Capitolo 17: La mia
vita a Konoha
Pov Sakura
Non potevo credere
ai miei occhi.
Era talmente tanto
tempo che mi immaginavo un nostro possibile incontro, che non credevo che
quanto stava avvenendo fosse realtà. Fissavo quella bambina immobile,
aspettando che come sempre svanisse, ma i secondi passavano e lei rimaneva liì,ferma a fissarmi con uno sguardo timoroso.
Alzai la testa
verso Naruto e incontrando i suoi occhi azzurri,
potei leggervi che quella non era una allucinazione e quel sorriso leggero, ma
tranquillizzante e sincero furono per me una conferma.
Cominciai ad avere
la vista annebbiata e un qualcosa di bagnato cominciò a solleticarmi la
guancia. Le lacrime avevano preso a scorrere in modo copioso e presto anche i
singhiozzi fecero la loro comparsa.
Mi avvicinai alla
bambina lentamente, per poi buttarmi in ginocchio e abbracciarla.
“Finalmente,
finalmente sei a casa!” dissi e fu in quel momento che la bambina ricambiò
l’abbraccio. Fu un momento bellissimo e la sensazione che provai fu
indescrivibile. Sapevo cosa volesse dire essere abbracciato dal proprio figlio.
Era qualcosa di unico, un gesto che esprimeva l’affetto che esso aveva nei tuoi
confronti, ma la sensazione che provai in quell’istante era diverso. Era
qualcosa di più forte, forse dovuto al fatto che era la prima volta, o alla felicità
di aver ritrovato quella bambina che non avevamo potuto crescere.
La lasciai per
guardarla meglio in volto e vedere la nostra creatura. Era meravigliosa e
perfetta, ancora più bella di come me la potessi immaginare.
“Mamma!” mi sentii
chiamare da due vocine dietro le mie spalle, che timidamente si nascondevano
sulle scale, facendo sbucare i loro visi tra le sbarre della ringhiera.
“Akai, Daiki, venite qui!” disse Naruto, facendo loro segno di avvicinarsi “Vi voglio
presentare una persona!”
Akai ci raggiunse senza troppi indugi e correndo,
si avvicinò alla bambina e cominciò ad annusarla e a guardarla con interesse.
Daiki invece si era
aggrappato ai pantaloni di suo padre e non sembrava intenzionato a farsi
vedere. Mi alzai e afferrandogli la manina, lo portai davanti alla bambina.
Essa guardava sia Daiki e Akai con aria confusa. A
quanto pare Naruto non aveva accennato al fatto che
aveva dei fratelli.
“Daiki, Akai, questa è vostra
sorella!” dissi.
Akai cominciò a ululare
e a saltellare da una parte all’altra della stanza. Lo faceva sempre quando era
felice, anche se non era suo soluto comportarsi così con qualcuno che non
conosceva, mentre
Daiki, rivolgendomi lo
sguardo disse “Lei è Kumiko?”
Il mio cuore perse
un battito. Sapevo che quella bambina
fosse la volpina di Kumiko, lo potevo percepire dal chakra che emanava lievemente, e il fatto che lei non fosse
presente mi rendeva triste, ma non lo diedi a vedere, infondo aver ritrovato
per il momento almeno una delle mie due bambine, era una cosa da festeggiare.
“No tesoro, lei è
la volpe che risiede dentro Kumiko, come Akai fa con te!” gi spiegai.
Pov Naho
Dovetti nuovamente presentarmi, in quanto nemmeno la
mamma poteva conoscere il mio nome, proprio come io non avrei potuto conoscere
il suo, se papà non me lo avesse detto.
Certo che era
strano. Fino al giorno primo avevo solo una sorella e un padre fasullo e ora
avevo una famiglia intera. Mi faceva uno strano effetto, ma ammetto che non era
affatto male e tutte quelle attenzioni dovute, non per usarmi, ma per amore,
erano qualcosa di speciale, qualcosa a cui avrei fatto volentieri l’abitudine.
La cosa che non
riuscivo bene a comprendere era la presenza di due papà, che mi venne svelata
successivamente.
Mentre mamma e papà
mi facevano domande o mi parlavano di loro o del villaggio, mettendomi al
corrente di come fosse il mondo in cui avrei dovuto crescere, vidi entrare una
enorme volpe. Il mio primo istinto fu quello di abbracciare papà, spaventata.
Avvertivo in quella volpe una forza strepitosa e solo pochi istanti dopo mi
accorsi che aveva lo stesso chakra di mio padre. Spostavo
lo sguardo da mio padre alla volpe cercando di trovare una spiegazione. Mi
venne data nel modo più semplice possibile e capii il perché sia io che Akai esistevamo.
In quel momento
compresi anche il perché a volte, durante le mie fughe avvertivo due chakra uguali, simili al mio.
Papà Kurama aveva il fiatone e non sembrava volersi calmare. A
quanto pare aveva corso per chilometri e chilometri, per raggiungermi. Mi
avvicinai anche a lui, sempre con fare timoroso e successivamente gli cinsi il
collo.
A modo suo mi
abbracciò con le code e successivamente mi leccò il viso.
Mi misi a ridere, a
causa del solletico che mi procurava e successivamente anche Akai, saltando sulla schiena di papà Kurama,
cominciò a leccarmi. Akai sembrava avere un carattere
più aperto e confidenziale nei miei confronti, mentre Daiki,
seduto accanto alla mamma, non faceva altro che fissarmi rimanendo in silenzio.
Mi domandai se era timidezza o antipatia nei miei confronti, in fondo ero una
sorella maggiore che entrava nella sua famiglia, fino a quel momento perfetta,
a prendere parte del suo territorio.
Papà mi si avvicinò
e mi condusse al piano di sopra. La casa era davvero gigantesca e fui sorpresa
quando vidi che avevo una stanza colorata e ricca di peluche. Fino a quel momento
avevo avuto solo una bambola malridotta, che mi litigavo sempre con Rei.
Cominciai davvero a
pensare di stare facendo solo un bellissimo sogno. Non potevo credere che tutto
quello stesse capitando a me, infondo non credevo di aver fatto niente di buono
per meritarmi tutto quello.
Decisi di godermi
quel momento, nel caso si fosse trattato davvero di un sogno. Guardai la camera
meravigliata e mi girai intorno per
vedere ogni singolo particolare, quando ad un tratto mi rattristai.
Mi fermai a fissare
un punto preciso e un groppo in gola si formò.
“Quel letto
appartiene a Rei, vero?”chiesi.
Vi era un letto
solo a una piazza e mezza e questo mi fece pensare nuovamente che non ero io
che volevano ritrovare.
La mamma mi guardò
confusa non capendo chi fosse Rai, mentre papà sedendosi sul letto e facendomi
sedere sulle ginocchia disse “Non è come pensi, Naho.
È vero vi è un letto solo, ma è per entrambe le mie due bambine! Lo so, forse
credevi di avere un letto tutto tuo, ma non conoscendovi abbiamo pensato che
come Akai e Daiki,
preferivate dormire insieme!”
Abbassai la testa.
Potevo capire il loro ragionamento, infondo mi sembrava che i miei fratelli
andassero d’accordo, ma per me e Rei non era così. Forse lo sarebbe stato se
fossimo cresciute in quell’ambienta, invece erano più le volte che litigavamo e
stavamo separate. Anche nei momenti che sembravano tranquilli e che avremmo
potuto passare insieme, venivano rovinati da Kabuto.
Esso infatti veniva sempre a prendermi per allenarmi o per portarmi nel suo
laboratorio, cosa che con Rei non faceva mai. Anche se non so quanto potesse
essere una cosa negativa, dato che non ricordo niente dei miei momenti passati
in quel luogo. Come per magia entrata in quella stanza, mi addormentavo per poi
svegliarmi nel mio letto. Mia sorella era convinta che quelle attenzioni
fossero dovute a un maggior affetto nei miei confronti e cominciò ad avere un
complesso di inferiorità nei miei confronti e faceva di tutto per attirare
l’attenzione di colui che lei chiamava padre.
Passai dei giorni
bellissimi al villaggio di Konoha. Conobbi tutti gli
amici di famiglia e anche se mi sembravano uno più pazzo dell’altro, erano
simpatici, a differenza degli “amici” di Kabuto che
mi trattavano con indifferenza. Era un mondo completamente diverso. Vi era
gioia, serenità, tranquillità, tutto sembrava perfetto, ma dentro al mio cuore
avevo paura. Avevo un presentimento che non mi permetteva di godere a pieno di
quella felicità.
La notte che portò
via quella serenità che la mia famiglia
mi dava, dormivo serenamente nel mio letto, quando un solletico ai piedi mi
fece sobbalzare e urlare.
Mi tolsi le coperte
di dosso e trovai un serpente bianco strisciare ai miei piedi. Mi pietrificai
di colpo. Kabuto era riuscito a trovarmi e aveva un
messaggio per me.
“Naho” urlò papà entrando di scatto nella mia stanza e
accendendo la luce. Il suo volto sbianco quando vide quell’essere viscido e non
ci pensò due volte ad eliminarlo.
Io ero immobile, la
paura mi impediva di muovermi, quasi di respirare. I miei occhi sgranati non si
staccavano dal punto in cui quel serpente si trovava.
Mi sentii
circondare da due braccia gentili e mi sentii accarezzare la testa. Quei gesti
che in quei giorni erano in grado di farmi sentire a casa e di
tranquillizzarmi, non avevano più alcun effetto.
“Naho, stai bene?” mi chiese la mamma.
Non risposi.
“Quell’essere ti ha
fatto del male?” mi chiese papà. Scossi la testa, ma questo non sembrò
tranquillizzati.
“Quel serpente era
di Kabuto, vero?”
Alzai di scatto lo
sguardo su papà spaventata di dire la verità e abbassando la testa dissi
timorosa “Io…io non lo so…no,
non credo!”
Avrei voluto dire
loro tutto, le parole che mi aveva detto, ma non potevo. Non volevo mettere in
pericolo nessuno, soprattutto se la colpa di quanto poteva accadere era mia.
Non so se presero
per vere le mie parole, ma per il momento optai per il sì. Solo papà Kurama sembrava non essere convinto, in quanto mi fissava,
cercando di studiarmi.
Mamma e papà si
guardarono preoccupati. Non volevano lasciarmi da sola, spaventati
dall’eventualità di una nuova possibile visita.
“Rimarrò io con
lei!” disse papà Kurama, tranquillizzandoli.
Esso si sistemò sul
pavimento dopo aver girato un paio di volte su se stesso.
“Papà Kurama” lo chiamai timidamente, “Dormiresti qui con me?” mi
vergognavo di questa richiesta, ma avevo bisogno di sentirmi protetta.
Papà Kurama mi guardò con dolcezza e, alzandosi, si sistemò al
mio fianco, abbracciandomi con le code.
La paura che
provavo, si affievolì un po’ e il sonno cominciò a farmi pesare le palpebre, ma
mi destai di nuovo quando sentii qualcuno camminare al mio fianco, per poi
sistemarsi dall’altro lato, vicino al mio capo.
“Ti proteggo io nee-chan!”
Sorrisi e
abbracciai il mio fratellino “Grazie! Buona notte Akai-chan!”
Scusate il ritardo,
ma proprio non riesco a trovare l’ispirazione per scrivere nonostante non farei
altro dalla mattina alla sera, ma quando mi trovo davanti al foglio bianco di
Word, non riesco a scrivere niente che mi soddisfi, quindi non so come sia
venuto questo capitolo, ne se sono riuscita ad esprimere i sentimenti di Sakura
e Naho.
Lascio giudicare
voi.
Fatemi sapere.
A presto
Neko =^_^=