Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: therealman    30/06/2012    2 recensioni
uno dei periodi più importanti della mia vita
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Eccoci qua. Non mi capacito ancora dell’impatto che ha avuto nella mia vita, quella ragazza. Eppure, dopo tutto quello che è successo, non sono mai riuscito ad odiarla, nemmeno nei momenti più bui. Sarà che mi ha dato delle emozioni uniche. Tutto è cominciato nel gennaio del 2010. Una banalissima richiesta di amicizia ricevuta da una ragazza sconosciuta… visualizzo il profilo, e vedo una ragazzina, di un anno più di me. Già da lì capii subito che mi piaceva. Dopo qualche giorno riesco a prendere coraggio, e apro quella chat. Ci salutiamo, cominciamo a fare le solite domande di circostanza e incominciamo a parlare. Abbiamo dei caratteri abbastanza simili, e già mi stavo infatuando di lei. Dopo qualche giorno ci scambiamo i numeri di cellulare, e cominciamo a conoscerci seriamente. 3 mesi, 3 mesi stupendi, in cui tra l’altro lei non mi aveva mai visto in faccia, perché in quel periodo non avevo né voglia né intenzione di mettere foto su facebook. Ad aprile, decido di fare il grande passo: Vederci. Anche solo per 15 minuti, sotto casa sua. Anche lei era molto intrigata in questo gioco,fatto di parole e mistero. L’appuntamento, per il 20 aprile, alle 16. Già dalla mattina fremevo dall’emozione. Alle 15,45, partenza. durante il tragitto, pensavo: non posso presentarmi a mani vuote. mi sono fermato a prendere una rosa rossa da un fiorista di strada. Costava 5 euro, ma li ho spesi bene. Arrivai. Faceva molto caldo. “a che numero abiti?” “al 14, scendo tra 5 minuti :)” Quei 5 minuti si tramutarono in un quarto d’ora, e intanto ero così emozionato che non riuscivo neanche a trovare il 14 in un vicolo. Alle 16,15 scese le scale. “Ciao…” “Ciao…” “Questa è per te.” Ci rimase di stucco, non se lo aspettava. Nessuno le aveva mai regalato una rosa, prima d’allora. Dopo di questo, seguirono sguardi dolci e abbracci. Tremavamo come foglie dall’emozione. Quella rosa recisa, durò UN MESE. Visse UN MESE. E non ho mai visto una rosa in un vaso durare così tanto. Nei giorni successivi, messaggi dolci, in alcuni casi smielati. Arrivavo a consumare tutti i 100 messaggi gratis solo per lei, e lei spesso li consumava tutti e 100 per me. Eravamo in contatto dalle 9 di mattina fino a quando non si finivano i messaggi. Arrivavo a scrivere poesie per lei. Mi chiamava Poetino. Il SUO Poetino. Si mise con due ragazzi diversi, nei mesi successivi. Io mi sentivo morto. Ma non riuscivo ad arrendermi. Con il cuore in lacrime, le sorridevo sempre, anche se di notte mi svegliavo, e piangevo moltissimo, anche un’ora. Gli chiesi 3 volte di essere la mia fidanzata, ma sempre rifiutò. Non mi riusciva proprio a vedere al suo fianco, una volta per tutte. Io soffrivo, e lei soffriva del fatto che io soffrissi. Arrivò presto il tempo delle vacanze estive. Il 5 luglio mi venne un’idea. Portarla in casa mia. Nessuno sarebbe stato in casa infatti quel giorno. Non volevo fare niente con lei, se non baciarla, abbracciarla, e cantarle una canzone. Le cantai “A Te” di Jovanotti, e restò piacevolmente stupita. Nessuno le aveva mai cantato una canzone, prima d’allora. La baciai per 2 ore e mezza. Seguirono 3 giorni bellissimi, eravamo praticamente fidanzati, ma non ufficialmente. Il 9 luglio andai a casa sua, e ci baciammo ancora, ma stavolta percepii qualcosa che non andava. Mi prese da parte, e mi disse che proprio non riusciva ad amarmi. Riusciva solo a darmi tantissimo affetto, ma non amore. Piansi amaramente tra le sue braccia. Anche a lei scese qualche lacrima. Forse il ricordo e l’emozione più forte della mia vita. L’estate passò in fretta. A settembre litigammo, infatti stavo diventando troppo insistente. Lei stava cambiando. Non era più la ragazza timida, dolce e riservata che era quando l’avevo conosciuta. Frequentava compagnie poco raccomandabili, e aveva pure cominciato a fumare. Non ci sentimmo per circa una settimana. Dopodiché tutto sembrava essere tornato alla normalità. A metà novembre ci provai ancora una volta, sempre con i miei modi dolci e gentili. Lei mi ammonì per l’ultima volta. Non dovevo più farlo, perché oramai erano tempi passati. Si inventò una balla, secondo la quale avevo detto in giro di noi, e avevo fatto sapere a tutti della nostra storia. Non ce la facevo. Ad un certo punto non rispose più, chiuse tutti i contatti. Mi disse pure addio. Il 30 novembre le portai sotto casa una lettera di scuse, e la imbucai. Chissà se l’ha mai letta, oppure l’ha direttamente buttata nel cestino. Pioveva a dirotto quella sera, e io ero senza ombrello. Almeno le gocce di pioggia potevano nascondere le lacrime sul mio viso. Passai mesi tremendi. Voglia di suicidio. Depressione. Sigarette. Canzoni tristi. Solitudine assoluta. Pianti una volta alla settimana. La sentii ancora poco, nei periodi successivi. Qualche messaggio d’estate, da conoscenti. Auguri per i rispettivi compleanni. Auguri per le feste. E ogni volta che le mandavo un messaggio, provavo un’emozione, un brivido nel cuore. E così è ancora oggi. Oggi è il 29 giugno del 2012, sono esattamente le 3:07 della notte.Sto pensando a lei e non riesco a dormire. Ascolto de André, la canzone dell’amore perduto. “ricordi, sbocciavano le viole; con le nostre parole: non ci lasceremo mai, mai,e poi mai…” Ancora oggi, non riesco a smettere di pensare a lei. Chissà, magari sono anche stato l’unico ad amarla veramente, e per così tanto. Chissà se ogni tanto riaffioro nei suoi pensieri.
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: therealman