Murtagh
Il mattino dopo,
Brom morì. Arlin aveva vegliato su di lui tutta la notte, e all’alba il vecchio
Cavaliere aveva spirato.
Eragon sistemò
l’ultima pietra e indietreggiò. Arlin e Arya erano al suo fianco, la prima
sulla sua destra. Saphira si avvicinò alla catasta di
pietre, la tomba di Brom.
Questo è tutto
quello che posso fare per lui, disse. Sfiorò appena
le pietre col naso, e subito quelle diventarono cristalli. Così il tempo non
lo consumerà.
Col morale a pezzi,
tornarono al loro accampamento, e mentre sistemavano le coperte, Arya si
accasciò a terra.
-Arya!- Eragon e
Arlin accorsero e la fecero sdraiare sul terreno.
-Che cosa le succede, Arlin?- chiese Eragon.
-Non saprei...di
sicuro è veleno, i sintomi sono quelli...però non ho
mai visto niente del genere.- Arlin slacciò la
camicia dell'elfa e scoprì una macchia grigia sul petto, che si allargava
sempre di più.
I due ragazzi si
guardarono con gli occhi sgranati.
Saphira si alzò in
volo all'improvviso, ringhiando, ma Eragon e Arlin non le badarono.
La ragazza stava
osservando la macchia grigia, quando qualcuno le piombò davanti, rotolando,
come se fosse stato gettato da un essere più alto. Arlin si voltò e vide
Saphira atterrare.
Ci stava seguendo, disse ad Eragon. Il
ragazzo estrasse Zar’roc.
Lo sconosciuto si
alzò in piedi ridendo. –Sogno draghi da quando sono
nato!- disse. Guardò meglio con chi aveva a che
fare: un ragazzo, il Cavaliere, una ragazzina, non più di diciassette anni, e
un'elfa, svenuta tra le braccia della ragazzina.
Arlin rimase
immobile, ritta sulla schiena. Quel ragazzo era lo stesso di Daret e di
Gil'ead. Era alto e con spalle larghe, aveva i capelli neri poco più sopra
delle spalle e un paio di occhi azzurri profondi.
Indossava degli abiti da viaggio scuri, una veste che li ricopriva verde scuro,
e un mantello nero. Doveva avere qualche anno più di Eragon.
Lo sconosciuto prese
il grande arco che gli era caduto, e rimase in silenzio, spostando gli occhi da
Arlin a Eragon.
La ragazza prese un
braccio di Eragon e lo tirò giù, portandosi il suo
orecchio vicino alle labbra. -Eragon! Quello di Daret è lo stesso che mi ha salvata ieri! E' lui!- sussurrò.
Eragon lo osservò a
lungo. –Chi sei? E perchè ci
stavi seguendo?- chiese rialzandosi.
Arlin appoggiò Arya
a terra e si alzò.
Murtagh guardò la
ragazza e capì che l'aveva riconosciuto, ma non si scompose. –Sono Murtagh, e
hai bisogno di me, Cavaliere.-
-Grazie, ma starò
bene anche senza.- ribattè, rinfoderando Zar’roc.
-Tu cerchi i
Varden.-
Eragon e Arlin non
dissero nulla, si limitarono a fissarlo, confusi.
-Conosco questi
monti, ogni valle e ruscello. Soffrirà se ti smarrirai.- aggiunse
accennando ad Arya.
-Perché rischi la tua vita per noi?- domandò il Cavaliere.
-La mia famiglia è stata uccisa, per ordine del re, ero un bambino ancora. Ho
sentito delle voci, che parlavano di un Cavaliere. Poi, dal nostro primo
incontro...-
-Secondo.- intervenne
Arlin.
Murtagh continuò a
sorridere. -...secondo incontro a Gil'ead, non vi ho persi di vista. Sapevo che
presto vi sareste trovati in difficoltà, che vi sarebbe servita una guida in
queste terre, così...-
Eragon, dobbiamo andare, disse Saphira ad
Eragon.
Lui diede le spalle a
Murtagh e parlò con Arlin. -Che cosa facciamo?-
-Non ne ho idea, ma
mi sembra sincero. E poi tieni conto anche del fatto che mi ha salvata.-
Eragon arricciò le
labbra. -Allora dovremmo portarcelo dietro?-
-Non vi sarò di alcun peso.- disse Murtagh. Eragon si voltò. -E poi, se
già viaggi con una ragazzina che non si sa guardare le spalle, di me non sentiresti
nemmeno la presenza.-
Arlin strinse gli
occhi e si trattenne dal prenderlo a botte. -Primo: io non sono una ragazzina,
ho sedici anni. E secondo, so badare benissimo a me stessa, è stata inutile la
tua freccia, sarei stata capacissima di uccidere quel soldato da sola.- Arlin
sapeva che non era vero, perchè se non ci fosse stato
Murtagh lei a quest'ora era morta e sepolta come Brom.
Infatti, Murtagh inarcò un
sopracciglio. -Ma davvero? La prossima volta allora
lascerò che ti uccidano, ragazzina.-
Arlin avanzò
minacciosa verso di lui. -Adesso basta! Ma chi ti credi
di essere, eh? Mi hai salvato la vita, d'accordo, e ti ringrazio, ma non è il
caso che mi provochi così!- La ragazza gli arrivò a
pochi centimetri. La sua testa era ad altezza spalle, e il ragazzo la guardava
con il capo leggermente chino.
-E chissà quante
volte dovrò farlo ancora, se rimango con voi.- disse a
bassa voce lui.
Arlin serrò la
mascella e gli saltò addosso.
Eragon cercò di
fermarli, ma la sua amica aveva buttato di nuovo a
terra Murtagh e i due rotolavano avvinghiati in una lotta senza armi.
Lasciala fare,
Eragon. In fondo Murtagh se l'è cercata, disse Saphira,
accucciandosi e tenendo i grandi occhi azzurri fissi sui due contendenti.
Eragon, preoccupato, andò da Arya e pregò che quei due la finissero presto.
Arlin cercò di
sferrare un pugno in pieno viso di Murtagh. Il ragazzo, sopra di lei a
cavalcioni, le stringeva i fianchi con le ginocchia, e fermò il colpo della
ragazza con una mano. Urlando di rabbia, Arlin provò con l'altro, e lo colpì
sulla guancia. Le sue nocche si sbucciarono e gli bruciarono, ma immaginò che
cosa dovesse provare ora Murtagh. Non si sentiva in colpa, quasi soddisfatta.
La ragazza allora cercò di rotolare, così che fosse
lei sopra Murtagh. Ma lui si riprese un attimo e la
fece girare ancora sorridendo, con un piccolo taglio sul volto. Continuarono
così per molto tempo, alzando nuvole di terra color sabbia, poi Arlin, stanca,
si fermò.
Era di nuovo con le
spalle a terra, ansante, Murtagh sopra di lei che le teneva le mani saldamente
inchiodate a terra.
Il ragazzo era
soddisfatto. Non pensava che una ragazzina potesse essere tanto resistente, e
si divertiva nel vedere Arlin impegnarsi per dargli una lezione. Ma lei non sarebbe mai riuscita a metterlo con le spalle al
muro, qualunque cosa facesse. Il petto della ragazza si alzava e si abbassava
velocemente sotto di lui, i loro volti erano vicinissimi.
Arlin approfittò di
quel momento di stasi. Le aveva provate tutte, tranne una, la
più scorretta. Ma se l'avesse messa in atto, almeno
Murtagh avrebbe capito chi aveva di fronte. Tutte le sue parti del corpo erano
bloccate, tranne due: le gambe. Arlin gli tirò una ginocchiata in mezzo alle
cosce, e il colpo andò a segno.
Murtagh lasciò libera la ragazza e si mise ad urlare dal dolore.
Subito,
Eragon accorse e aiutò l'amica ad alzarsi. -Arlin, che cosa gli
hai fatto?-
-Quello che avrebbe
fatto chiunque fosse stato nella mia situazione.- rispose
lei riprendendo fiato.
-Hai esagerato,
però.-
La ragazza si ripulì
dalla terra, non badando alle nocche. -Lo sai che non sopporto le provocazioni,
specie da uno sconosciuto. Anche se lui mi ha salvato la vita, non sono
obbligata a sorridergli anche quando mi prende per una ragazzina
irresponsabile.-
Murtagh rise. -Ha un bel caratterino la tua amica.- disse rialzandosi. -Non
la vorrei mai avere come nemica.-
Il volto di Arlin s'indurì. La stava forse ancora provocando?
-D'accordo, Murtagh,
adesso basta. Se vuoi rimanere con noi, devi imparare che nel gruppo c'è anche
una ragazza, e sottolineo la parola ragazza. Arlin
è piuttosto irascibile...-
-L'ho notato.-
Arlin lo fulminò con
lo sguardo.
Eragon fece finta di
non averlo sentito e continuò. -...quindi devi stare attento a quello che dici.
Arlin sa badare a se stessa, ma un po’ di protezione è sempre accettata.-
Arlin trattenne il
fiato e spostò lo sguardo infuriato su di lui. Murtagh non
potè fare a meno di sogghignare. Eragon si strinse nelle spalle.
-Non dimentichiamoci dell'elfa.- disse Murtagh.
Dopo aver sistemato
le ultime cose su Saphira e sui cavalli, i tre ripartirono. Murtagh aspettò che
Arlin fosse salita sulla sella di Cadoc prima di partire, guardandola con un
sorrisetto, cosa che la fece irritare di nuovo.