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Autore: Smeralda Elesar    03/07/2012    2 recensioni
:-Lord Shen è ancora vivo?-:
Chiese Po alla Divinatrice
:Se è ancora vivo? Farebbe qualche differenza?-:
:-Certo che sì! Insomma, se è ancora vivo dobbiamo andare a salvarlo!-:
La seconda possibilità che tutti avremmo voluto dare a Lord Shen
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lord Shen, Po, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Calligrafia

 

Passarono un paio di giorni.

Shen aveva fatto in modo di cambiare stanza e per sua fortuna Shifu non aveva chiesto spiegazioni, quanto all’altro panda aveva ripreso ad evitarlo, almeno finché non fosse riuscito a capire esattamente cosa passava per quella pelosa testa bianca e nera.

Cioè, rabbia e sete di vendetta li avrebbe capiti, gentilezza e comprensione invece non riusciva a spiegarseli.

Pochi giorni prima avrebbe liquidato la cosa dicendogli che era uno stupido, ora però, dopo che avevano parlato in palestra non era più così semplice.

Continuava ad allenarsi e combattendo contro Shifu aveva imparato a non lasciarsi immobilizzare dal terrore.

Il maestro riusciva sempre a batterlo e spesso in quei momenti si sorprendeva a pensare ai fiori di pesco, allora si chiedeva se Shifu intendeva quello per “imparare qualcosa dall’albero”.

Non che Shen avesse abbandonato i suoi propositi di conquista e meno che mai aveva rinunciato a presentare un conto salatissimo al panda per l’inferno che gli stava facendo passare, ma al momento quello che poteva fare era assolutamente nulla, se non lasciare passare tempo ed aspettare che tutti loro, compresa la vecchia capra malefica, abbassassero la guardia.

La sua condizione gli era sempre rivoltante, per questo quando si sentiva particolarmente nauseato cercava la solitudine sotto il solito albero di pesco, specie al tramonto, quando la luce rosa ed indaco creava un’atmosfera rarefatta in cui Shen aveva come l’impressione di annullarsi, ed in quei momenti quasi quasi gli procurava un certo disagio ricordare che pochi giorni prima avrebbe voluto trasformare il pesco in tavolame e legna da fuoco.

Una sera, mentre stava ancora pensando ai fiori, gli cadde lo sguardo su un rametto a terra.

Lo prese distrattamente e cominciò a tracciare scarabocchi sulla terra.

Quel che ne uscì dopo un paio di minuti era ovviamente la forma stilizzata di un fiore di pesco.

Shen fece una smorfia ricordando cosa aveva detto di lui e dei suoi disegni il suo maestro di calligrafia tanti anni prima.

 

“Sono desolato, vostre Maestà, ma il giovane principe non possiede il benché minimo senso artistico”

 

Osservando il fiore di pesco Shen si trovò pienamente d’accordo.

Il suo disegno era fatto di linee decise come tagli di coltello, ed invece di accentuare la grazia delle linee morbide dei petali ne aveva esasperato al massimo gli spigoli.

Rimase a fissarlo finché non fece buio, poi si alzò seccato e prima di andarsene spazzò il terreno con la coda per cancellarlo.

Stava salendo le scale per tornare alla sua stanza quando dopo una curva vide davanti a lui Crane e Viper.

I due non si erano neanche accorti della sua presenza e continuavano a camminare scherzando.

Stavano combattendo per gioco, altra cosa che Shen non capiva.

Ad un certo punto a Crane sfuggì un piccolo involto da sotto l’ala e né lui né Viper riuscirono ad acchiapparlo in tempo.

Rotolò giù dai gradini e quando arrivò abbastanza vicino per Shen fu una questione di istinto allungare una zampa a fermarlo.

 

:-Hei, grazie! Se non li avessi presi tu i miei inchiostri si sarebbero sbriciolati in fondo alla valle-:

 

Gli disse Crane un paio di gradini più sopra.

 

“Oh, cielo! Sta pensando che a me ne importa qualcosa dei suoi stupidi inchiostri o di qualsiasi cosa ci sia qua dentro!”

 

Un brivido di puro disgusto lo scosse leggermente.

Assolutamente no!

Lui era Lord Shen, il principe che aveva quasi conquistato la Cina, non certo uno stupido sentimentale come loro!

E di sicuro quel minuscolo sobbalzo dietro lo sterno quando Crane gli aveva detto “grazie” non gli apparteneva.

Guardò la gru indeciso su cosa fare.

Poteva lasciare andare il pacchetto e ferire quell’ingenuo di Crane che per un solo attimo aveva avuto fiducia in lui, oppure poteva fare una cosa civile e restituirgli gli inchiostri.

Era una sua scelta, come scegliere se staccare o no un bocciolo di pesco.

Decise che valeva la pena di provare a fare qualcosa di diverso dal solito e raccolse il piccolo involto per porgerlo a Crane.

Lui scese i pochi gradini che li separavano e prese gli inchiostri.

 

:-Grazie ancora-:

 

Gli disse.

Shen rimase interdetto.

Forse Crane si aspettava qualche risposta, magari persino di iniziare una conversazione, in questo caso fu deluso perché Shen rimase muto come una lastra di pietra.

Il silenzio era più che imbarazzante, e quando fu chiaro che Shen non aveva intenzione di aprire bocca Crane si voltò e riprese a salire, lasciandolo sulle scale più confuso di prima.

L’ultima volta che si era sentito così era stato quando aveva bevuto troppo sakè: gli dava le vertigini.

Scosse la testa per scacciare quella strana sensazione e lasciò che i due si allontanassero abbastanza prima di ricominciare a salire.

 

                      *

La sera dopo si trovò di nuovo sotto il pesco e la prima cosa che notò fu che il suo disegno non era stato affatto cancellato.

Era sbiadito, certo, ma forse a causa della terra dura aveva resistito al tentativo di Shen di spazzarlo via, o magari era lui che non ci aveva messo troppo impegno.

Poi come seconda cosa notò che vicino al suo c’erano altri due fiori disegnati.

Uno era fatto con tratti morbidi ed arrotondati, decisamente femminili, invece l’altro era una un lavoro di calligrafia davvero invidiabile che univa grazia e precisione.

Shen li osservò leggermente infastidito, poi passò a chiedersi chi era l’impiccione che aveva avuto quell’alzata d’ingegno di trasformare un francobollo di terra in una galleria d’arte.

Immediatamente la mente gli andò al panda, ma per quanto lo conoscesse poco non gli pareva che uno di quei due stili potesse essere suo, invece la gru era quella che si dedicava alla calligrafia, quindi il disegno venuto bene poteva essere suo, e siccome la sera prima aveva visto Crane insieme a Viper pensò che l’altro potesse essere della vipera.

Certamente rispetto al disegno a destra il suo era riuscito malissimo, ma se lo comparava con quello lezioso e femminile a sinistra gli sembrava che non fosse poi così male.

Si chiese se anche loro due si fossero chiesti chi aveva fatto il primo disegno prima di aggiungere i loro, e se per caso lo avessero fatto per far vedere che loro erano più bravi.

No, i maestri di kung fu non fanno queste cose infantili.

Eppure il suo disegno era li, affiancato dai loro, e per di più la sera prima aveva fatto un favore a Crane.

Shen ebbe la netta percezione che dopo questo il muro di volontario isolamento che lui aveva mantenuto stesse cominciando a sgretolarsi.

 

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Cantuccio dell’autore

 

Pochi giorni fa ho rivisto “Hero” ed in quel film si parlava di quanto la calligrafia e le arti marziali siano simili, allora mi è venuto in mente Crane che nel primo film faceva esercizi di calligrafia e veniva disturbato dagli strilli di Po sottoposto all’agopuntura, così ho pensato “Bene, visto che è una cosa cinese ci starebbe bene qualcosa che ha a che fare con la calligrafia! Vediamo che posso fare”.

Bene, il risultato è questo capitolo.

Poi vorrei ringraziare Tecla_Laben per aver messo la storia tra i preferiti.

 

                                                                       Makoto

 

   
 
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