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Autore: Landarr    14/01/2007    6 recensioni
Primo tentativo, primo personaggio: Vincent Valentine.
Una cosa mi sono sempre chiesto: perchè, oh perchè Vincent si unisce al gruppo? ecco, mi è venuta una risposta, per cominciare, ma poi avrei anche altro da scrivere.
Se fa piacere a qualcuno
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Vincent Valentine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bene, seconda parte, due punti di vista stavolta, due personaggi di cui parlare.

Ho letto le vostre recensioni, Amelie, Martina, Amantha, Malu... grazie. Non mi vengono altre parole. [mmm... certo dovrei fare una piccola precisazione... dopo.]

Sto provando una cosa un po' difficile, ho la sensazione di andare un po' fuori personaggi, mi avvertireste se è così?

Spero vi piaccia.

L.

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Non si riesce a levar loro gli occhi di dosso.

Ragazzi, è del tutto ingiusto, sono totalmente letali, spietati e del tutto immuni alla paura, instancabili e dotati di una forza che pare non avere limite, perchè, oh perchè devono essere anche belli?

Ma lo sono. Sono belli e sembrano pure grandi amici, o almeno dividono una sintonia speciale, una sorta di silenzio comune in cui l'uno diventa lo specchio dell'altro, in azione e nei momenti di calma.

Non uguali, no, mai uguali, anzi, diametralmente opposti, tuttavia... sintonizzati, armoniosi... certe volte credo che possano fare del tutto a meno di noi altri, che ci permettano di accompagnarli per... cortesia, perchè loro potrebbero semplicemente incamminarsi verso il nemico annichilendo con naturalezza qualunque cosa si metta in mezzo.

Poi mi ricordo chi sono, come sono entrati nella mia vita, e lo so, non è per cortesia, ma per un'altra ragione che ci portano con loro, perchè è vero, ci portano con loro.

Mi ricordo quando ho trovato Cloud, privo di coscienza ma non svenuto, sulle labbra sillabe senza senso, nessuna idea di chi fosse, o di chi fossi io... mi ricordo quando ho aperto la bara e Vincent è balzato fuori, ciecamente, in un moto di pura autodifesa... mi ricordo, ed ora è assolutamente chiaro, loro non hanno bisogno di noi per combattere, loro sono fatti per combattere, e per vincere, ma poi? cosa viene dopo la vittoria? Non lo sanno, semplicemente non lo sanno, non ne hanno la minima idea.

Ma io sì, ed anche tu lo sai, io e te lo sappiamo.

Guardali, la pistola e la spada, guardali, il mostro che si lancia in avanti, Cloud che intercetta l'assalto riparando se stesso e Vincent dietro quella sua spada così impossibilmente enorme... guardali, Vincent che scarta, di lato ed in avanti per sparare a bruciapelo un colpo che fa cadere a terra la creatura, un attimo prima di quello in cui, forse, sarebbe riuscita a mordere e poi spara di nuovo, da sopra la spalla di Cloud, e lui scatta in avanti, la punta della sua spada che gareggia con la pallottola ed entrambe sono nel mostro, profondamente, e Cloud balza via, altissimo, mentre in un gesto imperioso Vincent evoca il potere del fulmine in una scarica che pone fine alla lotta... Guardali, è stato un attimo o un'eternità? un attimo, sono sicura che è stato un attimo, ma i loro gesti, le loro espressioni, il fuoco ed il gelo dei loro occhi... c'era il tempo di una vita in quell'attimo.

E guardali ora.

La lotta è finita, e si voltano, guarda nei loro occhi, supera la differenza del colore, ignora lo scintillio, guarda nei loro occhi, guarda le loro anime.

Gli occhi di Cloud sono pieni di lacrime, lui non piange, ma le lacrime sono lì, perchè lui è Cloud Strife, e con tutta la forza di questo mondo lui è sempre stato così....

Gli occhi di Vincent sono asciutti, ma vacui, vitrei, come gli occhi di un cadavere, svuotati della vita dallo stesso dolore che riempie di lacrime gli occhi di Cloud.

Stanno piangendo, a modo loro, ma stanno piangendo. Per lei.

Non è abbastanza, così non gli può bastare, così il dolore non uscirà fuori, devono gridare, piangere, singhiozzare.

Non lo faranno, non capisci? E' per questo che ci portano con loro, non sanno più come si fa a non combattere.

Non sanno più come si fa a non vincere, anche quando la vittoria ti costa un pezzo del tuo cuore.

Merda.

Non si riesce a toglier loro gli occhi di dosso.

E' ingiusto, sono così tristi, questo è un momento di lutto, ma perchè anche adesso devono essere così belli?

E' ingiusto, ma non potevo fare altrimenti, così sono andata lì, dove lui stava a guardare, lontano ed in alto, come a volersi dare una distanza dalle persone per cui è tornato a vivere, come a distanziarsi dalla sua vita.

Sono andata lì e l'ho guardato, mi sono avvicinata e lo sapevo che mi sentiva, ma non si è spostato, così mi sono fermata di fianco a lui, senza guardarlo, non potevo guardarlo, ma ho allungato una mano di fianco a me e gli ho toccato un braccio.

Pietra.

L'ho toccato altre volte, è come toccare un cavo dell'alta tensione: è duro, ma flessibile e caldo, vibrante di energia contenuta e pronta ad esplodere...

Era rigido e freddo, di pietra.

Pietra che si è mossa, la sua mano sulla mia spalla, un movimento orribile nella sua precisa, lenta intenzionalità... era troppo, mi sono voltata a guardarlo di nuovo, il suo viso era una maschera di porcellana, i suoi occhi...

"Perdono" ha detto, fissando Cloud che la lasciava alle acque.

Perdono.

Cosa voleva dire? Ha chiesto perdono a me? E per che cosa?

Non capisco.

  
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