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Autore: roxy_xyz    12/07/2012    5 recensioni
|Alastor Moody/Minerva McGranitt|
Partendo dalla canzone dei All American Rejects, The Poison, narro l'inizio di un'amicizia, quando ancora Minerva era un'insegnante alle prime armi e Alastor uno dei tanti alunni a Hogwarts.
Prima che la Guerra distruggesse tutto, portandosi via anche l'Auror più forte
[Questa oneshot partecipa al "Almost Alice" contest indetto da Only_]
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alastor Moody, Minerva McGranitt
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Nick Autore: roxy_xyz
Titolo: Never alone
Canzone scelta: The Poison- All American Rejects
Eventuale pairing bonus: Alastor Mood/Minerva McGranitt
Pairing: Alastor Mood/Minerva McGranitt
Personaggi: Alastor Moody, Minerva McGranitt
Genere: One shot, Missing Moments
Rating: Verde
Avvertimenti: Oneshot
Introduzione: Nella prima parte, ho deciso di narrare l’incontro tra Alastor e Minerva e dato che sul primo si sa poco e niente (età e altro), ho deciso di prendermi alcune licenze poetiche. Sappiamo che Minerva è del 1925 ed è coetanea di Voldemort, quindi è più grande di Malocchio. Nella mia fiction lei ha preso da poco la cattedra di insegnante e nella mia mente malata, ho pensato che non fosse così impossibile dato che Voldemort andò a chiedere lo stesso a Silente. Nella parte finale, si torna all’ultimo anno, ai Doni della Morte.
NdA: Non sono impazzita, so bene che la scelta del furetto è azzardata e che non è Alastor a trasformare Draco nell’animale, ma Crouch Jr., ma riecco i miei film mentali: Crouch rinchiude Alastor e lo usa per la Pozione Polisucco e ho pensato che avesse studiato il vecchio Auror, che avesse fatto una bella visitina ai suoi ricordi e che quindi, dato che si doveva comportare come lui per non destare sospetti, la trasformazione in furetto avesse un senso.
Infine le ultime battute sono brevi e coincise perché ascoltando la canzone e gli ultimi versi, quel ritmo veloce sembra incitare Minerva e suggerirle a non arrendersi e lei si prepara a combattere. Fine Film. Buona lettura.



Never alone

Era seduta sui gradoni del campo da Quidditch con lo sguardo rivolto in alto, verso il punto in cui i giocatori stavano sfrecciando, eppure la sua mente era altrove, persa in chissà quali pensieri. La sua attenzione non era rivolta al Boccino che si agitava a pochi metri da lei, bensì a qualcosa di completamente diverso. Minerva McGranitt aveva da poco assunto il ruolo di insegnante e nessuno poteva comprendere o immaginare la paura che l’attanagliava tutte le volte al suo ingresso in aula. Erano così giovani, o meglio lei lo era. Come poteva pretendere che un ragazzino del settimo anno le mostrasse rispetto se neanche lei si sentiva all’altezza di quel compito?
Silente era stato perentorio con lei, intuendo quanto fosse spaventata ed eccitata allo stesso tempo. Le ripeteva che era solo questione di tempo, ne era certo: lei sarebbe stata un’ottima insegnante.
Sì, ma quando? Quanto ancora avrebbe dovuto sopportare quei toni sorpresi da parte degli stessi colleghi?

“I’m alone on the journey,
I’m alive nonetheless”

Stringere i denti: era questo che si ripeteva in testa e, prima o poi anche lei avrebbe acquisito sicurezza; ogni cosa sarebbe andata nel verso giusto, le nausee sarebbero passate e avrebbe ripreso a mangiare come prima. Quanto odiava quei condizionali nella sua vita! La infastidivano, la irritavano, troppo abituata ai tempi della scuola in cui tutto era più semplice, quando ancora bisognava studiare per la lezione dell’indomani e non prepararla.
Fu presa dalla voglia di Trasfigurarsi per sempre, restare un gatto e vivere nell’ozio. Raggomitolata su una poltrona, sarebbe stata coccolata persino da quegli odiosi allievi che passavano il tempo a sminuirla.
Vide il Boccino proprio di fronte a sé e, senza pensarci due volte, allungò la mano catturandolo.
Si maledì da sola per le sue vecchie abitudini. “Ottima mossa, Minerva,” si ritrovò a pensare, “in questo modo, ti odieranno ancora di più!”
Scesi i gradoni, si era avvicinata al Cercatore di Tassorosso. “Scusate. La mia mano si è mossa da sola.”
“Certo, come no! Grazie tanto per aver rovinato la partita di allenamento… Professoressa.” Aveva calcato l’appellativo e Minerva fu tentata di scagliare un Bolide in modo da cancellargli quel sorrisetto da stupido.
Ritornò al suo posto con l’umore peggiorato, ricredendosi su quanto potesse ancora umiliarsi con le sue stesse mani.
“Avrebbe dovuto dire loro qualcosa, non sono stati educati con lei,” aveva detto una voce alla sua sinistra.
Alastor Moody, Grifondoro del quarto anno, sembrava studiarla con quel suo sguardo indagatore. Era uno degli alunni più insoliti, se poteva definirlo in quel modo. Chiuso e sveglio anche fin troppo. Passava le giornate a leggere i libri e a osservare il comportamento dei compagni di Casa e non, evitando come la peste le ragazze e il Quidditch. Si chiese come mai si trovasse proprio lì, visto l’odio infondato per quello sport.
“Sono superiore io! Non mi abbasso mica al loro livello,” aveva replicato con finta sufficienza, trovando poca convinzione anche nella sua stessa voce.
“Non si tratta di quello, ma solo di mostrare chi comanda.”
Minerva aveva chiuso di scatto il libro, infastidita da quei consigli gratuiti e non richiesti. “ Pensi per sé, signor Moody!”
Ciò che la sorprese fu sentire la sua risata. Era strana, era sincera. “Ecco, così si fa!”

*

Da quel giorno, aveva capito lui e i suoi modi di fare, scoprendo qualcosa che non avrebbe mai creduto di poter trovare. Un complice. Un’opportunità per rendere le giornate meno odiose e deprimenti. Era iniziata così, senza che se ne rendessero conto: un’amicizia che nemmeno Silente avrebbe immaginato. Lei così insicura e bella, lui così testardo e cinico.

*

“Un mulo! Provi a trasfigurarlo in quello, poiché mi sembra così oggi. Non mi ascolta, eppure ha le orecchie al posto giusto.” Era in piedi con le mani sui fianchi e gli stava rivolgendo uno sguardo furente, dato che per più di un’ora gli aveva ripetuto cosa fare e lui sembrava non prestarle un minimo di attenzione.
“Oh, ma stia un po’ in silenzio! Ora ce la faccio.”
“Disse colui che si trovava a fissare dell’erba da sessantacinque minuti, quaranta secondi, quarantuno, quarantadue…”
“Per favore!”
“Altrimenti cosa fa, signor Moody?”
Negli occhi di Alastor si era accesa una luce maliziosa. Amava le sfide, ma soprattutto stupirla e farle vedere quanto fosse bravo e portato negli incantesimi. “Be’, potrei trasfigurare lei e non quel sasso!”
La luce divenne anche più intensa quando Minerva sbuffò sonoramente, rivelandogli il suo scetticismo.
Verto Mustela!”Aveva fatto roteare la bacchetta, puntandola poi sul viso di Minerva che si trasformò sotto i suoi occhi in un bel furetto bianco. Anche in quelle vesti, sembrava avere il broncio e Alastor immaginò la sua collera; non solo era riuscito nell’incantesimo, ma l’aveva addirittura usato su di lei. Quando questa cominciò a soffiare, non poté evitare di ridere e di godersi la scena.
Solo quando l’animale cominciò a mordergli i pantaloni, capì che si era divertito abbastanza.
“Finite incantatem.”
“Lei… lei, come ha osato! Sono un’insegnante… in un furetto poi! Io!” Camminava avanti e indietro, puntando l’indice verso Alastor che, invece sorrideva soddisfatto.
“Oh so benissimo chi è lei e dovrebbe essere fiero del suo alunno. Non vede come ci sono riuscito grazie alle sue lunghe, snervanti e petulanti ripetizioni?”
“Potrei farla espellere…”
“Potrebbe, ma non lo farà.”
“E perché?” aveva domandato la donna, inarcando il sopracciglio. Era proprio curiosa di sentire la risposta.
“Perché senza di me non si diverte.”
E Minerva sapeva, in cuor suo, quanto Alastor avesse ragione.


*


Cara Minerva,
Harry è al sicuro con noi, ma nulla di quello che avevamo progettato è andato bene.
Sapevano, non so come o chi ci ha traditi, ma sapevano. È successo tutto così in fretta che stento persino a ricordare ogni singolo passaggio, rammento solo l’espressione di Molly quando sono arrivato alla Tana. I ragazzi stanno bene, solo George ha riportato una ferita, all’orecchio, inflitta a quanto pare dal nostro illustre Preside, ma è salvo e per fortuna non ha perso il suo umorismo, anche se non ci è rimasto molto per cui sorridere.
So che tu credi ancora a Silente e non riesci ad accettare che Severus l’abbia fatto veramente, ma ho visto troppe morti. Troppe, Minerva.
E ora anche lui se n’è andato.
Non ce la faccio, non riesco nemmeno a pronunciare il suo nome. Uno a uno. In quanti siamo rimasti del vecchio Ordine? Eppure, Alastor è il più forte… era.
A volte, vorrei chiudere gli occhi e trovarli tutti al mio risveglio, riuniti come un tempo.
Scusa per questa lettera, ma non riesco ad accettare la morte di un altro compagno, non la sua.
Mi raccomando, sii forte e non ostacolare Severus, pensa solo a proteggere i ragazzi, ma anche te stessa.
Con affetto,
Arthur.”



Quante volte aveva letto quella dannata lettera? Quante volte aveva cercato di trovare un altro significato alle parole di Arthur? Niente avrebbe cambiato la realtà, nessun incantesimo lo avrebbe riportato indietro.

“So you fall down a hole,
that the one place where we both know”

Seduta su quei gradoni, osserva ancora una volta il Boccino scappare dalle grinfie del Cercatore. Non c’è nessuno alla sua sinistra. È sola come un tempo.

“Go on and keep you head with the hearts
that you left behind”

Le basta chiudere gli occhi per sentire la sua voce, ma sa già cosa fare.
I ragazzi, i suoi allievi e Hogwarts, la sua casa. Deve proteggerli, deve essere forte… anche per lui.

   
 
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