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Autore: Dubhe    21/01/2007    3 recensioni
Tutto ebbe inizio dalla scoperta di una strana pietra azzurra: Eragon è a caccia sulla Grande Dorsale con la sua migliore amica, Arlin, quando la trovano e decidono che sarebbe stato il primo a custodirla. La ragazza scopre la vera natura sulla pietra, ma i Ra’Zac la precedono e uccidono Garrow, lo zio di Eragon. I ragazzi partono con Brom, il cantastorie di Carvahall, e Arlin scopre Saphira, la dragonessa dell’amico. Vecchi e nuovi personaggi saranno i personaggi di questo racconto, [che fino ad un certo punto resta fedele ai libri di C. Paolini] nuove avventure, intrighi, amori, tradimenti, colpi di scena…
Genere: Drammatico, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Murtagh

Il mattino dopo, Brom morì. Arlin aveva vegliato su di lui tutta la notte, e all’alba il vecchio Cavaliere aveva spirato.

Eragon sistemò l’ultima pietra e indietreggiò. Arlin e Arya erano al suo fianco, la prima sulla sua destra. Saphira si avvicinò alla catasta di pietre, la tomba di Brom.

Questo è tutto quello che posso fare per lui, disse. Sfiorò appena le pietre col naso, e subito quelle diventarono cristalli. Così il tempo non lo consumerà.

Col morale a pezzi, tornarono al loro accampamento, e mentre sistemavano le coperte, Arya si accasciò a terra.

-Arya!- Eragon e Arlin accorsero e la fecero sdraiare sul terreno.

-Che cosa le succede, Arlin?- chiese Eragon.

-Non saprei...di sicuro è veleno, i sintomi sono quelli...però non ho mai visto niente del genere.­- Arlin slacciò la camicia dell'elfa e scoprì una macchia grigia sul petto, che si allargava sempre di più.

I due ragazzi si guardarono con gli occhi sgranati.

Saphira si alzò in volo all'improvviso, ringhiando, ma Eragon e Arlin non le badarono.

La ragazza stava osservando la macchia grigia, quando qualcuno le piombò davanti, rotolando, come se fosse stato gettato da un essere più alto. Arlin si voltò e vide Saphira atterrare.

Ci stava seguendo, disse ad Eragon. Il ragazzo estrasse Zar’roc.

Lo sconosciuto si alzò in piedi ridendo. –Sogno draghi da quando sono nato!­- disse. Guardò meglio con chi aveva a che fare: un ragazzo, il Cavaliere, una ragazzina, non più di diciassette anni, e un'elfa, svenuta tra le braccia della ragazzina.

Arlin rimase immobile, ritta sulla schiena. Quel ragazzo era lo stesso di Daret e di Gil'ead. Era alto e con spalle larghe, aveva i capelli neri poco più sopra delle spalle e un paio di occhi azzurri profondi. Indossava degli abiti da viaggio scuri, una veste che li ricopriva verde scuro, e un mantello nero. Doveva avere qualche anno più di Eragon.

Lo sconosciuto prese il grande arco che gli era caduto, e rimase in silenzio, spostando gli occhi da Arlin a Eragon.

La ragazza prese un braccio di Eragon e lo tirò giù, portandosi il suo orecchio vicino alle labbra. -Eragon! Quello di Daret è lo stesso che mi ha salvata ieri! E' lui!- sussurrò.

Eragon lo osservò a lungo. –Chi sei? E perchè ci stavi seguendo?- chiese rialzandosi.

Arlin appoggiò Arya a terra e si alzò.

Murtagh guardò la ragazza e capì che l'aveva riconosciuto, ma non si scompose. –Sono Murtagh, e hai bisogno di me, Cavaliere.-

-Grazie, ma starò bene anche senza.- ribattè, rinfoderando Zar’roc.

-Tu cerchi i Varden.-

Eragon e Arlin non dissero nulla, si limitarono a fissarlo, confusi.

-Conosco questi monti, ogni valle e ruscello. Soffrirà se ti smarrirai.- aggiunse accennando ad Arya.

-Perché rischi la tua vita per noi?- domandò il Cavaliere.

-La mia famiglia è stata uccisa, per ordine del re, ero un bambino ancora. Ho sentito delle voci, che parlavano di un Cavaliere. Poi, dal nostro primo incontro...-

-Secondo.- intervenne Arlin.

Murtagh continuò a sorridere. -...secondo incontro a Gil'ead, non vi ho persi di vista. Sapevo che presto vi sareste trovati in difficoltà, che vi sarebbe servita una guida in queste terre, così...-

Eragon, dobbiamo andare, disse Saphira ad Eragon.

Lui diede le spalle a Murtagh e parlò con Arlin. -Che cosa facciamo?-

-Non ne ho idea, ma mi sembra sincero. E poi tieni conto anche del fatto che mi ha salvata.-

Eragon arricciò le labbra. -Allora dovremmo portarcelo dietro?-

-Non vi sarò di alcun peso.- disse Murtagh. Eragon si voltò. -E poi, se già viaggi con una ragazzina che non si sa guardare le spalle, di me non sentiresti nemmeno la presenza.-

Arlin strinse gli occhi e si trattenne dal prenderlo a botte. -Primo: io non sono una ragazzina, ho sedici anni. E secondo, so badare benissimo a me stessa, è stata inutile la tua freccia, sarei stata capacissima di uccidere quel soldato da sola.- Arlin sapeva che non era vero, perchè se non ci fosse stato Murtagh lei a quest'ora era morta e sepolta come Brom.

Infatti, Murtagh inarcò un sopracciglio. -Ma davvero? La prossima volta allora lascerò che ti uccidano, ragazzina.­-

Arlin avanzò minacciosa verso di lui. -Adesso basta! Ma chi ti credi di essere, eh? Mi hai salvato la vita, d'accordo, e ti ringrazio, ma non è il caso che mi provochi così!- La ragazza gli arrivò a pochi centimetri. La sua testa era ad altezza spalle, e il ragazzo la guardava con il capo leggermente chino.

-E chissà quante volte dovrò farlo ancora, se rimango con voi.- disse a bassa voce lui.

Arlin serrò la mascella e gli saltò addosso.

Eragon cercò di fermarli, ma la sua amica aveva buttato di nuovo a terra Murtagh e i due rotolavano avvinghiati in una lotta senza armi.

Lasciala fare, Eragon. In fondo Murtagh se l'è cercata, disse Saphira, accucciandosi e tenendo i grandi occhi azzurri fissi sui due contendenti. Eragon, preoccupato, andò da Arya e pregò che quei due la finissero presto.

Arlin cercò di sferrare un pugno in pieno viso di Murtagh. Il ragazzo, sopra di lei a cavalcioni, le stringeva i fianchi con le ginocchia, e fermò il colpo della ragazza con una mano. Urlando di rabbia, Arlin provò con l'altro, e lo colpì sulla guancia. Le sue nocche si sbucciarono e gli bruciarono, ma immaginò che cosa dovesse provare ora Murtagh. Non si sentiva in colpa, quasi soddisfatta. La ragazza allora cercò di rotolare, così che fosse lei sopra Murtagh. Ma lui si riprese un attimo e la fece girare ancora sorridendo, con un piccolo taglio sul volto. Continuarono così per molto tempo, alzando nuvole di terra color sabbia, poi Arlin, stanca, si fermò.

Era di nuovo con le spalle a terra, ansante, Murtagh sopra di lei che le teneva le mani saldamente inchiodate a terra.

Il ragazzo era soddisfatto. Non pensava che una ragazzina potesse essere tanto resistente, e si divertiva nel vedere Arlin impegnarsi per dargli una lezione. Ma lei non sarebbe mai riuscita a metterlo con le spalle al muro, qualunque cosa facesse. Il petto della ragazza si alzava e si abbassava velocemente sotto di lui, i loro volti erano vicinissimi.

Arlin approfittò di quel momento di stasi. Le aveva provate tutte, tranne una, la più scorretta. Ma se l'avesse messa in atto, almeno Murtagh avrebbe capito chi aveva di fronte. Tutte le sue parti del corpo erano bloccate, tranne due: le gambe. Arlin gli tirò una ginocchiata in mezzo alle cosce, e il colpo andò a segno.

Murtagh lasciò libera la ragazza e si mise ad urlare dal dolore.

Subito, Eragon accorse e aiutò l'amica ad alzarsi. -Arlin, che cosa gli hai fatto?-

-Quello che avrebbe fatto chiunque fosse stato nella mia situazione.- rispose lei riprendendo fiato.

-Hai esagerato, però.-

La ragazza si ripulì dalla terra, non badando alle nocche. -Lo sai che non sopporto le provocazioni, specie da uno sconosciuto. Anche se lui mi ha salvato la vita, non sono obbligata a sorridergli anche quando mi prende per una ragazzina irresponsabile.-

Murtagh rise. -Ha un bel caratterino la tua amica.- disse rialzandosi. -Non la vorrei mai avere come nemica.-

Il volto di Arlin s'indurì. La stava forse ancora provocando?

-D'accordo, Murtagh, adesso basta. Se vuoi rimanere con noi, devi imparare che nel gruppo c'è anche una ragazza, e sottolineo la parola ragazza. Arlin è piuttosto irascibile...-

-L'ho notato.-

Arlin lo fulminò con lo sguardo.

Eragon fece finta di non averlo sentito e continuò. -...quindi devi stare attento a quello che dici. Arlin sa badare a se stessa, ma un po’ di protezione è sempre accettata.-

Arlin trattenne il fiato e spostò lo sguardo infuriato su di lui. Murtagh non potè fare a meno di sogghignare. Eragon si strinse nelle spalle.

-Non dimentichiamoci dell'elfa.- disse Murtagh.

Dopo aver sistemato le ultime cose su Saphira e sui cavalli, i tre ripartirono. Murtagh aspettò che Arlin fosse salita sulla sella di Cadoc prima di partire, guardandola con un sorrisetto, cosa che la fece irritare di nuovo.

  
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