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Autore: Sunburn_    04/07/2012    7 recensioni
«Gin?!» Urlò Edward.
Non mi fermai, anzi, accellerai il passo.
«Ginger, sei tu?!»
Il cuore mi voleva sfondare il petto.
Quando riuscì a raggiungermi, mi prese il polso e mi fece voltare verso di lui.
«Scusa, ci conosciamo?»
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8

Questo capitolo fa ufficialmente schifo, me ne scuso. E' solo che non so come sbloccare la situazione, per favore, però.Continuatre a leggere anche i capitoli che verranno!

«Ginger...»
Mi staccai immediatamente da Ed, rivolgendo il mio sugardo alle punte delle mie Nike.
Volevo sprofondare. Alla fine avevo ceduto.
«Io...»provai a dire qualcosa, ma le parol non avevano intenzione di giusitificarmi.
Guardai di sottecchi il rosso.
Guardava la bionda, quasi colpevole, di un crimine che però non aveva fatto.
«Perchè, perchè cazzo eravate abbracciati?»
Mi strofinai gli occhi che fino ad ora, avevano versato lacrime, e provai a concentrarmi su quello che stava accadendo.
«Regina...» Lui si avvicinò a lei, mettendole una mano sulla spalla, e le si avvcinò all'orecchio sussurrandole qualcosa, qualcosa di cui io non sarei mai stata partecipe.
Dovevo sparire.
Ora.
«Io...» provai a palrare, di nuovo. «Non so cosa mi sia preso,  io...»
La bionda mi si avvicinò lentamente, con lo sguardo alto e fiero.
Uno sguardo che non riuscivo a sostenere.
«Gin, mi dispiace aver frainteso. Io...è solo che...lo amo troppo»
Alzai lo sguardo verso Edward. Mi guardava triste.
Che cosa le aveva detto?
Sorrisi. «Io...io...tranquilla. E' tutto a posto. Davvero»
«Senti, se stasera sei dell'umore di uscire, che ne dici di usicre?» 
Non capivo più niente. Volevo solo tornare a casa mia, con il mio cane, e dimenticarmi di Ed.
«Veramente...stasera pensavo...pensavo di rimanere a casa»
Regina sorrise. «Facciamo un'altra volta, quando te la senti, okay?»
Annuii, incerta e sconcertata.
Vodka scese di colpo le scale, scodinzolando.
Quel cane tramava qualcosa contro di me, ci scomemttevo.
«Vodka! Bene,  ora e meglio che vado. Scusate...»

Iniziai a camminare per le strade di Londra, con Vodka che mi seguiva a ruota.
Avevo la testa confusa, piena di pensieri, di parole, ma nulla riusciva a venire a capo, a trovare un senso.
Il cellulare iniziò a trillare talmente forte, che presi scossa.
Lo tirai fuori dalla borsa.
Vivienne.
«Gin, dove sei?»
«Sono a passeggio con Vodka, perchè?» cercai di mascherare il mio stato d'animo confuso.
«Bhè, faresti meglio a venire a casa, perchè qua c'è una persona che vuole vederti. E non sembra felice.»
...che potesse essere Luke?
Il cuore iniziò a battere più veloce. 
Mio fratello mio fratello era qua?
«Chi è Viv?»
Lei rimasein silenzio.
 «Fai veloce» disse prima di attaccare.
Quanto mistero!
Guardai Vodka, impegnato a scondinzolare a tutti i passanti, e quando catturai l'attenzione del cane, iniziai a correre vero casa.
Corsi, veloce come non avevo mai fatto.
Non mi guardavo nemmeno intorno, ormai Lodnra non aveva segreti.
Mi fidai talmente delmio  istinto, che chiusi gli occhi, e non mi accorsi che stavo andando in contro ad un ragazzo.
Io cascai a terra.
«Mi scusi» borbottai, rialzandomi da terra.
Il ragazzo rise. «Gin, che hai? Stai bene?»
Chris.
«Oh, sei tu. Nemmeno fosse un film»
«E' già. Tu non lo sai, ma io ti spio, e so dove sei in ogni istante della tua vita»
Lo spinsi affetuosamente. «Sei con la macchina?»
«Si.Fammi indovinare. Vuoi uno strappo?»
Annuii. 
«Ma il tuo cane mi impela la macchina!»
«Ci pensano già tutte le tue conquiste. Andiamo dai.»
«Bastarda»
Risi e ci avviamo verso la macchina.
«Ginger»
«Mmmmh?»
«Sei strana»
Annuii «Lo so»
«Mi dici che hai?»
«Credo che mio fratello sia venuto qua a Londra, ed ora dovrebbe essere a casa mia con Viv»
Restammo il silenzio fino a quando non etrammo in macchina.
«Hai paura?»

Pensai alla risposta.
Si. Molto porbabilmente.
In realtà me la stavo facendo sotto, ma non lo avrei mai rivelato a nessuno.
«Un po'. Il giusto. Non lo vedo da quando avevo sedici anni. E prima i rapporti tra di noi non erano tutto questo gran che»
«Vedrai,  andrà tutto bene.»
«No, io non credo,  lui mi odia»

Borbotto qualcosa che non capii.
«Hai detto qualcosa, Chris?»
 «Chissà» Scrollò le spalle «Come va con quel Rosso?»
«Mmhh...al solito. Vorrei non averlo mai incontrato»
«Ginger, non puoi dimenticarti di un amicizia così»
Alzai le sopracciglia. «Che vi siete coalizzati tutti contro di me?»

Quando mi lasciò sul viale di casa, il cuore mi salì in gola.
LUKE.
Lui era lì, a qualche passo da me.
Vivienne, appena sentì la macchina si affacciò dallo stipide della porta.
La guardai negli occhi. «E' mio fratello, vero? Dimmelo»
Lei non rispose, attese che io entrai in casa.
Seduto, sul divano c'era un uomo sulla quarantina, i capelli anzora scuri e due occhi azzurri da far perdere il fiato.
Indossava una camicia blu scura, che calzava le sue spalle larghe.
Non era Luke.
No.
Era mio padre.
Riasi immobile, a completare l'uomo che mi concepì.
Papà.
Quando si accorse della mia presenza si volto con un sorriso timido.
Quel mostro di mio padre, quel bastardo, quello stronzo.
«Tesoro...»

Rimasi in silenzio, vidi solo la sua figura alzarsi, alto com'era, e venire verso di me.
Voleva abbracciarmi?
Dopo tutto quello che aveva fatto?
Dopo che aveva lasciato  me e Luke da soli, abbandonati come cani?
«Vincent» deglutii.

Lui mi guardò scioccato. «Giusto, papà non mi calza come nominativo, vero?»
Scossi la testa.
«Tu...tu!» berciai «Mi mancavi solo tu, per completare questa bella giornata!»

Vivienne, dietro di me, mi posò una mano sulla spalla, per farmi calmare.
Ma non potevo.
No.
«Per quale motivo sei tornato? Eh?! Per rovinarmi un altro po' la vita?»

Lui scosse la testa, portando lo sguardo alle foto che decoravano l'ambiente.
«Mi sono disintossicato. E volevo chiederti scusa...»
«Scusa? Un semplice scusa?Non pasterebbe a far guarire nemmeno una delle tante ferite che mi hai procurato!»
In quel momento mi arrivò un messaggio sul cellulare.
Lo aprii, ingorando completamente l'uomo di fronte a me.
Era un numero che non avevo registrato nella Rubrica.
Nel messaggio c'era scritto: Gin, cazzo. Ti voglio bene. Amici; ti chiedo solo questo.
Ed.
Strinsi il cellulare tra le dita.
Mi sentivo così frustata.
Ci mancava solo lui.
«Gin...» Vivienne mi chiamò, ma la ignorai.

Perchè ero nata?
«Vincent, vattene, E non farti più sentire. Per favore. Fai la pace con Luke, con chi ti pare. Ma Jenna e mamma sono morte. E non si torna indietro, no...» sospirai tremando. «Non so come tu abbia trovato casa nostra, ma spero che non ti farai più vedere...»

L'uomo abbassò il capo, in segno di resa.
Mi passò un bigliettino. «Se mai cambiassi idea, vorrei parlarti»

Annuii. 
«Bene, addio. Addio, Vincent»
Triste e sconsolato provò  a mettermi una mano sulla guancia, ma mi scansai. 
«Arrivederci, figliola. Ah, Hai visto, anche il tuo amico Edward si è trasferito a Londra, hai visto? E' pure famoso...»
«Vattene!»


«Gin?»
«Si, Viv?»
«Di chi parlava tuo padre?»

   
 
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