vicino cercai di vedere meglio quegli strani tatuaggi ma riuscii solo a scorgere due lettere che prima non avevo notato. La prima non riuscii a vederla, poteva essere una “i” o una “l” forse, mentre la seconda era una P.

Passarono altri quindici minuti, durante i quali cambiai posizione sul bagaglio, mi stiracchiai e cominciai a camminarci intorno, terribilmente annoiata. Poi finalmente vidi Shin che si avvicinava alla stazione a passo veloce, non correndo ma quasi, e balzai in piedi aspettando che mi raggiungesse: ero restia ad abbandonare il bagaglio. Mi avevano fatto tutti terrorismo riguardo ai furti in treno e in stazione.

Shin mi raggiunse pochi secondi dopo e mi abbracciò. – La mia sorellina – disse sorridente. – Hai viaggiato bene?

- Ho dormito tutto il tempo!

- Beata te – sospirò afferrando la mia valigia e facendomi segno di seguirlo. – Io non ci sono mai riuscito.

Questo fu il mio arrivo a Junon. Come uscii dalla stazione dimenticai dei tre ragazzi con l’angelo tatuato e la sensazione di stranezza che mi avevano percepito. Così iniziò il mio soggiorno a Junon.

 

Non successe nulla di straordinario durante la settimana che passai con mio fratello. Mi portò in giro per la città, mangiammo ogni schifezza che ci passava davanti e restammo svegli fino a tardi, cosa che per me rappresentava una specie di atto di estrema ribellione viste le abitudini di casa.

Tuttavia ci sono un paio di episodi che farei meglio a raccontare.

Due giorni dopo il mio arrivo Shin decise di portarmi alla fiera annuale che Junon organizzava in onore delle Weapon. Era un’antica tradizione legata al risveglio di non so quali creature mistiche che si erano levate dai cannoni un sacco di tempo prima. Shin me l’aveva spiegata molto meglio ma non ci avevo capito quasi niente.

Queste fiere erano abbastanza diverse da quelle che organizzavamo a Nacom. Qui c’era cibo, immensi stand che vendevano alcolici, dolciumi e ninnoli vari, così come succedeva a Nacom a parte la parentesi degli alcolici, ma in più c’erano le giostre e c’erano delle baracchette dove si poteva giocare e vincere dei premi. Quella sera tornai a casa con un enorme behemoth di peluche; a pensarci la cosa era un po’ inquietante visto l’ultimo piacevolissimo incontro che avevo avuto col mostro…questo però aveva degli occhi grandissimi e le ciglione e a conti fatti assomigliava più a un cucciolo di chocobo che a un mostro assetato di sangue e morte. Quel peluche lo conservo ancora adesso.

Tornammo alla fiera anche il giorno dopo. C’era ancora più gente, immagino perché fosse la serata dedicata ai fuochi d’artificio.

Era stato bello passare di nuovo la giornata con Shin. Averlo tutto per me per così tanto tempo mi sembrava incredibile, dopotutto venivamo da una famiglia con sette figli.

A pranzo avevamo mangiato a casa, cucinando insieme. Parlando del più e del meno.

- Quella cosa non pericolosa che facevi – disse con un tono di voce volutamente casuale – continui a farla?

Lo guardai in silenzio, sbattendo ripetutamente le palpebre, sorpresa. Non sapevo cosa rispondere. Prima di partire Shin mi aveva domandato cosa facessi nei boschi “da sola”. Quella volta non gli avevo voluto rispondere e lui aveva lasciato stare.

Avevo avuto modo di pensare alla risposta che gli avevo dato quella volta, una vaga rassicurazione di non fare nulla di pericoloso. Quello che avevo finito per chiedermi più avanti, senza ancora aver trovato una soluzione, era perché non gli avevo voluto parlare di Safer. Cosa c’era di male perché dovessi tenerlo nascosto? Credo che una piccola parte di me fosse gelosa di lui, non volevo dividerlo con nessuno dal momento che nemmeno lui sembrava interessato a conoscere altre persone.

So che non è questo il vero motivo e lo sapevo anche allora. La verità è che avevo percepito qualcosa in Safer, qualcosa di pericoloso, aveva la stessa aura degli animali feroci che sono stati addomesticati. Non sai mai quando potrebbero rivoltartisi contro. Lo sapevo. La verità non è che avevo paura di condividerlo con il mondo, la verità è che avevo paura che se l’avessi condiviso con il mondo, l’avrei perso per sempre.

Dopo aver mugolato una vaga risposta affermativa, rimasi in silenzio per diversi minuti. Intrecciai le mani tra di loro, poi le sciolsi, poi le riallacciai. Ero combattuta. Abbassai lo sguardo, all’improvviso trovavo le venature nel legno del tavolo estremamente interessanti e cominciai a parlare.

Gli raccontai come avevo trovato quest’uomo ferito, di come l’avevo curato e di come, infine, avevo cominciato a passarci del tempo insieme.

Shin rimase in silenzio, non mosse nemmeno un muscolo finché non finii di parlare. Allora spostò una sedia e si sedette di fronte a me, dall’altra parte del tavolo.

- Yuri… - sospirò, mortalmente serio. – Ma come diavolo ti è venuto in mente? – il suo tono di voce rimase calmo e controllato.

Mi corrucciai. – Io…

- No, ascoltami un secondo – mi interruppe. – Un uomo adulto, uno sconosciuto, per di più un mercenario da quanto mi hai raccontato.

Sospirò e allontanò la sedia dal tavolo, alzandosi di nuovo in piedi. Cominciò a camminare avanti e indietro per la stanza. – Non sto dicendo che avresti dovuto lasciarlo là. Non sto dicendo questo. Ma una volta appurato che non era morto o in procinto di farlo avresti dovuto venire a cercare aiuto al villaggio. Si può sapere cosa ti è saltato in mente? Avrebbe potuto ucciderti o peggio! Sei una bambina, per l’amore del cielo.

- Shin! – esclamai sbattendo le mani sul tavolo e alzandomi in piedi a mia volta. – Innanzitutto ho diciannove anni, quasi venti, e non credo sia necessario specificare che non sono più una bambina da molto tempo. Secondo, non ti ho raccontato questa storia in cambio di consigli paternalistici da parte tua né da parte di nessun altro. Sono grande abbastanza per decidere da sola, contrariamente a quanto sembra pensi tutto il resto del mondo. – A parte Safer, pensai tra me e me. - Ho agito come ho agito perché mi è sembrata la cosa giusta da fare. Ora, puoi essere felice per me, puoi far finta che non ti abbia raccontato niente di niente oppure puoi riaccompagnarmi in stazione.

Feci un giro del tavolo per cercare di calmarmi e poi tornai a sedermi. In tutto questo, Shin rimase in silenzio. L’avevo spiazzato, lo vedevo. Per quanto fosse il migliore dei miei fratelli e mi volesse bene, purtroppo era inevitabile che alcuni tratti della nostra tradizione avessero attecchito in lui…anche se non ne era consapevole. Ma ci volevamo bene, e lo perdonavo.

Mi osservava, creandosi un’immagine di me completamente diversa. Ero cambiata, nemmeno io me ne ero accorta fino a quel momento. Safer mi aveva cambiata. Non erano solo gli allenamenti, le lezioni…o il trovarmi in pericolo di vita, se è per questo. Era la sua stessa vicinanza. Mi aveva fatto evolvere e credo che anche Shin in quel momento l’avesse capito. Capì quanto bene mi faceva, e avrebbe continuato a farmi, la vicinanza di quell’uomo meraviglioso.

- Hai ragione – disse alla fine. Si passò una mano nei capelli. Era di nuovo rilassato, più sereno. – Sono felice per te. Quando tornerò a Nacom me lo farai conoscere, d’accordo?

Gli sorrisi. Gli andai incontro e ci abbracciammo. – D’accordo.

 

Ad ogni modo, la cosa più strana e più importante, anche se ancora non lo sapevo, accadde durante il mio ultimo giorno di permanenza. Mancavano ancora diverse ore prima che il mio treno partisse e avevo supplicato Shin di portarmi di nuovo alla fiera, così avevamo lasciato i miei bagagli al sicuro in stazione e avevamo raggiunto la via della fiera.

Notai subito che qualcosa non andava, ancora prima che lo facesse Shin. Sul momento pensai che fosse qualcosa di strano nell’aria, adesso so che l’addestramento con Safer mi aveva permesso di sviluppare sensi più sviluppati. Non sto parlando dei cinque sensi naturalmente, ma di quelli che si attivavano imparando a usare la magia.

- Cos’è quella folla? – domandò Shin indicando davanti a sé. Io stavo già guardando in quella direzione. Qualcosa mi aveva fatto venire la pelle d’oca.

- Andiamo a vedere. – Mi prese per un braccio trascinandomi dietro di sé. Avrei voluto dirgli di no, che non era il caso di immischiarci ma non riuscivo a trovare una giustificazione plausibile neppure con me stessa.

Non mi piacque quello che vidi e non piacque nemmeno a Shin che velocemente mi riafferrò e mi trascinò via. Ero riuscita a vedere la scena solo per pochi secondi, ma era bastato. C’erano i tre ragazzi che avevo visto in stazione quando ero arrivata, la donna che era venuta a prenderli e altri due. Erano tutti vestiti di rosso, con delle specie di tuniche con il cappuccio. I tre della stazione stavano picchiando due ragazzi mentre gli altri tre guardavano. La gente restava a guardare. Perché non faceva niente? Cosa mai potevano aver fatto di male quei ragazzi?

Cercai di tornare indietro per capire, per aiutarli, ma la presa di Shin sul mio braccio era ferrea e non mi avrebbe lasciata andare per nessuna ragione.

- Shin! Si può sapere che ti prende?

Quando finalmente fummo abbastanza lontani, Shin acconsentì di fermarsi. – Lascia stare – mi disse.

- Lascia stare? – ripetei. - Stavano picchiando a sangue dei ragazzi che non avevano fatto niente, ne sono sicura. Perché dovrei lasciar stare? Anzi, perché tutti lasciano stare?

Shin mi rivolse uno sguardo duro, severo. – Ma chi vuoi aiutare, che non riesci nemmeno a difendere te stessa?

Arrossii: era vero.

- Spiegami almeno chi sono.

- Quelli sono il Progetto Jenova.

- Jenova? – lo guardai sbalordita. Quel nome aveva qualcosa di terribilmente familiare.

- E’ una specie di setta – era contrariato, glielo leggevo in viso. – Per quel che ho capito è molto antica…sono dei fanatici o comunque qualcosa di molto simile. Hai presente Sephiroth, vero?

Annuii. Tutti sapevano chi era Sephiroth. E se anche così non fosse stato, ci aveva pensato Seimei a farmi una testa così a riguardo ben più di una volta.

- In sostanza credono che Sephiroth sia destinato a tornare a camminare sulla terra – fece sprezzante. Allargando le mani davanti alla faccia come se mi stesse raccontando una storia di fantasmi. – Dicono addirittura che è già successo e che ne hanno le prove. Una cosa del genere. So che hanno il loro quartier generale a Cosmo Canyon. Altro non so. Quello che posso dirti è che sono dei bulli. Hanno pregiudizi verso gli albini, solo perché pare che Sephiroth fosse un albino.

Lo ascoltavo in silenzio, rapita. Non avevo mai sentito di una cosa del genere. Distrattamente, mi domandai se anche Seimei ne era a conoscenza.

- Sai perché stavano picchiando quei ragazzi? – mi chiese quasi ringhiando.

Scossi la testa.

- Perché avevano i capelli troppo chiari. Capisci che tipo di persone sono? E nessuno osa fare niente perché vengono pure addestrati in quel fottuto Cosmo Canyon. Imparano a combattere corpo a corpo, a distanza e qualcuno mormora che venga insegnato loro anche l’uso della magia!

Sbattei ripetutamente le palpebre. Non avevo mai sentito Shin esprimersi in quel modo. Inoltre il discorso sull’addestramento del Progetto Jenova mi puzzava troppo e non sapevo nemmeno il perché.

Shin sospirò, scrollò le spalle. – Vieni, ti accompagno in stazione. Non ha senso tornare là a questo punto.

Lo seguii docilmente. Qualcosa dentro di me era infastidito. Questa faccenda del Progetto Jenova…c’era qualcosa che non riuscivo proprio a digerire. La mia curiosità congenita mi spingeva a scoprirne qualcosa di più. Ma dovevo tornare a casa…casa!

Mi illuminai tutta. Tornare a casa! Tornare da Safer!

Arrossii al suo solo pensiero. Al pensiero di cosa era successo tra di noi l’ultima volta che ci eravamo visti. Mi poggiai una mano sulla guancia. Ero bollente, potevo sentire il sangue che mi arrossava tutta la faccia.

Anche Shin lo notò e sorrise. – Sei contenta di tornare a casa?

E incredibilmente. Contro ogni previsione, era così. Sì. – Sì. Non sto più nella pelle.

 

 

Per il capitolo 17 (che si intitola “Tornare a casa” ed è già stato scritto) ci sarà da aspettare ancora un pochino anche se credo che entro la fine di luglio sarò riuscita ad arrivare al sospirato capitolo 25 quindi posterò con cadenza settimanale (o bisettimanale, a seconda degli impegni). Spero che vi sia piaciuto questo capitolo dopo tanto tempo…

Un super ringraziamento a giulia (mi dispiace so che mi hai ricordato cento volte qual è il tuo nickname su EFP ma non riesco assolutamente a ricordarmelo!!) e onewingedangel che mi fanno da pre-reader! Oltre che alla mia dolce Macci che di questa storia non gliene potrebbe fregare di meno eppure continua ad ascoltare tutte le mie paturnie e le mie elucubrazioni! <3

Nel mentre ho anche fatto una specie di fan art su Sephi e Yuri…magari vi metto il link all’immagine col capitolo 17 o col 18 (che ci sta ed è più a tema!)

Un bacione e tutti quelli che ancora si ricordano di questa mia storiella anche se io sono così negligente nell’aggiornare! Vi adoro tutti! *_*

Aya

p.s. incrociate le dita per me domani!! D:

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VII / Vai alla pagina dell'autore: claudineclaudette_