Ridere,
adesso manca il nostro ridere,
Rimane
solo un quieto vivere sterile,
Il
cuore mio non ce la fa.
**
La
sala
grande era gremita come non mai, quella mattina di fine Giugno.
Alle
diciannove, prima del ricco banchetto, si sarebbe svolta la consegna
dei
diplomi per gli alunni del settimo anno. Per l’occasione
molti genitori dei
diplomandi erano giunti al castello, altri sarebbero arrivati nelle
prossime
ore.
La
McGranitt, la preside di Hogwarts, aveva organizzato per
l’occasione una grande
festa e tutti alunni e insegnati, erano euforici, solo Lily si sentiva
strana.
La voglia di festeggiare non l’aveva contagiata, si
sentiva apatica e
fuori luogo in mezzo a tutta quella felicità.
Il
suo cuore
sanguina da qualche tempo e l’ unico pensiero era quello di
allontanarsi dal
castello il prima possibile. Sarebbe infatti scappata come una codarda
con i
suoi la notte stessa, era riuscita a convincere Harry Potter, suo padre.
Respirò
piano, cercando di calmare la mente che lavorava intensamente cercando
mille idee
per sopravvivere a quel caos emotivo in cui si trovava.
Addentò
un
tozzo di pane e senza rendersene conto si girò un attimo per
guardare i volti
di quelli che per sei anni erano stati le sue guide nella casa di
Salazar
Serpeverde.
Vide
Margareth Nott, la sua unica amica al castello, sorridente accanto ad
Albus suo
fratello. Il loro amore era sotto gli occhi di tutti, ma da codardi ,
come ogni
buon Serpeverde, facevano finta che la loro era solo
un’amicizia, che però non
ammetteva l’intrusione di terzi. Presto sarebbero entrati a
magisprudenza,
quella professione scorreva già nel loro sangue. Erano,
infatti, gli studenti
che portavano più idee al consiglio d’istituto,
cambiando alcune regole vecchie
come storie della magia ricordò Lily.
Sorrise
volgendo il capo e notando Frankie Zabini ridere con Hillary. Erano una
coppia
strana , forse non sarebbe durata più di un mese. Frankie,
come suo padre e
come la nonna paterna, era uno allergico alle relazioni
durature.
Marcus
Koller, il cacciatore della squadra di quidditch, mangiava tranquillo
incurante
degli sguardi estasiati delle ragazzine. Sapeva che era innamorato di
lei ma
nonostante fosse un bel ragazzo, non gli diede alcuna speranza
inventandosi che
non poteva stare con un suo compagno di squadra.
Che
patetica
che si era sentita in quel momento.
Abbassò
lo
sguardo un attimo immersa nei suoi pensieri, osservando infine, il
piatto
ancora intatto. La voglia di mangiare le era passata non appena
sentì il suo
profumo penetrare fin dentro le narici.
La
sedia al
suo fianco fu spostata lentamente e con infinita classe lui, si sedette
accanto
a lei.
-Giorno
Lily
– disse piano. Lily mosse appena il capo salutandolo.
Scorpius nemmeno ci fece
caso, da quasi un anno lo salutava in quel modo.
Tra
loro nessun
bacio e nessuna carezza, i Serpeverde non mostravano i loro sentimenti
in
pubblico, soprattutto non lo facevano tra loro.
Per
lui era
sono l’amica con cui confidarsi, una semplice amica. Quella
paziente che
ascoltava i suoi problemi da adolescente ribelle e che facevano
impazzire il
grande pozionista Draco Malfoy.
Quella
cui
raccontava le sue mille idee per il futuro, prima legismago, poi
pozionista,
poi medimago aveva perfino auspicato a una carriera come auror, Draco
ne
sarebbe morto. Per lui , costatò Lily, era la
sorella simpatica del suo
migliore amico, quella che lo aiutò a conquistare il suo
cuore.
-
Ho deciso
– disse con voce bassa, affinché questo segreto
rimanesse solo tra loro due.
-
Le chiedo
di andare a vivere insieme. Ho ricevuto come regalo per il diploma una
casa a
Londra, mio nonno Lucius ama fare le cose in grande –
sganciò la bomba incurante
del fatto che l’aveva appena uccisa.
-
Subito
dopo la consegna dei diplomi, al lago nero... – disse
sorridendo sodisfatto per
la sua brillante idea.
-Dove
vi
siete dati il primo bacio – aggiunse atona.
-Giusto
Lily
- replicò convincendosi ancora di più.
-
Penso che
sarà felice - rispose scostando la sedia. Doveva
allontanarsi immediatamente.
-
Dove vai?-
domandò stranito. Forse era convinto che rimanessi a
sentirlo decantare le
mille doti della sua perfetta ragazza. No, non avrebbe retto.
-
Mi sono
dimenticata che devo rendere dei libri e se non lo faccio ora, non
posso farlo
più - disse scusandomi producendo il più farso
dei sorrisi. I suoi occhi invece
erano vuoti.
-
Partiremo
domani – replicò ancora stranito Scorpius.
-
No, io
andrò via questa sera subito dopo il banchetto - lo disse
talmente veloce che
non seppe nemmeno se il caposcuola Serpeverde l’avesse capita.
L’espressione
facciale di Scorpius cambiò velocemente ma Lily non gli
diede nemmeno il tempo
per replicare che già era fuori dalla sala grande.
Doveva
stare lontana dal ragazzo che aveva sgretolato il suo cuore e
nemmeno lo
sapeva.
Aveva
tenuto
questo segreto per giorni, non avrebbe retto i saluti e i baci tra sua
cugina
Rose e Scorpius. Quei baci che sapevano di amore e che lasciavano
l’amaro in
bocca, mentre doveva fingere felicità per loro.
Felicità perché il suo migliore
amico e sua cugina stavano insieme, ma lei amava Scorpius e detestava
Rose fin
da bambina. Rose era la perfetta della famiglia, e lei la
più scaltra e
sgraziata con l’amore per lo sport e l’avventura.
Quando
Rose
fu smistata a Corvonero, la sua fama da super dotata aumentò
sempre più,
accrescendo la sua supponenza nei confronti della giovane di
casa Potter.
Presunzione che riuscì a smorzare grazie alla scaltrezza e
alle piccole vendette
che solo un’abile Serpeverde sapeva fare.
Aveva
vinto
molte battaglie, tra cui quella di essere la più brava
pozionista della scuola
ma Rose aveva vinto la guerra. Aveva conquistato Scorpius,
l’aveva ammaliato
con quel viso acqua e sapone. L’aveva fatto innamorare senza
muovere un dito,
gli aveva servito il più bel ragazzo di Hogwarts su un
piatto d’argento.
Non
aveva
lottato per prenderselo, lui nemmeno la guardava almeno non come
guardava lei,
la stupenda , dolce, affascinante, intelligente Rose Weasley.
Lei
era solo
Lily, la sua amica del cuore pronta ad ascoltarlo e sostenerlo nei
momenti del
bisogno, per tutto il resto c’era Rose.