Capitolo
12 “Nella nebbia”
Il pomeriggio era passato piuttosto tranquillamente ed il
viaggio era stato tranquillo.
Mentre il sole tramontava i nostri eroi cenavano in una
radura.
Ryo e gli altri, una volta finito di mangiare, attesero che
Luce facesse ciò che avevano programmato.
Passò parecchio tempo prima che la dea decidesse di agire.
Luce si voltò verso i ragazzi e fece capire loro che era ora di attuare il
piano.
La dea chiuse gli occhi e una nebbia incantata avvolse tutto
in pochi secondi. Shippo e Kirara si addormentarono e le coppie si formarono.
La ragazza capì subito a chi apparteneva quella voce,
l’avrebbe riconosciuta tra mille, era quella del suo eroe, era quella dell’uomo
che amava.
“Ryo…”disse Kaori piangendo e abbracciando lo sweeper.
“Stai tranquilla, sono qui con te. Sei al sicuro adesso.
Non piangere.”disse Ryo.
“Kaori voglio chiederti scusa. Ti chiedo scusa per averti
fatto arrabbiare in questi ultimi giorni, ti chiedo scusa per come ti ho
trattato in tutti questi anni. Mi dispiace se ti ho fatto soffrire e se ti ho
trattato male. Sei la persona più importante della mia vita e mi dispiace di
non aver avuto il coraggio di dirtelo prima. Avevo paura che dicendoti cosa
provo per te ti avrei messo in pericolo ma una persona molto saggia mi ha fatto
notare che sei in pericolo lo stesso. Ti amo Kaori.”disse Ryo senza smettere di
abbracciare Kaori che ad ogni parola che lo sweeper aveva detto si era calmata
e ora era felice come non lo era mai stata. “Ti amo anch’io Ryo.”disse pochi
istanti prima di baciare l’uomo che aveva davanti…
“Non ti preoccupare Chidori, sono qui.”disse una voce alle
sue spalle. La ragazza si sentì sollevata. Anche se spesso la faceva
arrabbiare, si sentiva al sicuro con lui al suo fianco.
“Sono così felice di vederti.”disse Chidori.
“Anch’io.”rispose Sosuke parlando a bassa voce. La ragazza
sentì a malapena quello che il ragazzo aveva detto ma riuscì a capire quello
che aveva detto e sorrise. Si avvicinò a Sosuke e lo abbracciò.
“Chidori, sei ancora arrabbiata con me?”chiese Sagara.
“No. Scusa se ti ho trattato male. Non avevi fatto nulla
per meritartelo.”rispose la ragazza.
“Ti prometto che ti proteggerò sempre. Non permetterò mai
a nessuno di farti del male. Sei troppo importante per me.”disse Sosuke che nel
pronunciare la voce abbassò nuovamente la voce. Chidori, che anche questa volta
lo sentì, era sempre più sorpresa e felice. Non avrebbe mai sospettato che quel
fissato che le stava sempre accanto provasse qualcosa per lei e sentirsi dire
che per lui lei era importante la mandò al settimo cielo.
“Chidori… io volevo… volevo dirti che…” Ad ogni parola del
ragazzo Chidori poteva chiaramente sentire che il suo cuore e quello del ragazzo
battevano sempre più velocemente.
“Ti amo anch’io Sosuke.”disse Chidori che, vedendo lo
stupore negli occhi del ragazzo, aggiunse velocemente “Ti prego dimmi che stavi
cercando di dirmi che mi amavi perché altrimenti potrei sprofondare in un
baratro molto, molto profondo.” Sosuke sorrise.
“Ti amo Kaname.”disse per poi baciare la bella
studentessa…
“Sango non attaccare. Sono io, Miroku.”disse il monaco. La
ragazza abbassò la guardia e si avvicinò al monaco.
“Questa nebbia non mi convince. E’ scesa troppo in fretta
per essere naturale. Qualcuno deve averla creata per attaccarci senza
difficoltà.”disse la ragazza.
“Hai ragione. Non è una nebbia naturale però non l’ha
creata un demone. E’ stata Luce. Lo ha fatto per permettere a tutti noi di
chiarirci.”disse il monaco.
“E gli altri che fine hanno fatto?”chiese la ragazza.
“Sono qui da qualche parte. La nebbia si dissolverà
all’alba quindi smetti di preoccuparti.”disse il monaco sedendosi a terra e
appoggiandosi a un albero. La ragazza si avvicinò e si sedette accanto a lui.
Nessuno disse nulla per svariati minuti poi Sango notò che
Miroku non aveva ancora cominciato a fare il maniaco come il suo solito così si
voltò verso di lui e rimase incantata a guardarlo. Era già da un po’ che aveva
notato che più Miroku era serio più diventava affascinante e ora aveva
l’occasione di vederlo in uno di quei rari momenti di serietà. Il monaco si
voltò verso di lei che arrossì all’istante facendo sorridere Miroku.
“Ci ho pensato a lungo e ho deciso di essere sincero con
te. Credo di essermi innamorato di te dalla prima volta che ti ho vista e ti
confesso che mi piacerebbe molto poter passare il resto della mia vita con te.
Ora però non posso realizzare questo mio desiderio. Se non riuscissimo a
trovare Naraku finirei per essere risucchiato dal mio stesso vortice e con me
scomparirebbe anche tutto quello che mi sta vicino. Non posso permettere che tu
perda la vita a causa mia, non potrei sopportare l’idea di aver causato la tua
morte. Ti amo troppo per riuscirci.”disse il monaco.
La ragazza non poté fare a meno di mettersi a piangere e
cercò conforto tra le braccia del monaco.
“Quando avremo trovato Naraku ti prometto che saremo finalmente
felici. Dobbiamo solo aspettare fino ad allora.”disse il monaco.
“Aspetterò per tutta la vita se sarà necessario a stare
con te Miroku…”
Kagome vagava senza meta nella nebbia. Aveva capito subito
che la nebbia non poteva essere naturale e per questo motivo stava in guardia e
cercava di individuare un’eventuale presenza maligna che poteva essere in
agguato da qualche parte.
Nonostante questo la ragazza non riuscì ad accorgersi del
mezzodemone che le era arrivato alle spalle e che non sapeva da dove cominciare
il suo discorso. Ci pensò la ragazza a risolvere il problema perché non appena
si accorse di Inuyasha lo mandò a cuccia per lo spavento che le aveva fatto
prendere.
“Dannata! Perché mi hai mandato a cuccia?”
“Ti ho mandato a cuccia perché mi hai spaventato!”rispose
la ragazza mentre il mezzodemone finiva nuovamente spiaccicato al suolo.
“Ok, ora basta. Sta zitta e lasciami parlare. Ho pensato
parecchio ultimamente e dopo una lunga riflessione ho preso una decisione
definitiva. Scelgo te.”disse Inuyasha.
“Scegli me? Che cosa stai cercando di dirmi?”chiese la
ragazza visibilmente confusa.
“Sto dicendo che tra te e Kikyo scelgo te. Kikyo può anche
andarsene all’inferno per quanto mi riguarda!”disse il mezzodemone. Kagome era
sorpresa. Non si sarebbe mai aspettata che Inuyasha dicesse quelle parole ma,
per quanto fosse contenta, sapeva che il ragazzo non poteva aver dimenticato la
sacerdotessa. L’aveva amata troppo per riuscirci e forse l’amava ancora. Kagome
per un attimo pensò di chiedere a Inuyasha se quello che le aveva detto era la
verità oppure era solo una finzione ma non lo fece. Sapeva che prima di poter
essere davvero felice con il suo adorato Inuyasha doveva passare ancora molto
tempo e lei era disposta ad aspettare.
“Grazie per quello che hai detto.”disse la ragazza
abbracciando il mezzodemone e sul volto di entrambi si dipinse un sorriso.
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Era un lago con acqua limpida e cristallina circondato da
alberi e cespugli. Luce ricordava ancora quando vi si recava. Rimaneva seduta
tra i rami di un grande albero che si trovava in riva al lago suonando il
flauto che le aveva donato uno spirito che, come lei ora, aveva il potere di
viaggiare nel tempo. Era uno splendido flauto dolce e quando era lei a suonarlo
aveva il potere di diffondere la pace e
l’armonia. Quando era ancora in vita le piaceva stare lì a suonare. Suonava per
gli animali del bosco che si avvicinavano al lago per sentire quella dolce melodia.
Luce si avvicinò all’albero e si sedette fra i suoi rami
come faceva un tempo, con un gesto, fece apparire il flauto, lo afferrò, chiuse
gli occhi e cominciò a suonare.
Gli ascoltatori non tardarono ad arrivare. Gli animali
della foresta ascoltavano incantati quella incantevole melodia e non erano gli
unici.
La melodia cessò e Luce aprì gli occhi. Gli animali
tornarono nelle loro tane e solo uno spettatore rimase davanti alla dea.
“Quale onore! Il glaciale Sesshoumaru principe dei demoni si
trova davanti a me. Che cosa ci fai da queste parti?”chiese la dea.
“Sei o non sei una dea. Dovresti saperlo. Non vorrai farmi
credere che non ti eri nemmeno accorta della mia presenza.”disse il demone.
“A dir la verità non ti ho nemmeno sentito arrivare. Mi
sono persa nei ricordi e ho finito per dimenticarmi di tutto il resto. Erano
secoli che non suonavo più.”disse Luce senza scendere dall’albero.
“Non avevi da fare? Comincio a credere che quello che devi
fare non sia così importante come dici.”disse il demone.
“E’ molto importante invece. Nel caso che tu non te ne sia
accorto è notte e i miei compagni di viaggio non se ne vanno in giro la notte
come te.”rispose la dea.
“Non vedo nessuno qui intorno. Dove sono?”
“In questo momento dovrebbero essere ancora dispersi in
mezzo alla nebbia che ho creato per farli chiarire. Continuavano a litigare e
la situazione stava diventando insostenibile così ho deciso di intervenire. Se
domani mattina ricominciano a litigare ti assicuro che l’intero universo potrà
udire le loro grida di dolore e poi mi vedrai comparire dal nulla per chiederti
di darmi una mano.”disse la dea.
“Se preferisci ti chiamo prima così te li lascio uccidere
tutti.”aggiunse dopo un attimo.
Sesshoumaru sorrise (non vi preoccupate non sta arrivando
la fine del mondo, è solo che l’idea di poter ammazzare qualcuno lo attira
parecchio.ndA).
“Se stai sorridendo vuol dire che sei disposto ad
ammazzarli! Perfetto! Un problema è risolto.”disse la dea per poi chiudere gli
occhi e ricominciare a suonare. Quando la melodia finì il sole stava sorgendo e
la luce cominciava a specchiarsi sulla
superficie del lago producendo uno spettacolo stupendo.