Fuochi
d’artificio
Una
mattina, entrando in cucina per la colazione, trovò gli altri guerrieri intenti
a parlottare fitto, e appena si accorsero di lui si zittirono con qualche
gomitata di ammiccamento.
Quello
era un atteggiamento che lo infastidiva oltre ogni limite.
:-C’è
qualcosa che dovrei sapere?-:
Indagò
sospettoso.
:-Andiamo,
diglielo!-:
Disse
il panda a Monkey.
:-Io?!
E perché io? Diglielo tu!-:
:-Ho
il sospetto che stiate parlando di me. Ditemi immediatamente che succede-:
Alla
fine si decise a parlare Shifu.
:-Ecco,
volevamo chiederti un favore-:
“Sì,
chiedere un favore a me!”
Pensò
sarcastico.
:-Tra
poco sarà la festa di mezza estate e noi avremmo bisogno del tuo aiuto per i
fuochi d’artificio-:
Shen
strabuzzò gli occhi.
Fuochi
d’artificio?! Lui?!
Ma
quelli dovevano avere il cranio pieno di spaghetti, e neanche di buona qualità!
:-Ah.
Perché, voi non avete mai fatto i fuochi d’artificio?-:
Chiese
cauto.
Cosa
volevano veramente da lui?
:-Sì,
certo che li abbiamo fatti, ma vorremmo realizzare qualcosa di speciale. Puoi
aiutarci?-:
No,
non gli andava proprio di maneggiare polvere da sparo se non era per i suoi
cannoni, e tanto meno avrebbe organizzato il divertimento per loro!
Stava
per rispondere che no, assolutamente no, che si arrangiassero da soli quando
intercettò lo sguardo di Shifu.
E
non gli piacque per niente.
Era
la stessa espressione della divinatrice subito prima di dirgli “Ecco, vedi, te
lo avevo detto. Tanto per cambiare io avevo ragione e tu torto”.
Immediatamente
Shen percepì la sfida.
Shifu
gli aveva chiesto quella cosa dei fuochi d’artificio per umiliarlo, infatti
accettare di fare i fuochi voleva dire mettersi al servizio di quella banda di
sbarellati, mentre rifiutare voleva dire che usare la polvere da sparo lo
metteva a disagio e quindi che provava vergogna per quello che aveva fatto.
A
quel punto poteva solo scegliere il male minore, cioè secondo lui accettare per
dimostrare che lui la polvere da sparo la sapeva usare sempre e comunque.
E
molto meglio di loro, quindi che non scherzassero troppo.
:-Per
me va bene, però non posso fare tutto da solo e voi dovrete lavorare con me-:
Così,
avendoli praticamente ai suoi ordini, magari si sarebbe potuto prendere qualche
piccola rivincita.
“O
magari il panda farà qualcosa di particolarmente maldestro e si farà saltare in aria insieme ai suoi amici”
Pensò
Shen, e solo un intenso sforzo di volontà gli impedì di fare un ghigno di
malvagia soddisfazione.
*
Si
misero al lavoro il giorno stesso.
Shen
decise che avrebbe fatto tutto al meglio non solo per dimostrare che la polvere
da sparo non gli creava alcun disagio, ma anche per umiliarli perché
sicuramente quei provinciali non avevano mai visto i grandi fuochi della città
dei Gong.
Però
subito si trovò di fronte un paio di problemi di ordine pratico, tanto per
cominciare proprio la polvere nera.
Quella
che si trovava nella Valle della Pace era decisamente scadente perché la
percentuale di carbone era troppo elevata, e già questo fece andare Shen su
tutte le furie appena se ne accorse, ma quando la vide bruciare a stento e capì
che era anche tenuta male ed era lasciata ad assorbire umidità provò l’impulso
di mollare tutto.
Non
lo fece perché vedeva già il sorrisetto di trionfo di Shifu, e con questo
pungolo si mise sul serio al lavoro.
Fece
asciugare la polvere e si occupò personalmente di comprare del salnitro puro
per bilanciarne la composizione, poi si occupò delle varie prove per vedere se
scoppiava bene.
Era
anche una questione di sicurezza perché se la polvere non bruciava bene non
avrebbe portato il fuoco d’artificio abbastanza in alto, con il rischio che
esplodesse dove ancora poteva fare parecchi danni, e questo Shen non poteva
permetterselo.
Quanto
ai cinque e al panda li aveva messi al lavoro a costruire i contenitori dove
sistemare la polvere da sparo, quelli che costituivano il corpo dei fuochi
d’artificio.
Erano
sezioni di canne di bamboo di almeno dieci centimetri di diametro ulteriormente
scavate per renderne le pareti ancora più sottili, adatte a bruciare
completamente durante l’esplosione senza creare pericolosi detriti incendiari.
Il
panda e Monkey erano i più maldestri e Shen si prese la soddisfazione di
strapazzarli a dovere appena sbagliavano la minima cosa, solo che loro stranamente
non solo non si offendevano, anzi gli dicevano che aveva ragione e cercavano di
non rifare gli stessi errori, con grande disappunto di Shen che avrebbe voluto
l’occasione di maltrattarli più a lungo.
In
definitiva il lavoro stava riuscendo davvero perfetto e Shen avrebbe anche
potuto essere fiero di se, non fosse stato per il fatto che ancora ce l’aveva a
morte con tutti loro.
Ogni
tanto ripensava a Crane, a quando gli aveva salvato gli inchiostri e ad i
disegni, ma non ne parlò mai a nessuno limitandosi a dirigere i lavori con
gelida efficienza.
*
Arrivò
la sera della festa e Shen era di umore più nero che una nuvola del monsone.
Aveva
voluto rimanere sulla collina dove erano allineati i fuochi con la scusa di
controllarli, in realtà era perché quello era rimasto l’unico posto tranquillo
e lui non aveva nessuna voglia di mescolarsi alla folla chiassosa.
E
poi lì, nascosto dalla notte e con solo la luce della luna quasi piena gli
sembrava di trovare un po’ di pace.
:-Allora,
è tutto pronto?-:
Oh,
il panda minore.
Forse
il destino non aveva dato a Shen l’intera Cina in ginocchio di fronte a lui,
però gli aveva dato un sacco di panda da odiare ferocemente.
:-Sì,
è tutto pronto-:
Replicò
freddo.
:-Anche
tu?-:
Gli
chiese ancora Shifu, stavolta con una nota indagatrice nella voce.
:-Sì,
anche io-:
Non
voleva assolutamente dare al maestro la soddisfazione di vederlo turbato da
tutto quel maneggiare polvere da sparo.
Il
silenzio li avvolse denso come gelatina.
:-Sai,
credo che tu abbia fatto un ottimo lavoro-:
Gli
disse Shifu, e nella sua voce non c’era dispetto o scherno, semmai una punta di
sincera ammirazione.
Shen
si trovò un po’ in imbarazzo e cercò di deviare diplomaticamente.
:-Forse
dovresti aspettare di vedere come sono venuti prima di dire una cosa del
genere, non credi?-:
:-No,
non serve. Vedi, qualunque sia il risultato finale non cambierà il fatto che ci
hai messo tantissimo impegno, ed è questo che apprezzo-:
Questa
uscita lo mise ancora più in imbarazzo.
Si
guardò intorno alla ricerca disperata di qualcosa che distogliesse l’attenzione
di Shifu da lui.
:-Hei,
che stanno facendo quelli?!-:
Shen
aveva appena visto quattro piccoli, amorfi, pestiferi cuccioli aggirarsi
intorno ai fuochi.
Shifu
li osservò leggermente preoccupato.
:-Non
mi sento sicuro. Andiamo a vedere che vogliono-:
Shen
lo seguì solo perché dopo che lui aveva fatto un sacco di lavoro voleva
assicurarsi personalmente che quegli sgorbietti non glielo rovinassero.
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Cantuccio
dell’autore
Prima
i ringraziamenti:
A
Wi_steria che ha messo la storia tra le Preferite,
a Chihiro e BON
che l’hanno messa tra le Ricordate e ad Angel
of hope
per le Seguite e a Nightrun per
la recensione.
Ora
passiamo al blateramento!
Scusate
se il capitolo è un po’ piatto, ma mi serviva per preparare il terreno per il
prossimo, inoltre questo capitolo, interamente dedicato ai fuochi d’artificio
ed alla polvere da sparo, ha due padrini d’eccezione: Neri Marcorè e Marco
Marzocca!
Sono
loro che, con le loro pubblicità di Marco Polo in Cina, mi hanno fatto pensare
che ci voleva un capitolo come questo.
Per
scriverlo mi sono documentata sulla polvere da sparo sul sito “Ulisse” e questo
è il pezzo che mi è servito di più.
carbone
(15 per cento), nitrato di potassio o salnitro (75 per cento) e zolfo (10 per
cento). Così per ottener le colorazioni rosse si utilizzano composti
dello stronzio che produce radiazioni di lunghezza d’onda compresa tra 605 e
682 nanometri. Il giallo si ottiene utilizzando composti del sodio che emette
la caratteristica radiazione a 589 nanometri. Le colorazioni verdi si ottengono
utilizzando composti del bario che emette radiazioni con lunghezza d’onda
compresa tra 507 e 532 nanometri. Un problema difficile da risolvere per i
pirotecnici fu l’ottenimento della colorazione blu. Infatti nessun elemento
emette una radiazione di questa lunghezza d’onda. Il problema fu risolto
utilizzando la molecola CuCl (cloruro rameoso).
Bene,
anche per questa volta ho finito.
Makoto