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Autore: Izumi V    05/07/2012    5 recensioni
-Mi raccomando, Ace, devi proteggerlo! Rufy è il più piccolo e anche il più debole di noi…proteggi sempre il nostro fratellino!-
-Lo farò, Sabo, te lo prometto-
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace, Sabo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il filo della collana si è spezzato, disperdendo nel vento le proprie perle.

Il filo si è spezzato…
…e le perle si disperdono nel vento.

Frammenti di ricordi che faticano a trattenersi.

Come si fa a raccoglierle tutte?

-Mi raccomando, Ace, devi proteggerlo! Rufy è il più piccolo e anche il più debole di noi…proteggi sempre il nostro fratellino!-
-Lo farò, Sabo, te lo prometto-


Una promessa. Quanto la sentivi importante allora? Molto.
Quanto ti è costata adesso? Troppo, forse.
Eppure…non hai avuto neanche un’esitazione, nemmeno un rimpianto.
Il tuo sorriso, scena finale di un atto che non vuole chiudersi, ne è la dimostrazione. Chi potrà piegarti più, Ace Pugno di Fuoco? Quel sorriso è la tua fortezza, è il tuo scudo, il tuo rifugio.
La tua fiamma che arderà ancora, per sempre, nel cuore del piccolo Rufy e di tutti coloro che ti hanno voluto bene davvero.
Quel sorriso che hai sulle labbra, per la prima volta fredde, non ti abbandonerà più. E nessuno potrà farci nulla.

E una piccola perla rosso scarlatto rotola, incandescente, sulla fredda pietra…


-Tu sei un nobile! E non sarai mai nient’altro nella vita-

Hanno tentato di piegarti, piccolo Sabo. Hanno tentato e hanno fallito.
Quanta forza in un corpo così piccino.
…lacrime versate da solo, nella solitudine di una stanza vuota.
Priva di vita. La stessa vita vuota in cui ti volevano ingabbiare.
Galatei da imparare a memoria, libri da studiare senza passione, buone maniere di facciata.
Tu non sei così. Tu ti senti nato libero.
…e gioie condivise nella compagnia di due amici.
Tu ed Ace avete perso un tesoro. Tutte le ricchezze racimolate per anni vi sono state sottratte.
Ma avete trovato un nuovo amico, che è il tesoro più importante.

…una mano grande, forte, accogliente, si tende verso di lei…


-Anche se avevo dei genitori, in realtà…mi sentivo solo-
 
E’ difficile fare una confessione del genere, vero? Di solito, si viene derisi per una cosa del genere. Perché lì, a Goha, non ti capirà mai nessuno.
Ma loro non hanno riso, non ti hanno preso in giro.
Hanno semplicemente capito. Perché avere due persone che provvedono al tuo sostentamento non vuol dire avere dei genitori.
Possedere una villa enorme nella parte alta della città, quella non è vera vita.
Un fratellastro che ti odia e vuole ereditare tutto ciò che ti spetta, anche a costo di calpestare il proprio essere…quella non è una famiglia.
Ace e Rufy, loro erano, sono e saranno sempre la tua famiglia.
Ci sono stati quando hai pianto, ti sei arrabbiato, ti sei fatto male, ti sei sentito perduto.
Quando hai voluto ridere, allenarti, cacciare, condividere un sogno. Fare progetti per un futuro che vi sembrava così vicino.
Tu hai trovato Ace, e voi due avete trovato Rufy. Insieme, avete costruito la vostra famiglia.

…“Gli amici sono la famiglia che scegliamo per noi stessi”…


-Voglio diventare il pirata più forte e temuto del mondo!-

Chi disse per primo, tra voi tre, questa spacconata? Chi può dirlo. Chi la disse per ultimo? Non importa.
Perché ognuno di voi tre coltiva(va) un sogno.
La libertà.
Libertà da un passato che ancora tormenta il presente.
Libertà dalla fama di un padre troppo famoso.
Libertà da una prigione di ipocrisia e falsi valori.
Libertà dalla debolezza, dalla vigliaccheria e dalla viltà.
Ciascuno cercava una libertà diversa.
Eppure uguale.

 
…un capitano dal corpo martoriato e ancora pronto a combattere. Un paio di baffi bianchi che incutono timore e reverenza… 


-Voglio diventare più forte! Più forte! Più forte! Più forte! Più forte! Più forte!-

Un desiderio urlato tra le lacrime, soffocando il pianto in un cappello di paglia ancora troppo largo e ormai troppo consunto.
Ace era lì, che fissava con aria irritata quel fagottino che si dimenava per terra, cercando invano di nascondere l’ennesima dimostrazione di debolezza. Il senso d’impotenza per un compagno perduto con dolore straziante.
-Non devi piangere, stupido!- e un pugno in testa. Il solito, apparentemente distaccato, Ace.
Trattieni le lacrime, forza! Ingoia la rabbia, la frustrazione, l’odio.
Trasformali in qualcosa di bello: desiderio, amore, coraggio, determinazione…e anche un po’ di spavalderia. Quella non guasta mai, vero Ace?
Eh sì, voi siete fatti per diventare capitani. Ve lo si legge negli occhi. Nei vostri occhi, la passione arde come il fuoco. Potente e inesorabile come le fiamme di un incendio che non si può domare.
Guardate insieme il mare, e vi sembra quasi di scorgere un vecchio peschereccio cullato dalle onde, che si allontana. Una bandiera da pirata, e una S blu sul tessuto bianco, con due ossa incrociate.
Anche voi partirete, un giorno.
Quando quel fuoco dentro di voi diverrà incontenibile e il ricordo di un amico, il migliore, perduto, non sarà più doloroso, ma fonte di coraggio e speranza. Vorrete riscattarvi. La vostra vittoria sarà anche la sua conquista più grande, la vittoria del grande Sabo.

…qual è il segreto di una tale forza? Anche Barbabianca, il grande Barbabianca, in fondo, aveva un solo grande sogno…


-Non avrei mai pensato che un giorno saresti venuto a salvarmi…grazie, Rufy-

Credo che il piccolo Rufy abbia ereditato in pieno quella passione bruciante. Che dici, Ace?
Alla fine, è davvero venuto a salvarti. E hai dovuto ammettere che quella voglia ce l’avevi ancora.
Quella voglia di affrontare il mondo.
Di spezzare i tuoi nemici.
Di dimenticare la fatica e andare avanti.
Di affrontare ogni avventura con spirito nuovo.
Di non avere paura di rischiare.
Tu, Ace, avevi ancora voglia di vivere.

…“Io voglio vivere!”…


-Voi mi avete sempre voluto bene…vi ringrazio moltissimo-

Sussurri tra le lacrime, con una voce rotta che non sembra nemmeno appartenerti.
E ti aggrappi con tutta la forza che ti rimane alle spalle del tuo fratellino.
Quello che ancora una volta hai dovuto proteggere.
“Vedrai, piccolo Rufy, questo ti renderà più forte.” Riesci a pensare. Contro la fatica, il dolore, la disperazione. Davvero, tu lì in quel posto non ci volevi morire. Ma non ti penti di quelle lacrime che già hai versato, e che ancora cadono, cadono inesorabili.
Piangi, Ace, piangi. Non ti vergognare, non più. Stai piangendo di gioia, perché Rufy sopravvivrà e il tuo sogno, e quello di Sabo, continueranno a vivere in lui.
Come una fiamma che brucia in eterno e non si estingue, una volontà che non si può annullare.
Sai che hai compiuto un sacrificio che in fondo ti rende felice. Non ci volevi morire, su quella fredda pietra, è vero. Ma ora Rufy vivrà.
Il tuo, il vostro, fratellino vivrà.
E il vostro sogno non morirà, mai. Perché ormai è penetrato nella carne ed è più vivo che mai.
È un legame di sangue che non si scioglie.
È un filo che non si vuole spezzare.

Ricomponi la collana, riunisci le perle e i ricordi.
Il filo non si è ancora spezzato.


…Voleva una FAMIGLIA.

  
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