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Autore: Neko    01/07/2012    2 recensioni
Sequel di "Da allievo a maestro" Sono passati anni da quando Kabuto ha combattuto nel suo covo contro i ninja della foglia e compiendo un gesto infimo ha rapito la figlia di Naruto appena venuta al mondo, ma esso non si arrende e continua la sua disperata ricerca con l'aiuto dei suoi amici.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Capitolo 17: La mia vita a Konoha

 

Pov Sakura

Non potevo credere ai miei occhi.

Era talmente tanto tempo che mi immaginavo un nostro possibile incontro, che non credevo che quanto stava avvenendo fosse realtà. Fissavo quella bambina immobile, aspettando che come sempre svanisse, ma i secondi passavano e lei rimaneva liì,ferma a fissarmi con uno sguardo timoroso.

Alzai la testa verso Naruto e incontrando i suoi occhi azzurri, potei leggervi che quella non era una allucinazione e quel sorriso leggero, ma tranquillizzante e sincero furono per me una conferma.

Cominciai ad avere la vista annebbiata e un qualcosa di bagnato cominciò a solleticarmi la guancia. Le lacrime avevano preso a scorrere in modo copioso e presto anche i singhiozzi fecero la loro comparsa.

Mi avvicinai alla bambina lentamente, per poi buttarmi in ginocchio e abbracciarla.

“Finalmente, finalmente sei a casa!” dissi e fu in quel momento che la bambina ricambiò l’abbraccio. Fu un momento bellissimo e la sensazione che provai fu indescrivibile. Sapevo cosa volesse dire essere abbracciato dal proprio figlio. Era qualcosa di unico, un gesto che esprimeva l’affetto che esso aveva nei tuoi confronti, ma la sensazione che provai in quell’istante era diverso. Era qualcosa di più forte, forse dovuto al fatto che era la prima volta, o alla felicità di aver ritrovato quella bambina che non avevamo potuto crescere.

La lasciai per guardarla meglio in volto e vedere la nostra creatura. Era meravigliosa e perfetta, ancora più bella di come me la potessi immaginare.

“Mamma!” mi sentii chiamare da due vocine dietro le mie spalle, che timidamente si nascondevano sulle scale, facendo sbucare i loro visi tra le sbarre della ringhiera.

Akai, Daiki, venite qui!” disse Naruto, facendo loro segno di avvicinarsi “Vi voglio presentare una persona!”

Akai  ci raggiunse senza troppi indugi e correndo, si avvicinò alla bambina e cominciò ad annusarla e a guardarla con interesse.

Daiki invece si era aggrappato ai pantaloni di suo padre e non sembrava intenzionato a farsi vedere. Mi alzai e afferrandogli la manina, lo portai davanti alla bambina.

Essa guardava sia Daiki e Akai con aria confusa. A quanto pare Naruto non aveva accennato al fatto che aveva dei fratelli.

Daiki, Akai, questa è vostra sorella!” dissi.

Akai cominciò a ululare e a saltellare da una parte all’altra della stanza. Lo faceva sempre quando era felice, anche se non era suo soluto comportarsi così con qualcuno che non conosceva, mentre

Daiki, rivolgendomi lo sguardo disse “Lei è Kumiko?”

Il mio cuore perse un battito.  Sapevo che quella bambina fosse la volpina di Kumiko, lo potevo percepire dal chakra che emanava lievemente, e il fatto che lei non fosse presente mi rendeva triste, ma non lo diedi a vedere, infondo aver ritrovato per il momento almeno una delle mie due bambine, era una cosa da festeggiare.

“No tesoro, lei è la volpe che risiede dentro Kumiko, come Akai fa con te!” gi spiegai.

 

Pov Naho

Dovetti  nuovamente presentarmi, in quanto nemmeno la mamma poteva conoscere il mio nome, proprio come io non avrei potuto conoscere il suo, se papà non me lo avesse detto.

Certo che era strano. Fino al giorno primo avevo solo una sorella e un padre fasullo e ora avevo una famiglia intera. Mi faceva uno strano effetto, ma ammetto che non era affatto male e tutte quelle attenzioni dovute, non per usarmi, ma per amore, erano qualcosa di speciale, qualcosa a cui avrei fatto volentieri l’abitudine.

La cosa che non riuscivo bene a comprendere era la presenza di due papà, che mi venne svelata successivamente.

Mentre mamma e papà mi facevano domande o mi parlavano di loro o del villaggio, mettendomi al corrente di come fosse il mondo in cui avrei dovuto crescere, vidi entrare una enorme volpe. Il mio primo istinto fu quello di abbracciare papà, spaventata. Avvertivo in quella volpe una forza strepitosa e solo pochi istanti dopo mi accorsi che aveva lo stesso chakra di mio padre. Spostavo lo sguardo da mio padre alla volpe cercando di trovare una spiegazione. Mi venne data nel modo più semplice possibile e capii il perché sia io che Akai esistevamo.

In quel momento compresi anche il perché a volte, durante le mie fughe avvertivo due chakra uguali, simili al mio.

Papà Kurama aveva il fiatone e non sembrava volersi calmare. A quanto pare aveva corso per chilometri e chilometri, per raggiungermi. Mi avvicinai anche a lui, sempre con fare timoroso e successivamente gli cinsi il collo.

A modo suo mi abbracciò con le code e successivamente mi leccò il viso.

Mi misi a ridere, a causa del solletico che mi procurava e successivamente anche Akai, saltando sulla schiena di papà Kurama, cominciò a leccarmi. Akai sembrava avere un carattere più aperto e confidenziale nei miei confronti, mentre Daiki, seduto accanto alla mamma, non faceva altro che fissarmi rimanendo in silenzio. Mi domandai se era timidezza o antipatia nei miei confronti, in fondo ero una sorella maggiore che entrava nella sua famiglia, fino a quel momento perfetta, a prendere parte del suo territorio.

Papà mi si avvicinò e mi condusse al piano di sopra. La casa era davvero gigantesca e fui sorpresa quando vidi che avevo una stanza colorata e ricca di peluche. Fino a quel momento avevo avuto solo una bambola malridotta, che mi litigavo sempre con Rei.

Cominciai davvero a pensare di stare facendo solo un bellissimo sogno. Non potevo credere che tutto quello stesse capitando a me, infondo non credevo di aver fatto niente di buono per meritarmi tutto quello.

Decisi di godermi quel momento, nel caso si fosse trattato davvero di un sogno. Guardai la camera meravigliata e  mi girai intorno per vedere ogni singolo particolare, quando ad un tratto mi rattristai.

Mi fermai a fissare un punto preciso e un groppo in gola si formò.

“Quel letto appartiene a Rei, vero?”chiesi.

Vi era un letto solo a una piazza e mezza e questo mi fece pensare nuovamente che non ero io che volevano ritrovare.

La mamma mi guardò confusa non capendo chi fosse Rai, mentre papà sedendosi sul letto e facendomi sedere sulle ginocchia disse “Non è come pensi, Naho. È vero vi è un letto solo, ma è per entrambe le mie due bambine! Lo so, forse credevi di avere un letto tutto tuo, ma non conoscendovi abbiamo pensato che come Akai e Daiki, preferivate  dormire insieme!”

Abbassai la testa. Potevo capire il loro ragionamento, infondo mi sembrava che i miei fratelli andassero d’accordo, ma per me e Rei non era così. Forse lo sarebbe stato se fossimo cresciute in quell’ambienta, invece erano più le volte che litigavamo e stavamo separate. Anche nei momenti che sembravano tranquilli e che avremmo potuto passare insieme, venivano rovinati da Kabuto. Esso infatti veniva sempre a prendermi per allenarmi o per portarmi nel suo laboratorio, cosa che con Rei non faceva mai. Anche se non so quanto potesse essere una cosa negativa, dato che non ricordo niente dei miei momenti passati in quel luogo. Come per magia entrata in quella stanza, mi addormentavo per poi svegliarmi nel mio letto. Mia sorella era convinta che quelle attenzioni fossero dovute a un maggior affetto nei miei confronti e cominciò ad avere un complesso di inferiorità nei miei confronti e faceva di tutto per attirare l’attenzione di colui che lei chiamava padre.

 

Passai dei giorni bellissimi al villaggio di Konoha. Conobbi tutti gli amici di famiglia e anche se mi sembravano uno più pazzo dell’altro, erano simpatici, a differenza degli “amici” di Kabuto che mi trattavano con indifferenza. Era un mondo completamente diverso. Vi era gioia, serenità, tranquillità, tutto sembrava perfetto, ma dentro al mio cuore avevo paura. Avevo un presentimento che non mi permetteva di godere a pieno di quella felicità.

La notte che portò via quella serenità che la  mia famiglia mi dava, dormivo serenamente nel mio letto, quando un solletico ai piedi mi fece sobbalzare e urlare.

Mi tolsi le coperte di dosso e trovai un serpente bianco strisciare ai miei piedi. Mi pietrificai di colpo. Kabuto era riuscito a trovarmi e aveva un messaggio per me.

Naho” urlò papà entrando di scatto nella mia stanza e accendendo la luce. Il suo volto sbianco quando vide quell’essere viscido e non ci pensò due volte ad eliminarlo.

Io ero immobile, la paura mi impediva di muovermi, quasi di respirare. I miei occhi sgranati non si staccavano dal punto in cui quel serpente si trovava.

Mi sentii circondare da due braccia gentili e mi sentii accarezzare la testa. Quei gesti che in quei giorni erano in grado di farmi sentire a casa e di tranquillizzarmi, non avevano più alcun effetto.

Naho, stai bene?” mi chiese la mamma.

Non risposi.

“Quell’essere ti ha fatto del male?” mi chiese papà. Scossi la testa, ma questo non sembrò tranquillizzati.

“Quel serpente era di Kabuto, vero?”

Alzai di scatto lo sguardo su papà spaventata di dire la verità e abbassando la testa dissi timorosa “Io…io non lo so…no, non credo!”

Avrei voluto dire loro tutto, le parole che mi aveva detto, ma non potevo. Non volevo mettere in pericolo nessuno, soprattutto se la colpa di quanto poteva accadere era mia.

Non so se presero per vere le mie parole, ma per il momento optai per il sì. Solo papà Kurama sembrava non essere convinto, in quanto mi fissava, cercando di studiarmi.

Mamma e papà si guardarono preoccupati. Non volevano lasciarmi da sola, spaventati dall’eventualità di una nuova possibile visita.

“Rimarrò io con lei!” disse papà Kurama, tranquillizzandoli.

Esso si sistemò sul pavimento dopo aver girato un paio di volte su se stesso.

“Papà Kurama” lo chiamai timidamente, “Dormiresti qui con me?” mi vergognavo di questa richiesta, ma avevo bisogno di sentirmi protetta.

Papà Kurama mi guardò con dolcezza e, alzandosi, si sistemò al mio fianco, abbracciandomi con le code.

La paura che provavo, si affievolì un po’ e il sonno cominciò a farmi pesare le palpebre, ma mi destai di nuovo quando sentii qualcuno camminare al mio fianco, per poi sistemarsi dall’altro lato, vicino al mio capo.

“Ti proteggo io nee-chan!”

Sorrisi e abbracciai il mio fratellino “Grazie! Buona notte Akai-chan!”

 

 

Scusate il ritardo, ma proprio non riesco a trovare l’ispirazione per scrivere nonostante non farei altro dalla mattina alla sera, ma quando mi trovo davanti al foglio bianco di Word, non riesco a scrivere niente che mi soddisfi, quindi non so come sia venuto questo capitolo, ne se sono riuscita ad esprimere i sentimenti di Sakura e Naho.

Lascio giudicare voi.

Fatemi sapere.

A presto

Neko =^_^=

 

  
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