Crossover
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Autore: Sarachan89    24/01/2007    2 recensioni
Cosa accadrebbe se un tizio con manie di grandezza riuscisse ad aprire un passaggio verso l'era Sengoku? E se per puro caso uno swepeer pervertito e la sua socia lo oltrepassassero? E se la stessa cosa accadesse anche a un sergente fissato di roba militare e a una studentessa dalla memoria geneticamente ultra sviluppata? Di certo se ne vedrebbero delle belle… Soprattutto se lo sweeper si chiama Ryo Saeba e la sua socia Kaori Makimura e se il sergente risponde al nome di Sosuke Sagara e la studentessa è Kaname Chidori. In questo crossover tra Inuyasha, City Hunter e Full metal panic i nostri eroi si ritroveranno ad affrontare un uomo che come al solito ha manie di grandezza e che, per poter conquistare il mondo, stringerà un’alleanza con i demoni dell’era Sengoku.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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cap 12

Capitolo 12 “Nella nebbia”

Il pomeriggio era passato piuttosto tranquillamente ed il viaggio era stato tranquillo.
Mentre il sole tramontava i nostri eroi cenavano in una radura.
Ryo e gli altri, una volta finito di mangiare, attesero che Luce facesse ciò che avevano programmato.
Passò parecchio tempo prima che la dea decidesse di agire. Luce si voltò verso i ragazzi e fece capire loro che era ora di attuare il piano.
La dea chiuse gli occhi e una nebbia incantata avvolse tutto in pochi secondi. Shippo e Kirara si addormentarono e le coppie si formarono.

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Kaori camminava spaventata nella nebbia senza riuscire a capire dove stesse andando. La nebbia era talmente fitta che la poverina andò a sbattere contro qualcosa e cadde a terra, poi sentì qualcuno che la rialzava e le diceva “Dovresti stare più attenta quando cammini. Se continui così finirai per farti male.”
La ragazza capì subito a chi apparteneva quella voce, l’avrebbe riconosciuta tra mille, era quella del suo eroe, era quella dell’uomo che amava.
“Ryo…”disse Kaori piangendo e abbracciando lo sweeper.
“Stai tranquilla, sono qui con te. Sei al sicuro adesso. Non piangere.”disse Ryo.
“Kaori voglio chiederti scusa. Ti chiedo scusa per averti fatto arrabbiare in questi ultimi giorni, ti chiedo scusa per come ti ho trattato in tutti questi anni. Mi dispiace se ti ho fatto soffrire e se ti ho trattato male. Sei la persona più importante della mia vita e mi dispiace di non aver avuto il coraggio di dirtelo prima. Avevo paura che dicendoti cosa provo per te ti avrei messo in pericolo ma una persona molto saggia mi ha fatto notare che sei in pericolo lo stesso. Ti amo Kaori.”disse Ryo senza smettere di abbracciare Kaori che ad ogni parola che lo sweeper aveva detto si era calmata e ora era felice come non lo era mai stata. “Ti amo anch’io Ryo.”disse pochi istanti prima di baciare l’uomo che aveva davanti…

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“Ragazze, dove siete? Kagome? Kaori? Sango? Dove siete finite?”urlava Chidori mentre camminava in mezzo alla nebbia. Aveva paura e quando capì di essere rimasta da sola l’unico nome che riuscì a pronunciare fu quello del ragazzo che l’aveva salvata tante volte. “Sosuke aiutami…”
“Non ti preoccupare Chidori, sono qui.”disse una voce alle sue spalle. La ragazza si sentì sollevata. Anche se spesso la faceva arrabbiare, si sentiva al sicuro con lui al suo fianco.
“Sono così felice di vederti.”disse Chidori.
“Anch’io.”rispose Sosuke parlando a bassa voce. La ragazza sentì a malapena quello che il ragazzo aveva detto ma riuscì a capire quello che aveva detto e sorrise. Si avvicinò a Sosuke e lo abbracciò.
“Chidori, sei ancora arrabbiata con me?”chiese Sagara.
“No. Scusa se ti ho trattato male. Non avevi fatto nulla per meritartelo.”rispose la ragazza.
“Ti prometto che ti proteggerò sempre. Non permetterò mai a nessuno di farti del male. Sei troppo importante per me.”disse Sosuke che nel pronunciare la voce abbassò nuovamente la voce. Chidori, che anche questa volta lo sentì, era sempre più sorpresa e felice. Non avrebbe mai sospettato che quel fissato che le stava sempre accanto provasse qualcosa per lei e sentirsi dire che per lui lei era importante la mandò al settimo cielo.
“Chidori… io volevo… volevo dirti che…” Ad ogni parola del ragazzo Chidori poteva chiaramente sentire che il suo cuore e quello del ragazzo battevano sempre più velocemente.
“Ti amo anch’io Sosuke.”disse Chidori che, vedendo lo stupore negli occhi del ragazzo, aggiunse velocemente “Ti prego dimmi che stavi cercando di dirmi che mi amavi perché altrimenti potrei sprofondare in un baratro molto, molto profondo.” Sosuke sorrise.
“Ti amo Kaname.”disse per poi baciare la bella studentessa…

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Sango camminava nella nebbia tenendo a portata di mano il suo fidato hiraykotsu quando sentì un rumore. La sterminatrice lanciò la sua arma che abbatté qualche albero per poi tornare nella sua mano poi sentì una voce.
“Sango non attaccare. Sono io, Miroku.”disse il monaco. La ragazza abbassò la guardia e si avvicinò al monaco.
“Questa nebbia non mi convince. E’ scesa troppo in fretta per essere naturale. Qualcuno deve averla creata per attaccarci senza difficoltà.”disse la ragazza.
“Hai ragione. Non è una nebbia naturale però non l’ha creata un demone. E’ stata Luce. Lo ha fatto per permettere a tutti noi di chiarirci.”disse il monaco.
“E gli altri che fine hanno fatto?”chiese la ragazza.
“Sono qui da qualche parte. La nebbia si dissolverà all’alba quindi smetti di preoccuparti.”disse il monaco sedendosi a terra e appoggiandosi a un albero. La ragazza si avvicinò e si sedette accanto a lui.
Nessuno disse nulla per svariati minuti poi Sango notò che Miroku non aveva ancora cominciato a fare il maniaco come il suo solito così si voltò verso di lui e rimase incantata a guardarlo. Era già da un po’ che aveva notato che più Miroku era serio più diventava affascinante e ora aveva l’occasione di vederlo in uno di quei rari momenti di serietà. Il monaco si voltò verso di lei che arrossì all’istante facendo sorridere Miroku.
“Ci ho pensato a lungo e ho deciso di essere sincero con te. Credo di essermi innamorato di te dalla prima volta che ti ho vista e ti confesso che mi piacerebbe molto poter passare il resto della mia vita con te. Ora però non posso realizzare questo mio desiderio. Se non riuscissimo a trovare Naraku finirei per essere risucchiato dal mio stesso vortice e con me scomparirebbe anche tutto quello che mi sta vicino. Non posso permettere che tu perda la vita a causa mia, non potrei sopportare l’idea di aver causato la tua morte. Ti amo troppo per riuscirci.”disse il monaco.
La ragazza non poté fare a meno di mettersi a piangere e cercò conforto tra le braccia del monaco.
“Quando avremo trovato Naraku ti prometto che saremo finalmente felici. Dobbiamo solo aspettare fino ad allora.”disse il monaco.
“Aspetterò per tutta la vita se sarà necessario a stare con te Miroku…”

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Kagome vagava senza meta nella nebbia. Aveva capito subito che la nebbia non poteva essere naturale e per questo motivo stava in guardia e cercava di individuare un’eventuale presenza maligna che poteva essere in agguato da qualche parte.
Nonostante questo la ragazza non riuscì ad accorgersi del mezzodemone che le era arrivato alle spalle e che non sapeva da dove cominciare il suo discorso. Ci pensò la ragazza a risolvere il problema perché non appena si accorse di Inuyasha lo mandò a cuccia per lo spavento che le aveva fatto prendere.
“Dannata! Perché mi hai mandato a cuccia?”
“Ti ho mandato a cuccia perché mi hai spaventato!”rispose la ragazza mentre il mezzodemone finiva nuovamente spiaccicato al suolo.
“Ok, ora basta. Sta zitta e lasciami parlare. Ho pensato parecchio ultimamente e dopo una lunga riflessione ho preso una decisione definitiva. Scelgo te.”disse Inuyasha.
“Scegli me? Che cosa stai cercando di dirmi?”chiese la ragazza visibilmente confusa.
“Sto dicendo che tra te e Kikyo scelgo te. Kikyo può anche andarsene all’inferno per quanto mi riguarda!”disse il mezzodemone. Kagome era sorpresa. Non si sarebbe mai aspettata che Inuyasha dicesse quelle parole ma, per quanto fosse contenta, sapeva che il ragazzo non poteva aver dimenticato la sacerdotessa. L’aveva amata troppo per riuscirci e forse l’amava ancora. Kagome per un attimo pensò di chiedere a Inuyasha se quello che le aveva detto era la verità oppure era solo una finzione ma non lo fece. Sapeva che prima di poter essere davvero felice con il suo adorato Inuyasha doveva passare ancora molto tempo e lei era disposta ad aspettare.
“Grazie per quello che hai detto.”disse la ragazza abbracciando il mezzodemone e sul volto di entrambi si dipinse un sorriso.

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Mentre tutti i nostri eroi erano dispersi in mezzo alla nebbia la nostra cara dea ne aveva approfittato per andare a farsi un giro. Era andata nei luoghi in cui si recava quando era ancora in vita e si era persa nei ricordi. Aveva viaggiato per varie ore quella notte poi era arrivata nel suo posto preferito.
Era un lago con acqua limpida e cristallina circondato da alberi e cespugli. Luce ricordava ancora quando vi si recava. Rimaneva seduta tra i rami di un grande albero che si trovava in riva al lago suonando il flauto che le aveva donato uno spirito che, come lei ora, aveva il potere di viaggiare nel tempo. Era uno splendido flauto dolce e quando era lei a suonarlo aveva il potere di diffondere la pace e l’armonia. Quando era ancora in vita le piaceva stare lì a suonare. Suonava per gli animali del bosco che si avvicinavano al lago per sentire quella dolce melodia.
Luce si avvicinò all’albero e si sedette fra i suoi rami come faceva un tempo, con un gesto, fece apparire il flauto, lo afferrò, chiuse gli occhi e cominciò a suonare.
Gli ascoltatori non tardarono ad arrivare. Gli animali della foresta ascoltavano incantati quella incantevole melodia e non erano gli unici.
La melodia cessò e Luce aprì gli occhi. Gli animali tornarono nelle loro tane e solo uno spettatore rimase davanti alla dea.
“Quale onore! Il glaciale Sesshoumaru principe dei demoni si trova davanti a me. Che cosa ci fai da queste parti?”chiese la dea.
“Sei o non sei una dea. Dovresti saperlo. Non vorrai farmi credere che non ti eri nemmeno accorta della mia presenza.”disse il demone.
“A dir la verità non ti ho nemmeno sentito arrivare. Mi sono persa nei ricordi e ho finito per dimenticarmi di tutto il resto. Erano secoli che non suonavo più.”disse Luce senza scendere dall’albero.
“Non avevi da fare? Comincio a credere che quello che devi fare non sia così importante come dici.”disse il demone.
“E’ molto importante invece. Nel caso che tu non te ne sia accorto è notte e i miei compagni di viaggio non se ne vanno in giro la notte come te.”rispose la dea.
“Non vedo nessuno qui intorno. Dove sono?”
“In questo momento dovrebbero essere ancora dispersi in mezzo alla nebbia che ho creato per farli chiarire. Continuavano a litigare e la situazione stava diventando insostenibile così ho deciso di intervenire. Se domani mattina ricominciano a litigare ti assicuro che l’intero universo potrà udire le loro grida di dolore e poi mi vedrai comparire dal nulla per chiederti di darmi una mano.”disse la dea.
“Se preferisci ti chiamo prima così te li lascio uccidere tutti.”aggiunse dopo un attimo.
Sesshoumaru sorrise (non vi preoccupate non sta arrivando la fine del mondo, è solo che l’idea di poter ammazzare qualcuno lo attira parecchio.ndA).
“Se stai sorridendo vuol dire che sei disposto ad ammazzarli! Perfetto! Un problema è risolto.”disse la dea per poi chiudere gli occhi e ricominciare a suonare. Quando la melodia finì il sole stava sorgendo e la luce cominciava a specchiarsi sulla superficie del lago producendo uno spettacolo stupendo.

Cosa ve ne pare? Recensite!

Grazie mille a Wolverina per aver commentato il capitolo precedente e grazie anche a tuttti coloro che leggono senza lasciare recensioni.

Baci Sarachan89

  
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