-Ti farò mia. E resteremo insieme, per sempre!-

Pioveva.
Pioveva da giorni. Haruta restava immobile fissando le goccioline che scendono dal vetro.
-Come fai a non annoirati restano qui a fissare queste gocce?-
Era una voce calda e familiare. Marco.
-Oh, dipende se ci si concentra sulle goccioline o sui propri pensieri.- Rispose. Un'ennesima risposta enigmatica.
Marco le poggiò le mani sulle spalle.
-Mancano pure a te, vero?- Chiese, chinando la testa.
-Si.- Rispose Haruta, che, a testa alta, fissava il biondo riflesso sul vetro.
Una goccia, due, poi tre.
Seguendo il ritmo della pioggia all'esterno, scoppiarono a piangere.
La pioggia aumentò.
Sembrava stesse piangendo con loro. Per la scomparsa di Edward Newgate, il loro Babbo e Portogas D. Ace, loro fratello.
Marco di scatto si voltò e, marciando rabbioso verso il primo muro di fronte a sé, iniziò a prenderlo a pugni.
-Perchè loro? Perchè non io???- Gridava ad ogni pugno, mentre imprecava per il sangue che scorreva, dalla ferita che si sera procurato.
-M-Marco, calmati!- Disse un po' intimorita la ragazza, mentre camminava verso di lui -Non è colpa tua.-
-SI INVECE!- Il giovane si voltò rapidamente e, incapace di controllarsi mentre fremeva dalla rabbia e dalla frustrazione, diede un potente schiaffo in pieno viso a Haruta, che cadde a terra.
-Dio! Scusami! N-non so cosa mi sia preso!-
Però, subito si zittì e sembrava incapace di muoversi. Fissava la ragazza seduta al centro del tappeto. Indossava un abito bianco, che le arrivava fino alle pallide e magre ginocchia, ancora fasciate dalla Grande Guerra, mentre lasciava scoperte le spalle e si apriva in una vistosa scollatura. I capelli castani erano cresciuti un po' e le incorniciavano il viso, pallido, su cui si apriva una mano rossa, che la ragazza tentava di coprire e di rinfrescare con la fredda mano, mentre i piedi nudi tentavano di farla rialzare.
Si inginocchiò e le prese il viso fra le mani. Incorciarono gli sguardi, entrambi consumati dalle lacrime.
-So che ti manca Marco, ma non ti puoi sfogare su chiunque ti capiti a tiro....-
-Mi dispiace, non sono riuscito a controllarmi....-
-Lo so, però....-
Haruta non riuscì a finire la frase che Marco aveva appoggiato le sue labbra alle labbra della ragazza. Quel bacio sembrò durare un'eternità, un'eternità che Haruta avrebbe voluto durasse ancora un po', quando si separarono. Sull'abito erano cadute un paio di gocce di sangue. La ragazza prese la mano e le diede un bacio.
Marco la baciò nuovamente, sfilandole piano piano il vestito. Scese fino al collo e subito dopo prese a baciarle la pelle bianca.
-Ed ora cosa mi farai?- Chiese la ragazza con voce spezzata dall'emozione.
-Ti farò mia. E resteremo insieme, per sempre!- Rispose Marco, fissandola negli occhi.
-Me lo prometti?-
-Promesso!-

*Star*
Che velocità! Già il quarto episodio :'D ! Benissimo, spero che vi piaccia ;) !