Poi disse che
ero
noiosa.
Beh, no, non me lo disse.
Ma lo disse.
Che ero noiosa, assillante, brutta e senza futuro.
Che una donna
come me
non poteva stare al suo fianco, che dovevo sparire e dimenticarlo per
sempre.
No, non disse nemmeno questo.
Ma lo disse.
Così sbatté la porta senza sbatterla,
fuggì senza fuggire e mi disse addio
senza parlare.
Mi avevano
lasciato
tutti con la stessa scusa, che noia, che umiliazione.
E così mi aveva ingannata anche lui, mi aveva amata senza
amarmi, mi aveva apprezzata
senza apprezzarmi, mi aveva guardata senza occhi.
Un addio inconsistente.
Senza sentimento, senza niente.
Così
mi riscossi
dall’umiliazione.
E mi feci un altro
amico immaginario.