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Autore: MXI    07/07/2012    4 recensioni
La stoira è ambientata alla fine dell'anime, Edward dovraà far fronte, insieme ai suoi vecchi colleghi, ad una minaccia più pericolosa e potente del padre.
Spero che vi piaccia ^^ Non fate caso alla pessima introduzione u.u
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altro personaggio, Edward Elric, Roy Mustang | Coppie: Roy/Ed
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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tutta la verità
Hakai
-Tutta la verità-

[...] "Se pensi che il problema sia la mia carica allora darò le dimissioni. Perchè di certo non voglio rinunciare a te" detto questo si avviò verso la porta della stanza, deciso fino all'ultimo a lasciare la carica ma qualcosa lo fermò.

Edward si era alzato dal letto e lo aveva afferrato per la divisa,

"Era questo quello che volevo sentire" gli disse sorridendo, non il sorriso che gli rivolgeva di solito ma quello che fino a quel momento aveva rivolto solo e solamente a suo fratello,

"Non ti farò rinunciare a quella carica per me, comandante supremo" le ultime parole le aveva pronunciate con una strana ironia ma Roy non ci fece molto caso e con un rapido movimento lo abbracciò contento di essere riuscito ad appacificarsi con il suo fagiolino.

Ovviamente nessuno dei due sapeva che tutti quelli che precedentemente erano nella stanza stavano aspettando nel corridoio e avevano sentito tutto. [...]

Era passata una settimana da quando Edward era rinchiuso in quelle quattro mura, tutto il suo corpo ardeva dalla voglia di evadere da quella bianca prigione ma purtroppo non gli era possibile.

Aveva provato più volte a fuggire ma ad ogni tentativo trovava sulla sua strada un membro dell'esercito che puntualmente lo rispediva a letto scusandosi con la semplice frase,

"Sono gli ordini del comandante supremo"

Così Edward si chiese se non fosse stato troppo precipitoso nel decidere di perdonarlo, ma come avrebbe potuto tenere lontano quello che per lui era il suo più grande amore?

Comunque quel giorno si era svegliato con un ampio sorriso perchè finalmente sarebbe potuto uscire, 

"Allora Edward, come stai oggi?" chiese un uomo con il camice da dottore che era appena entrato nella stanza,

"Come tutte le sante volte che me lo ha chiesto" disse esasperato tirandosi indietro delle ciocche dorate,

"Non sono mai stato meglio. Adesso sono libero di andarmene?" il medico lo osservò con aria dispiaciuta,

"Purtroppo mi è stato ordinato di non farti ancora lasciare questa camera e " ma l'Elrik bloccò la frase rispondendo con una voce grave e minacciosa,

"Non me ne frega niente di quello che le hanno ordinato. Non voglio sapere neanche chi ve l'ha detto anche se una mezza idea ce l'ho" poi dopo averlo bloccato sul posto con un'occhiata raggelante sorrise,

"La ringrazio per il suo lavoro dottore ma io oggi me ne andrò" quindi si alzò dal lettino e si diresse verso la sua valigia tirando fuori i pantaloni di pelle e la maglietta nera.

"Edward ti prego di ripensarci" tentò un'ultima volta il medico,

"Dottore, osa mettere in discussione le parole di un'alchimista di stato?" la voce gli era uscita sicura e bassa, la stessa voce che usava quando durante le missioni incuteva terrore nei criminali che ostacolavano la sua ricerca della pietra filosofale.

L'uomo impallidì e non trovò il coraggio di dire nient'altro,

"Sono contento di notare che siete d'accordo con me. Spero di non rivedervi tanto presto" dopodiché uscì dalla porta chiudendosela alle spalle, sentendo comunque l'affermazione detta a bassa voce del medico,

"Quel ragazzino in certi momenti è... Veramente spaventoso" 

Edward sogghignò prendendo la frase per un complimento e con fare circospetto si diresse verso l'uscita.

Ci mise quasi un'ora per uscire dall'edificio dato che ad ogni angolo c'erano appostati dei militari ma alla fine c'era riuscito e finalmente poteva respirare l'aria aperta.

Dopo essersi stirato con vigore le braccia si portò le mani dietro alla nuca e si avviò con una camminata spensierata verso casa.

Gli erano mancate le fragranze di Resembool e le voci dei paesani che accompagnavano ogni suo passo. In poco tempo giunse, finalmente, a casa Rockbell.

Il posto era fin troppo silenzioso, il cane non si era messo ad abbagliare correndogli incontro e Winry non gli aveva lanciato in testa la solita chiave inglese...

Che cosa stava succedendo?

Deciso più che mai a capirlo afferrò la maniglia della porta e con uno scattò entro in casa,

"Bentornato!" appena varcata la soglia tutte le persone che conosceva sia di Central City che delle altre città si trovavano nella stanza adibita a salone e il biondo doveva ammettere che per colpa loro aveva rischiato l'infarto,

"Voi... io... Ma che..."

"Andiamo acciaio, credevi veramente che sarebbe stato così facile uscire da quell'ospedale senza il mio permesso?" chiese ironico il comandante supremo,

"Tu sei proprio un" ma prima che il giovane potesse iniziare ad offendere il militare il suo fratellino intervenne,

"Forza nii - san! Godiamoci la festa!" così trascinato dall'esuberanza di Alphonse si divertì per tutto il giorno fregandosene dei rimproveri di Winry, di Riza e di Roy che gli intimavano di non stancarsi troppo dato che era appena uscito dall'ospedale.

Ma d’altronde Edward era da sempre come la lava bollente, niente e nessuno poteva fermare la sua avanzata.

La sera arrivò prima del previsto e ad Edward un po' dispiacque dover salutare tutte quelle persone che lo avevano accompagnato durante la sua carriera di militare.

Il biondo si voltò e dovette scontrarsi con la dura realtà. Tutti i visi di quelli che erano la sua famiglia, i suoi compagni di squadra, i suoi amici lo stavano osservando seriamente attendendo una sua mossa.

Sentendosi sotto esame Edward mantenne la sua aria seria per poi voltarsi diretto al piano di sopre, ma venne bloccato dalla voce di Winry,

"Ed, perchè non ce l'hai detto?" il corpo dell'interpellato tremò al solo pensiero, era un argomento che preferiva evitare ma sapeva che non avrebbe potuto farlo in eterno.

"Non volevo che lo sapeste"

"Ma perchè?" gli chiese Alphonse per poi continuare,

"Lo sai come mi sono sentito per tutti questi anni?Era colpa mia se non avevi più l'alchimia e questo ti stava deteriorando" le lacrime stavano riempiendo gli occhi marroni del più giovane dei fratelli Elric e la voce aveva un tono spezzato.

"Non devi neanche pensarlo Al! Non è stata colpa tua" Riza fece per intervenire ma venne bloccata da un cenno di Mustang,

"E invece si, se io"

"Smettila! Non è stata colpa tua! E' stata una mia scelta, chiaro?!" Edward si maledisse subito dopo, non aveva quasi mai alzato la voce su suo fratello e le poche volte che lo aveva fatto Alphonse ci rimaneva sempre male.

Il più piccolo abbassò il volto ma prima che potesse dire o fare qualcosa il biondino la abbracciò e gli disse con una voce carica di calore che solo un parente può avere,

"Scusami. Mi dispiace ed hai ragione tu. Avrei dovuto dirvelo" gli piangeva il cuore a vederlo così e si rendeva conto di essere stato veramente egoista in tutti quegli anni.

Forse aveva sbagliato a non rendere tutti partecipi ai suoi studi,

"Aspettate qui" disse solamente e, dopo aver lasciato il corpo caldo del fratello, si diresse in camera sua,

"Cosa starà cercando?" chiese Havoc che nel frattempo si stava fumando una sigaretta, nessuno seppe rispondergli.

Dopo qualche minuto Edward tornò al piano terra con in mano un libro rifoderato di cuoio, con delicatezza lo appoggiò sul tavolo riposto al centro della sala,

"Tutto è cominciato quando ho trovato questo" disse introducendo l'argomento, Armstrong e Roy in quanto alchimisti si erano incuriositi molto e dopo essersi avvicinati lo aprirono con cautela.

"Ma non ci si capisce niente" disse il moro sgranando gli occhi,

"Credeva fosse facile colonnello? Ho passato diversi mesi a tradurlo" disse gonfiando il petto dall'orgoglio che provava in quel momento. Aveva digiunato per giorni, facendo preoccupare i suoi inquilini, ma alla fine ci era riuscito.

"E quindi?" chiese Armstrong con un luccichio negli occhi,

"Ho scoperto che oltre all'alchimia del paese di Ling ne esistono altre e , fidatevi sulla parola, alcune sono davvero spaventose" Edward rabbrividì al pensiero dell'alchimia del paese Mugh dove le persone potevano usarla solo utilizzando il sangue di un proprio parente ucciso per mano loro.

Poi proseguì,

"Però una frase mi aveva colpito diceva -Il portale è dentro tutti noi- apparteneva diciamo ad un gruppo di 'Naturalisti' " disse con un sorriso imbarazzato,

"Così ho passato molto tempo ha ricercare il mio talento nell'alchimia e dopo molto tempo sono riuscito a manipolare, anche se di poco, la materia. Il portale sono io"  tutti erano allibiti da quelle parole, per loro quel discorso non aveva senso ma se l'Elric era riuscito ad utilizzare l'alchimia meglio per lui,

"Allora fagiolino non capisco perchè non sei tornato nell'esercito" disse Mustang cosciente che una delle cause era proprio lui,

"Uno dei motivi lo conosci mentre l'altro è che... Non posso usare l'alchimia senza pagare un prezzo e lo scambio equivalente non basta più"

"Edward... Spiegati meglio" chiese Riza con il cuore in gola, non gli piaceva lo sguardo ferito di quello che considerava quasi un figlio,

"Ogni volta che la uso rivedo e risento i dolori e le sofferenze che ho passato in tutta la mia vita. A volte sono più forti e a volte più leggere ma non riesco a sopportarlo... Non sempre" 

Tutti in quella stanza capirono perchè Ed non voleva più usare i suoi poteri, nessuno di loro avrebbe voluto rivivere nuovamente i dolori provati.

Il biondo stava aspettando che qualcuno dicesse qualcosa ma a quanto pareva erano troppo sconvolti per poter fare qualsiasi cosa. Quindi si sedette al tavolo e cominciò a sfogliare il tomo che aveva precedentemente portato al piano inferiore.

"A questo punto Edward non sei più costretto a rientrare nell'esercito. Se vuoi ritiro la tua carica" disse Roy guardandolo seriamente, non poteva costringerlo a provare tutto quel dolore.

L'alchimista ci pensò, da quella sua decisione sarebbe cambiata tutta la sua vita e non sarebbe più potuto tornare indietro.

Ad un tratto il telefono si mise a squillare,

"Pronto" rispose l'anziana signora,

"Si gli e lo passo" quindi allungò la cornetta al comandante supremo,

"Si?"

...

"Arriviamo subito" tutti guardarono il superiore chiedendo tacitamente una spiegazione,

"A Central stanno accadendo dei fenomeni abbastanza strani. Oggetti hanno preso a volare in aria ed ad attaccare le persone"

"Allora cosa aspettiamo?" chiese con un sorriso Edward che si trovava già sulla soglia della porta aperta.

Da quello tutti capirono quale sarebbe stata la sua risposta...

  
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