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Autore: Angel Selphie    26/01/2007    3 recensioni
Una raccolta di fics, che hanno come punto di partenza “Il sogno di Kei”…. Non è una vera e propria storia a capitoli, si tratta di fanfictions abbastanza indipendenti, e tuttavia collegate fra loro….
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kei Hiwatari, Rei Kon
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il sogno di Kei
China's Memories
Ricordi della Cina (e non solo…)

Rei uscì di corsa dal bagno. Qualcuno aveva suonato alla porta, e lui era solo in casa. Kei era dovuto uscire poco prima per andare a fare la spesa, se volevano evitare di morire di fame. Così si infilò in fretta e furia l’accappatoio e corse giù, pronto ad accogliere l’inatteso visitatore. Ma rimase di stucco quando, una volta aperto l’uscio, si trovò di fronte il suo ragazzo.
-Kei! Cosa ci fai qui? Come mai non sei al supermercato?-
-Uff! Ti scoccia così tanto vedermi?-
-Ma no! Solo che dovevi essere a fare compere, e invece ti trovo qui!-
-Beh, il motivo è semplice: a metà strada mi sono accorto che avevo scordato una cosa qui.-
-E cioè?-
-Ma proprio non ci arrivi?-
-Eddai! Non fare il misterioso! Cosa ti sei dimenticato? Le chiavi di casa?-
-No, scemo! Mi sono dimenticato te!-
-Aaah, ma guarda che non sono mica un oggetto, sai?-
-Non cercare il pelo nell’uovo! Piuttosto, datti una mossa, altrimenti il supermarket chiude, e noi rimaniamo a digiuno!-
-Ma se io non avessi voglia di venire? Sono molto arrabbiato con te!-
-Non è vero! Scommettiamo che se adesso ti do un bacio mi perdoni immediatamente?-
-Beh…puoi sempre fare un tentativo…-
Nel giro di cinque minuti due si trovarono stesi sul divano, molto impegnati a scambiarsi tenere effusioni.
-Kei…- riuscì a bisbigliare Rei.
-Uhm…sì?-
-Beh…è tardi…la spesa?-
-Oddio! Hai ragione! Grazie di avermelo ricordato! Cosa farei se tu non ci fossi?-
-Non lo so…potrei farti anch’io la stessa domanda!-
-Hai voglia di scherzare? Dai, fila su a vestirti e poi andiamo insieme!-
-Ok ma…mi accompagni?-
-Ma cos’è? Hai bisogno della balia?-
-No, ma ho voglia di stare con te!-
-Come se non stessimo insieme per tutto il resto della giornata!-
-Ma perché sei sempre così scorbutico? Mai una volta che ti faccia il dolce!-
-Eh no, Rei! Questo non è vero!-
-Sì, invece!-
-Vuoi una dimostrazione? Bene, eccoti servito!-
E detto questo, Kei si avventò sulle labbra del suo ragazzo, che dal principio tentò di divincolarsi, anche se con scarsa convinzione, e poi si vide costretto ad arrendersi, anche se questa resa non fu affatto spiacevole, anzi! Peccato che le loro riserve di ossigeno si stessero esaurendo! Beh, santa pazienza! Avrebbero rimandato a più tardi il loro personalissimo “dialogo”. Il ragazzo cinese, a questo punto, rovistò nell’armadio alla ricerca di qualcosa di umano da mettersi addosso, se voleva evitare di uscire in accappatoio, e quando fu pronto si diresse verso il negozio assieme al suo compagno, tenendolo dolcemente per mano.
Arrivarono al supermercato verso le sei e mezzo di sera, perché per la strada si erano fermati davanti ad un paio di botteghe di dolci, e poi, armati di carrello e lista, si accinsero a svuotare l’intero locale. Le prime cose ad essere schiaffate da Kei con malgarbo nel carrello furono latte, pane, carne e scatolette varie, dal tonno all’insalata di mare. Quindi fu la volta di pasta, riso, salsine e bibite, e per finire i due giovani arrivarono al reparto preferito di Rei: la “zona dolciumi”. Ora, il cinese si mise a saltellare di qua e di là, con le braccia cariche di scatole di merendine, confezioni di biscotti formato famiglia, torte di qualsiasi genere e una decina di sacchetti di cioccolatini. Kei, come da copione, non poteva far altro che rimanere in disparte, osservando sconsolato la scena: non se la sentiva di dire di no all’amico, vederlo scorrazzare fra gli scaffali in preda alla gioia più totale lo faceva sentire felice. Tuttavia se fossero rimasti lì ancora un po’ si sarebbero trovati con un carrello stracolmo!
-Rei…andiamo?-
-Ancora un momento! Non sono ancora riuscito a trovare le mie merendine preferite!-
-Ma ne hai già comprate un disastro! Senti, se adesso andiamo facciamo in tempo a fare un salto in pasticceria per comperarci un paio di paste…ti va?-
-Dici sul serio?- chiese Rei, con gli occhi che brillavano di felicità.
-Ovvio, scimmietta!- gli rispose Kei, posandogli una mano tra i capelli e scompigliandoglieli un poco.
-Aaaaah…ti adoro quando fai così!- miagolò Rei, stringendosi di più contro il petto del suo ragazzo.
-Scemo…non qui! Ci vedono tutti!-
-E che te ne importa?-
-Beh…mi vergogno un po’…-
-Ah, ok! Allora andiamo!-
Certo, la buona volontà è importante, ma i nostri amici non avevano fatto il conto con la ressa di gente ammassata alle casse. Le uniche vuote erano quelle per clienti con meno di dieci articoli, e sfortunatamente i ragazzi non rientravano in questa categoria. Si videro perciò costretti a mettersi in coda con gli altri. Mentre attendevano, parecchie persone si soffermarono a guardarli: era stano vedere due ragazzi così giovani a fare la spesa anche perché, data la loro età, nessuno sospettava che convivessero e che avessero una relazione. Per questi motivi suscitarono la curiosità di molti, soprattutto di una strana donna, sulla cinquantina, che si avvicinò loro e chiese a Kei…
-Siete qui da soli?-
-Sì.- rispose seccamente l’interpellato, scocciato da tutta quella indiscrezione.
-E dimmi…è tuo fratello?- domandò la donna, additando Rei.
-No, è un mio amico!-
-Sai, non si direbbe dal modo in cui ti si struscia addosso…- insinuò la rompiscatole, maliziosamente.
-Beh, se la cosa la consola, ha ragione! Lui è il mio ragazzo, lo amo, stiamo bene insieme e viviamo nella stessa casa!- sbraitò Kei, infuriato.
Stava per dire “…e me lo faccio ogni santa notte” ma si era trattenuto, più che altro per evitare di mettere Rei in imbarazzo più di quanto non fosse già. Per lo meno a questo punto la donna si sentì soddisfatta, perché si allontanò con un sorrisetto maligno sulle labbra.
-Mi dispiace Rei…non avrei dovuto…-
-Shhhh…non fa nulla, non importa! Ti ha provocato, tu hai solo risposto!-
-Sei sicuro che non importa?-
-Sicurissimo, non me ne frega assolutamente niente!-
A parte questo piccolo inconveniente, il resto dell’attesa fu uno strazio. Ad un tratto Kei, in un moto di nervosismo, guardò l’orologio e si sentì quasi mancare: erano le sette e mezzo, il che voleva dire che la pasticceria ormai era chiusa! Cavolo! Aveva promesso a Rei le pastine…e ora?
-Kei…che ora è?-
-Rei…vorrei non dovertelo dire ma…la pasticceria deve aver già chiuso! Scusami…ti avevo promesso che ci avremmo fatto una visitina…-
-Non è poi un tragedia…-
-Ma te lo avevo promesso!-
-Però non è colpa tua se siamo inchiodati qui! Quindi non ti preoccupare, a me va bene lo stesso!-
-Come posso farmi perdonare?-
-Beh, se proprio insisti…propongo cenetta sul divano, coccole e album di fotografie delle vacanze. Ci stai?-
-Una serata all’insegna dei ricordi, insomma! Se è questo quello che vuoi…lo sai che farei di tutto pur di renderti felice!-
-Kei…-
-Rei…-
Si guardarono un attimo negli occhi, prima di baciarsi appassionatamente davanti a tutti, dimentichi della folla che li circondava. Ma, del resto, quasi nessuno badò a loro due, giacché erano tutti occupati ad avanzare verso le casse.
-Ti amo tanto, Kei…riesci sempre ad essere così…tenero…-
-Ehi, frena! Ma se poco più di un ora fa andavi in giro sostenendo che sono scorbutico e asociale!-
-Bah! Evidentemente non sapevo cosa stavo dicendo…-
-E crederei bene! Io sono dolce, sensibile, bello…-
-Sì, e specialmente modesto, eh Kei?-
-Vuoi litigare?-
-No, no, no e no! Non voglio arrabbiarmi con te!- dichiarò il cinesino, posando la testa sulla spalla del suo ragazzo.
Per fortuna, se Dio volle, arrivò il loro turno: ci misero circa tre anni a posizionare tutti i loro acquisti sul rullo, ma alla fine riuscirono ad andarsene dal negozio, anche se carichi come muli. Meglio sorvolare sul tragitto di ritorno…Rei continuava a piagnucolare di aver freddo, sperando di intenerire Kei e di avvinghiarsi addosso a lui, e Kei anatematizzava tutto quello che gli capitava sotto tiro. Comunque sia arrivarono a casa incolumi, e si adoperarono per finire in fretta di riporre le cibarie al loro posto.
-Tu hai fame, Kei-chan?-
-No…mi basterebbe una tazza di latte caldo.-
-Anche a me…-
-Allora io scaldo il latte, e tu vai a prendere le coperte e l’album di foto, così poi ci buttiamo sul divano e non ci alziamo più fino a domani mattina.-
-Non vedo l’ora…volo!-
-Bravo!-
Rei si dileguò su per le scale che portavano al piano di sopra. Era da quando erano tornati dalla loro vacanza, circa tre mesi prima, che loro due vivevano insieme, a casa di Kei. Il ragazzo ricordava ancora il momento in cui aveva proposto al cinesino di andare ad abitare a casa sua. Il giovane aveva pianto di gioia per una mezz’ora buona, tanto che l’altro si era seriamente preoccupato! Poi però, per fortuna, aveva accettato. Comunque, a volte si chiedeva se non avessero corso troppo. Insomma, stavano insieme da sei mesi e già vivevano per conto loro…e in fondo avevano solo quattordici anni!
A interrompere tutta questa girandola di pensieri ci pensò uno scalpiccio proveniente dalle scale: Rei era già di ritorno dalla spedizione per il ritrovamento delle coperte e delle fotografie, e in quel momento stava scendendo con uno strano sorrisino sul sadico andante dipinto sul volto. Kei non capì il motivo di quel ghigno, perciò si limitò a sorvolare e a dirigersi in soggiorno reggendo in mano due tazze fumanti, colme quasi fin sull’orlo, sperando che quel pazzo del suo amore non fosse improvvisamente colto da un attacco di “piovrite acuta”. Fu fortunato, e riuscì a posare i due recipienti sul tavolinetto di fronte al sofà senza far danni, mentre il cinesino si dava un gran daffare per sistemare al meglio le coltri.
Quando tutto fu pronto, i ragazzi si accomodarono uno accanto all’altro e si tirarono un grande plaid rosso quasi fin sotto il naso, quindi Rei prese l’album contenente le loro fotografie scattate in Cina e lo aprì, cominciando a sfogliarlo. I primi scatti non avevano nulla di particolare, erano le classiche foto ricordo scattate davanti ai monumenti famosi, ed erano stati fatti molto cortesemente da qualche passante particolarmente bendisposto. Comunque, una in particolare attirò l’attenzione di Kei.
-Guarda! Ti ricordi? Questa ce l’ha fatta un fotografo del posto!- ridacchiò Kei.
-Ah, sì! Quel tipo perfezionista che ci ha pure fatti mettere in posa!-
Proseguirono a girare le pagine. Ora veniva la parte interessante: le fotografie che seguivano erano state fatte da un loro amico, Chang, che aveva viaggiato con loro per un paio di settimane. Quello che avevano di particolare era che erano state scattate tutte quante di nascosto, riprendendo i due “piccioncini” intenti a “tubare”.
-Ah, questa sì che è bella!- esclamò Rei, indicando una fotografia in cui era ritratto lui sdraiato sul letto che indicava qualcosa su un libro che Kei, seduto tranquillamente sul pavimento, stava tentando di leggere. Il viso di quest’ultimo tradiva un’espressione scocciatissima.
-Mpfh! Come no! Non mi hai lasciato in pace nemmeno per un minuto! Hai continuato per tutto il pomeriggio a chiedermi cosa fosse questo o quello! Alla fine sono stato costretto a chiudere il libro, rinunciando alla lettura!-
-Oh, ma in compenso abbiamo fatto qualcosina di molto più divertente…- aggiunse il blader cinese con un sorrisetto malizioso.
-Bah…io avrei preferito leggere il mio libro!-
-Ah sì, Kei-chan? Allora la prossima volta che ti viene voglia di approfittartene di me, prendi in mano il tuo libro e leggi!-
-Ma io scherzavo…-
-Beh…io no!-
-Cattivo! Pensare che avevo giusto voglia di darti bacio…ma visto che tu non lo vuoi…beh, sarà il caso di…-
-No, no, no, no, no! Baciami! Per favore!-
-Mah…non saprei…- bisbigliò Kei: Rei, però, non aveva voglia di tergiversare e si avventò sulla bocca dell’amico con tanto impeto da rischiare di farlo cadere dal divano, e poi per cinque minuti buoni fu tutto un alternarsi di gemiti, sospiri, risatine soffocate e frasi spezzate.
Fu il telefono a riportare una parvenza di ordine in quella stanza. Il dannato aggeggio, infatti, cominciò a trillare incessantemente, infastidendo notevolmente i due focosi giovani.
-Vai tu, Rei-chan?-
-Ok…chiunque sia stato ad interromperci la pagherà cara!-
-Puoi ben dirlo! Vai, adesso!-
-Ok…ti amo!-
-Ehi, non stai mica partendo per il fronte! Devi solo rispondere al telefono!-
-Lo so…ma mi mancherai lo stesso.-
-Allora vengo lì con te, va bene?-
-Sì! Ti amo tanto!-
-Anch’io ti amo, piccolo!-
A sentirsi chiamare a quel modo, per poco Rei non stramazzò al suolo per l’emozione. Ma non c’era tempo per gli svenimenti, perché il telefono continuava a suonare imperterrito. Con un sospirone e i lucciconi, Rei sollevò il ricevitore.
-CIAAAAAAAAAUZ!- strillò il beota dall’altra parte del filo.
-Chi parla?- sbuffò Rei, al quale già cominciavano a prudere le mani.
-Ma come, non mi riconosci? Sono Takao!-
-Che vuoi, ebete?- urlò Kei, dopo essersi appropriato della cornetta.
-Ah, ciao Kei! Ci sei anche tu! Beh, c’era da aspettarselo! Chissà cosa stavate combinando…eh eh eh!-
-Beh, stavamo per fare quello che credi tu, quindi ti renderai ben conto che sei di troppo! Riattacca e, se proprio ci tieni, richiama fra cent’anni!-
-Ma Kei…volevo chiedervi se…-
-A mò? Te l’ho già detto: ABBIAMO DA FARE!-
-Ah, va bene! Beh, ci si sente, allora!- salutò Takao.
Kei posò il ricevitore, e si girò verso Rei, ma quello era sparito. Preoccupato, si voltò in direzione del sofà, e lì lo vide, sdraiato in una posizione molto seducente.
-Maledetto cinese! Vuoi approfittare delle mie debolezze per portarmi a letto!-
-Ma cosa vai a pensare?!? Voglio solo che tu venga qui e ti faccia coccolare da me!-
In silenzio Kei raggiunse il compagno e si abbandonò alle sue cure: tornarono ad avvolgersi nella coperta e ripresero a sfogliare l’album fotografico, mentre Rei si stringeva contro il suo koibito.
-Anche questa foto qui non è niente male!- se ne uscì di colpo il cinesino.
Nell’immagine, Kei era seduto su una panchina, e si trovava intrappolato da Rei, che lo aveva inchiodato contro lo schienale, e si stava piegando in avanti per assaggiare il cono gelato che l’altro teneva in mano.
-Hai ragione…- ammise Kei.
-Ommioddio! Domani nevica! Mi hai dato ragione! Eh…in fondo lo sapevo che anche tu sei un romanticone…-
-Molto più di quello che credi…Sai, per me è stato molto difficile, questo periodo…Mi hai mostrato un lato di me che non conoscevo, mi hai cambiato, e più di una volta ho avuto paura, perché tutto quello che mi aveva sorretto finora stava scomparendo…però poi ho capito che sei tu il mio vero pilastro, che finché ti avrò accanto non avrò nulla da temere, perché sarai con me…-
Rei fu colpito da quelle parole così insicure. Aveva sempre creduto che fosse Kei la colonna portante, nella loro storia…quanto si sbagliava! Accanto a lui aveva un quattordicenne fragile e un pochino imbranato che, per non mostrare il suo vero io, si nascondeva dietro la facciata del duro, un adolescente affamato d’amore, che chiedeva disperatamente due braccia pronte ad accoglierlo quando si fosse sentito solo…provò una tenerezza infinita, guardando quegli occhi scarlatti smarriti e traboccanti d’affetto, tanto che non riuscì a resistere: abbracciò il ragazzo, se lo strinse al petto accarezzandogli delicatamente la schiena e lo cullò un po’ tra le sue braccia.
-Sarò sempre al tuo fianco, non temere! Ricordati che sarò sempre pronto ad ascoltarti e ad aiutarti, per te…sempre!- sussurrò.
Quelle parole fecero tornare in mente a Kei la notte in cui si erano baciati per la prima volta, dopo che si era confidato con l’amico riguardo a un incubo che non faceva che tormentarlo. Anche in quell’occasione Rei si era dimostrato disponibile nei suoi confronti, come sempre, del resto. E tutto era cominciato da quella loro particolare amicizia, quello stare accanto all’altro rispettando i suoi spazi e i suoi silenzi. Era un’amicizia diversa, meno “soffocante” di quella di Takao e Max, un sentimento che si era trasformato nel tempo, senza che nessuno dei due se ne rendesse conto, in un amore talmente profondo e forte da confonderli quasi. E ora era così legato a Rei che sentiva di non poter più fare a meno di lui.
Kei sospirò. Desiderava tantissimo comunicare al compagno tutto l’amore che provava per lui, ma come al solito lo frenava il suo carattere chiuso. Si vergognava ad esporsi così, si bloccava e si impappinava come una ragazzetta alla sua prima cotta.
Rei si accorse di quel sospiro sconsolato.
-Che ti prende? Qualcosa non va?- chiese.
-No…solo che mi sento scemo!-
-Perché?-
-Perché non riesco ad esprimere a parole quello che sto provando…è una sensazione bellissima…come…come un senso di totale appartenenza a te…-
-…-
-Dai, dillo!-
-Cosa, Kei?-
-Dillo, che sono scemo!-
-Non sei scemo! Sei…dolcissimo!-
-Ma va…io continuo a sentirmi scemo!-
-E invece non lo sei nemmeno un po’. Hai detto una cosa bellissima, poco fa! Non devi sentirti stupido per questo, perché ho apprezzato davvero tantissimo le tue parole.-
-Mi…mi fa piacere! ^///^-
-WAAAAAH! Sei troppo carino quando diventi rosso, Kei-chan!-
-Smettila! Non sono diventato rosso!-
-Sì, invece!-
I due ragazzi iniziarono così a lottare, aggrovigliandosi ancora di più nelle coperte e scombinando tutti i cuscini del divano. La schermaglia andò avanti per dieci minuti abbondanti, finché non si sentì un tonfo e un gran rumore di piatti rotti. Immediatamente i blader emersero da quell’intrico disordinato, con un’aria piuttosto preoccupata. Durante la loro zuffa avevano accidentalmente urtato il tavolino sul quale Kei aveva posato le tazze col latte, delle quali si erano in seguito completamente dimenticati.
-Merda!- esclamò Rei.
-Porca vacca! Abbiamo fatto un gran casino! Aspettami qui, vado a prendere uno straccio e pulisco!-
-No, lascia! Faccio io!-
-Rei, zitto, buono e mosche! Ho detto che lo faccio io!-
-Ma uffa! Perché non lo facciamo insieme?-
-No.-
-Ma voglio aiutarti!-
-Ti stancheresti per niente, e io invece ti voglio bello pimpante per dopo…tu mi capisci, vero?-
-Beh…visto che insisti tanto…-
Detto fatto, Kei si avviò verso la cucina, tornando poco più tardi con un bello straccio giallo canarino in mano. Quindi si chinò sul luogo del disastro e, carponi, prese a pulire il pavimento. Naturalmente Rei non si perse nemmeno una mossa del compagno anche perché questo era messo in una tale posizione che il bel cinesino poteva godersi l’ottima “visuale”.
-Kei…-
-Hn?-
-Ma lo sai che hai proprio un gran bel sedere?-
-EH? Ma cosa hai bevuto? Birra? Vino? Whisky?-
-Perché? Io volevo solo farti un complimento! E poi non è mica colpa mia se è vero!-
-‘Mbè! Il mio sedere non è affar tuo! Sai, quando fai certi apprezzamenti mi ricordi in maniera impressionante quel dannato yankee di Max!-
-Tsk! Non paragonarmi a lui, sai? Guarda che io sono molto meglio!-
-Non nutro dubbi, pucci!-
Insomma, tempo tre secondi e quei due arrapati ricominciarono a rotolarsi sul tappeto, almeno finché Kei non se ne uscì con una osservazione alquanto fuori luogo.
-Rei…ma non stiamo perdendo il controllo della situazione? Per fortuna avevamo programmato di rimanercene tutta la sera sul divano a guardare fotografie!-
-Uffa! Ho capito…niente rotolamenti, sigh! Almeno le coccole, però…-
-Ok, quelle te le concedo!-
Insomma, per la settecentesima volta nell’arco di quella serata tornarono a sedersi sul sofà armati di album fotografico.
-Ah, quanto è pucci questa foto!- sospirò Rei: nello scatto, lui stava avvolgendo attorno al collo di Kei una sciarpa di lana bianca.
-Hn…un’altra delle “opere d’arte” di Chang!-
In realtà, quella foto gli piaceva da matti. Subito si ricordò ciò che era accaduto.
L’allegra brigata, viaggiando, si era ritrovata in un paesetto di montagna, dove faceva parecchio freddo. La sera del loro arrivo erano usciti tutti insieme, ma Kei aveva dimenticato in albergo la sciarpa, e siccome Rei non voleva che il ragazzo si ammalasse, gli aveva prestato la sua, ottenendo in cambio di poter dormire assieme a lui, quella notte (Tutte scuse! La verità è che quei due porcelloni avevano voglia di “rotolarsi” allegramente! NdSelphie). Morale della favola: Chang era dovuto andare a dormire in bagno, per evitare di assistere a certi spettacoli molto poco ortodossi!
-Sai, Rei…nonostante tutto la nostra vacanza non è stata poi così male!-
-Davvero? Vuoi dire che ne faresti un’altra?-
-Anche subito!-
Un dolcissimo sorriso si dipinse sul volto di Rei, che chiuse gli occhi e si accoccolò contro il torace del suo ragazzo.
-Mi è venuto sonno…-
-Ma non sei tu quello che fino a cinque secondi fa era in vena di rotolamenti?-
-Sì, ma…si sta così bene qui, al calduccio…-
-Allora buonanotte, micino. Fai sogni d’oro.-
-Bacio!-
E il bacio arrivò puntuale, passionale e travolgente come sempre. Fecero appena in tempo a separarsi, che Rei crollò addormentato, il viso rilassato, illuminato da un’espressione di felicità assoluta.
“Quanto è carino mentre dorme…come un angelo…in fondo sono fortunato: sto tenendo tra le braccia la più splendente creatura celeste che sia mai esistita, e ho la certezza che è solo mia, che non volerà mai via da me, perché non può librarsi nell’etere senza di me…”
E su questo pensiero, anche se un po’ presuntuoso, anche Kei si lasciò avvolgere dalle braccia protettive di Morfeo.


Fine (forse)

P.S= Beh…per fortuna che “Il sogno di Kei” doveva essere una one-shot! Comunque non è una vera e propria storia a capitoli, più che altro si tratta di una raccolta di fic! Perciò, quando mi verrà l’ispirazione, aggiungerò un nuovo raccontino a questa miniserie, visto che tra l’altro pare abbia riscosso parecchio successo! In ogni caso non disperate! Sono sempre all’opera, visto che non riesco a resistere per più di due settimane senza scrivere una Kei x Rei, e mi vengono nuove idee in continuazione…come sono perfida!
Ora vi lascio, volo a scrivere una nuova Kei x Rei!
Selphie, the Angel of Darkness

  
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