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Autore: Andremisia    04/07/2012    5 recensioni
Lo guardava come non l'aveva mai guardato nessuno. Non sapeva cosa stesse pensando ma, nei suoi occhi, riusciva a scorgere gli stessi sentimenti che pervadevano anche lui: paura,sollievo,rammarico.
«T-Tiger» tossicchiò non appena riuscì a parlare. «T-Tiger...»
«È morto» rispose Weasley.
Si svegliò di soprassalto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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 Inanzittutto voglio ringraziare tutte le persone che hanno letto, inserito nelle seguite e, soprattutto, tutte quelle che hanno commentato il mio esordio qui. Come vi avevo già detto, sono parecchia insicura su questa storia, ma le vostre recensioni mi hanno dato la carica per continuare e continuare in meglio. Sono euforica e contentissima al punto che ho deciso di pubblicare il primo capitolo!Spero che vi piaccia tanto quanto vi è piaciuto il prologo. In questo capitolo non accade nulla di particolarme entusiasmante, ma ho ritenuto essenziale soffermarmi sullo stato d'animo di Draco, che come vedrete è parecchio in subbuglio. Ho introdotto anche la figura di Narcissa che,seconde me, è la persona più importante per Draco. Il prossimo capitolo dovrebbe arrivare all'inizio della settimana prossima. Gli aggiornamenti fino a metà Luglio saranno più lenti a causa degli esami ( maledetta sessione estiva!), ma saranno molti più frequenti e veloci dopo.Spero di non deludervi e vi sarei grata se mi diceste cosa ne pensate e se debba migliorare qualcosa! Tengo moltissimo alla vostra opinione e potrete aiutarmi parecchio, visto che è la prima volta che mi dedico a questo paring! Ancora Grazie, buona lettura!



                                                           
                            Filo Rosso





                                                                                                    - Incredibile come il dolore dell’anima non venga capito.
 [...]se ti rompi una gamba te la ingessano, se hai la gola infiammata ti danno le medicine.
Se hai il cuore pezzi e sei così disperato che non ti riesce aprir bocca,
 invece, non se ne accorgono neanche. Eppure il dolore dell’anima è una malattia
 molto più grave della gamba rotta e della gola infiammata,
le sue ferite sono assai più profonde e pericolose di quelle procurate
 da una pallottola o da una scheggia. Sono ferite che non
 guariscono, quelle, ferite che ad ogni pretesto ricominciano a sanguinare.-

                                                                                                                                                                                                                                           O. Fallaci






Aveva sognato quella sanguesporco per tutta la settimana.

Quando si svegliava e apriva gli occhi restava a fissare le cortine per almeno 10 minuti pensando alla possibilità di aver perso completamente il cervello se aveva preso a sognare la Granger.
Hermione Granger che gli sorride.

Tutte le mattine alle otto in punto sua madre faceva servire la colazione nella saletta riservata alla famiglia. Si siedeva di fronte a suo padre Lucius e al fianco di Narcissa. Beveva il suo thè, si perdeva con lo sguardo nel vuoto e si alzava, quando gli elfi si affaccendavano per sparecchiare, recandosi nella sua camera, dove vi rimaneva fino all'ora di pranzo. Si stendeva sul letto e pensava. Sentiva di aver bisogno di qualcosa, ma non riusciva a capire cosa.
Hermione Granger che lo abbraccia.

Si sentiva perso.
Suo padre Lucius l'aveva quasi costretto ad incontrare Asteria Greengrass. Quell'arrogante smorfiosa era antipatica e scorbutica quasi quanto sua sorella Daphne. Non voleva avere nulla a che fare con quella famiglia, nonostante fosse una delle famiglie più antiche e potenti del mondo magico. Lucius confidava nel buon senso del suo unico figlio. Draco, invece, credeva che il suo buon senso fosse andato perduto del tutto.
Hermione Granger che gli porge la mano.

Ogni tanto sembrava che il Marchio Nero gli bruciasse come fuoco rovente sulla pelle, e se non fosse stato del tutto sicuro che Il signore Oscuro, no Voldemort, fosse morto e sepolto, avrebbe creduto di dover fare ancora il Mangiamorte.
Hermione Granger che lo guarda e gli sussurra frasi rassicuranti.


Narcissa aveva notato il cambiamento del figlio.
Era divenuto ancora più pallido di quanto già non fosse e le occhiaie erano il segno evidente di quanto suo figlio stesse soffrendo. Sapeva che la guerra, i morti, i mesi di violenza a cui tutti loro erano stati costretti ad assistere l'avevano segnato profondamente. Lucius credeva che fosse normale, che se la sarebbe cavata. Ma lei non voleva stare ferma a guardare, ad aspettere che passi. Amava suo figlio profondamente, aveva rischiato tutto per lui e avrebbe continuato a farlo, fin quando non lo avrebbe visto felice e sereno. Era disposta a qualsiasi cosa.


***

Il binario era affollato. C'erano bambini ovunque che, accompagnati dai propri genitori, emozionati si apprestavano a prendere per la prima volta l'espresso per Hogwarts.
Draco percorreva il binario accompagnato da sua madre e seguito dal suo elfo personale, Blinky, che trainava il suo baule. Aveva sperato di non tornare mai più in quell'orribile scuola, ma sua madre l'aveva supplicato affinchè terminasse i suoi studi come ogni persona del suo rango che si rispetti e così aveva ceduto non volendo dare a sua madre un ulteriore dispiacere.
«Mi raccomando Draco, abbi cura di te e cerca di ottenere buoni risultati.» così dicendo, Narcissa diede a suo figlio un lungo bacio sulla guancia.
«A presto, mamma.»
Quando poi si chinò su sua madre per abbracciarla, vide, all'altro lato del binario, Hermione Granger salutare affettuosamente i suoi genitori. Un moto di stizza lo costrinse a lasciare le braccia di sua madre, a strappare all' elfo il suo bagaglio e a salire velocemente sul treno. Cercò uno scompartimento vuoto e vi ci si infilò, sbattendo bruscamente la porta e tirando giù la tendina. Il solo pensiero di rivedere di nuovo tutti quella insulsa gentaglia, gli fece venire il vomito. Pregava Salazar di non dover sopportare troppo spesso anche la vista di quell'insopportabile so-tutto-io sanguesporco. Già era abbastanza doverla rivedere nei suoi sogni, incubi, per riuscire a sopportarla anche dal vivo.




«Qualcosa dal carrello, caro??»
«Delle cioccorane.»
«Ecco a te.»
Si era accomodato e con foga aveva scartato la prima cioccorana, aveva afferrato al volo la rana e l'aveva mangiata. Si ricordò della figurina solo dopo, la girò per vedere quale personaggio famoso gli fosse capitato e a momenti aveva rischiato di strozzarsi. La figurina mostrava una Hermione Granger, che imbarazzata si toccava quella sottospecie di cespuglio che aveva per capelli. Sotto, la figurina recitava:
Hermione Jean Granger, salvatrice del mondo magico e studentessa più brillante del suo anno.

Con tutta la forza che aveva nelle braccia, lanciò la figurina il più lontano possibile da lui.


***

 Gli era stata assegnata la stessa camera che aveva avuto per i sei anni precedenti. Appena era entrato, lo stomaco gli si era stretto in una morsa dolorosa alla vista del letto vuoto di Tiger. Anche quello di Goyle era vuoto, ma saperlo vivo e non morto lo rincuorava abbastanza. Si sistemò sul suo vecchio letto, poggiò il baule ai suoi piedi, tirò le tende verdi del baldacchino e si stese a faccia in giù. Un piccolo rumore della porta lo avvertì che qualcun' altro era entrato nella stanza e stava sistemando il suo baule. Sapeva già chi fosse; Blaise Zabini era parecchio silenzioso. Parlava poco e diceva sempre cose sensate, era discreto e di nobile famiglia. Era per questo che aveva fatto amicizia con lui qualche anno addietro. Non si scomodò a salutarlo e Blaise fece altrettanto.



***

Grattastinchi era particolarmente pesante. Da quando, l'anno precedente, l'aveva spedito in Australia insieme ai suoi genitori era diventato un gattone enorme. Mangiava molto e dormiva troppo ed Hermione aveva iniziato a credere che da lì a poco avrebbe spirato.
Sistemò i suoi bagagli e scese in sala comune dove trovò Neville intento a sistemare tutte le sue piantine con cura meticolosa.
«Hanno bisogno di parecchia luce per sopravvivere» disse e lei non ebbe nulla da ridire. Conosceva bene la predilezione che Neville aveva per l'erbologia, l'unica materia in cui era persino più in gamba di lei.
Si accomodò su una delle poltroncine rosse e iniziò a studiare l'orario delle lezioni e una strategia per seguirle tutte nella maniera più efficiente possibile.
Quell'anno ci sarebbero stati i M.A.G.O. e lei aveva tutta l'intenzione di conseguire un ottimo risultato.


***

Era in ritardo per il pranzo e correva a perdifiato scendendo le scale due a due. Tra le braccia aveva libri e pergamene che mandò all'aria non appena si scontrò con qualcuno che stava salendo. L'urto la fece cadere, andando a sbattere con la schiena sulle scale. Alzò il viso verso l'altro per vedere con chi si fosse scontrata e rimase paralizzata nel vedere Draco Malfoy che si alzava massaggiandosi l'osso sacro. Si sarebbe aspettata fiumi di insulti, ma il ragazzo, invece, la guardò, la sorpassò e senza dire nulla se ne andò, lasciandola lì per terra dolorante e con le pergamene disposte tutte intorno a lei.




  
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