Fanfic su artisti musicali > Ed Sheeran
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Autore: heyyouthere    10/07/2012    5 recensioni
"Aspetti un invito scritto per caso? Non perdere questa occasione, perché questi miei scatti di bontà non capitano spesso." "Tutto merito del mio fascino." disse, alzandosi anche lui e mettendosi lo zaino in spalla. [Dal II capitolo]
Prima ff che scrivo. Ditemi cosa ne pensate, tutte le critiche sono ben accette. :)
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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è cortino e non succede niente; diciamo che è più un capitolo di passaggio, ecco.
Ho mascherato anche un pezzettino di una canzone di Ed, vediamo se la trovate :)
 




Lanciai le chiavi di casa sul divano e dopo aver dato via libera alla segreteria telefonica di casa
su cui lampeggiava impertinente l’1 che contava il numero totale dei messaggi ricevuti,
cominciai a togliermi il giubbotto, con l’intenzione di cambiarmi quei vestiti ormai fradici.
#Nuovi messaggi, Uno:
“I miei sono stati così carini da farmi una sorpresa e anticipare di un giorno il loro arrivo, quindi per stasera niente.
Scusa, scusa, scusa. Ma comunque restano da me solo due giorni, quindi possiamo tranquillamente rimandare a giovedì.
Non ti lascerò senza un vestito da Afrodite. E poi tanto la festa è tra due settimane. Abbiamo tutto il tempo.
E poi con il vestito che farai e l’acconciatura che ho in mente per te e il tutto…
oh, ci sarà anche il biondino e credo proprio che si siano lasciati, quindi lui e il cubano saranno soli e..
BIIIIIP ‘fine messaggi’ recitò una voce metallica.
“Una festa in maschera, eh? Il fatto che si siano lasciati però è molto più intrigante.”
‘Dannazione.’ Non avevo fatto caso alla sua presenza e, arrivata a casa, ero partita con la mia solita routine c.m.c.t.,
ovvero chiavi-messaggi-cambio-tv, trascurando il fatto che mi ero portata dietro un ospite inaspettato.
“Benissimo. Perfetto. Un altro dramma ancora. Perché? Dovrò imparare a tenere a bada i miei ormoni
e quelli degli altri da ora in poi. Anzi, sai una cosa? Non me ne importa proprio niente.
Io non lo sapevo nemmeno che lui ce l’avesse, la ragazza.” Mi girai e lo vidi in piedi ancora davanti alla porta
con una faccia tra il sorpreso e il divertito.
“Puoi sistemarti su quel divano, il bagno è in fondo al corridoio, il frigo probabilmente tiene fresco solo a se stesso,
ma arrivo subito, giusto il tempo di cambiarmi.” ora si muoveva in direzione del divano che gli avevo indicato,
guardandosi un po’ in giro e facendo attenzione a non bagnare troppo dove passava.
“Uno spazzolino ce l’hai?” conclusi pronta ad imboccare il corridoio per andare in camera mia.
“Non ti dispiace condividere, vero?” disse, ridendo della propria battuta.
"Sai cosa non mi dispiacerebbe? Toglierti quello che hai addosso." Oddio mio benedetto e Zeus che mi proteggi sempre,
che cosa avevo detto? Qualcosa di terribilmente fraintendibile, ecco cosa. Troppo tardi per rimangiarsela, la frase era già uscita
dalla mia bocca. "I vestiti bagnati! Intedevo i vestiti.. bagnati.. così nonprendi freddo e soprattutto non bagni il resto.." spiegai sconsolata, vedendo la sua faccia con un sopracciglio alzato e un sorriso che spuntava sule labbra. "Ho capito, non devi spiegarti. Ho capito benissimo.Faccio spesso questo effetto."
"Qualsiasi cosa io dica per giustificarmi e spiegarti quello che intendevo dire veramente sarebbe inutile, vero?"
"Probabilmente sì." rispose soddisfatto.
Lo salutai con un gesto della mano e me ne andai in camera.
Ma in cosa mi ero cacciata?
___
 
Is it wro-wrong that I think it's kinda fun
When I hit you in the back of the head with a gun?
My daddy's in the trunk of his brand new truck
I really want him back, but I'm kinda outta luck…
Dopo aver indossato un paio di pantaloncini e la mia felpa di Oxford, finii di asciugarmi i capelli e fermai la voce di Lana del Rey che usciva a tutto volume dal mio stereo. Mi diressi verso lo spazio cucina-salotto e trovai Edward intento a mettere ad asciugare i suoi vestiti sul balcone al riparo dalla pioggia.
“Sei davvero una brava casalinga. Me ne serviva proprio una.” lo presi in giro mentre tiravo fuori dal congelatore due pizze maxi e una busta di patatine. “Però non sei molto efficiente e nemmeno tanto furbo. Mettili sul termosifone, che sicuramente funziona meglio di questa leggera brezza di gennaio che c’è fuori.” Si diede per vinto e accettò la mia proposta.
“Dovrei starti a sentire più spesso, in fondo sei una donna di mondo, hai conosciuto tante situazioni e tante persone.”
“Stai per caso insinuando qualcosa, Sheeran?” Forse me lo stavo solo immaginando a causa della mia colossale coda di paglia, ma c’era qualcosa nel suo sguardo e nel modo in cui parlava che mi lasciava pensare solo questo.
“No di certo. Non sono mica io quello che scatena gli ormoni degli altri, provocando rotture tra poveri fidanzati innamorati.” Ecco! Lo sapevo! Non fece in tempo nemmeno ad accorgersene che già cinque secondi dopo fu colpito in piena schiena dal cuscino più pesante del mio divano. Quando mia nonna me lo aveva regalato, non avrei mai pensato che avesse davvero uno scopo, tranne quello di farsi odiare quando, in mezzo al sonno più bello e dolce sul divano, me lo trovavo conficcato tra le costole a disturbarmi. Ma evidentemente mi sbagliavo. È un’arma perfetta. Infatti si gira con una faccia dolorante, massaggiandosi la schiena.
“Dai, non fare la femminuccia. Non farà mica così male!” Ma lo vidi lanciarsi sul divano, come un soldato appena colpito in pieno e così decisi di avvicinarmi per controllare lo stato della vittima. “Hei Sheeran? Ed? Credi di sopravvivere o devo chiamar..”
Bam! Un altro cuscino, non della stessa pericolosità, ma di certo non innocuo mi colpì in faccia, facendomi cadere all’indietro sull’altro divano.
“Colpita e affondata!” esclamò, alzandosi trionfante.
“Stavo venendo in pace per offrirti il mio aiuto. Sei sleale!”
“Questo lo chiami sleale? Tu mi hai colpito mentre ero di spalle! Sei davvero una persona orribile.”
“Faccio del mio meglio per riuscirci.” dissi sogghignando. Lui rise, lasciò cadere il cuscino sul divano e andò a finire quello che stava facendo prima del mio attentato.
  
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