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Autore: shadowdust    05/07/2012    4 recensioni
Il vento freddo soffia senza sosta su questa radura ghiacciata e arida.Tu ti stagli sul profilo dell'orizzonte, immobile davanti a tutta quella morte e desolazione. Non è rimasto nulla di tutto ciò che ricordavi di quella terra.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Loki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di leggere questa one-shot, chiederei di ascoltare in sottofondo la canzone "Iridescent" dei Linkin Park. Mi ha aiutata molto, e credo che dica tutto =)

Grazie mille

 

 

Barren Lands

 

Il vento freddo soffia senza sosta su questa radura ghiacciata e arida.Tu ti stagli sul profilo dell'orizzonte, immobile davanti a tutta quella morte e desolazione. Non è rimasto nulla di tutto ciò che ricordavi di quella terra.

Muovi un passo ed il terreno congelato sotto i tuoi piedi scricchiola paurosamente, quasi a minacciarti di non muoverti oltre. Ma tu lo ignori e non ti fermi, vai avanti per la tua strada e ti fai spazio fra le macerie ed i detriti della battaglia. Sparsi qua e là, seminascosti dalla neve e dal ghiaccio, giacciono i corpi immobili e senza vita dei giganti di ghiaccio e degli asgardiani. Sempre stati legati, in qualche modo, anche se tramite il filo conduttore della guerra. Uniti, anche dopo la morte. Nemici mortali, in una guerra senza inizio e senza fine che li ha portati alla distruzione di entrambi. Esattamente come avevi previsto. Esattamente come eravate sempre stati te e tuo fratello. Un altro passo sul ghiaccio, uno scricchiolio ad infrangere il silenzio che ti circonda. Lui, un asgardiano puro, di sangue nobile e reale. Forte e valoroso, coraggioso come ogni altro membro della sua razza. Tu, un gigante di ghiaccio. Un asgardiano traditore del suo popolo. Una via di mezzo fra le due razze nemiche. Un bastardo. Un assassino.

Abbassi lo sguardo e davanti a te vedi, sdraiato a terra ed immerso in una pozza di sangue, il corpo senza vita di un asgardiano. Gli occhi sono socchiusi, senza più nessuna luce ad illuminarli. Scavalchi il corpo e passi oltre, lo sguardo fisso davanti a te.

Un'anima senza sentimenti e senza pietà. Un uomo, no, un essere senza un cuore. Non puoi definirti un uomo, non più. Gli uomini possiedono un cuore, sebbene esso possa essere ignorato o spezzato, freddo o di pietra. Tu, un cuore, non lo possiedi più.

Superi una serie di corpi martoriati appartenenti ad alcuni giganti di ghiaccio. I loro occhi vitrei sono fissi su di te, mentre le loro bocche semiaperte sembrano chiederti, in una domanda muta: perché?

Non indugi oltre e continui a camminare, immerso in quel mare di corpi e macerie, alla continua ricerca di quel qualcosa che sai essere lì, da qualche parte. Sotto cumuli di ghiaccio e neve, ricoperto da altri corpi esanimi e macchiato del sangue di due razze troppo diverse per riuscire a convivere in pace.

Un sibilo di vento si alza piano e soffia, come un bisbiglio. Sembra sussurrare, al tuo orecchio, frasi spezzate, parole dimenticate, echi lontani di momenti che hai perduti per sempre.

 

I was being sincere.

You are incapable of sincerity.

Am I?

Yes.

 

Ricordi che credevi di avere cancellato per sempre, ma che si ostinano a ritornare, improvvisi e rapidi. Come gocce di pioggia, minuscole ma nette.

Giri attorno al corpo di una creatura di ghiaccio sventrata, incapace di poterla scavalcare. Il suo sangue non è rosso, ma blu. Un blu intenso e scuro, che impregna la terra fredda e vi si infiltra come un veleno, congelandola all'interno. È questo l'effetto che hanno quelli della tua razza sul mondo. Che avevano. Congelavano, ed uccidevano, tutto quello che fosse caldo. Tutto quello che fosse diverso da loro. Tutto quello che fosse vivo.

Eccetto tu. Perché tu sei diverso. Sei caldo, eppure sei anche freddo. Sei diverso, eppure eri anche simile a loro. Eri un asgardiano, eppure eri anche un gigante di ghiaccio. Ed è stata proprio questa sua natura a salvarti. Tu sei la via di mezzo, l'unione di quelle due razze troppo diverse ed in conflitto tra loro per poter condividere lo stesso universo. Per questo tu sei sopravvissuto. Alla guerra definitiva, allo sterminio di entrambe le razze. Alla morte dei giganti e degli dèi. Tu sei vivo perché non appartieni a nessuna delle due razze, eppure possiedi le caratteristiche di entrambe.

Tu sei vivo, nonostante hai dentro di te sia sangue caldo che sangue freddo.

Tu sei vivo... eppure sei anche morto.

Tu sei entrambe le cose.

Continui ad andare avanti, un passo dopo l'altro, senza sosta, mentre la mente si perde tra frammenti di ricordi di un tempo oramai perduto.

Ricordi che non riavrai mai più e che col tempo diverranno sempre più lontani, ma anche più dolorosi. Come il dolore che provasti vivendoli.

 

Do the Frost Giants still live?

When I'm king, I'll hunt the monsters down and slay them all! Just as you did, Father.

A wise king never seeks out war. But he must always be ready for it.

 

Dolori che mai potranno andarsene.

 

I'm ready father.

So am I.

 

Affievolirsi, forse.

 

Only one of you can ascend to the throne. But both of you were born to be kings.

 

Ma mai placarsi del tutto.

Appoggi il piede al suolo e lo senti sprofondare, inghiottito dal terreno sotto di te. Abbassi lo sguardo e vedi il tuo stivale immerso in una pozza profonda di colore scuro. Non è rossa, nè blu. É viola. Intorno ad essa, sui lati, i cadaveri di un paio di giganti di ghiaccio ed un asgardiano, morti durante la lotta. L'asgardiano aveva ucciso uno dei due giganti, mozzandogli la testa, mentre il secondo lo aveva trafitto a fil di spada. Quello che però non aveva previsto, era stato che il gigante di ghiaccio lo avrebbe, ad un istante dalla morte, afferrato per la gola. Il contatto degli Jotun con la pelle umana, è mortale. Brucia con il ghiaccio, si arrampica sul corpo del nemico come un cancro e, in poche decine di minuti, lo uccide. Lentamente, ma non abbastanza per permettere il salvataggio del ferito. Velocemente, ma non abbastanza per evitare di patire di un dolore atroce, straziante. Una delle pene peggiori che si possano immaginare.

Il volto dell'asgardiano è cereo e rivoli di sangue gli percorrono il viso, andando a scivolare sul terreno e immergendosi nel lago di sangue blu lasciato dai due Jotun.

Un miscuglio di sangue, una miscela destinata ad altro se non al caos. Come quella guerra. Come te.

Osservi i riflessi proiettati dalla macchia viola intorno al tuo piede e, per un istante, intravedi il tuo riflesso all'interno di essa.

Con stizza sollevi il piede, creando onde sulla superficie del liquido e cancellando quell'immagine, poi riprendi la tua strada.

All'orizzonte, solo una distesa di cadaveri, ma nessuno di essi sembra appartenere a chi tu cerchi. Lasci vagare lo sguardo, mentre avanzi in mezzo a quella devastazione che hai provocato. Non sai esattamente quello che stai provando, guardando tutto ciò. Hai finalmente raggiunto il tuo scopo, il tuo piano è giunto a termine e tu, alla fine, hai vinto. Come avevi sempre saputo sarebbe successo. Eppure, quello che provi non è gioia o soddisfazione. Ma nemmeno è tristezza o dolore. Semplicemente, non è nulla.

La tua attenzione è attirata da un bagliore dorato, che sembra svettare in tutta quella desolazione, illumando il paesaggio. Ti avvicini e, quasi con sorpresa, trovi disteso a terra un uomo anziano, con un occhio coperto da una benda e l'espressione dura e fiera. Odino. Il padre degli dèi. Il padre di tuo fratello.

Ma non il tuo.

Al centro del costato del dio si alza una lancia di ghiaccio, che lo trapassa da entrambi i lati. L'unico occhio che il dio possedeva è chiuso, ed il petto non si muove, abbassandosi ed alzandosi al ritmo dei respiri. Se non fosse per ciò, tuttavia, non si direbbe che il dio abbia lasciato questo mondo. Sarebbe più facile pensare che sia caduto nuovamente nel sonno di Odino, per riposarsi dalle fatiche della guerra e dalla reggenza del trono. L'espressione del viso, nonostante sia sempre dura e severa, sembra quasi addolcita. Forse, il padre degli dèi sapeva che era giunta la sua ora, e l'aveva accolta come una cara amica che aveva atteso per molto tempo. Chissà se questa aveva pensato lo stesso di lui, vedendoselo venire incontro a braccia aperte.

Ti abbassi, piegandoti su di un ginocchio, ed osservi quello che, per molti anni, hai definito padre. Ti soprendi, nel renderti conto di non aver dimenticato nemmeno un dettaglio di quel volto così famigliare ma che ti è anche sempre apparso così estraneo.

Non lo potevi sapere, ma già da bambino avevi capito che c'era qualcosa di diverso. Qualcosa di diverso nelle persone che ti circondavano. Qualcosa di diverso in te.

 

Am I cursed?

No.

What am I?

You're my son.

What more than that?

 

Senti i ricordi farsi strada nella tua mente, riempiendola di immagini e di emozioni che non vorresti rivivere più.

 

In the aftermath of the battle, I went into the Temple and I found a baby. Small for a giant's offspring. Abandoned, suffering, left to die. Laufey's son.

Laufey's son.

Yes.

 

Cerchi di scacciare i ricordi, ma questi non sembra vogliano sparire.

 

Why? You were knee-deep in Jotun blood, why would you take me?

You were an innocent child.

 

Al contrario, aumentano di intensità e ti riempiono la mente, con immagini, suoni, sensazioni.

 

No. You took me for a purpose. What was it?

 

Senti la testa scoppiare, mentre cerchi inutilmente di metterli a tacere, eliminandoli dalla tua memoria.

 

Tell me!

 

Con uno scatto sferri un pugno al suolo ghiacciato sotto di te. Lo senti creparsi, sbriciolarsi, sotto la forza della tua ira. Nemmeno una landa desolata come quella è immune alla forza divina di un asgardiano. Alla forza selvaggia di ungigante di ghiaccio. Alla forza di quello che è entrambe le cose.

Riapri gli occhi, che avevi chiusi nel frattempo, e rivedi davanti a te il volto sereno di Odino. Forse gli hai fatto un favore, permettendogli finalmente di abbandonare questo insulso mondo, lasciandosi alle spalle tutti gli orrori cui aveva assistito. Ti rimetti in piedi e ti volti verso la direzione dalla quale sei arrivato, dando le spalle al corpo che una volta era tuo padre. Sai che non lo rivedrai mai più, quel volto. Sai che mai più lo reincontrerai.

Questo è un addio.

Addio, padre.

 

Riprendi a camminare, lasciandoti alle spalle quello che era il tuo passato di principe, il tuo passato di re.

Pochi passi e ti imbatti in un altro viso conosciuto, seppure esso non sia rivolto nella tua direzione. Anzi, sono più di un volto soltanto. Quattro corpi sono riversi a terra, ricoperti da un sottile strato di neve. Devono essere caduti prima del re degli dèi, prima di poter assistere alla sua misfatta. A pochi passi da te ci sono i corpi dei tre combattenti, tutti asgardiani. Sono morti lottando, come i più valorosi dei guerrieri, come era stato loro insegnato sin dall'infanzia. Tu lo sai questo, perchè tu c'eri quando venivano insegnate loro tutte queste cose. Conosci le storie che raccontavano i genitori ai bambini di Asgard, tu stesso le hai ascoltate. Narravano delle eroiche gesta dei combattenti più valorosi, della loro forza e coraggio, della morte onorevole che intraprendevano sul campo di battaglia, mentre difendevano i loro ideali e ciò che amavano. Lo difendevano dai nemici, il più delle volte rappresentati proprio da loro, gli Jotun. Tutti gli altri corpi che ricoprivano quella terra ghiacciata ed instrinseca di morte. Quelli che venivano visti dal popolo di Asgard come esseri freddi e spietati, amanti della guerra e della distruzione. Quelli i cui genitori mettevano in guardia i propri figli la notte. Quelli come te.

 

You could have told me what I was from the beginning, why didn't you?

You're my son. I wanted only to protect you from the truth.

Why? Because I-I'm the monster parents tell their children about at night?

 

Abbassi lo sguardo, scacciando le voci che ti perseguitano. Ai tuoi piedi giace il più minuto dei quattro corpi, macchiato di sangue. I capelli scuri sparsi a terra risaltano sulla neve, scompigliati sebbene ancora stretti nella solita coda di cavallo che li teneva uniti. Non c'é bisogno di lei, per riconoscere chi sono i quattro asgardiani che hai davanti. I tre guerrieri e lady Sif. E ciò significa solo una cosa: sei vicino alla meta. Ciò che cerchi non può essere lontano.

Superi i corpi ai tuoi piedi e procedi nella tua ricerca, sapendo che oramai sei sempre più vicino. Ad ogni passo senti di avvicinarti sempre di più, ma anche i ricordi si fanno più vividi a mano a mano che procedi.

All'improvviso, un movimento cattura la tua attenzione. Ti volti e, fra la macerie ed il bianco della neve, intravedi qualcosa di rosso muoversi piano sotto la spinta del vento.

 

You know, it all makes sense now!

 

Il cuore sembra rallentare per un istante, mentre ti incammini verso quella direzione.

 

Why you favored Thor all these years!

 

Il mantello rosso è stracciato e macchiato in più punti e, anche se il colore lo nasconde, è sporco di sangue. Rosso e blu. Suo e dei suoi nemici.

 

Because no matter how much you claim to love me, you could never have a Frost Giant sitting on the throne of Asgard!

 

Ti fermi, in piedi davanti a quello che hai cercato, il motivo per cui hai vagato per quella landa di morte e dolore per tutto questo tempo. Sdraiato a terra, in mezzo alla neve bianca in netto contrasto con il mantello rosso e l'armatura scura, giace Thor. Il dio del tuono. Il figlio di Odino e suo erede primogenito.

Tuo fratello.

Rimani a fissarlo immobile, mentre senti il vortice dei ricordi risalire dentro di te sino a sovrastare tutto il resto, avvolgendoti e strappandoti alla realtà.

 

You can't stop it. The Bifrost will build until it rips Jotunheim apart.

Why have you done this?

To prove to Father that I am the worthy son. When he wakes, I will have saved his life. I will have destroyed that race of monsters. And I will be the true heir to the throne!

 

Senti la rabbia, la collera, senti la verità dei tuoi intenti venire fuori e riversarsi su tuo fratello.

 

You can't kill an entire race!

Why not? And what is this newfound love for the Frost Giants? You could have killed them all with your bare hands?

I've changed.

So have I. Now fight me.

 

Ti sembra quasi di sentire il rumore della lancia che colpisce Thor, quasi ne avverti la consistenza fra le mani.

 

I never wanted the throne! I only ever wanted to be your equal.

 

Senti qualcosa infrangersi dentro di te. Di nuovo.

 

I will not fight you brother!

I'm not your brother. I never was.

 

Senti la forza delle tue parole colpire Thor come un pugno, mentre le sputi fuori con rabbia.

 

Loki, this is madness.

Is it madness? Is it? Is it?

 

Quella che senti dentro è collera, ma non è solo quella. C'è anche qualcosa di diverso che ti scuote, spingendoti a continuare a combattere tuo fratello. L'unica persona che mai ti abbia veramente amato. Forse, Thor non ha tutti i torti. Forse quella che hai dentro è davvero pazzia.

Al ricordo ed alle parole, si sovrappongo le immagini. Tu sdraiato sul bifrost, bloccato con il Mjolnir sul petto. Tuo fratello si avvicina al portale, nell'inutile e disperato tentativo di salvare Jötunheim e tutti gli altri mondi. Nell'inutile tentativo di salvare l'unico passaggio che possa ricondurlo a lei.

 

Look at you, the Mighty Thor, with all your strength, and what good does it do you know?

 

Thor non sembra prestarti ascolto, ma continua a scivolare lungo il bifrost, avvicinandosi sempre di più al portale impazzito.

 

Do you hear me, Brother? There's nothing you can do!

 

E allora vedi tuo fratello fermarsi, al centro del ponte. Con un braccio alzato richiama il Mjolnir, liberandoti. Qualcosa è cambiato, nel suo comportamento. Sembra deciso, ma non capisci a fare cosa. Poi, inaspettatamente, Thor cala il Mjolnir sul bifrost ed inizia a colpirlo. Ripetutamente. Distruggendolo a poco a poco. Pezzo per pezzo.

 

What are you doing? If you destroy the Bridge, you'll never see her again!

 

Ma Thor non accenna a fermarsi. Ed è allora che ti rendi conto che è davvero cambiato. Non è più il ragazzo sciocco e spavaldo che tuo padre ha esiliato su Midgard. Non è più il giovane condottiero assetato di gloria, volenteroso di uccidere i nemici del suo popolo e di andare in guerra. Non è più il fratello con cui sei cresciuto e che conoscevi.

Esattamente come tu non sei più quello che lui credeva di conoscere.

Ti alzi da terra ed afferri la lancia del re. Sai che non puoi permetterlo. Ciò manderebbe in fumo i tuoi piani, renderebbe inutili tutti gli sforzi sinora compiuti. Thor è cambiato, Odino lo sapeva che sarebbe accaduto. Ed in questo, era stato più abile di te. Ma tu sei il dio degli inganni. Non puoi essere battuto, non puoi essere sconfitto. Senti la collera strabordare, mentre con furia ti scagli verso tuo fratello. Salti, puntandogli la lancia contro la schiena. Quella che ti sta muovendo è la collera serbata nel tuo cuore per tanti anni, che finalmente sta venendo alla luce. Ma è anche la paura, la disperazione a spingerti. Non puoi permettere che Thor rovini tutto. Semplicemente, non puoi lasciare che accada.

La punta della lancia arriva a pochi centimetri dall'armatura di tuo fratello. Ancora pochi istanti, e tutto tornerà a seguire i tuoi piani. Tuo fratello cesserà definitivamente di essere un problema, Jötunheim verrà rasa al suolo e con essa tutti i suoi abitanti. E tu diverrai re di Asgard. L'unico, vero re.

Vedi già la lancia colpire tuo fratello, ma all'improvviso l'ultimo colpo che egli assesta al bifrost lo distrugge completamente. Viene scagliato in alto, lontano, insieme a Thor. L'esplosione riecheggia intorno a te, puoi sentire i timpani farti male e la testa scoppiare. La luce ti avvolge e non vedi più nulla, finchè la gravita torna ad avere la meglio e, alla sensazione di vuoto allo stomaco, si sostituisce quella di precipitare.

Intravedi ciò che rimane del bifrost a meno di un braccio dalla tua mano, ma non riesci ad afferrare il bordo del ponte. Lo vedi scivolarti davanti agli occhi, mentre tuo fratello ti segue nella vostra caduta inesorabile. In un estremo tentativo, afferri una delle estremità del Mjolnir di Thor, che precipita proprio sopra di te. Sai che state andando entrambi incontro alla morte. Nulla può salvarvi dalla caduta nello spazio vuoto. Ma, per lo meno, sarete insieme. Come una volta, quando eravate bambini. Per un'ultima volta.

All'improvviso, uno strattone arresta la tua caduta, facendoti dolere il braccio. Alzi lo sguardo e, oltre le spalle di tuo fratello, vedi tuo padre. Forte, a testa alta, che sorregge entrambi i suoi figli ed evita che essi precipitino nell'abisso.

Ti senti dondolare nel vuoto, tenuto legato alla tua unica speranza di salvezza unicamente dalla tua mano stretta sul Mjolnir di Thor. Il tuo sguardo scivola verso il vuoto sotto di te, poi torni a rivolgerti verso l'alto ed i tuoi occhi incontrano quelli saggi e fieri di Odino.

 

I could have done it, Father! I could have done it!

 

I polmoni sembrano volerti esplodere nel petto, nonostante tu non stia urlando. Il tuo sguardo sembra implorare a tuo padre di crederti, mentre dici quelle semplici parole.

Eppure sono tutto ciò che ti rimane da dire. Tutto quello che può davvero esprimere il motivo che ti ha spinto a fare quello che hai fatto.

 

For you! For all of us!

 

I tuoi occhi e quelli di Odino si legano e, per la prima volta nella tua vita, in essi vedi freddezza. Delusione. E, soprattutto, dolore.

 

No, Loki.

 

Senti qualcosa spezzarsi dentro di te, mentre quelle parole appena sussurrate di rimbombano nella mente come un urlo.

No, Loki.

La consapevolezza si dipinge sul tuo volto, mentre prendi la tua decisione. Una lacrima ti scivola sulla guancia, ma nessuno dei presenti ci fa caso. Gli occhi di Odino e Thor sono fissi su di te, che a tua volta guardi quello che una volta definivi padre.

 

Loki, no.

 

Quella di Thor non è una richiesta, è una vera e propria implorazione. Ma a te non importa più di udire tuo fratello implorarti. Tutta la tua vita non ha più un senso, ora. Con un gesto, apri la mano, abbandonando la presa sul Mjolnir. Abbandonando la presa sull'unica cosa che ti teneva legato alla vita. Abbandonando la presa su tutto quello che era rimasto del legame fra te e quel mondo. Fra te e tuo fratello.

Il tempo sembra arrestarsi, mentre il tuo corpo comincia a cadere verso il vuoto, risucchiato dall'infinità dello spazio. Guardi quella che era la tua famiglia, o per lo meno che credevi lo fosse, farsi sempre più lontana. Nella discesa ti volti e vedi il vuoto incombere su di te, circondandoti ed avvolgendoti. Inghiottendoti per sempre. Chiudi gli occhi, consapevole dell'imminente fine che sta per afferrarti. Un suono, un urlo, ti raggiunge debole e distante, mentre il buio ti circonda con le sue braccia e ti stringe a sè, portandoti via.

 

Spalanchi gli occhi di scatto, tornando di colpo alla realtà. Soffochi un urlo in gola, mentre le ultime immagini di quel buio infinito e di quelle sensazioni continuano a focalizzarsi davanti a tuoi occhi, ostinandosi a non volere andarsene. Ti prendi la testa fra le mani e la scuoti violentemente, cercando di scacciare dalla tua mente quei ricordi talmente vividi che ti sembra di riviverli.

Serri gli occhi e, con tutta la forza che possiedi, cerchi di cancellare le immagini terribili di quel vuoto che ti inghiotte, di quella sensazione terribile di gelo che ti aveva invaso, mentre ti sentivi precipitare nel buio senza sosta e senza luce. Senza nessun appiglio possibile. Senza nessuna via di fuga. Senza più un inizio e senza più una fine.

Inizi ad ansimare, mentre a fatica cerchi di riprendere il controllo. É la tua mente, puoi controllarla, sei l'unico a poterlo fare. Nessun altro al mondo è in grado di farlo. Nessuno.

Respiri profondamente, mentre quelle ultime immagini, così ostinate a non volere abbandonare la tua mente, sembrano affievolirsi a poco a poco, divenendo meno intense e sfumando nel paesaggio che ti circonda. Svaniscono lentamente, dissolvendosi come fumo e lasciando il posto alla solita calma che normalmente regna in te. Solo un vago ricordo sembra non volersene andare, un residuo di quegli ultimi attimii che cerchi ogni volta di reprimere ma che sempre trovano il modo di vincere la tue difese.

 

I could have done it, Father! I could have done it!

For you! For all of us!

 

No, Loki.

Tu stavi mentendo. Tu stavi mentendo a te stesso.

E lo sapevi. Odino lo sapeva.

È stato allora che hai capito. Hai capito che non facevi parte di quel mondo, che mai ne avevi fatto parte. E che mai avresti potuto.

Ed è stato allora che hai deciso di lasciarti andare, che era inutile continuare a vivere. Perchè tu non eri nulla, se non un mostro, un incrocio di due razze impossibilitate a vivere insieme se non tramite la guerra.

Avresti potuto essere un legame, un filo conduttore, un ponte di unione tra gli asgardiani ed i giganti di ghiaccio. Ma sapevi benissimo che ciò sarebbe stato impossibile. Quelle due razze non avrebbero mai potuto convivere, mai potuto andare d'accordo tra di loro. Mai.

Così hai preferito l'oblìo della morte, a tutto ciò. Hai preferito abbandonare tutto e sperare che, nel vuoto del nulla, avresti trovato la pace tanto a lungo cercata che mai avevi trovato.

Ma, a quanto pareva, quello non era il tuo destino.

Tu non sei morto, hai continuato a vivere. Sei giunto in un mondo diverso e, da esso, hai maturato un nuovo piano. Un piano che avrebbe non solo portato alla fine della guerra, esattamente come desiderava tanto Odino, ma che ti avrebbe dato uno scopo. Saresti riuscito a porre fine all'infinita lotta tra Asgard e Jötunheim, saresti stato la via che avrebbe portato alla pace, finalmente. Solo, non come tutti avrebbero pensato.

Riapri gli occhi e, davanti a te, ritrovi lo scenario di devastazione in cui tutto ha avuto inizio. Dove tutto era cominciato e dove tutto era terminato. La guerra si era consumata su quella terra di ghiaccio e morte, ed ora vi regnava la pace. L'infinito scontro fra dèi e giganti di ghiaccio si era finalmente concluso.

Ormai hai riassunto il tuo naturale autocontrollo. Prendi un respiro e rivolgi lo sguardo a terra, verso il volto di tuo fratello. Non era più il bambino con cui eri cresciuto, ma non era nemmeno poi così diverso. Lo sguardo fiero e coraggioso che gli avevi visto negli occhi, prima della battaglia, era lo stesso che gli vedevi da bambino quando giocavate insieme. Non si può cambiare completamente. Alcuni aspetti di noi sono immutabili. E ciò vale anche per te.

Guardi Thor con freddezza. Nei tuoi occhi non c'è disprezzo o dispiacere, non ci sono vanto o dolore. Il tuo sguardo è spento e glaciale, imperscrutabile.

Non provi nulla. Non amarezza, tristezza o rammarico, né tantomeno soddisfazione, gioia o piacere. Nulla.

Non hai cercato tuo fratello per piangere la sua morte, o per godere della sua misfatta.

Lo hai cercato solo per dirgli addio. Addio, per sempre.

 

This is goodbye, Brother.

 

Farewell.

 

Lo avevi già salutato una volta, ma allora non potevi essere sicuro che non lo avresti più rivisto. E così era stato. Ma ora, invece, sei certo che tuo fratello non tornerà più da te. Nulla, potrà più riportarlo indietro. Nemmeno il potere di un re. Nemmeno il tuo.

Il tuo sguardo esita sul volto privo di vita di Thor, incapace di abbandonarlo una volta per tutte.

É un addio al quale eri preparato, perchè in un certo senso già lo avevi dato. Quando cadesti nel vuoto dello spazio, lasciandoti precipitare verso la morte. Già allora quello era stato un addio a tuo fratello.

Ma, nonostante ciò, un addio è comunque qualcosa che non può non lasciarti dei segni. Un addio rimane pur sempre tale, ed è sempre difficile. Per quanto sia stato te e solo te a volerlo, e nessun altro. Per quanto sapevi quello che sarebbe successo e ciò che avresti trovato. Rimane pur sempre difficile. E doloroso.

Chiudi gli occhi, immergendoti nel buio per un istante. Davanti ai tuoi occhi compare l'immagine di Thor quando era bambino, quando con il suo sorriso sicuro ti incoraggiava e ti spingeva a fare cose stupide ed insensate. Riapri gli occhi e quel ricordo si sovrappone, per un solo istante, al volto di tuo fratello cresciuto, adagiato a terra tra il silenzio e le macerie.

Sai che dopo di questo addio, quando volterai le spalle al corpo privo di vita di tuo fratello, non sarai più lo stesso. Non che ora tu lo sia ancora. Tu sei cambiato tempo fa, e questo lo sai. Ma i ricordi ancora vivono in te, indelebili e insistenti, dolorosi. Una volta date le spalle a quella vita, essi spariranno. Per sempre. Lasciandoti solo, abbandonato, senza più nulla alle spalle e senza più nulla davanti a te. Come è sempre stato, dopotutto.

Dopo questo addio, nulla sarà più come prima e tu rimarrai senza più una meta. Senza più un destino.

I tuoi occhi color del ghiaccio indugiano un'ultima volta sulle palpebre chiuse di tuo fratello, abbandonando il ricordo degli occhi azzurri celati dietro di esse.

Ora ti senti pronto.

 

Addio, fratello.

 

Ti volti, dando le spalle a tuo fratello. Dando le spalle al tuo passato. Dando le spalle alla persona che eri, e che ora non è più nulla. Neppure un ricordo.

Su questa radura morta e spoglia. Su questa landa fredda e desolata. Su queste terre aride. Riprendi a camminare, lasciandoti alle spalle i ricordi di una vita che non hai più e che mai potrà ritornare.

Ti lasci alle spalle quella radura morta e spoglia. Quella landa fredda e desolata.

Quelle terre aride.

Come il tuo cuore.

 

Barren Lands

 

 

 

 

Riflessioni:

 

Scrivere questa fan-fiction è stata davvero un'impresa epocale.

Non solo perchè è la prima che scrivo (quindi, vi prego, abbiate pietà), ma anche perchè è nata solo da un titolo e da un'idea vaga. Il titolo era l'unica cosa che avevo, insieme ad una pagina bianca e ad una sfilza di battute tratte dal film. Il resto, era nulla. Vuoto totale. Zero assoluto. Poi, così come spesso accade (per lo meno a me u.u) ho iniziato a scrivere piccole riflessioni, frasi senza un ordine logico vero e proprio e senza una trama dietro. Le ho scritte, le ho collegate, le ho ordinate... ed ho avuto una trama generale che ho poi arricchito con qualche dettaglio, ma nulla più. Questa fan-fiction è stata più che altro uno sfogo, un desiderio e una dedica al personaggio di Loki. E basta.

Quindi, che altro dire, se non che spero non sia una cosa pesante e noiosa, che possa esservi piaciuta e che, in cuor mio lo spero tanto, sia riuscita ad emozionarvi ed a trasmettervi quello che ho provato io scrivendola.

Per me è stata una cosa molto importante e bella da fare e spero che possa venire apprezzata, anche da una persona soltanto, mi basterebbe.

Per chiunque sia arrivato a leggere addirittura questi inutili commenti, grazie di cuore per aver letto questa mia breve (si fa per dire -.- in realtà mi rendo conto essere forse troppo lunga) one-shot e per non averla abbandonata, per me è davvero tantissimo.

Grazie di cuore a tutti quelli che sono passati, vi sono grata =)

con affetto

Shadow

   
 
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