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Autore: _joy    06/07/2012    3 recensioni
Che cosa succederebbe se fosse Caspian a lasciare Narnia e ad arrivare nel mondo reale?
Questa fanfic è ambientata dopo Il Viaggio del veliero.
Troverete delle discrepanze spaziotemporali per quanto riguarda il mondo reale che il giovane re dovrebbe incontrare rispetto a quanto scritto da C.S. Lewis... ma, del resto, questo Caspian è moro e ha profondi occhi scuri...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caspian, Edmund Pevensie, Eustachio Scrubb, Lucy Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Far away'
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Era tutto così strano.
Di nuovo chiuso in un camerino, Caspian pensa alle emozioni provate poco prima.
Quella ragazza.
Così bella, così innocente.
Così regale, con addosso quell’abito.
Ma cosa gli stava succedendo?
Una ragazza umana, che gli aveva appena confessato di aver sofferto recentemente per amore…e lui si comportava così. Inconcepibile!
Non erano azioni da uomo onorevole. Da re.
Ma l’aveva vista e… non aveva capito più nulla.
Che poi, da quando in qua giovani donne potevano comportarsi con tanta libertà? E gli uomini sedurle e abbandonarle senza onore?
Ah, certo. Non stiamo parlando di Narnia.
Narnia.
Si sente in colpa per aver dedicato così pochi pensieri alla sua terra. Chissà se andava tutto bene in sua assenza. Chissà se c’erano problemi.
Ma è tutto inutile. La mente vaga e torna a focalizzarsi sui pensieri di prima.
Arabella. La sua bellezza. La sua mano stretta in quella più grande di lui.
Caspian si riscuote e esce dal camerino. E vede Bella a braccia conserte, labbra serrate, che ascolta Eustace.
Ecco un altro problema.
Perché Eustace è chiaramente innamorato di lei. E, altrettanto chiaramente, lei non lo è di lui.
Però questo non giustifica nulla. Lui e Eustace sono amici. Non può fare una cosa del genere.
Che poi…fare che cosa?
Cosa può fare, Caspian? Cosa vorrebbe fare?
Se fosse un uomo semplice, libero, la risposta sarebbe forse facile: vorrebbe costruirsi una vita, una vita sua, magari qui. E magari Bella…
Ma lui no è libero. C’è Narnia. Narnia, al primo posto, sempre.
E come se non bastasse, è stato educato a ritenere l’onore il primo dei valori. Non potrebbe fare una cosa del genere a Eustace.
Caspian lascia andare bruscamente il fiato e si avvicina. Bella gli rivolge uno sguardo e i suoi occhi si addolciscono, mentre gli sorride.
«Allora, hai deciso?»
«Credevo avessi deciso tu per me» non riesce a non sorriderle.
Lei annuisce e sembra felice.
Si avvicinano alla cassa e pagano. Fuori, incontrano gli altri.
«Ho scelto un vestito stupendo» dice Bella a Pen «Anzi, veramente l’ha scelto Caspian»
«Davvero?» l’amica è eccitatissima «Voglio vederlo!!»
«Dopo. Voi avete scelto?»
«Eustace voleva farmi comprare un vestito color fragola…»
«Dimmi che non lo hai fatto»
«No! Ho preso quello viola che avevi visto tu, ti dispiace?»
«Ma no…»
Caspian osserva le ragazze camminare davanti a loro, ma distoglie gli occhi quando si accorge che Edmund lo sta fissando.
«Hai regalato un vestito a Bella?»
«Cosa? No!!»
«Ehi, non fare quella faccia. Non ci sarebbe niente di male»
«Come no? Comprare una cosa a una giovane donna che non conosco? Invece sì, sarebbe disonorevole!»
Edmund ride.
«E così scopriamo che le regole del corteggiamento a Narnia sono ben diverse. Qui le donne impazziscono per i regali»
A quelle parole, sia Caspian che Eustace arrossiscono.
«Io…non volevo assolutamente…» balbetta il primo.
«Tanto lei non avrebbe accettato» grugnisce il secondo.
Ma per tutta la mattinata Eustace resta freddo e distante. Caspian lo osserva scegliere un abito per il ballo rifiutando ogni consiglio di Penelope e Edmund (Bella non si è offerta di aiutare e quanto a lui, Caspian, non è che ne sapesse molto di moda), sempre imbronciato.
Pranzano tutti assieme e solo Penelope sembra non notare l’atmosfera tesa. Almeno, finché non chiede a Eustace se andrà al ballo con Lucy.
Lui sbatte la forchetta sul tavolo.
«No, magari Caspian vuole invitare anche lei»
Il re alza lo sguardo dal piatto e aggrotta la fronte, ma sembra trattenersi.
«Eustace» dice invece Bella.
«Cosa c’è? Ti dispiacerebbe non andarci tu, con lui?»
Lei lo gela con uno sguardo.
«Ma come ti permetti?»
«Eustace, smettila, ho suggerito io che…» ma Pen non fa in tempo a finire la frase che Bella si alza, sbatte il tovagliolo sul tavolo e dice:
«Sai, io sono veramente stanca. Stanca di queste tue arie da bambino di tre anni e di queste tue pretese di gelosia. Non puoi permettertele. Io vado al ballo con chi voglio e, tanto per essere chiara, se mi avessi invitata tu io avrei detto di no»
Detto questo, si volta e esce.
C’è un momento di imbarazzo totale al tavolo. Eustace fissa la porta da cui è uscita Bella con occhi sgranati.
La prima a parlare è Penelope:
«Io…mi dispiace…non pensavo che…è solo che credevo fosse una buona idea»
«Una buona idea?» ringhia lui di rimando «Oh, sì, davvero geniale! Guarda, a pensare tu fai solo danni…»
Lei sobbalza, mortificata.
Edmund afferra il polso di Eustace e il cugino fa una smorfia, ma è Caspian a parlare.
«Se sei arrabbiato prenditela con me, ma lascia stare lei, non permetterti di parlarle così»
Pen sgrana gli occhi. Edmund rincara la dose.
«Senti, Eustace, lo so che è…bè, insomma. Devi considerare che non puoi dare per scontato»
«Eustace, lei ti vuole bene ma non è interessata a te» dice Pen, con la sua voce limpida «E se tu smettessi di comportarti così potreste essere amici. La stai allontanando»
Lui si alza, infuriato, ed esce sbattendo la porta del locale.
«Bene» dice Edmund «Direi che potremmo andare anche noi, che ne dite?»
 
Fuori, arrivano appena in tempo per vedere Eustace che grida, trattenendo Bella per un braccio. Mentre accorrono, lei si divincola e gli molla un ceffone in pieno viso.
Penelope insegue l’amica, Edmund scuote la testa in direzione del cugino. Caspian si ferma, almeno fino a quando Edmund non gli dà una spintarella.
«Che aspetti? Vai da lei»
«Edmund, io…»
«Vai. Qui resto io. Probabilmente finireste per prendervi a pugni. Gli passerà. Dai»
Caspian esita un attimo e poi si allontana.
Trova Bella e Penelope davanti a una vetrina, che bisbigliano concitate. Si avvicina piano, temendo di intromettersi, ma Bella lo vede e gli tende una mano.
Lui la prende subito e – di nuovo! – intreccia le dita con quelle di lei.
Pen sgrana gli occhi.
«Ehm, io…vi lascio soli?»
«Pen!» sbotta Arabella «Ora ti ci metti anche tu? Di chi è stata l’idea del ballo, eh?»
Pen sgrana gli occhi.
«Scusa, non volevo dire che voi…»
Guarda Caspian, che le sorride gentilmente e chiede se può restare per un attimo con la sua amica. Lei annuisce e si allontana un po’.
Lui si avvicina a Bella, che sta guardando per terra.
«Mi guardi, per favore?»
«Caspian, io…»
Lui le posa una mano sulla spalla. Lei sospira e alza gli occhi. Sono lucidi di lacrime e lui si sente stringere il cuore.
E adesso? Pensa, sgomento.
Voleva tentare di sdrammatizzare la situazione, di spendere una parola a favore di Eustace, ma ora che la guarda trattenere le lacrime non è sicuro di riuscirci.
«Sono una stupida, ma sono così nervosa!» sbotta all’improvviso lei «È stato un periodo orrendo, sono sotto pressione e devo sempre cercare di comportarmi in modo da non urtare la sensibilità di Eustace! Insomma, sono stanca anche io! e poi l’uscita di oggi davvero…»
Lui le stringe la mano e lei si morde un labbro.
«Non fare così» le mormora.
«Scusa»
«Non devi scusarti. Ma ora come ora mi sento molto inadeguato a dare un consiglio o a dire una cosa minimamente intelligente, solo che ho mandato via Penelope…»
Lei sbotta in una risatina.
«Lo so che siete cugini e io…»
«Senti, Arabella, a prescindere da questo non significa che con me non puoi parlare»
«Posso chiederti perché mi chiami Arabella?»
Lui resta un attimo spiazzato.
«Ma…è il tuo nome…»
«Sì, ma mi chiamano tutti Bella. Certo, la prima volta mi hai chiamata “mia signora”…»
Lui si irrigidisce appena, mentre lei abbassa lo sguardo sulle loro mani, ancora intrecciate. Caspian fa per sfilare la tua, ma lei rafforza la presa.
«Caspian, tu…chi sei?»
«In che senso, chi sono?»
«Non so, è strano…io…non prendermi per pazza, ma ho come la sensazione di averti già visto…altrove»
Il cuore di lui manca un battito. Anche lei?
«Altrove?»
«Sì. Va bene, lasciamo stare» dice lei, atona.
Nell’attimo di silenzio che segue, Caspian sente che stanno tracciando una strada, che potrebbe andare in una direzione o in quella contraria. E cosa perderà, scegliendo l’una o l’altra?
«Ti va se prendiamo un caffè?» chiede lei, con gli occhi supplichevoli.
E lui, che si sta ripetendo nella mente che è meglio tornare subito da Eustace, non riesce a dirle di no.
 

   
 
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