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Autore: Sheireen_Black 22    05/07/2012    5 recensioni
Dalla storia:
“Il Signor Gale Hawthorne e la Signorina Elise Taylor,
Sono lieti di invitare Lei e il Suo compagno alla celebrazione del loro matrimonio.
La cerimonia si terrà alle ore 12:00 presso il Palazzo Reale del Distretto 2; la sera precedente gli sposi terranno un ricevimento con tutti gli invitati, come è usanza nel Distretto.
Si prega di confermare la propria presenza.”
Quel foglio di carta azzurrino profuma di fiori; è elegante e raffinato, e nulla sembra collegarlo a Gale Hawthorne. Invece si tratta dell’invito per le sue nozze.

(Everthorne)
Spoiler! "Il canto della rivolta"
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Un'anima sola divisa in due corpi'
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Il matrimonio del mio migliore amico

 
 
 


 
 

Dedico questa “cosa” alla mia migliore amica Sara.
Meriteresti di meglio, ma più di così non sono capace :D
Ti voglio tanto tanto bene ♥

 

 
 
 
 
 

 
L’invito, fatto di una carta spessa e azzurrina, è nello studio, sulla scrivania. E’ sommerso da un’enorme quantità di fogli, armi da caccia e varie cianfrusaglie. Ne sporge solo un angolo; nonostante questo, appena sono nei paraggi, il mio sguardo si posa inevitabilmente lì. Cerco di non farci caso; vado dritto una, due, tre, quattro, cinque volte. Poi cedo; getto malamente a terra tutto ciò che tenta inutilmente di nasconderlo alla mia vista e straccio la busta, leggendo per l’ennesima volta ciò che contiene.
 
“Il Signor Gale Hawthorne e la Signorina Elise Taylor,
 
Sono lieti di invitare Lei e il Suo compagno alla celebrazione del loro matrimonio.
La cerimonia si terrà alle ore 12:00 presso il Palazzo Reale del Distretto 2; la sera precedente gli sposi terranno un ricevimento con tutti gli invitati, come è usanza nel Distretto.
Si prega di confermare la propria presenza.”
 
 
Quel foglio di carta azzurrino profuma di fiori; è elegante e raffinato, e nulla sembra collegarlo a Gale Hawthorne. Invece si tratta dell’invito per le sue nozze.
 
 
****
 
 
E’ arrivato un mese fa, con la posta del mattino. Io ero a caccia, come sempre; ora che non è più una necessità, è uno dei modi migliori che trovo per distrarre la mia mente confusa dagli orrori che ancora mi tormentano.
Rientrando con il mio bottino, avevo trovato Peeta in cucina, che stringeva in mano l’invito e mi guardava con un’espressione strana. Un misto di tristezza e preoccupazione che mi aveva messo subito in allerta.
Mi aveva teso il biglietto; dopo averlo letto ero rimasta immobile per diversi minuti, incapace di parlare.
Erano passati cinque anni da quando il mio migliore amico Gale Hawthorne se n’era andato nel Distretto 2, e da allora non si era più fatto vedere nel 12. A detta di Sae, aveva trovato un gran bel lavoro là.
L’iniziale sollievo che avevo provato per la sua partenza era stato sostituito prima da una lieve mancanza, poi da un vuoto profondo che niente e nessuno era in grado di colmare.
Quando il dolore mi sembrava troppo da sopportare, Peeta era lì, sempre pronto a sostenermi, a confortarmi, ad aiutarmi a ricominciare. Sapeva il perché del mio dolore, ma non chiedeva nulla; come sempre mi offriva tutto ciò che aveva senza chiedere niente in cambio.
Sapevo che Gale spesso compariva in televisione; di certo era troppo telegenico perché nessuno se ne accorgesse. Così evitavo il più possibile di guardarla per non correre nessun rischio.
Dopo aver letto dell’invito per il suo matrimonio, ero rimasta scioccata. Non sapevo esattamente come sentirmi al riguardo; con il mio comportamento ambiguo, temevo di ferire i sentimenti di Peeta.
Di certo Gale non doveva aver faticato molto a trovar moglie; era un ragazzo bellissimo, intelligente, ed era stato uno dei simboli della rivolta contro Capitol City. Quando, più spesso di quanto avrei voluto, cercavo di immaginare la sua vita nel 2, era sempre piena di avvenenti ragazze che cercavano in tutti i modi di ottenere la sua attenzione. Attenzione che, di certo, lui non avrebbe concesso facilmente a nessuna di loro.
E questa Elise, chi era? Evidentemente era riuscita a fare breccia nel suo cuore. Ero molto curiosa di vederla, per sapere che tipo fosse.
Così avevo deciso di accettare l’invito; Peeta non aveva opposto resistenza, aspettandosi probabilmente una decisione del genere.
 
 
****
 
 
Quando scendo dal treno insieme a Peeta, veniamo colti da una brezza fredda, nonostante sia primavera. Anche se la ricostruzione del Distretto 12 procede molto bene, ancora non si può paragonare al Distretto 2; di certo non era stato distrutto quanto il 12, ma le parti del Distretto danneggiate sono state sostituite velocemente e tutto in questo posto sa di tecnologia, di progresso. Le invenzioni di Gale devono aver contribuito a migliorare questo posto.
Io e Peeta trasciniamo i nostri bagagli attraverso la stazione colma di gente, non sapendo bene dove dirigerci.
Quando, d’un tratto, il mio sguardo viene catturato da un paio di comunissimi occhi grigi; occhi che nel Giacimento non sono esattamente qualcosa di raro, ma che riconoscerei in qualunque momento, in qualunque luogo.
Potrebbero essere i miei occhi; riconosco il loro fuoco come il mio fuoco e non possono nascondermi nulla perché sono parte di me stessa.
Immobile in mezzo alla stazione, cerco di leggere la sua espressione come facevo anni prima, ma non riesco a cogliere nulla. Una gioia spontanea e selvaggia si impossessa di me e, d’istinto, corro verso di lui, aspettando che allarghi le braccia come faceva sempre, pronto ad accogliermi.
Ho mosso appena un passo, quando distoglie lo sguardo da me, rivolgendolo ad una figura al suo fianco, che non avevo notato prima.
So già di chi si tratta. Elise. E’ una ragazza bellissima, come mi aspettavo; non mi somiglia per niente, e non somiglia nemmeno a Gale. Biondissima, con gli occhi celesti, al massimo potrebbe somigliare a Peeta. Lei ricambia il suo sorriso e i suoi occhi esprimono tutto l’amore che prova per il ragazzo accanto a lei.
Mi fermo e sento Peeta irrigidirsi al mio fianco. Probabilmente mi sta osservando per cogliere la mia reazione. Cercando in tutti i modi di non ferirlo, mi costringo a sorridere, mentre lo sguardo dei futuri sposi si posa di nuovo su di noi.
Gale mi sorride. Nel suo sorriso colgo solo gioia, felicità allo stato puro. Non più dolore, rabbia o rammarico. Il fuoco sembra domato, non brucia più come un tempo. Nei suoi occhi c’è solo pace.
Cerco di comunicargli gli stessi sentimenti, ma non sono sicura di riuscirci.
“Ciao Katniss. Peeta, sono felice di vederti”.
Anche la sua voce sembra diversa; più adulta, tranquilla. Non c’è traccia del ragazzo che ho conosciuto così profondamente.
Si avvicina e mi abbraccia delicatamente, sfiorandomi solo per un attimo. Stringe la mano a Peeta e dice, raggiante: “ Lei è Elise, la mia futura sposa”.
La sua voce trema impercettibilmente mentre lo dice, ma io lo noto subito. La sua emozione è tangibile, come se non riuscisse a credere di essere così fortunato.
La giovane arrossisce e dice a voce bassa: “Katniss, Peeta, sono davvero felice di conoscervi. Gale mi ha parlato tanto di voi”. Sorride in modo angelico e ha una voce cristallina, dolcissima. Per quanto mi sforzi, non riesco ad immaginare una persona più diversa da me.
Seguiamo Gale per arrivare al nostro albergo. Durante il tragitto lui ed Elise ci raccontano di come si sono conosciuti ed innamorati, di come sono felici insieme. Gale chiacchiera soprattutto con Peeta, chiede delle condizioni del Distretto 12, parla di come è diversa la sua vita qui nel 2.
Parlo poco, sorrido e basta. Quando arriviamo all’albergo, ci salutano e ci danno appuntamento per la sera. Salgo le scale in fretta, ansiosa di chiudermi in un luogo qualsiasi da sola.
 
 
***
 
 
Peeta mi osserva con la coda dell’occhio, sperando che io non lo noti. E’ una speranza vana, perché non è mai stato bravo in queste cose.
Prende coraggio e mi sussurra: “Katniss… Sei sicura di non voler tornare a casa?”.
Nella sua voce sento che sta soffrendo. Come al solito mi sto comportando da egoista, sto facendo del male ad una persona che mi ama completamente, senza nessuna riserva. E che anche io amo.
Non ho forse scelto lui, alla fine della rivolta? Lui, che è stato la mia ancora di salvezza, il mio rifugio, la mia rinascita. Che mi ha dato la speranza e la forza di continuare, di tornare alla vita.
Nonostante questo, ho sentito il dolore per la perdita di Gale ogni giorno da quando se n’è andato. All’implacabile sofferenza per la morte di Prim si è aggiunto tutto questo; penso a come sia ingiusto collegare la morte di Prim a Gale, ma non riesco a fare altrimenti. Non posso fare a meno di pensare a quello che ha fatto Gale insieme a Beetee. Come hanno potuto creare quelle bombe, che hanno bruciato la mia sorellina?
Prim popola ancora i miei sogni e i miei incubi. Anche ora, pensando a lei, non riesco a trattenere le lacrime. Perché lei  era tutto ciò per cui lottavo, e con lei se n’è andato tutto ciò che avevo. Finché Peeta non mi ha aiutato a mettere insieme i pezzi.
“Sì, Peeta, non ti preoccupare. Sto bene”. Rispondo con il tono più tranquillo che riesco a mettere insieme. Mi avvicino e lo bacio dolcemente. “Vado a dormire un po’”.
Attraverso il corridoio della nostra stanza e mi stendo sul letto.
Poco dopo, sento le braccia di Peeta attorno a me, pronte a proteggermi dagli incubi.
 
 
***
 
 
Il ricevimento prima delle nozze è magnifico. Come faccio raramente, ho lasciato i capelli sciolti e indosso uno degli abiti che Cinna aveva realizzato per me, azzurro e molto semplice.
Insieme a Peeta entro nella sala già piena di persone; per la maggior parte sono sconosciuti. Tutti sono ben vestiti ed eleganti; in mezzo alla folla scorgo Gale, vestito di nero, bellissimo come sempre. Sembra trovarsi perfettamente a suo agio fra quelle persone, che probabilmente ora sono i suoi nuovi amici. Questa è la sua nuova vita. Ride spensierato, e sembra che ora sia felice per davvero.
Accanto a lui anche Elise è bellissima, vestita completamente di bianco, con una coroncina fra i capelli dorati. Insieme sembrano usciti da una fiaba.
Mi sento completamente fuori posto, e rimpiango di non aver insistito con Haymitch perché venisse. Anche se penso che sarebbe stato inutile; quando siamo partiti, Effie lo stava aiutando a venire fuori dall’ennesima crisi dovuta all’astinenza dall’alcool.
Cerco disperatamente qualche faccia amica tra la folla e, finalmente, riconosco Hazelle, con un abito color panna. Nello stesso momento lei si gira verso di me e il suo sguardo si illumina.
“Hazelle!”.
“Katniss! Come sono felice di vederti! Gale non mi ha detto che sareste venuti!”.
Ci abbracciamo, felici. Hazelle è sempre stata come una seconda madre per me.
“Dove sono Rory, Vick e Posy?” chiedo.
“Si stanno godendo il banchetto da qualche parte” dice ridendo. “Anche se le nostre condizioni di vita sono migliorate, lo stesso non si può dire dei loro modi”.
Rido anche io, ricordando quei tre ragazzini sempre affamati prima della rivolta.
Hazelle abbraccia anche Peeta. “Come vanno le cose nel Distretto 12? Procede bene la ricostruzione?”
“Sì, anche se non si può certo paragonare ancora al Distretto 2! Però non ci lamentiamo” rispondo.
“Forse prima o poi io e i ragazzi torneremo. Senza Gale, naturalmente… Lui si stabilirà con Elise qui nel 2! Non ha nessuna intenzione di tornare purtroppo”.
Ogni parola di Hazelle è una pugnalata per me. Non che mi aspettassi il suo ritorno, questo no. So perfettamente che, quando Gale prende una decisione, non c’è modo di farlo tornare sui suoi passi. Questo non fa altro che aumentare la mia convinzione che, dopo questo matrimonio, davvero non lo rivedrò mai più.
“Ci sono moltissime case in vendita nel 12! Potreste trovare una bella sistemazione ad un buon prezzo” interviene Peeta, che inizia così a chiacchierare con Hazelle.
Mi allontano lentamente, cercando un posto dove nascondermi, come quando mi trovavo nel Distretto 13. Attraverso la sala, addobbata con enormi quantità di fiori e tavolini bianchi, dirigendomi davanti ad un’ampia vetrata, celata in parte da una grande tenda scura. Mi accorgo che, lì fuori, c’è un grande terrazzo e d’impulso decido di raggiungerlo, desiderando di isolarmi da tutti. Scosto le tende bianche per cercare una porta e finalmente la trovo.
Cerco di aprirla ma sembra bloccata. Tuttavia questo non basta a fermarmi; spingo più che posso, forzandola finché non si spalanca facendomi perdere l’equilibrio.
“Ehi! Ma chi accidenti è?”.
Con un sussulto, mi accorgo di essere precipitata addosso a Gale. Rimango impietrita, incerta sul da farsi, mentre lui mi afferra e mi trascina dentro, chiudendo di scatto la porta dietro di me.
“Ma cosa… Che ci fai tu qui?” chiedo, senza riuscire a capire.
Gale sbuffa irritato.
“Non ne potevo più di stare in mezzo a tutta quella gente, parlando sempre delle solite cose. Avevo bisogno di un po’ d’aria”.
Non posso credere di trovarmi davvero qui con lui, come se tra noi non fosse cambiato nulla in questi cinque anni.
“Pensavo che ti stessi divertendo. Non sono questi i tuoi nuovi amici?”.
Non riesco a capirne il motivo, ma il mio tono è arrabbiato. Anzi, lo capisco. Mi ha completamente ignorata da quando io e Peeta siamo arrivati, come se non fosse felice di vedermi, come se non gli importasse nulla di me. E mi ha sbattuto in faccia la sua perfetta Elise per dimostrarmi quanto è felice senza di me, mentre io non faccio altro che pensare a lui ogni maledetto giorno da quando non si è fatto più vedere.
Certo che sono arrabbiata. E lui, come ha sempre fatto, lo capisce. Mi guarda divertito, come se il suo matrimonio fosse solo una messinscena per farmi perdere il controllo.
“Certo che sì, Catnip, ma dopo ore e ore di chiacchiere su come è organizzato il matrimonio, il ricevimento, gli abiti, il viaggio di nozze… Inizio seriamente a non poterne più”.
Non lo sto ascoltando più. Il mio cuore ha saltato un battito quando Gale mi ha chiamata “Catnip”. La mia mente è annegata nei ricordi, nei milioni di momenti trascorsi insieme nei boschi, quando io ero solo la sua Catnip e pensavamo che sarebbe durata per sempre.
Sento lo sguardo di Gale su di me. Alzo gli occhi, incrocio i suoi e non riesco a trattenermi.
“La ami?”.
Attendo una risposta che temo di sentire, che non voglio sentire.
“Sì”.
Questa è la fine di tutto. Mi alzo e faccio per andarmene, ma non trovo il coraggio di farlo. So per certo che sarà l’ultima volta in cui mi troverò da sola con lui.
Non sono ancora pronta a lasciarlo andare via.
E, probabilmente, non lo sarò mai.
Mi affaccio sul terrazzo, osservando di sotto le macchine sulla strada e le persone indaffarate che camminano. Spero che dica qualcosa, che non sia finita per davvero.
Si alza, sento che si avvicina a me. Mi posa una mano sulla spalla e mi sussurra all’orecchio: “Catnip, non sai quanto mi sei mancata”.
Mi volto, incredula. “Davvero?” chiedo a fatica, e mentre lui annuisce mi tuffo tra le sue braccia che mi stringono forte, come se non dovesse lasciarmi mai più.
Mi scosto per un attimo e, prima di poter capire che cosa sto facendo, mi alzo in punta di piedi e appoggio le mie labbra sulle sue. Lo sento irrigidirsi, colto di sorpresa, e aspetto che mi spinga via. Ma lui non lo fa, mi tiene sempre più stretta e mi bacia ancora, per davvero, con una passione che potrebbe incendiare una foresta intera.
Quel bacio sembra cancellare tutte le nostre ferite e ci lega ancora e indissolubilmente, per sempre.
Ci ricorda quello che siamo stati un tempo, quello che possiamo ancora essere.
Chiudo gli occhi e per un attimo siamo ancora noi, due ragazzini che sono stati l’uno la forza dell’altra, due cacciatori, due amici, due amanti. Due anime gemelle, destinate a stare insieme nonostante tutto ciò che tenta di dividerle.
Sento il calore del fuoco, l’odore dei nostri boschi e del carbone del nostro Distretto.
Socchiudo gli occhi e questo basta a riportarmi alla realtà.
Non siamo nei nostri boschi, ma in un mare di cemento.
Non del Distretto 12, ma nel 2.
Non siamo più due ragazzini che lottano per vivere, ma due adulti che hanno vinto e che per farlo hanno perso tutto ciò che avevano.
Sento le lacrime che scendono sulle mie guance e che si mescolano alle sue. Il mio dolore con il suo dolore. Sofferenze che non hanno una cura e che non la troveranno mai.
Il bacio finisce e rimaniamo a guardarci negli occhi, dicendoci ciò che a voce è impossibile da spiegare.
Lui sorride, si asciuga le lacrime e fa per allontanarsi. Mentre va via da me, capisco di non avergli detto ancora tutto.
“Gale?”.
Si volta verso di me.
“Ti amo”.
Sorride ancora; un misto di tristezza, malinconia e amarezza si dipinge sul suo viso.
“Lo so”.
C’è di più, nel suo sguardo. C’è affetto, amicizia. Amore, forse.
Si allontana. E un’unica parola si imprime a lettere infuocate nel mio cuore, facendomi mancare il respiro.
Addio.
 
 
 
 
 

 
 
Angolo dell’ “autrice”
Ormai per me scrivere su HG è diventata una droga! Non riesco a darmi pace per il finale, e questo sito è il mio luogo di consolazione ormai :)
Io sono per la coppia Gale/Katniss e per un po’ sono stata molto indecisa su come far finire questa OS. Avrei voluto un lieto fine, come lo avrei voluto nel libro. Ma non ci sono riuscita. Sarà perché penso che il loro amore sia molto sfortunato, o perché ho un debole per le coppie che finiscono male e per i finali strappalacrime. Non so, è uscita così!
Ringrazio ancora coloro che hanno letto e recensito la scorsa OS. Siete stati così gentili che non ho potuto fare a meno di pubblicarne un’altra! Grazie di cuore a tutti :)
Che dire.. Spero che piaccia questa OS perché ci tengo molto. Scriverla mi ha preso tanto.. Il titolo, come probabilmente saprete, è preso da un film molto famoso, uno dei miei film preferiti! E la parte finale ricorda un po’ una scena di “Piccole donne”.
Lascio la parola a chi vorrà lasciare un commento :)
Alla prossima!
Sheireen
 

  
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