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Autore: Kiki May    06/07/2012    7 recensioni
Questa fanfiction segue gli eventi del film "The Avengers". Loki ha scontato la sua pena nelle carceri di Asgard e Thor è divenuto re: per i due è giunto il momento di ritrovarsi.
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le promesse degli dèi








In un tempo antico, quando i sovrani del mondo erigevano piramidi capaci di sfiorare la volta del cielo infinito e gli uomini combattevano e morivano per uno spiraglio di terra che si affacciasse sul mare, che fosse lontana dal deserto sterile e crudele, Thor e Loki erano dèi bambini, figli del re di Asgard, Odino.
Giocavano, Thor e Loki, sul promontorio più alto del regno, tuffandosi tra le onde che s’infrangevano contro il Bifrost, sfidandosi a saltare più velocemente, con più coraggio e più bravura dell’altro. Le gare ai tuffi erano le preferite di Loki, che pur dimostrando una scarsa propensione per la lotta fisica non si arrendeva facilmente e tentava in tutti i modi sopraffare il fratello.
Sul promontorio più alto di Asgard, col vento tra i capelli, gli dèi bambini si erano giurati fedeltà eterna, versando il sangue e premendo le labbra l’uno contro l’altro, in un gesto innocente e solenne, prima di correre ad abbracciare la madre Frigga, bellissima dea celeste.


“Prometto, come gli dèi più antichi, quelli che hanno creato nostro padre ed il padre di nostro padre …”

Prometto.





Col volto premuto contro il tappeto ruvido, le guance in fiamme come pensava non sarebbe mai stato possibile e i fianchi tremanti, incontrollabili nelle mani del dio del Tuono, Loki ascoltava i giuramenti del passato, quelli sacri e inviolabili che aveva scambiato col bambino che credeva suo fratello.
“Thor, smettila …”
Di sussurrare promesse, di ripetermi che mi ami e che sono tuo.
“Smettila.” Ansimò Loki, strappando con le unghie il prezioso tessuto che ornava la tenda del re.
Thor gemeva, in ginocchio dietro di lui, le dita strette ai fianchi magri, i capelli umidi di sudore.
“Loki …”
“Smettila, non c’è bisogno.” Ripeté il dio dell’Inganno, più soave, addolcito dal piacere.
Thor sibilò roco, staccandosi da lui, salutando la pelle morbida con un bacio.
Loki si arrese alla stanchezza, voltandosi.
“Cosa ridi?” domandò offeso, minacciando di coprirsi con le pelli d’orso.
Thor le scagliò all’altro capo della tenda, tanto per premunirsi.
“Rido perché sono felice.” Annunciò, soddisfatto. “Perché il mio amante è il più bello dei Nove Regni.”
Loki sminuì la dichiarazione appassionata con un gesto vago.
Intrecciò le gambe lunghissime sul pavimento.
Il re si diresse alla tavola imbandita. Scelse dell’uva e del formaggio, addentò un tozzo di pane con la furia propria di un guerriero e versò del vino nella coppa per sé e il fratello.
“Non hai paura che i tuoi soldati scostino la tenda e ti scoprano nudo, tra le braccia del Fabbricante di Menzogne?” lo provocò Loki, lo sguardo incatenato alla sua schiena, possente e definita, illuminata appena dal bagliore delle candele.
“Nessuno verrà a disturbarci e, comunque, non mi vergognerei affatto.” Replicò lui, chinandosi a servire la cena, baciando le labbra di Loki che avevano ancora il suo sapore. “Sei la cosa più preziosa che ho.” Aggiunse in un sussurro.
Loki ricambiò il bacio con tenerezza.
Bevve il vino rosso e morse timidamente il boccone di formaggio.
Thor rise ancora.
“Cosa c’è adesso?”
“Guardo te, che mangi come un passerotto sperduto dimenticando di essere un dio.”
“Mangiare con calma, senza ingozzarsi, mi rende molto più divino di te, gigante asgardiano.”
Thor sorrise gioiosamente e tornò a selezionare carni e frutta da consumare.
“Intendi veramente perseguire un progetto tanto ambizioso?”
“Cosa?” chiese il re, pulendosi le mani sporche.
“Lo sai … la pace dei Nove Regni e sciocchezze simili.”
“Non sono sciocchezze.” Rispose, serrando la mascella.
Loki sospirò, coprendo gli occhi con una mano.
“Sai cosa intendo. Non esisterà mai una pace duratura, un equilibrio stabile tra i mondi. Fandral ha ragione a dissuaderti: non potrai riposare se ti poni un ostacolo così lontano, così impossibile da raggiungere. E, nel frattempo, chissà quanti tenteranno di farti del male …”
“Hai paura per me, Loki?”
Il dio dell’Inganno serrò le labbra, opponendo alla domanda un silenzio ostinato. Thor dovette chinarsi dinanzi a lui.
“Hai paura per me?” chiese nuovamente, la voce velata di insicurezza.
Loki gli carezzò il volto e i capelli con la punta delle dita, come fosse la più fragile delle creature, tacendo ancora.
Finirono nuovamente sul pavimento, tra i tappeti, rapiti in un moto di passione insieme disperato e tenero.
“Quando ti credevo mio fratello … quando pensavo fossimo figli dello stesso padre …” esalò Loki, senza fiato. “Giurai di rimanere per sempre accanto a te.”
“E l’hai fatto: sei qui.”
Loki sorrise, amaro. Premette la fronte contro quella del suo amante.
“Ricordi cosa diceva Odino, sui matrimoni tra gli dèi?”
“Che sono sacri ed eterni e che superano ogni vincolo mortale.” Rispose Thor, ricordando senza fatica le parole del padre. “Gli dèi si sposano per adempiere al loro destino, per creare l’equilibrio tra gli opposti, perché è nella loro natura.”
“Perché è nella loro natura …” ripeté Loki, lo sguardo lontano, colmo di tristezza.
Thor lo scrutò a lungo e strinse i suoi fianchi ossuti.
“Trasformati.” Disse.
“Cosa?”
“In un gigante di ghiaccio, fammi vedere.”
“No!”
“Ti prego, fidati.”
L’espressione contratta di Loki cedette dinanzi alla determinazione del fratello. Il dio dell’Inganno prese un respiro, chiudendo gli occhi. Il suo corpo, poteva sentirlo, era mutato. La sua pelle candida aveva assunto un nuovo colore.
“Oh.” Esalò Thor, studiandolo stupito. “Oh …”
“Thor, posso tornare come –“
“Shhh. Taci.” Intimò il re, concentrato.
La pelle del dio era divenuta più spessa, più compatta, senza perdere la morbidezza caratteristica. L’addome, il volto e le braccia erano ora percorsi da linee scure, pronunciate, che s’interrompevano di colpo e seguivano il respiro dell’amante. Le cosce, il torace all’altezza del cuore risultavano più freddi, quasi gelidi al tatto.
Thor percorse le pieghe della pelle di Loki, indugiando sensualmente, osservando con attenzione reazioni e scatti improvvisi, memorizzando ogni centimetro di quel corpo tanto amato. Il respiro del dio si fece più accelerato, Loki aprì gli occhi rossi.
“Sei bellissimo.” Udì, confusamente.
“Come?”
“Sei bellissimo.” Ribadì Thor, rivolgendogli uno sguardo affettuoso. “Ti amo anche così. Non nasconderti mai quando sei insieme a me.”
La lingua d’argento dei Nove Regni non riuscì ad elaborare una replica salace, dissacrante, che spezzasse la tensione che Thor aveva tanto abilmente creato: la gola stretta dall’emozione non risultava affatto d’aiuto.
Loki afferrò i capelli di Thor, senza delicatezza. Baciò le sue labbra come se non ci fosse un domani.




  
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