Capitolo 18: il
ricatto
Pov Sasuke
Mi alzai all’alba.
Adoravo alzarmi presto e godermi la calma mattutina e la leggera brezza che
soffiava e soprattutto adoravo quel silenzio che vi era in casa, che terminava
ogni dì alla stessa ora, con il risveglio dei miei figli. Urlavano per
qualsiasi cosa, per chiedere a Karin dove fossero i vestiti puliti, dove
fossero le loro armi o litigavano per accaparrarsi l’ultima frittella.
Io e mio fratello
non avevamo mai litigato per l’ultimo boccone. Ricordo che Itachi
lo lasciava sempre a me e io, senza complimenti, me lo mangiavo con gusto. Ma quelle urla riuscivano sempre a strapparmi
un sorriso, soprattutto quando Karin, esasperata dal continuo casino,
minacciava i miei figli di lasciarli a stomaco vuoto la sera.
Fortunatamente Fugaku mi aveva perdonato per il mio passato, mentre Itachi di tanto in tanto me lo faceva pesare, ma almeno non
era scostante come all’inizio. Cominciava ad accettare l’idea che suo padre era
quel che era, d'altronde si ha un solo genitore ed esso non lo si può sostituire.
Poi finalmente,
quando i ragazzi lasciavano la casa, il silenzio tornava a regnare, interrotto
soltanto da qualche rumore di stoviglia che ne toccava un’altra o da altri
rumori casalinghi causati da karin quando risistemava
il macello da noi combinato, perchè sì, anch’io
contribuivo di tanto in tanto a mettere disordine. Non era mia abitudine
lasciare le cose in giro, ma quando mi giravano i cinque minuti, buttavo tutto
all’aria finchè non trovavo ciò che cercavo e
capitava spesso di trovare l’oggetto che
volevo, da tutt’altra parte di dove io l’avevo sistemato. Chissà perché le
donne hanno sempre il vizio di spostare le cose.
Quella giornata ero
un po’ sulle mie e volevo passare un po’ di tempo per conto mio. Uscii dalla
mia abitazione per recarmi a fare un giro per il villaggio. Di certo non era un
luogo tranquillo, ma la gente non mi infastidiva, al contrario faceva di tutto
pur di starmi alla larga.
Ammetto che il
fatto che mi evitassero come se avessi la lebbra, era fastidioso, ma andava
benissimo se la mia tranquillità non veniva disturbata. Avevo delle persone che
tenevano a me e non mi importava di avere l’apprezzamento dell’intero villaggio
come qualcuno di mia conoscenza. Non so come Naruto
facesse a sopportare tutte le persone che gli rompevano le scatole a ogni
passo, ma lui mi ripeteva “Meglio essere circondati da tante persone, che
restarsene in completa solitudine”. Passato tanto tempo da solo, potevo anche
capirlo, ma vi era un limite a tutto e a volte le persone non sembravano
proprio capire quando invadevano un po’ troppo il proprio spazio vitale.
Voltai a un angolo
per togliermi dalla calca della via principale del villaggio e continuando a camminare, notai qualcuno di
mia conoscenza.
Sembrava triste e faceva
sbattere ripetutamente un bastone contro le ringhiere che circondavano un
palazzo.
Non parve
accorgersi di me, finchè non gli fui proprio davanti.
“Perché quell’aria
triste, Naho” le domandai.
“Sasuke!” disse guardandomi imbambolata, per poi scuotere la
testa e sorridermi “No, non sono triste, ero solo persa nei miei pensieri!”
“Se lo dici tu!”
dissi poco convinto.
Ci sedemmo su di
una panchina. Naho continuava a stare con lo sguardo
fisso a terra, muovendo alternativamente le gambe che non toccavano terra.
Glielo si leggeva
in faccia che aveva qualcosa che non andava e sospirai.
“Naho, vuoi dirmi che cos’hai? Non dirmi niente perché non
ti credo!” le dissi con voce seria “Già stanca di stare qui con noi?” le chiesi
sperando di scuoterla un po’.
La bambina mi
guardò come per chiedermi se davvero gli stavo porgendo quella domanda.
Sospirai nuovamente e per farla parlare le feci una domanda che mi ronzava in
testa da un po’.
“Naho, posso almeno chiederti come mai mantieni sempre un
aspetto umano? Non mi sembra di averti mai visto nelle tue vere sembianze!” le
dissi.
“Bhe non è che sia tanto diversa da Akai,
sono solo un po’ più grande, infondo non sono più un cucciolo!”
“Voi bambini,
sempre con così tanta voglia di crescere. Comunque non hai risposto alla mia
domanda!” le feci notare.
“Kabuto mi costringeva a mantenere questo aspetto per non
farmi notare e alla fine ci ho fatto l’abitudine. Hai mai pensato come fosse la
vita di una volpe? Mangiamo e dormiamo per terra, dobbiamo pulirci con la
lingua e camminando a quattro zampe non possiamo fare molte cose e possiamo
solo usufruire della bocca per spostare le cose! È più comodo essere un umana!”
La guardai sorpresa
per la risposta che mi aveva dato. Non volevo mettere in dubbio le comodità di
avere due mani da utilizzare, ma non mi sembrava poi un problema per Akai e Kyuubi essere quello che
erano.
“Sasuke!” mi chiamò quasi in un bisbiglio “Posso chiederti
una cosa?”
Annuii
“Se qualcuno fosse
in pericolo, cosa farebbe papà?”
Sgranai gli occhi
sorpreso dalla domanda “Bhe tuo padre senza pensarci
un secondo, si precipiterebbe ad aiutarlo, anche a costo della vita!”
“E se il villaggio
fosse in pericolo?” mi chiese un po’ titubante.
“Farebbe tutto ciò
che è in suo potere per proteggerlo!”
“E se fosse lui la
causa di questo pericolo?”
Quelle domande non
mi piacevano. Non mi sembrava naturale che una bambina di soli sei anni
pensasse a queste cose.
“Naho, mi dici cosa sta succedendo? Perché di queste
domande?” le chiesi guardandola preoccupata negli occhi.
“Niente, volevo
solo capire bene che tipo fosse mio padre!”
“Sicuro che sia
solo per questo? Lo sai che a me puoi dire tutto!”
La vidi annuire “E
tu cosa faresti in queste situazioni?”
“Pressoché la
stessa cosa, ma non riuscirei a fare molto da solo, quindi chiederei aiuto alle
persone di cui mi fido di più!” dissi.
C’era qualcosa che
mi metteva all’erta, una sensazione che mi diceva di farle capire di fidarsi
ciecamente di noi.
Pov Naruto
Quel giorno, dopo
una settimana di pausa, avevo ripreso gli allenamenti con il mio team. Avevo
preso delle ferie per poter passare un po’ di tempo con Naho
e conoscerla meglio. Era davvero una bambina sveglia e vogliosa di scoprire, ma
qualcosa era cambiato dopo la visita di quel serpente. Sorrideva e si divertiva
a ogni minima cosa, ma avvertivo in lei un senso di inquietudine. Forse erano i
miei sensi sviluppati dovuti a quella parte di me demoniaca a farmi percepire
questa cosa. Ero sempre stato in grado
di capire le persone con un solo sguardo, ma solo ora mi rendo conto che questa
capacità, probabilmente non era dovuta alla mia parte umana.
Non solo Naho era inquieta. Anche io da quel giorno ero un po’
nervoso. Avevo una sensazione spiacevole che mi attanagliava lo stomaco.
Avvertivo che presto sarebbe accaduto qualcosa, anche se non era necessaria la
visita di quel viscido animale per farmelo sapere. Ero al corrente che Kabuto o i samurai o non so chi altro, avrebbero fatto
qualcosa, una mossa che avrebbe fatto terminare quella calma che da tempo
circondava il mondo ninja, ma quel momento
di utopia creato dal ritrovamento di Naho, si
era interrotto troppo bruscamente. Avrei voluto ancora qualche giorno per poter stare tranquillo con lei e con il
resto della mia famiglia.
“Naruto-sensei!” mi sentii chiamare “Cosa dobbiamo fare
oggi?” mi chiese Shiori. La sua voce mi colse
impreparato troppo impegnato a riflettere sugli eventi dei giorni precedenti “Ehm…fate il riscaldamento!” dissi ai miei due allievi.
“Già fatto!” mi
disse Shiori.
“I soliti esercizi
con kunai e shuriken?”
chiesi loro.
“Fatto!” disse Fugaku.
“Scontro fra di
voi?”
“fatto anche quello”
disse Shiori sbuffando.
“Che ti succede Naruto-sensei? sembri distratto oggi!” mi chiese Fugaku preoccupato.
Mi passai le mani
sul volto “Scusate ragazzi, ho qualche preoccupazione che mi gira per la
testa!” dissi loro.
Anche Shiori mi lanciò uno sguardo preoccupato. Non era da me
trascurare gli allenamenti dei ragazzi, al contrario, solitamente avevo uno
schema ben preciso di cosa fare e volevo da loro il massimo impegno.
“Per caso ti
preoccupa il fatto che Merodi non sia ancora tornata
tra noi?” mi chiese Fugaku.
“Uhm…si!” mentii.
La verità era che
nell’ultimo periodo non avevo pensato a quel problema. Se cercavo di trovare
una soluzione a tutti i guai che avevo per la testa, di sicuro il mio cervello
sarebbe esploso. Volevo riavere Merodi con me, ma al momento consideravo la mia bambina più
importante e sperai vivamente che questo la mia allieva potesse comprenderlo.
“Guarda chi c’è!”
disse la piccola Nara “Quelli non sono Sasuke e Naho?”
Guardai nella
direzione indicata dalla mia allieva e sorrisi quando vidi la mia bambina
tenere la mano a Sasuke mentre si avvicinavano.
Li raggiunsi e Naho mi corse incontro saltandomi in braccio.
“Sasuke mi ha chiesto se volevo venire a vederti mentre
facevi il maestro ed eccomi qua! Insegni qualcosa anche a me?” mi chiese
sorridendomi.
“Non posso mica
dire di no alla mia bambina” gli dissi dandole un bacio sulla guancia.
“Forse è un po’
strano, ma io voglio essere la prima volpe ninja, ma devo iniziare da subito se
voglio riuscire nella mia impresa!”
“D’accordo, vorrà
dire che ti farò dare un piccolo allenamento prima di far lavorare Shiori e Fugaku, d’accordo?” la
vidi annuire. Le dissi di raggiungere i miei allievi e che l’avrei raggiunta
presto. Avevo capito dallo sguardo di Sasuke, che
esso aveva qualcosa da dirmi.
“Naruto, credo che Naho stia
nascondendo qualcosa!” mi disse.
“Lo so, me ne sono
accorto e sono certo che qualsiasi cosa stia nascondendo, abbia a che fare con
la visita di quel serpente!” dissi.
“Temi che le abbia
detto qualcosa o che l’abbia minacciata?”
mi chiese Sasuke.
Non potei fare
altro che annuire. Era esattamente quello il mio pensiero, come anche quello di
Sakura e Kurama, ma nessuno di noi era riuscito a far
parlare Naho.
“Io ti consiglierei
di tenerla d’occhio. Prima mi ha fatto delle domande sospette su quanto
riguarda la protezione di una persona o del villaggio e non vorrei che compisse
qualche pazzia!” mi disse.
“La stiamo già
tenendo d’occhio. Con discrezione ovviamente!” disse Kurama
intervenendo e facendosi vedere. Io avevo già percepito la sua vicinanza.
Teneva Naho sotto costante osservazione, non
facendosi però mai vedere da lei. Non volevamo che si sentisse sotto pressione
o pedinata in continuazione. Sebbene lo fosse, volevamo che in un certo modo si
sentisse libera di stare a casa propria, anche se lo sarebbe stata solo una
volta che Kabuto sarebbe scomparso per sempre.
Chiacchierammo qualche
minuto sul da farsi, finchè sia io che Kurama percepimmo la stessa cosa, nel medesimo istante in
cui le grida di Fugaku e Shiori
si fecero sentire.
Ci girammo tutti
verso i miei allievi e la paura si impossessò di me.
Il chakra di Naho era scomparso e
con lui anche la bambina. A testimoniare la sua presenza era solo qualche
residuo di fumo.
“Era un clone?”
chiese Fugaku “Come è possibile?”
Sgranai gli occhi. Nessuno
di noi aveva la più pallida idea che la bambina avesse certe capacità, di certo
essa non ci aveva messo al corrente, ma la cosa stupefacente era che il suo
clone riusciva ad emanare il suo chakra come se fosse
stata lei in persona, mentre ovunque si trovasse Naho,
nascondeva perfettamente la sua presenza.
Non perdemmo tempo.
Io, Kurama e anche Sasuke,
ci mettemmo immediatamente alla ricerca della bambina. Non avvertimmo nemmeno l’hokage. Ci saremmo presi la ramanzina che ci aspettava, ma
dovevamo agire subito.
Mi domandai per
quale motivo Kabuto l’avesse addestrata a essere una
ninja. Avrebbe potuto usare quei poteri contro di lui, o forse il suo
obbiettivo era quello di far credere a Naho, che noi
ninja della foglia fossimo una minaccia e quelle capacità le sarebbero tornate
utili per scappare da noi.
Nonostante fosse
abile per la sua età in alcuni trucchetti ninja,
nemmeno lei era capace di cancellare completamente le sue tracce, come l’odore
che segnava il suo passaggio.
Era riuscita ad
allontanarsi molto. Era diversi chilometri lontana dal villaggio, ma non fu
difficile per noi raggiungerla. Io sentivo chiaramente il suo odore e non me ne
sorpresi. Ormai ci avevo fatto l’abitudine e in quel momento non potevo far
altro che ringraziare Kurama di quel potere.
La circondammo e le
chiedemmo spiegazioni. Sembrava sorpresa. Forse non aveva calcolato il fatto
che avremmo potuto scoprirla così in
fretta.
Ero arrabbiato.
Molto direi.
Aveva rischiato
grosso col suo comportamento, ma la cosa che mi dispiaceva maggiormente era che
non aveva voluto fare parola del suo problema a nessuno, rischiando così di
cadere nuovamente nelle mani di quell’essere.
“Cosa ti è saltato
in mente?” le dissi sgridandola “Dimmi la verità, stavi tornando da Kabuto!” le dissi e il mio cuore perse un battito quando
questa mia paura fu confermata.
“Perché non ci hai
detto niente?” le chiese Kurama, ma lei non rispose. Si
limitò a indietreggiare, finchè Sasuke
non l’afferrò per un braccio, impedendole qualsiasi sorta di fuga. Non poteva
sorprenderci nuovamente se non aveva la possibilità di comporre sigilli.
“Allora?” chiese Kurama con voce più ferma. Anche lui era arrabbiato e lo si
vedeva dal movimento delle sue code.
Naho lo guardava
colpevole e spaventata allo stesso tempo. Abbassò lo sguardo e cominciò a
singhiozzare.
“Non potevo! Se vi
avessi detto tutto, sareste morti e il villaggio sarebbe stato in pericolo!” ci
disse in un sussurro.
Sussultai. Il suo
silenzio era dovuto alla sua volontà di proteggerci. Tutto a un tratto la
rabbia sparì e abbassandomi alla sua altezza e asciugandole le lacrime le dissi
“Naho, è compito dei genitori proteggere i figli, non
viceversa. Non ci sono riuscito una volta e non potrei mai perdonarmi il fatto
di aver fallito anche una seconda volta!” le dissi dispiaciuto. “Per favore,
dimmi cosa è successo quella notte. Kabuto si è messo
in contatto con te?”
La vidi annuire.
“Mi ha detto che se
non fossi ritornata indietro, avrebbe ucciso Rei!”
Strinsi i pugni.
Non avevo mai avuto tanto rancore verso qualcuno come quello che provavo per Kabuto. Non riuscivo proprio a capire come si potesse
arrivare a ricattare una bambina.
“Ehm…voleva che con una scusa tornassi indietro,
portando voi due con me. Non è me che
vuole o Rei, vuole te papà Kurama. Io sono una femmina
e non se ne fa niente di me!”disse.
La guardai confusa,
non capendo cosa intendesse.
“I demoni codati femmine, sono di statura meno grandi e meno dotate
di chakra. qualsiasi cosa abbia intenzione di fare Kabuto, necessita del mio inesauribile chakra!”
mi mise al corrente Kurama.
“D’accordo, ho un’idea.
Naho, sapresti indicarmi con precisione il covo di Kabuto?” le chiesi.
“Che intenzioni
hai?” mi chiese Sasuke preoccupato.
“Userò l’henge e mi trasformerò in Naho.
Possedendo parte del chakra di Kurama,
posso benissimo farmi spacciare per lei. Cercherò di scoprire i suoi piani e ne
approfitterò per riprendermi Kumiko!” dissi convinto.
“Tu sei pazzo!” mi
disse con il cuore Sasuke.
“Si, lo sono! Ma
non lo saresti anche tu al mio posto?”
Mi sorrise e scosse
la testa rassegnato “Sta solo attento!”
“Sei sicuro papà?
Io non voglio che ti accada qualcosa!”
L’abbracciai e le
dissi che avrei fatto di tutto per tornare da lei. Venni informato della strada
da prendere e anche se non sapevo con esattezza dove si trovasse il covo
nemico, bastava farmi trovare dai samurai, per essere condotto a destinazione.
Eseguii la
trasformazione e inoltrandomi nel bosco, scomparvi dalla vista dei miei amici.