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Autore: Rania    26/06/2012    1 recensioni
Come posso dei genitori odiare la propria figlia a tal punto da farlo tutto questo? come può lei subire senza reagire? Lui la salverà e finirà tutto bene? Ma è davvero solo questa la storia o dietro c'è altro? Dietro c'è molto altro...
Genere: Drammatico, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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L'ennesima fitta al cuore, l'ennesima offesa subita per una colpa non sua, questo era il fato, la routine di Mali, una ragazza dal nome insolito, ma dal profondo significato. Tutti quelli che aveva conosciuto avevano sempre ammirato il suo nome di origini filippine, come la madre, perché era un nome unico e nessuno era mai riuscito a capire come potesse non piacerle, ma ogni volta che veniva pronunciato il suo cuore perdeva un battito e il mondo si fermava e lasciava spazio al nulla.

Mali, errore in filippino, così l'avevano chiamata i suoi genitori, avrebbe potuto capire se fosse nata da una notte di amore come tante altre, invece no, lei era stata cercata, dopo aver avuto suo fratello la madre aveva tanto desiderato una bambina e lei era arrivata, eppure la odiavano e lei non si capacitava di questo, ogni volta si domandava come si potesse odiare un figlio e lasciarlo in vita, si, perché lei avrebbe preferito che l'avessero uccisa o abbandonata appena nata, che dover sopportare scherni e avere la colpa di tutto ciò che accadeva ogni singolo giorno e quel giorno non era diverso.

Una domenica calda, molto calda di Aprile, come poche se ne vedono, avevano pranzato tutti insieme in cucina e come sempre tutti, a parte il suo fratellino di nove anni, si erano allegramente divertiti a prenderla in giro per ogni suo singolo respiro. Fino a pochi anni prima sarebbe scoppiata a piangere, offendendosi e gli avrebbe urlato di smetterla, facendo esattamente ciò che loro volevano, ma ormai aveva diciotto anni e aveva capito, che non doveva dargli soddisfazione, così metteva su una maschera e rideva prendendosi gioco di se stessa, facendo finta di nulla, ma anche questo non bloccava la loro furia, anzi la aumentava, infatti col passare del tempo la sua famiglia aveva visto come lei non veniva più ferita dalle loro prese in giro, così erano passati a un livello superiore, andando più in profondità, ferendola ancora di più, ma lei non gli dava questa soddisfazione, no, non voleva così davanti faceva finta di nulla, poi quando la notte, amica arrivava lei sfogava tutto in calde lacrime, senza un minimo rumore, nonostante i pesanti singhiozzi, soffocati nel cuscino. L'unica via di fuga erano quelle poche ore a scuola e sul pullman, in cui lei si isolava da tutto e da tutti, non aveva cercato di fare amicizia, né voleva, non voleva essere ferita ancora di più, eppure le sue compagne si avvicinavano comunque e stavano con lei e lei non poteva fare a meno di partecipare ed essere contenta, almeno un poco.

Ma i momenti che più preferiva in assoluto erano quelli passati sul pullman ad ascoltare la musica, che la portava in luoghi lontani, luoghi in cui non vi è sofferenza e dolore, luoghi in cui lei sta bene, sfortunatamente prima o poi tutto questo finiva e lei doveva tornare alla realtà, che ormai non le faceva più tanto male, aveva imparato ad essere indifferente, era diventata come un'automa, capace di mostrare emozioni, nonostante non ne provasse, ma lei non era tutto questo, lei aveva un cuore buono, era pura e quindi prima o poi doveva buttare fuori e spesso non riusciva a trattenersi dal farlo davanti a loro, sperando che comprendessero e cambiassero, ma non si può cambiare una persona, che non vuole cambiare.

Anche i momenti trascorsi con l'amico d'infanzia Christian ormai non le davano più sollievo o almeno non più di quel tanto, ma per lo meno lui la capiva, capiva che ciò che diceva non erano esagerazioni, come dicevano invece tutti gli altri, ma era il vero, si, perché lei non direbbe mai il falso e non ne avrebbe ragioni, anche perché lei amava troppo la sua famiglia, nonostante tutto.

Mali aveva cercato più volte di allontanare Christian da se, vedendo come le persone lo allontanassero, quando lo vedevano con lei, eppure lui era sempre rimasto, non curandosi di quello, che dicevano gli altri, perché a lui bastava lei per vivere. Chiunque a parole del genere si sarebbe sciolto, ma a lei non arrivavano, il suo cuore era stato torturato troppe volte ed ora si era chiuso in una casa di ghiaccio in modo, che niente e nessuno potesse scalfirlo, nemmeno lui, che riconosceva come anima gemella, come la salvezza, nemmeno lui poteva.

Ora si trovavano come tutti i giorni sul tetto della scuola, come a tutti gli intervalli, lei guardava il cielo sconsolata e lui guardava lei innamorato e questa routine si ripeteva tutti i giorni, sempre alla stessa ora, tuttavia non se ne stancavano mai, lui per primo, amava guardarla, mentre il vento le scompigliava i capelli e lei guardava nel vuoto con occhi tristi, ciò nonostante in quei momenti lui si sentiva inutile, odiava vedere le lacrime scivolare sul viso dell'amica senza poter far niente per asciugarle.

-Mali, vieni a vivere da me, anche i miei genitori hanno visto come stanno le cose e sono d'accordo, anzi me lo hanno detto loro e poi tu ormai sei maggiorenne, quindi puoi andartene, non ti preoccupare delle spese, non ci sono problemi, per noi è un piacere- Disse non distogliendo mai lo sguardo per trovare anche un singolo accenno di dubbio o di arrendevolezza o di accettazione, qualunque cosa pur di poterle imporre la sua proposta, ma lei aveva semplicemente portato lo sguardo su di lui, in modo freddo e distante.

-Non c'è ne bisogno, capita a tutti di litigare, poi passa, sono solo stanca- Rispose lei in modo atono, senza mettere emozione in quello che diceva, non tentava di renderlo vero e reale, perché sapeva che non lo era e non poteva esserlo.

-10 anni non sono un momento che può passare, ormai ci hanno preso gusto e tu non ti puoi logorare per loro, sono preoccupato per te e non posso lasciarti andare avanti così- Disse avvicinandosi e prendendole una mano, nello stesso istante i suoi occhi si riempirono di lacrime, eppure il suo sguardo rimaneva freddo, come la sua voce atona.

-Tu esageri, ti sto contagiando con le mie manie di persecuzione- Rispose con un sorriso amaro e la sua voce iniziò a tremare, mostrando la realtà di quelle gocce di rugiada, che lasciavano i suoi occhi. L'abbraccio dell'amico giunse subito a confortare il dolore, l'immenso vuoto che provava, ma non bastava, non era sufficiente, era inutile.

-Io devo tornare, loro sono la mia famiglia, come faccio a lasciarli?- Chiese tra un singhiozzo e l'altro.

-Lo so, ma loro non meritano il tuo amore, possiamo essere noi la tua famiglia, posso essere io- La consolò, prendendole il viso tra le mani e avvicinando le loro fronti.

Questa volta il messaggio era arrivato, la barriera di ghiaccio era stata sciolta, ma lei non poteva, non doveva, come poteva, per lei lasciarli era impensabile, insomma era la sua famiglia, nonostante condividevano solo la casa e ognuno faceva la sua vita, nonostante si odiassero a vicenda, lei li amava, sapeva che Christian le sarebbe stato vicino, ma sarebbe cambiato tutto.

-Devi iniziare ad essere più egoista, lo devi fare per te, quindi prima di tutto devi farti degli amici o tutti continueranno a pensare che sei una aliena- Rise, mentre si alzava e se la tirava dietro -Quindi asciugati gli occhi e andiamo, ti faccio conoscere gli altri-

-Cosa? Gli altri?- Chiese stupita.

-Si, la mia compagnia, insomma non puoi rimanere chiusa 24\24 in quella casa, anche perché ormai ci metti pochissimo a fare i compiti e il resto del tempo soffri, quindi se ancora non sei pronta per venire via, dobbiamo  per lo meno trovare un modo per farti uscire di più- Ghignò soddisfatto, mentre osservava il terrore negli occhi dell'altra.

-No, aspetta, non sono pronta, non so cosa dire, non so cosa fare e poi davvero pensano che sia una aliena?- Ma l'altro senza ascoltarla aveva già iniziato a trascinarla via.

-Certo che lo pensano e poi basta che tu sia te stessa- Il tempo di quelle poche parole ed erano arrivati nel giardino della scuola, dove tutti stavano aspettando Christian, quindi si voltarono tutti contenti, ma quando videro chi si portava appresso rimasero di sasso, così lo presero sotto il braccio, scusandosi con lei.

-Cosa pensavi, cosa ci fa qui lei?- Chiese Justin, il miglior amico di Christian, ovviamente sempre dopo di lei.

-Avanti ragazzi, sta passando un momento difficile, cercate di farci amicizia, è solo un po timida, ma è come tutti- Spiegò Christian.

-Posso capirlo, ma potevi almeno avvisarci, uno squillo, un messaggio, un piccione viaggiatore, qualcosa insomma, evitavamo questa situazione imbarazzante- Proprio mentre diceva così, Mali sbucò da sotto il gruppo.

-Se ci sono problemi posso andarmene- Chiese, con i suoi tipici occhioni. Tutti si sorpresero per quella frase e ci volle un attimo per riprendersi e risponderle.

-No no, tranquilla, anzi ci fa piacere- Abbozzò Justin, facendola sedere tra lui e l'amico. Il silenzio sopraggiunse di nuovo, nessuno riusciva a comportarsi in maniera normale con lei li presente, anche perché prima che arrivasse parlavano proprio di lei, finché Maria si decise a parlare.

-Avanti ragazzi la stiamo facendo sentire a disagio- Spezzò il silenzio mettendo il dito nella piaga -Io sono Maria- Disse spostando Justin e sedendosi vicino lei -Christian dice che non hai nulla da fare, quindi perché non vieni con noi al karaoke stasera?- A quella domanda Mali rimase spiazzata, non si aspettava, che la invitasse qualcuno ad uscire con loro e che poi tutti fossero d'accordo e felici della cosa, così guardò l'amico per capire se fosse un sogno o una cosa vera. Christian non fece altro, che sorriderle per farle capire che era vero e doveva approfittarne.

-Non vuoi?- Chiese poi Maria vedendo che lei non accennava a rispondere e cinque secondi dopo si trovo tutta la compagnia a cinque millimetri da se in attesa di una sua risposta.

-No...no...anzi verrei...con piacere- Rispose arrossendo.

-Che carina- Urlò Maria abbracciandola -Mi sono innamorata, attento Christian o te la porto via- Tra le risate di tutti, Mali riuscì a ritrovare il sorriso e Christian fu profondamente soddisfatto per questo.

Il pomeriggio quando tornò a casa era rimasta talmente contagiata dalla gioia degli altri, che non fece caso al disinteresse della famiglia.

-Mamma, vado da Christian- Disse alla madre, ormai pronta per uscire, aveva addirittura già le scarpe addosso.

-Come ti pare- Fu l'unica risposta che ricevette.

-Non torno per cena- Disse titubante.

-Come sempre, hai finito?- Un'altra risposta sprezzante.

-Stasera usciamo- Aggiunse, ormai aveva perso tutta la gioia che aveva. Senza nemmeno degnarsi di girarsi a guardarla la madre chiese -Dove andate?- mostrando decisamente poco interesse.

-Andiamo al karaoke con alcuni suoi amici.....insomma....usciamo a....- Spiegò, ma fu interrotta bruscamente.

-Farti scopare?- Concluse al suo posto con un ghigno maligno stampato in faccia- Quando hai finito di farteli tutti puoi anche non tornare a casa e rimanere la loro puttana gratuita- Disse la madre, che nonostante non si fosse girata, sapeva benissimo quale espressione avesse in volto la figlia. In quel momento arrivò dal salotto il padre, che si intromise nel discorso.

-Se volevi farti un giro sulla giostra, bastava chiedere, quale padre non vorrebbe soddisfare la propria figlia vogliosa, non c'è bisogno che scomodi le chat room e gli amici del tuo amichetto- Disse maligno afferrandola per un braccio, ora Mali era veramente terrorizzata dai due, così si liberò dalla presa del padre e corse fuori da casa, verso la casa di Christian senza mai fermarsi, infatti rischiò di essere quasi investita. Quando si trovò di fronte alla casa dell'amico, aveva ormai finito tutte le lacrime che aveva ed era rimasta li davanti, fissando un punto impreciso del suolo, incapace di suonare il campanello, anche quando aveva iniziato a piovere in modo pesante. Per sua fortuna poco dopo arrivò la madre di Christian, di ritorno da lavoro, che non si stupì affatto di trovarla in quelle condizioni di fronte alla sua porta d'ingresso, era successo un milione di volte e sarebbe continuato a succedere.

-Mali, cosa ci fai li sotto la pioggia, avanti vieni dentro- Disse, senza lasciarle il tempo di rispondere la trascinò dentro casa. -Christian vieni giù, c'è Mali!- urlò la madre al figlio, rinchiuso in bagno da ore per prepararsi ad uscire. In un secondo fu di sotto e vedendo l'amica in quello stato si precipitò da lei, ma quando chiese cos'era successo, in risposta ebbe solo un abbraccio e altre lacrime, così la madre corse subito a prenderle un asciugamano, una coperta e uno dei pigiami del figlio in modo che non rimanesse nei suoi vestiti fradici. Nonostante si trovasse vicino al camino acceso e all'interno del caldo abbraccio dell'amico, continuava a tremare visibilmente, scossa spesso da singhiozzi. Quella era la prima volta, che la famiglia la vedeva così scossa e tutti erano estremamente preoccupati, anche perché la ragazza non accennava a dare spiegazioni e loro in quel modo erano impotenti, anche il fratello minore di Christian, Jake, tornato a casa aveva provato a tirare su la giovane, ma senza risultati.

 

 

 

Angolo della Beota

 

Ci siamooooooo!! Finalmente finito il primo capitolo :D

Si ok lo so sono una pazza malata, non mi guardate in quel modo xD

Ma migliorerà davvero lo prometto, anche se prima darò il meglio di me con scene un po pesantine ahahah

 Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate anche se la cosa non fosse positiva fa niente, c’è sempre da imparare, ringrazio anche chi leggerà e basta :)

 Ciaoooooo dalla pazza beota

Rania :D

  
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