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Autore: Kytril    29/06/2012    0 recensioni
«Non ho mai riflettuto molto su chi sarei diventata da grande o su quali azioni meritevoli avrei portato a termine. Non mi è mai piaciuto negoziare sul futuro, costellando quest'ultimo di mete e di traguardi. Forse perché l'unica destinazione, che avrei voluto ardentemente raggiungere, era Lui. Avrei abbandonato qualsiasi sogno o speranza per potermi perdere nuovamente nel suo sguardo, in quegli occhi profondi in cui sì specchiava il mio animo. »
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO I
 


Quando ho capito di essermi innamorata di Lui? Sinceramente non lo so, forse non l'ho mai capito, forse in cuor mio l'ho sempre saputo. Perché tutti questi 'forse'? Perché mi chiedo come sì possa amare qualcuno che non puoi avere accanto, che non puoi abbracciare, stringere, baciare? Semplicemente perché l'amore ha mille sfaccettature e Lui le faceva brillare tutte allo stesso modo. Anche se ora non è più qui con me, riesco lo stesso a percepire il suo profumo, ad ascoltare la sua voce unita alla melodia scandita del mio cuore.
[…]

Le mie dita tamburellavano a ritmo di musica, seguendo quella melodia pop, che inondava le mie orecchie e rimbombava dentro di me. La noia, come sempre, era la mia fedele compagna, mentre attendevo che l’ultima ora di lezione iniziasse e finisse, almeno per quella giornata. Con le cuffie bianche del mio IPhone, osservavo distratta la porta, finché il mio sguardo ceruleo non vide la sua figura.
Un uomo sulla cinquantina, capelli biondi a spazzola, barbetta incolta, altezza media e fisico nella norma, non troppo sportivo o muscoloso. Ed infine, quei due magnifici occhi di color azzurro, una tonalità capace di catturare la tua attenzione.
Per un attimo, credo di essermi persa nella profondità di quello sguardo ceruleo, che curioso scrutava la classe che gli si rifletteva dinanzi.
Non riuscivo a staccare gli occhi dalla sua figura, non tanto per la sua bellezza, anche se era uno di quegli uomini, che pur maturando, rimangono comunque piacenti, più che altro sentivo in lui qualcosa che mi attirava.
Tutt’ora non riesco a spiegarmi cosa sia quella forte attrazione, quel saldo legame, che mi tiene unita a lui.
È come se mi sentissi parte di lui, in simbiosi con la sua anima e collegata ai suoi pensieri.
Alcuni parlano di reincarnazioni, altri spiegano questa forte sintonia parlando di “legami karmici”, ma io credo che si tratti soltanto di amore, un amore predestinato.
Sì, perché da quello spento giorno di Settembre, la mia vita cambiò completamente.
Se prima la mia mente era vuota, sgombera da qualsiasi pensiero dolce e vellutato, da quel momento tutta la mia attenzione era completamente rivolta  a lui.
Nei giorni di lezione ero contenta di poterlo ammirare e quando eravamo divisi, soprattutto durante il weekend, ero ossessionata da una miriade di domande: con chi è? Che cosa fa? Mi sta pensando?
Come un lampo a ciel sereno, lui entrò a far parte del mio piccolo mondo, che fino a quell’ora avevo tenuto soltanto per me.
Nessuno riusciva a comprendermi fino in fondo, alcuni pensavano che io fossi pazza, ma lui, anche soltanto con il suo intenso sguardo, riusciva a penetrarmi, svuotarmi e capirmi.
Forse è per questo che, nonostante il tempo passa e passerà, io continuerò a tenere vivo in mente il ricordo di lui e di quei giorni trascorsi tra sguardi, risate, sorrisi e parole mai dette.
È proprio questo il brutto dei ricordi, attanagliano la tua mente e si ramificano nel tuo cuore, facendoti provare emozioni bellissime ed intense, ma anche tanto, troppo dolore.
Quando i soggetti delle memorie sono delle persone, magari che sono state e saranno importante per te, diventano quasi delle armi…delle piccole puntine, che infilzano la tua carne e lasciano su di essa una piccola ferita, che seppur potrà guarire con il tempo, rimarrà comunque la cicatrice.
Ma infondo, riflettendoci bene, è proprio l’impronta di questa cicatrice, che mi dona la sicurezza che Lui c’è stato, anche per un breve periodo. Lui è rimasto impresso nella mia pelle, non soltanto nella mia testa.
Sono contenta di averlo conosciuto, anche se oggi come oggi, dentro di me sento il mio animo, che soffre e si dispera per non averlo più accanto a me.
Finisce sempre così, una volta che ti abitui a qualcosa o qualcuno e ne diventi così tanto dipendente, ogni minima cosa ti ricorda che lui è esisto e, chissà in quale parte di questo gigantesco mondo, lui esiste ancora, c’è.
È davvero straziante e frustrante sapere che l’unica persona, che vorresti avere accanto per parlarci, scherzarci, riderci e condividere ogni minimo istante della tua vita, è la stessa che non puoi avere tra le braccia.
Ma questo è il prezzo da pagare, quando lasciamo che il nostro cuore, piccolo e fragile organo che tiene in piedi un interno corpo, si affezioni in modo così morboso a qualcuno.
Tutti sappiamo i rischi che corriamo, quando abbassiamo il muro di ghiaccio che ci protegge dalle altre persone, decidiamo noi stessi di diventare deboli e lasciare che l’altro inizi ad entrare piano piano a stretto contatto con la nostra parte interiore.
Tolta la corazza dura e forgiata da mille esperienze negative, decidiamo di metterci a nudo per l’ennesima volta e le nostre difese vengono azzerate.
Ma allora perché permettiamo a qualcun altro di poter entrare così a stretto contatto con il nostro animo, pur sapendo che questa persona potrebbe ferirci da un momento all’altro?
Semplice, perché soffrire per assaporare almeno un secondo della felicità e dell’affetto, che soltanto in una persona a cui vogliamo bene possiamo trovare, ci basta e ci gratifica.
Preferiamo tormentarci con il ricordo bello o brutto di una persona, che non tornerà più da noi, piuttosto che lasciarci sfuggire la possibilità di assaporare, anche per un solo attimo, la felicità di aver potuto conoscere qualcuno così vicino a noi ed al nostro mondo, che oggi è così terribilmente lontano.
Dunque, siamo forse egoisti e masochisti?
No, siamo semplicemente umani.

  
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