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Autore: Bluesun    25/06/2012    8 recensioni
Bulma, curiosa di conoscere il passato di Vegeta, esprime un desiderio dopo aver visto una stella cadente. Qui narrerò le orribili e alcune anche entusiasmanti avventure del piccolo Vegeta attraverso le immagine di Silver, la stella. Saranno delle piccole scene di vita del nostro caro principino.
Seconda long-fiction che ho scritto, quindi siate clementi. Baci Bluesun
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Freezer, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Trunks!! Vegeta!! Goku è arrivato!” urlò la donna tenendo ancora la mano sul pomello della porta d’ingresso e dopo dette nuovamente l’attenzione al caro amico d’infanzia.
“Divertitevi ma non ammazzatevi troppo! Rivoglio il mio bimbo intero! E dì a Yamcha di non spaventare troppo i bambini con le sue solite storie horror da campeggio! Non mangiate troppe schifezze e non mangiate la carne troppo cruda! Cuocetela bene!” aggiunse la donna accompagnando il discorso con il dito muovendolo in su e in giù.
“Ho capito, lo faremo. Tanto c’è anche Gohan ,Junior, Chichi e C18! Quindi staremo bene. Ma ancora non ho capito perchè tu non vieni. Non ti piace il campeggio? E’ solo una settimana! Poi ci siamo tutti e a te piace stare in compagnia!” rispose Goku con un broncio che fece addolcire Bulma che tranquillamente e con un tono dolce spiegò:
“Te l’ho detto, io ho un lavoro e devo portarlo avanti da sola ora che mio padre è in pensione. Quindi se non ci sono io la capsule corporation non va avanti. Mi sarebbe piaciuto venire con voi ma ora che le vendite vanno a gonfie vele ed è tempo di affari tra aziende non devo assolutamente mancare. Ma ti prometto che la prossima volta vengo anch’io”
Goku sorrise e subito dopo alzò lo sguardo verso le due persone appena scese: l’emozionato e saltellante Trunks e lo scocciato e arrabbiato Vegeta.
“Su tesoro! Sarà una bell’esperienza!” incoraggiò Bulma ,più Vegeta che Trunks, ma ugualmente il bambino rispose:
“Lo so mamma!”
“Ma io dicevo al bambino dietro di te! Mhmh” rispose sussurrando Bulma per poi scoppiare in una risatina accompagnata dal sorriso di Goku che fu l’unico a sentire le parole della donna.
“Dai su Vegeta!! Ci divertiremo!!” gridò allegramente l’amico intimando all’amico a venire fuori con un gesto del braccio.
“Che culo” sussurrò a denti stretti il moro mentre salutò con un cenno del capo la moglie e partendo a tutto fuoco nel cielo azzurro. Trunks, a differenza del padre, si fermò ad abbracciare la madre e dopo lo seguì insieme a Goku. Bulma chiuse la porta e sbuffò pensando a cosa si era persa.
“Ma il lavoro è lavoro!” esclamò prima di cominciare a mettere a posto alcuni fogli che l’indomani gli sarebbero serviti. Finito di risistemare il tutto si rilassò per un attimo sul divano.
“E adesso che faccio?” si chiese mentalmente mentre tirava all’indietro la testa.  Girò con lo sguardò tutto il salotto fermandosi su ogni minimo particolare: un tavolo costosissimo di legno pregiato, divani e poltrone viola con tutti confort, mobili pregiatissimi arricchiti di cornici d’argento e d’oro ritraenti lei e Trunks o lei e suoi genitori o Trunks e i nonni. Solo in una c’era anche Vegeta dietro di loro.
“Sempre il solito asociale e timido” pensò Bulma sorridendo per poi riportare lo sguardo sul suo vaso preferito cella Cina, costosissimo e bellissimo: i suoi colori portavano gioia nella stanza, i suoi disegni fatti dalla mano di un grande esperto donavano al salotto serietà e un tocco di stile e le sue crepe davano…
“Crepe?!??!?” urlò sorpresa l’azzurra correndo verso il suo prezioso oggetto. I suoi occhi colmi d’ira percorrevano le forme dell’oggetto notando le tante crepe su di esso e la colla che usciva da esse. Solo e un unico soggetto passò per la testa dell’azzurra, il suo unico sospettato e sicuramente colpevole:
“Trunks” sussurrò furente la donna. Se lo rigirò tra le mani e alla fine proclamò:
“Non è adatto per star nel mio splendido e perfetto salotto, è ridotto piuttosto male ma mi dispiace buttarlo. Mhmmm…. Lo metterò in soffitta!”
E così la donna si recò in cucina prese una scatola e la riempì di giornali e fazzoletti e lì ci posò delicatamente il vaso. Successivamente portò la scatola nella polverosa e strapiena soffitta. Lo posò vicino alla scatola dei suoi ricordi dove ci teneva album di fotografie, i suoi vecchi robot e le piccole invenzioni di quando era piccola. Stava ciacciando nella sua scatola quando per poco, mentre si metteva a sedere vicino ad essa, non schiacciava un piccolo cofanetto.
“Che strano…questo non è mio” pensò la turchina mentre prendeva in mano l’oggetto e se lo rigirava tra le mani osservandolo: era blu, sembrava di un materiale pregiato,opaco e molto resistente alle scalfitture,simile al marmo ma duro come il diamante, i bordi e le decorazioni raffiguranti delle corone erano di puro oro, la serratura anch’essa d’oro e la chiave, collegata al cofanetto da un filo di stoffa colorata,  era di oro bianco.
“Wow…sarà un pezzo raro e di enorme valore! Ma…questo materiale non l’ho mai visto” disse la donna girando lentamente la piccola chiave e aprendo l’oggetto. Esso si rivelò un carillon che produceva una melodia all’inizio dolce ma che nascondeva un’enorme tristezza. Ma oltre alla bellissima melodia, l’oggetto nascondeva un ciondolo su cui dietro erano incise queste parole:



“Il più forte vince il più debole soccombe”

 
Bulma capì subito a chi apparteneva l’oggetto e proprio per questo si stupì. Non avrebbe mai pensato che lui avesse conservato qualcosa del suo passato. Oltre al ciondolo infondo trovò anche una lettera scritta in un'altra lingua. Capì che era stata scritta da i suoi genitori visto che alla fine della lettera c’erano scritte le firme di un maschio e una femmina e accanto stampato in rosso,sulla cera, lo stemma della sua famiglia, o meglio, lo stemma reale.
“Oh Vegeta” pensò Bulma mentre stringeva nelle mani il prezioso oggetto. Lo osservava da tanto tempo e scoprì che un pezzo della stoffa a cui era legata la chiave era macchiata di sangue e subito la sua mente cominciò a sfornare pensieri orribili sul suo passato a lei ignoto.
“Chissà cosa ha subito! E che pene ha sofferto! Povero il mio amore” pensò tristemente mentre riponeva il tutto nel cofanetto e lasciandolo nella sua scatola dei ricordi. Decise di tornare giù e di mettersi a lavorare per scacciare via quegli orribili pensieri. Passò tutta la sera su dei progetti ma arrivata a notte inoltrata decise di fare una pausa e di fumarsi una sigaretta fuori in terrazza. La notte era bellissima! Con il suo cielo blu scuro stellato e la luna alta nel cielo. Persa nei suoi pensieri sul cielo stellato si accorse di una stella cadente e subito, come una bambina piccola, strizzò gli occhi ed espresse un desiderio ma poi la magia finì e li riaprì dicendo:
“Una cosa così è impossibile da realizzare” e così ormai abbattuta spense la sigaretta pigiandola contro il legno del balcone e tornò dentro piano piano lasciando la porta-finestra aperta. Si stava maledicendo per aver pensato anche solo un momento che il suo desiderio si avverasse quando un forte vento e una luce abbagliante la costrinsero a girarsi e a coprirsi gli occhi. La forte ventata provocata gli faceva svolazzare i suoi corti capelli azzurri e la luce troppo forte la costringeva a tenere le mani davanti al viso e quindi a coprirsi quello strano fenomeno. Quando tutto finì finalmente riuscì a vedere quello che era successo. Una donna dai capelli lunghi e splendenti dal colore alquanto anormale, bianchi come il latte, le si presentava davanti in tutto il suo splendore. Il suo dolce e candido viso era dalle forme gentili, la sua pelle era candida e pallida con sfumature rosse sulle guance e con delle labbra rosse e sottili, gli occhi anch’essi bianchi splendevano alla luce lunare, i capelli sciolti al vento ondeggiavano e gli orecchini che essa portava erano a forma di mezza luna. Indossava un vestito di stoffa bianca e leggera, quasi trasparente, con i bordi in oro e i piedi erano scalzi. Sul braccio destro era tatuata una stella cadente con sfumature color argento e sembrava che essa luccicasse come il resto della donna.
“E tu…chi sei?” chiese sbalordita la turchina
“Ma come? Non volevi sapere il passato di tuo marito?” chiese ironicamente la donna mentre si avvicinava con passo delicato all’azzurra. Essa non si mosse e si ricordò subito del desiderio espresso poco prima:
“Vorrei scoprire il passato del mio Vegeta e tutte le torture inferto gli da Freezer”
“Ma sto sognando o sei vera??” chiese sbalordita la donna mentre si pizzicava la guancia
“Certo che sono vera sciocchina! Mi chiamo Silver, la stella d’argento” disse dolcemente la donna porgendogli la mano
“Bulma” rispose automaticamente l'altra stringendogliela
“Bene vogliamo cominciare? Ti farò vedere il passato di tuo marito con i miei poteri però essendo lungo ti farò vedere solo i pezzi più importanti e le torture peggiori va bene?”  proclamò Silver sedendosi sul balcone. Bulma alle sue parole si riprese subito e pensò:
“Se ho creduto ad un drago che esprime tre desideri ed è evocato da sette palline colorate perché non posso credere a una stella cadente che mi racconta il passato a me ignoto di mio marito?”
“Ok, sono pronta poi ho l’intera settimana da dedicarti quindi vai con calma” rispose sprizzante di curiosità e eccitazione la turchina mettendosi a sedere sul divando davanti alla stella.
“Mi fa piacere! E’ da tanto che non parlo con un essere umano. Allora, cominciamo dal giorno in cui nacque?” chiese la stella sorridendo
“Ok! Sono pronta! Voglio proprio vedere”




Salveeee! E' da un sacco di tempo che penso a questa ff e finalmente mi sono decisa a pubblicarla:
Non vi preoccupate, per chi segue anche "Un orfano speciale" premetto che aggiornerò tutt'e due le storie ;)
Fatemi sapere se vi piace questa nuova idea!
Baci Bluesun
   
 
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