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Autore: SalazarSerpeverde    01/07/2012    9 recensioni
In un normalissimo liceo italiano arriva un ragazzo del primo anno, Claudio, non proprio nella norma. Adora poltrire, NON seguire i consigli, non studiare e raggiungere i massimi risultati con il minimo sforzo (ovviamente non riuscendoci).
La sua presenza sconvolgerà letteralmente e matematicamente la classe coinvolgendo Professori, Alunni e anche il suo Autore, che nonostante tenti di fargli sempre fare la cosa giusta, scoprirà che non sarà poi così facile.

SalazarSerpeverde
Dal Capitolo Primo:  ...Io mi chiamo Claudio Orlando Gennaro Luigi Igor Oronzo Nicola Emilio, ma per fare prima, tutti mi chiamano COGLIONE per via delle iniziali dei miei nomi...
Genere: Comico, Commedia, Demenziale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 33 - Il litigio più grande dopo il Big Bang siamo noi, io e teeee
 
Era un altro giorno. Anzi, non so se il Lunedì posso definirlo un giorno, perché lo detesto con tutto il cuore e vorrei che non esistesse.
Mia madre entrò come al solito armata di forchetta per svegliarmi e nel caso la ignorassi, infilzarmi.
Alzate le coperte trovò una mia geniale invenzione. Un biglietto.
 
Autore: “Oddio, sei un genio. Hai scritto un biglietto.”
 
Mamma: “Sono uscito prima per andare a scuola. Uffa, mio figlio è già uscito. Proprio oggi che gli avevo cucinato una colazione a base di pizza.”
BAAAAAAAAAAAM (ESCO DALL’ARMADIO)
Io: “Dov’è la pizza?”
Mamma: “Non c’è. L’ho solo usata come scusa per farti uscire dall’armadio.”
Io: “Come sapevi che stavo mentendo nel biglietto?”
Mamma: “Tu che esci prima per andare a scuola? Molto più probabile un attacco alieno.”
 
Autore: “Davvero preferivi restare nell’armadio tutto il giorno pur di non andare a scuola?”
Io: “Bé, che c’è di male?”
Autore: “Forse era meglio che restavi davvero nell’armadio. Così terminavi l’aria e schiattavi una volta per tutte. Ormai è fatta però.”
Io: “Uffa! Oggi non ho proprio voglia di andare a scuola.”
Autore: “Come tutte le mattine del resto.”
Io: “Si, ma oggi mi annoio da morire.”
Autore: “Ma oggi non c’era la partita di calcio invece della lezion... Claudio, dove sei andato?”
DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIN
Autore: “Pronto? Claudio! Dove cazzo sei?”
Io: “A scuola perché?”
Autore: “Uao, che rapidità.”
 
Prof. Pitagora: “Ragazzi, vi devo dare una brutta notizia. La squadra avversaria ha tre infortuni.”
Io: “Ah, porca vacca...”
 
Mucca: “Muuuuuuuuuuuuuuuuu (che cazzo ti ho fatto).”
 
Io: “... adesso non giocheremo più e faremo lezione ““““divertendoci”””” con le equazioni.”
Prof. Pitagora: “Devo dire che l’idea delle equazioni mi alletta, ma dobbiamo giocare questa partita per raccogliere fondi e pagare il nuovo trapianto di capelli del prof. Strabbubbulo.”
Io: “Uao, allora è una giusta causa.”
Prof. Pitagora: “Quindi, a sostituire i tre infortunati saremo io, il prof. Strabbubbulo e la prof. Hitler.”
Io: “Uao, che partita emozionante. Giocheremo contro una 187enne, un trans e una dittatrice FEMMINA (anche se non ne sono sicuro)”
Prof. Pitagora: “Hey, Strabbubbulo. Ti ha chiamato 187enne. Ti dicevo che sembravi vecchio.”
Prof. Strabbubbulo: “Veramente credo che si rivolgesse a te.”
Prof. Pitagora: “Ma che dici? Mica sono vecchia io.”
Prof. Strabbubbulo: “No? L’altro giorno ho trovato la crema antirughe impiccata al lampadario.”
Prof. Pitagora: “Ti ripeto che non sono vecchia!”
Prof. Strabbubbulo: “Ma se hai così tante rughe che l’altro giorno una mosca ti si è appoggiata in faccia e ancora deve uscire da li.”
Io: “La iniziamo ‘sta partita?”
Prof. Pitagora: “Ok, però attento Strabbubbulo che se la palla ti finisce addosso il tuo seno siliconato si affloscia.”
Prof. Strabbubbulo: “Pensa al tuo di seno vecchiaccia.”
DOPO 4 ORE 43 MINUTI 12 SECONDI E 4 DECIMI...
Prof. Strabbubbulo: “Ma stai zitta che hai la schiena talmente pelosa che Gillette ti usa come cavia per le loro lamette.”
Arbitro: “Basta minchioni! Iniziamo la partita!”
Prof. Pitagora: “Ok, ma non è finita qui.”
FIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII (FISCHIO D’INIZIO)
Io: “Che bello, adesso ruberò subito la palla alla prof. Pitagora.”
FIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII (FISCHIO FINALE)
Io: “Ma che ca... già abbiamo finito?”
Arbitro: “Si, quei due imbecilli si sono messi a litigare per quasi 5 ore e si è fatta ora di tornare a casa.”
A CASA
Mamma: “Allora tesoro? Come è andata la partita?”
Io: “0 a 0.”
Mamma: “Ma come? Dei fuoriclasse come la tua squadra, te escluso, non ha segnato nemmeno un gol?”
Io: “E ti credo. Abbiamo giocato 8 secondi. Un momento, come me escluso?”
Mamma: “No, non pensarci. Tieni, per tapparti quella bocca mangia un po’ di melanzane affumicate, impanate, fritte e ripiene.”
Io: “Ma che cazzo cucini?”
Mamma: "Non ci senti? Melanzane affumicate, impanate, fritte e ripiene."
Autore: "Ha detto: Che cazzo cucini, perché è un piatto assurdo, non perché non ha sentito."
Io: "No, invece non avevo sentito. Adoro le melanzan così."
Autore: "Ma quand'è che il colesterolo diventa così alto da farlo schiattare più veloce di una miccetta?"
Dio: "Tra venti anni... se non muore prima per causa sua."
Autore: "Così tanto? Allora devo farlo mettere nei guai al più presto. Chi lo sopporta per altri venti anni."
DOPO DUE MINUTI
Mamma: "Quell'idiota è salito per lavarsi le mani e ancora deve scendere. Ma dov'è?"
AL PIANO DI SOPRA
Io:" Argh, stupidi coccodrilli, tornate nella doccia!"
Autore: "Tsk, sapevo che si sarebbe messo nei guai in modo assurdo."
  
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