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Autore: Neko    03/07/2012    1 recensioni
Sequel di "Da allievo a maestro" Sono passati anni da quando Kabuto ha combattuto nel suo covo contro i ninja della foglia e compiendo un gesto infimo ha rapito la figlia di Naruto appena venuta al mondo, ma esso non si arrende e continua la sua disperata ricerca con l'aiuto dei suoi amici.
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Capitolo 18: il ricatto

 

Pov Sasuke

Mi alzai all’alba. Adoravo alzarmi presto e godermi la calma mattutina e la leggera brezza che soffiava e soprattutto adoravo quel silenzio che vi era in casa, che terminava ogni dì alla stessa ora, con il risveglio dei miei figli. Urlavano per qualsiasi cosa, per chiedere a Karin dove fossero i vestiti puliti, dove fossero le loro armi o litigavano per accaparrarsi l’ultima  frittella.

Io e mio fratello non avevamo mai litigato per l’ultimo boccone. Ricordo che Itachi lo lasciava sempre a me e io, senza complimenti, me lo mangiavo con gusto.  Ma quelle urla riuscivano sempre a strapparmi un sorriso, soprattutto quando Karin, esasperata dal continuo casino, minacciava i miei figli di lasciarli a stomaco vuoto la sera.

Fortunatamente Fugaku mi aveva perdonato per il mio passato, mentre Itachi di tanto in tanto me lo faceva pesare, ma almeno non era scostante come all’inizio. Cominciava ad accettare l’idea che suo padre era quel che era, d'altronde si ha un solo genitore ed esso non lo si può sostituire. 

Poi finalmente, quando i ragazzi lasciavano la casa, il silenzio tornava a regnare, interrotto soltanto da qualche rumore di stoviglia che ne toccava un’altra o da altri rumori casalinghi causati da karin quando risistemava il macello da noi combinato, perchè sì, anch’io contribuivo di tanto in tanto a mettere disordine. Non era mia abitudine lasciare le cose in giro, ma quando mi giravano i cinque minuti, buttavo tutto all’aria finchè non trovavo ciò che cercavo e capitava spesso  di trovare l’oggetto che volevo, da tutt’altra parte di dove io l’avevo sistemato. Chissà perché le donne hanno sempre il vizio di spostare le cose.

Quella giornata ero un po’ sulle mie e volevo passare un po’ di tempo per conto mio. Uscii dalla mia abitazione per recarmi a fare un giro per il villaggio. Di certo non era un luogo tranquillo, ma la gente non mi infastidiva, al contrario faceva di tutto pur di starmi alla larga.

Ammetto che il fatto che mi evitassero come se avessi la lebbra, era fastidioso, ma andava benissimo se la mia tranquillità non veniva disturbata. Avevo delle persone che tenevano a me e non mi importava di avere l’apprezzamento dell’intero villaggio come qualcuno di mia conoscenza. Non so come Naruto facesse a sopportare tutte le persone che gli rompevano le scatole a ogni passo, ma lui mi ripeteva “Meglio essere circondati da tante persone, che restarsene in completa solitudine”. Passato tanto tempo da solo, potevo anche capirlo, ma vi era un limite a tutto e a volte le persone non sembravano proprio capire quando invadevano un po’ troppo il proprio spazio vitale.

Voltai a un angolo per togliermi dalla calca della via principale del villaggio  e continuando a camminare, notai qualcuno di mia conoscenza.

Sembrava triste e faceva sbattere ripetutamente un bastone contro le ringhiere che circondavano un palazzo.

Non parve accorgersi di me, finchè non gli fui proprio davanti.

“Perché quell’aria triste, Naho” le domandai.

Sasuke!” disse guardandomi imbambolata, per poi scuotere la testa e sorridermi “No, non sono triste, ero solo persa nei miei pensieri!”

“Se lo dici tu!” dissi poco convinto.

Ci sedemmo su di una panchina. Naho continuava a stare con lo sguardo fisso a terra, muovendo alternativamente le gambe che non toccavano terra.

Glielo si leggeva in faccia che aveva qualcosa che non andava e sospirai.

Naho, vuoi dirmi che cos’hai? Non dirmi niente perché non ti credo!” le dissi con voce seria “Già stanca di stare qui con noi?” le chiesi sperando di scuoterla un po’.

La bambina mi guardò come per chiedermi se davvero gli stavo porgendo quella domanda. Sospirai nuovamente e per farla parlare le feci una domanda che mi ronzava in testa da un po’.

Naho, posso almeno chiederti come mai mantieni sempre un aspetto umano? Non mi sembra di averti mai visto nelle tue vere sembianze!” le dissi.

Bhe non è che sia tanto diversa da Akai, sono solo un po’ più grande, infondo non sono più un cucciolo!”

“Voi bambini, sempre con così tanta voglia di crescere. Comunque non hai risposto alla mia domanda!” le feci notare.

Kabuto mi costringeva a mantenere questo aspetto per non farmi notare e alla fine ci ho fatto l’abitudine. Hai mai pensato come fosse la vita di una volpe? Mangiamo e dormiamo per terra, dobbiamo pulirci con la lingua e camminando a quattro zampe non possiamo fare molte cose e possiamo solo usufruire della bocca per spostare le cose! È più comodo essere un umana!”

La guardai sorpresa per la risposta che mi aveva dato. Non volevo mettere in dubbio le comodità di avere due mani da utilizzare, ma non mi sembrava poi un problema per Akai e Kyuubi essere quello che erano.

Sasuke!” mi chiamò quasi in un bisbiglio “Posso chiederti una cosa?”

Annuii

“Se qualcuno fosse in pericolo, cosa farebbe papà?”

Sgranai gli occhi sorpreso dalla domanda “Bhe tuo padre senza pensarci un secondo, si precipiterebbe ad aiutarlo, anche a costo della vita!”

“E se il villaggio fosse in pericolo?” mi chiese un po’ titubante.

“Farebbe tutto ciò che è in suo potere per proteggerlo!”

“E se fosse lui la causa di questo pericolo?”

Quelle domande non mi piacevano. Non mi sembrava naturale che una bambina di soli sei anni pensasse a queste cose.

Naho, mi dici cosa sta succedendo? Perché di queste domande?” le chiesi guardandola preoccupata negli occhi.

“Niente, volevo solo capire bene che tipo fosse mio padre!”

“Sicuro che sia solo per questo? Lo sai che a me puoi dire tutto!”

La vidi annuire “E tu cosa faresti in queste situazioni?”

“Pressoché la stessa cosa, ma non riuscirei a fare molto da solo, quindi chiederei aiuto alle persone di cui mi fido di più!” dissi.

C’era qualcosa che mi metteva all’erta, una sensazione che mi diceva di farle capire di fidarsi ciecamente di noi.

 

Pov Naruto

Quel giorno, dopo una settimana di pausa, avevo ripreso gli allenamenti con il mio team. Avevo preso delle ferie per poter passare un po’ di tempo con Naho e conoscerla meglio. Era davvero una bambina sveglia e vogliosa di scoprire, ma qualcosa era cambiato dopo la visita di quel serpente. Sorrideva e si divertiva a ogni minima cosa, ma avvertivo in lei un senso di inquietudine. Forse erano i miei sensi sviluppati dovuti a quella parte di me demoniaca a farmi percepire questa cosa.  Ero sempre stato in grado di capire le persone con un solo sguardo, ma solo ora mi rendo conto che questa capacità, probabilmente non era dovuta alla mia parte umana.

Non solo Naho era inquieta. Anche io da quel giorno ero un po’ nervoso. Avevo una sensazione spiacevole che mi attanagliava lo stomaco. Avvertivo che presto sarebbe accaduto qualcosa, anche se non era necessaria la visita di quel viscido animale per farmelo sapere. Ero al corrente che Kabuto o i samurai o non so chi altro, avrebbero fatto qualcosa, una mossa che avrebbe fatto terminare quella calma che da tempo circondava il mondo ninja, ma quel momento  di utopia creato dal ritrovamento di Naho, si era interrotto troppo bruscamente. Avrei voluto ancora qualche giorno  per poter stare tranquillo con lei e con il resto della mia famiglia.

Naruto-sensei!” mi sentii chiamare “Cosa dobbiamo fare oggi?” mi chiese Shiori. La sua voce mi colse impreparato troppo impegnato a riflettere sugli eventi dei giorni precedenti “Ehm…fate il riscaldamento!” dissi ai miei due allievi.

“Già fatto!” mi disse Shiori.

“I soliti esercizi con kunai e shuriken?” chiesi loro.

“Fatto!” disse Fugaku.

“Scontro fra di voi?”

“fatto anche quello” disse Shiori sbuffando.

“Che ti succede Naruto-sensei? sembri distratto oggi!” mi chiese Fugaku preoccupato.

Mi passai le mani sul volto “Scusate ragazzi, ho qualche preoccupazione che mi gira per la testa!” dissi loro.

Anche Shiori mi lanciò uno sguardo preoccupato. Non era da me trascurare gli allenamenti dei ragazzi, al contrario, solitamente avevo uno schema ben preciso di cosa fare e volevo da loro il massimo impegno.

“Per caso ti preoccupa il fatto che Merodi non sia ancora tornata tra noi?” mi chiese Fugaku.

Uhm…si!” mentii.

La verità era che nell’ultimo periodo non avevo pensato a quel problema. Se cercavo di trovare una soluzione a tutti i guai che avevo per la testa, di sicuro il mio cervello sarebbe esploso. Volevo riavere Merodi con me,  ma al momento consideravo la mia bambina più importante e sperai vivamente che questo la mia allieva potesse comprenderlo.

“Guarda chi c’è!” disse la piccola Nara “Quelli non sono Sasuke e Naho?”

Guardai nella direzione indicata dalla mia allieva e sorrisi quando vidi la mia bambina tenere la mano a Sasuke mentre si avvicinavano.

Li raggiunsi e Naho mi corse incontro saltandomi in braccio.

Sasuke mi ha chiesto se volevo venire a vederti mentre facevi il maestro ed eccomi qua! Insegni qualcosa anche a me?” mi chiese sorridendomi.

“Non posso mica dire di no alla mia bambina” gli dissi dandole un bacio sulla guancia.

“Forse è un po’ strano, ma io voglio essere la prima volpe ninja, ma devo iniziare da subito se voglio riuscire nella mia impresa!”

“D’accordo, vorrà dire che ti farò dare un piccolo allenamento prima di far lavorare Shiori e Fugaku, d’accordo?” la vidi annuire. Le dissi di raggiungere i miei allievi e che l’avrei raggiunta presto. Avevo capito dallo sguardo di Sasuke, che esso aveva qualcosa da dirmi.

Naruto, credo che Naho stia nascondendo qualcosa!” mi disse.

“Lo so, me ne sono accorto e sono certo che qualsiasi cosa stia nascondendo, abbia a che fare con la visita di quel serpente!” dissi.

“Temi che le abbia detto qualcosa o che l’abbia minacciata?”  mi chiese Sasuke.

Non potei fare altro che annuire. Era esattamente quello il mio pensiero, come anche quello di Sakura e Kurama, ma nessuno di noi era riuscito a far parlare Naho.

“Io ti consiglierei di tenerla d’occhio. Prima mi ha fatto delle domande sospette su quanto riguarda la protezione di una persona o del villaggio e non vorrei che compisse qualche pazzia!” mi disse.

“La stiamo già tenendo d’occhio. Con discrezione ovviamente!” disse Kurama intervenendo e facendosi vedere. Io avevo già percepito la sua vicinanza. Teneva Naho sotto costante osservazione, non facendosi però mai vedere da lei. Non volevamo che si sentisse sotto pressione o pedinata in continuazione. Sebbene lo fosse, volevamo che in un certo modo si sentisse libera di stare a casa propria, anche se lo sarebbe stata solo una volta che Kabuto sarebbe scomparso per sempre.

Chiacchierammo qualche minuto sul da farsi, finchè sia io che Kurama percepimmo la stessa cosa, nel medesimo istante in cui le grida di Fugaku e Shiori si fecero sentire.

Ci girammo tutti verso i miei allievi e la paura si impossessò di me.

Il chakra di Naho era scomparso e con lui anche la bambina. A testimoniare la sua presenza era solo qualche residuo di fumo.

“Era un clone?” chiese Fugaku “Come è possibile?”

Sgranai gli occhi. Nessuno di noi aveva la più pallida idea che la bambina avesse certe capacità, di certo essa non ci aveva messo al corrente, ma la cosa stupefacente era che il suo clone riusciva ad emanare il suo chakra come se fosse stata lei in persona, mentre ovunque si trovasse Naho, nascondeva perfettamente la sua presenza.

Non perdemmo tempo. Io, Kurama e anche Sasuke, ci mettemmo immediatamente alla ricerca della bambina. Non avvertimmo nemmeno l’hokage. Ci saremmo presi la ramanzina che ci aspettava, ma dovevamo agire subito.

Mi domandai per quale motivo Kabuto l’avesse addestrata a essere una ninja. Avrebbe potuto usare quei poteri contro di lui, o forse il suo obbiettivo era quello di far credere a Naho, che noi ninja della foglia fossimo una minaccia e quelle capacità le sarebbero tornate utili per scappare da noi.

Nonostante fosse abile per la sua età in alcuni trucchetti ninja, nemmeno lei era capace di cancellare completamente le sue tracce, come l’odore che segnava il suo passaggio.

Era riuscita ad allontanarsi molto. Era diversi chilometri lontana dal villaggio, ma non fu difficile per noi raggiungerla. Io sentivo chiaramente il suo odore e non me ne sorpresi. Ormai ci avevo fatto l’abitudine e in quel momento non potevo far altro che ringraziare Kurama di quel potere.

La circondammo e le chiedemmo spiegazioni. Sembrava sorpresa. Forse non aveva calcolato il fatto che avremmo potuto  scoprirla così in fretta.

Ero arrabbiato. Molto direi.

Aveva rischiato grosso col suo comportamento, ma la cosa che mi dispiaceva maggiormente era che non aveva voluto fare parola del suo problema a nessuno, rischiando così di cadere nuovamente nelle mani di quell’essere.

“Cosa ti è saltato in mente?” le dissi sgridandola “Dimmi la verità, stavi tornando da Kabuto!” le dissi e il mio cuore perse un battito quando questa mia paura fu confermata.

“Perché non ci hai detto niente?” le chiese Kurama, ma lei non rispose. Si limitò a indietreggiare, finchè Sasuke non l’afferrò per un braccio, impedendole qualsiasi sorta di fuga. Non poteva sorprenderci nuovamente se non aveva la possibilità di comporre sigilli.

“Allora?” chiese Kurama con voce più ferma. Anche lui era arrabbiato e lo si vedeva dal movimento delle sue code.

Naho lo guardava colpevole e spaventata allo stesso tempo. Abbassò lo sguardo e cominciò a singhiozzare.

“Non potevo! Se vi avessi detto tutto, sareste morti e il villaggio sarebbe stato in pericolo!” ci disse in un sussurro.

Sussultai. Il suo silenzio era dovuto alla sua volontà di proteggerci. Tutto a un tratto la rabbia sparì e abbassandomi alla sua altezza e asciugandole le lacrime le dissi “Naho, è compito dei genitori proteggere i figli, non viceversa. Non ci sono riuscito una volta e non potrei mai perdonarmi il fatto di aver fallito anche una seconda volta!” le dissi dispiaciuto. “Per favore, dimmi cosa è successo quella notte. Kabuto si è messo in contatto con te?”

La vidi annuire.

“Mi ha detto che se non fossi ritornata indietro, avrebbe ucciso Rei!”

Strinsi i pugni. Non avevo mai avuto tanto rancore verso qualcuno come quello che provavo per Kabuto. Non riuscivo proprio a capire come si potesse arrivare a ricattare una bambina.

Ehm…voleva che con una scusa tornassi indietro, portando  voi due con me. Non è me che vuole o Rei, vuole te papà Kurama. Io sono una femmina e non se ne fa niente di me!”disse.

La guardai confusa, non capendo cosa intendesse.

“I demoni codati femmine, sono di statura meno grandi e meno dotate di chakra. qualsiasi cosa abbia intenzione di fare Kabuto, necessita del mio inesauribile chakra!” mi mise al corrente Kurama.

“D’accordo, ho un’idea. Naho, sapresti indicarmi con precisione il covo di Kabuto?” le chiesi.

“Che intenzioni hai?” mi chiese Sasuke preoccupato.

“Userò l’henge e mi trasformerò in Naho. Possedendo parte del chakra di Kurama, posso benissimo farmi spacciare per lei. Cercherò di scoprire i suoi piani e ne approfitterò per riprendermi Kumiko!” dissi convinto.

“Tu sei pazzo!” mi disse con il cuore Sasuke.

“Si, lo sono! Ma non lo saresti anche tu al mio posto?”

Mi sorrise e scosse la testa rassegnato “Sta solo attento!”

“Sei sicuro papà? Io non voglio che ti accada qualcosa!”

L’abbracciai e le dissi che avrei fatto di tutto per tornare da lei. Venni informato della strada da prendere e anche se non sapevo con esattezza dove si trovasse il covo nemico, bastava farmi trovare dai samurai, per essere condotto a destinazione.

Eseguii la trasformazione e inoltrandomi nel bosco, scomparvi dalla vista dei miei amici.

 

  
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