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Autore: NiNieL82    13/07/2012    4 recensioni
Quando tutto ebbe inizio Esmeralda, figlia di Ponto, era una bambina che veniva angustiata dalla sua bellissima sorella maggiore, Angelica. Attaccatissima a suo zio Bilbo, Esmeralda, crebbe ascoltando storie di Elfi e giocando con il suo migliore amico, Pipino Tuc, suo coetaneo, sopravvivendo alle angherie di Merry, segretamente innamorato di Angelica e cercando di nascondere al meglio il suo amore per il giovane Frodo.
Tutto questo almeno fino alla festa di compleanno di Bilbo e Frodo. Da lì una serie di eventi più o meno voluti travolgerà la vita di Esmeralda e di molte delle persone che le stanno vicino. Tutti saranno costretti a crescere e a cambiare e non solo per il lento passare del tempo. Quali segni lascerà la Guerra dell'Anello nei cuori di tutti le persone che Esmeralda ama?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10. Nella casa di Baccador e Tom Bombadil


Merry camminava avanti e indietro davanti alla porta chiusa della camera di Esmeralda. Come aveva potuto essere così stupido e non rendersi conto di quello che stava succedendo? Come aveva potuto permettere che Frodo prendesse una decisione tanto azzardata e decidesse che anche lei si unisse alla loro compagnia?

Forse, quella sera, quella prima della partenza, davanti al fuoco della casa di Frodo a Crifosso, tutto sembrava semplice, normale e avevano perfino dimenticato l'esistenza dei Cavalieri Neri, almeno mentre cantavano le vecchie filastrocche di Bilbo.

In quel momento, però, tutta la pericolosità di quel viaggio sembrava quasi essere calata sulle loro spalle. Non si parlava di Cavalieri neri, stavolta. Il ricordo di quella maledetta foresta gli faceva ancora gelare il sangue nelle vene. E gli faceva chiedere come non era riuscito a sentire che la prima che era stata rapita da quell'albero parlante e dall'animo nero.


Non poteva sopportare ancora. Il suo corpo stava cedendo. Se non avesse finito immediatamente, le cose sarebbero sicuramente precipitate.

Piccolo stupido. Credi davvero che l'Oscuro Signore avrebbe permesso ad un piccolo Hobbit di tenere per se l'Anello del Potere? È proprio vero Gandalf. L'erba pipa dei Mezzuomini ti ha annebbiato il cervello!”

Un'ennesima fitta di dolore percorse da capo a piedi il corpo del vecchio Istaro che stringendo i denti, sollevò lo sguardo e guardò Saruman. Lo sguardo dello stregone grigio era pieno di sfida e di odio, cosa che non sfuggì all'Istaro bianco che, quasi per punirlo per la troppa insolenza, usò di nuovo la magia per infliggere una nuova tortura al vecchio amico.

Di nuovo il grido di Gandalf riecheggiò dalla cima della torre di Isengard, mentre ai suoi piedi gli orchi deturpavano il giardino una volta rigoglioso della vecchia torre numenoreana, scavando cunicoli che sembravano raggiungere le viscere stesse della Terra di Mezzo.

Gandalf cadde con il viso per terra. Se solo avesse avuto ancora il suo bastone le cose sarebbero cambiate. Almeno avrebbero lottato in parità.

Dov'è diretto l'Hobbit?”

Gandalf non rispose cosa che fece alterare Saruman che gridò:

Ti ho chiesto dove è diretto l'Hobbit?”

Gli occhi di Gandalf vennero percorsi da un guizzo che Saruman non poté vedere. Se Saruman gli chiedeva dove fosse Frodo voleva dire che non lo aveva ancora rintracciato e che i Cavalieri Neri non lo avevano fatto prigioniero. Sorrise divertito, cosa che lasciò stupito Saruman che aggrottando la fronte, chiese:

Stai forse impazzendo, amico?”

Gandalf si sollevò appena e cominciò a ridere. Saruman indietreggiò spaventato e sorpreso assieme della reazione di Gandalf, impietrito dal fatto che lo stregone grigio avesse ancora la forza di ridere. Prendendo la palla al balzo si sollevò a fatica e guardando Saruman negli occhi, ignorando il suo corpo che gridava per il dolore provocatogli dalla tortura, disse con calma, con una punta di ironia volontariamente malcelata:

Come ti ho già detto, amico, colui che rompe un oggetto per scoprire cos'è, ha abbandonato il sentiero della saggezza. E tu non solo hai abbandonato la saggezza, ma sei diventato schiavo della tua stessa follia...” e senza nemmeno pensarci si avventò su Saruman, sapendo di non aver nessuna possibilità, ma che con quella mossa avrebbe preso di sorpresa lo Stregone Bianco.

Ai piedi della torre, tra gli insulti, i colpi di frusta e i borbotti degli orchi che lavoravano meticolosamente, l'urlo di sorpresa di Saruman riecheggiò per qualche secondo. Ci vollero pochi istanti perché l'urlo di dolore di Gandalf sovrastò ogni rumore.

Ma nessuno ci fece caso.


Esmeralda venne scossa da una fitta fortissima.

Era Gandalf quello che aveva visto, non c'erano dubbi. E aveva provato parte del suo stesso dolore. Questo significava solo una cosa. Stava impazzendo. Sognare e sentire il dolore provato da altri significava che il suo cervello non stava più connettendo. Oppure...

Ricordava poco di quello che era successo, quando? Il giorno prima? Una settimana prima? Un anno prima? Oddio! Stava perdendo anche il conto del tempo...

Esmeralda sapeva solo una cosa. Un albero l'aveva rapita, nel vero senso della parola e l'aveva intrappolata al suo interno. E quando questo era successo lei non aveva retto ed era svenuta.

Da allora di una cosa era sicura. I suoi sogni erano stati tormentati e non era riuscita ad aprire gli occhi.

Svegliati, piccola Hobbit dal cuore forte” mormorò una voce lontana ma piena di tutta la gentilezza e la dolcezza che Esmeralda aveva sentito solo da sua madre.

-Non ci riesco!- pensò Esmeralda cercando di aprire gli occhi ma sentendoli pesanti.

Devi riuscirci. Non è bene che un Hobbit abbia un potere come il tuo”

-Potere? Io non ho nessun potere!- replicò Esmeralda a quella voce che riempiva il buio della sua testa.

Tu hai un potere, mia cara giovane Hobbit, ma non so come lo hai acquistato. E mi spaventa, perché ha già cominciato...”

La voce dolce si velò di una leggere nota di preoccupazione, cosa che non sfuggì ad Esmeralda che preoccupata chiese:

-Cosa sta cominciando?-

Non sono sicura... Ma vedo il tuo cuore. Ed è provato!”

-Da cosa?- domandò quasi disperata Esmeralda.

Da tutto quello che sta succedendo. E soprattutto da questo collegamento con Gandalf. Collegamento che io non mi spiego...”

-Cosa può succedere? Ti prego! Dimmelo!- implorò Esmeralda che per la paura sentiva il cuore battere talmente forte da sentirne anche la eco nelle orecchie.

Ti stai consumando. Questo contatto ti sta consumando l'anima, piccola Hobbit...”

-Con... Consumando l'anima... No! Non è possibile. Dei sogni non possono consumarmi l'anima...- cercò di tranquillizzarsi Esmeralda ma la voce risuonò nell'oscurità, dolce e al contempo spaventosamente minacciosa:

Quelli che fai tu non sono sogni, mia dolce Esmeralda... Sono visioni. E quello che hai visto, sta davvero accadendo!”

-Allora Gandalf è in pericolo!- replicò sempre più spaventata Esmeralda.

Svegliati!”

-Spiegami ti prego!- implorò ancora Esmeralda.

Svegliati. E ti darò tutte le risposte. O almeno quello che so!”

-Dammele ora!-replicò stizzita Esmeralda ma la voce dolce ordinò ancora:

Svegliati!”

-Aspetta!-gridò nel buio di quel limbo senza vie d'uscita Esmeralda, ma senza essere ascoltata.

Svegliati!”

E come se qualche cosa la afferrasse per l'ombelico, Esmeralda si sentì strappare da quell'oscurità. Gli occhi divennero leggeri e poté di nuovo spalancarli. Respirò forte e i polmoni vennero invasi da una dolorosa sorsata di aria fresca che le perforò il petto con un dolore lancinante.

Si mise a sedere, respirando ancora affannosamente. Fu allora che gridò:

Gandalf!”


Frodo si avvicinò a Merry con passo lento, tenendo le mani nelle tasche.

Non sapeva spiegarsi quello che aveva spinto Merry a passare quasi un intera giornata davanti alla porta chiusa di Esmeralda, ma sapeva che, come lui, anche Merry si sentiva responsabile di quello che era successo alla loro giovane cugina. Anche se, nel concorso delle colpe, Frodo sapeva di essere quello che aveva la responsabilità più grande.

Come sta?” chiese quando fu abbastanza vicino.

Merry si voltò, quasi sorpreso di vederlo. Poi sorrise e rispose:

La moglie di Tom è dentro da ore ormai e ancora non è uscita da là dentro. Ci ha detto solo di non preoccuparci quando ci ha visti sulla porta prima di entrare!”

Ci ha detto?” chiese Frodo curioso, dal momento che in quel momento non c'era nessuno con Merry.

Si. A me e a Pipino!”rispose Merry serio passando una mano sui ricci biondi e un po' ribelli.

Frodo sospirò e si poggiò al muro. Quel viaggio era al di fuori della sua portata e di tutte le persone che aveva coinvolto: da Sam, che non aveva mai messo il naso fuori dalla Contea; a Merry che doveva stare a casa a cercare moglie, come voleva tutta la famiglia Brandibuck; a Pipino che era poco più che un giovane con ancora tante cose da imparare. E poi c'era Esmeralda. La piccola Esmeralda che lo aveva seguito perché Bilbo le aveva raccontato troppe storie di avventure e affini.

E tutti stavano pagando un prezzo troppo alto.

Sospirò e poggiò una mano sulla spalla di Merry e disse:

Se ieri non ci fosse stato Sam ad aiutarci... E Tom con lui... Non credo che nessuno di noi sarebbe qua a quest'ora!”

Merry guardò Frodo senza dire nulla. Era sconvolto quanto lui da quello che era successo alla piccola Esmeralda e lo si vedeva da come teneva stretti i pugni e dal fatto che non si fosse mai staccato dalla porta della camera dove stava sua cugina da quando erano arrivati. Stava per dirgli qualche cosa per tranquillizzarlo, quando un grido fortissimo riempì la stanza.

Entrambi si voltarono spaventati e assieme dissero:

Esmeralda!”


Esmeralda stava seduta sul letto, con le mani che stringevano strette le coperte. Il cuore le batteva forte e il suo petto si sollevava e si abbassava così velocemente che la giovane si meravigliò di non essere appena rientrata da una corsa, invece di essersi appena svegliata da un incubo.

Si guardò intorno spaurita. L'ultima cosa che ricordava era che un albero l'aveva fatta prigioniera e che, nonostante avesse lottato, aveva dovuto cedere ad una forza scura, una forza racchiusa dentro lo stesso albero.

Vedo che ti sei svegliata. Bene!” disse qualcuno, una donna per essere precisi, che stava al fianco del letto e che Esmeralda ancora non aveva visto.

Si voltò di scatto e vide una donna bellissima, sicuramente di natura elfica. Aveva un lunghissimo vestito verde scuro, con una cinta dorata alla vita. I lunghi capelli erano raccolti in una treccia e gli occhi azzurri, che la stavano osservando amorevoli, erano profondi e miti.

Voi siete... Siete un elfo è così?”mormorò con rispetto e circospezione Esmeralda.

La donna sorrise e rispose dolcemente:

Io sono Baccador la moglie di Tom Bombadil, padrone e signore di questa foresta?”

Esmeralda aggrottò la fronte e domandò:

Scusi signora, ma non ricordo nessuno con un nome simile. A dire il vero l'unica cosa che ricordo è che un albero ci stava per divorare. E poi nient'altro...”

Baccador sorrise e replicò sempre con la solita dolcezza:

E ricordi bene, mia piccola amica. Tom vi ha salvati da quell'albero oscuro e tu non ti sei ripresa fino a questa sera...”

Ripresa?” chiese Esmeralda confusa.

Ricordava davvero poco di quello che era successo dopo che l'albero l'aveva inghiottita e ora che trovava qualcuno che le poteva dare qualche risposta era davvero intenzionata a non lasciarsela scappare.

Baccador sorrise e rispose:

Sei stata nelle mani dell'oscurità per un giorno intero...”

Esmeralda rimase con la bocca e gli occhi spalancati per la sorpresa: aveva dormito per un giorno intero? Quello si che era strano! Non le era mai successo in tutta la sua vita.

Baccador sorrise e domandò:

Non vuoi sapere come stanno i tuoi amici?”

Alla parola amici sentì il cuore andargli in gola e gridò:

Gandalf!”


Merry e Frodo entrarono nella stanza con i visi pallidi e gli occhi colmi di paura.

Si erano preparati al peggio ma quando videro Esmeralda che stava seduta sul letto un sorriso illuminò il viso di entrambi e Merry, correndo verso il letto della sua amica, disse:

Che paura che ci hai fatto prendere!”

Esmeralda accolse l'abbraccio di Merry con gioia e una strana e piacevole sensazione la pervase. Per tutto il viaggio, prima dell'incidente, il giovane hobbit non le aveva mai rivolto la parola e sapere che nonostante quella piccola parentesi nulla era cambiato la rendeva davvero felice.

Meriadoc sto bene. Rischi tu di farmi male se non la smetti di stringermi così forte!”

Merry però sembrava non interessarsi alle lamentele dell'amica e stringendola più forte rispose:

Smettila, piccola arrogante di una Baggins. Ci hai fatto prendere a tutti un bello spavento!”

Esmeralda sorrise e replicò:

Era tutto programmato. Sapevo dell'albero e avevo proprio intenzione di farmi mangiare per vedere chi era l'hobbit più coraggioso che mi avrebbe salvata. Ma a quanto ho visto vi siete fatti prendere anche voi...” e sorrise guardando la faccia contrariata di Merry.

Fu in quel momento che si rese conto che nella stanza c'era anche Frodo. Prima, quando stava entrando, Merry si era catapultato sul letto ed Esmeralda aveva visto che era entrato qualche altro hobbit con lui ma non era riuscita a distinguere chi fosse.

In quel momento, guardando gli occhi azzurri del cugino, il cuore le mancò un battito. Era lui, stava bene e le sorrideva, senza la minima traccia di risentimento o di rabbia nei suoi confronti. Al contrario sembrava davvero felice nonostante un velo malinconico le oscurasse gli occhi. Esmeralda lo sapeva. Frodo si sentiva in colpa per quello che era successo e per averla portata con sé in quel viaggio folle.

Frodo!” mormorò quel tanto che bastava al fine che anche il cugino, non molto distante, la sentisse.

Frodo sorrise e Merry, vedendo gli occhi di Esmeralda illuminarsi mentre guardava Frodo si sentì quasi in imbarazzo e un po' della ritrosia del giorno prima riaffiorò. Che Grassotto avesse ragione? Che Esmeralda fosse davvero innamorata di Frodo?

Scese dal letto e mise le mani nelle tasche dei pantaloni, schiarendosi la gola con un piccolo colpo di tosse. In quel momento, dalla prima volta da quando era entrato nella stanza, si sentiva quasi di troppo, come se tutto il tempo che aveva aspettato da solo davanti alla porta di Esmeralda, sperando che si svegliasse da quel sonno malvagio non valesse a nulla. Frodo aveva preso la scena, come era da immaginarsi ed Esmeralda non aveva occhi che per lui in quel momento.

Non ascoltò altro. Uscì con la schiena china e le mani in tasca. Non capiva perché, ma in quel momento si sentiva dannatamente triste.


Esmeralda non si rese conto subito che il cugino aveva lasciato la stanza. Al contrario aveva parlato con Frodo per tutto il tempo, senza rendersi conto d'altro e solo quando anche Baccador aveva annunciato di dover lasciare la stanza, si era resa accorta dell'assenza di Merry.

Non ebbe il tempo di parlare veramente con nessuno una volta rimessa. Le domande di Sam e di Pipino erano insistenti e quasi insopportabili, specialmente quando cominciavano a farle quasi in sincrono.

Ma c'era una cosa che lasciava Esmeralda quasi attonita. Il ricordo di qualche cosa, ancora confuso nella sua testa. Una sorta di monito per il futuro, riguardo qualche cosa che aveva sognato e che riguardava Gandalf. Sapeva che lo stregone, nel suo sogno, era in pericolo. Ma il fatto che fosse davvero solo un sogno di cui ricordava poco, lasciava tranquilla la giovane hobbit, che cominciò a vivere la sua vita che sembrava quasi fosse finita in un sogno. Difatti la casa di Tome Baccador era davvero immersa in un'atmosfera strana, magica e per nulla pericolosa. Tutti erano come trasformati, tranquilli e sereni.

Frodo, Sam e gli altri passavano molto del loro tempo con Tom che raccontava loro storie e cantava canzoni che, qualche volta, Esmeralda ascoltava incantata. Almeno quando non doveva aiutare Baccador. Infatti tra le due, uniche donne della casa nel mezzo della Vecchia Foresta, si era creata una grande alchimia, una sorta di amicizia che le rendeva quasi complici.

Baccador era una donna di una bellezza unica. Esmeralda più volte si era scoperta a fissarla con meraviglia, chiedendosi se quella creatura che stava davanti a lei fosse una donna, un elfo o un essere superiore, di quelli che stanno nei vecchi racconti degli elfi che Bilbo amava tanto raccontare a lei e a Frodo quando ancora era una bambina.

Nonostante questo Baccador non diede nessuna risposta sulla sua vera natura, nemmeno quando furono i quattro ragazzi hobbit a chiederlo. Lei era la moglie di Tom. Niente di più.

Nonostante questo, però, Esmeralda sentiva una sorta di disagio quando sentiva la vice dolce di Baccador, qualcosa che la innervosiva e che la faceva sentire, inconsciamente in pericolo.

Qualcosa che non sapeva dire cosa fosse, ma che alle volte la prendeva allo stomaco e la faceva sentire come sul ciglio di un baratro.


Accadde una mattina che Esmeralda capì il perché di tutto quel disagio che la prendeva alla bocca dello stomaco e la faceva sentire in pericolo.

Stava sistemando le camere assieme a Baccador. Stranamente, a differenza di quando era a Hobbiville quando era costretta di occuparsi di tutto da sola, incluso di suo padre e della sua ingombrante malattia, Esmeralda si stava divertendo. In quella casa, in quello speciale angolo di foresta era come se il mondo fosse impregnato di magia. Baccador, con la sua aura luminosa riusciva a risplendere in tutto quello che faceva e lo faceva con una delicatezza tale che sembrava davvero un essere di un mondo lontano.

L'ora del pranzo di stava avvicinando e Baccador si mise a cantare un canzone. Esmeralda non ne capiva le parole, ma la voce della donna aveva un suono davvero melodioso che a qualsiasi orecchio sarebbe sembrata una lieta melodia. Esmeralda l'ascoltò, ma d'improvviso il suo cuore manco un battito.

E una frase le tornò alla memoria:

Non è bene che un Hobbit abbia un potere come il tuo...

La pelle le si accapponò e la schiena venne attraversata da un brivido mentre una seconda frase, come se qualcuno la stesse dicendo in quel momento nonostante ci fossero solo due persone nella sala.

Tu hai un potere, mia cara giovane Hobbit, ma non so come lo hai acquistato. E mi spaventa, perché ha già cominciato...

Esmeralda sentì il sangue gelarsi. Sapeva quando erano state dette quelle parole. E sapeva di chi era quella voce mentre il terzo monito, quello più terribile le ritornò alla memoria.

Ti stai consumando. Questo contatto ti sta consumando l'anima, piccola Hobbit...

Esmeralda si voltò e guardò Baccador negli occhi. Si sentiva persa e per un istante voleva far del male a quel viso tranquillo.

E sussurrò:

Eravate voi, allora!”

Baccador si voltò e il suo volto non perse l'aura luminosa che l'aveva caratterizzato fino a quel momento.

A cosa?” chiese con delicatezza.

Esmeralda si avvicinò e rispose:

Voi sapete cosa mi sta succedendo. Sapete che vedo Gandalf in sogno e sapete che percepisco quando lui è in pericolo...”

Baccador non rispose subito, ma il suo sorriso, per un attimo scomparve dal suo volto. Si avvicinò alla giovane hobbit e sospirando disse:

So del tuo collegamento con Gandalf. So che tu vedi dei fatti riguardanti la vita dello Stregone Grigio, nonostante questo non so se quello che vedi è successo nel presente, nel passato.... O se si deve ancora verificare!”

Esmeralda guardò Baccador a lungo. Sentiva lo strano malessere che era rimasto sopito in lei crescere di minuto in minuto.

Voi mi avete detto che mi sto consumando!”

Baccador sospirò e rispose solo muovendo la testa.

Esmeralda sentì le gambe cedere e poggiandosi al tavolo che stava vicino a lei domandò ancora:

Questo significa che morirò?”

Baccador annuì di nuovo e aggiunse:

Non subito. La tua anima si sta consumando e tu potresti risentirne tra qualche tempo... Entrambe però sappiamo che questo non è un viaggio semplice e ti porterà molto lontano dalla Contea e da questa foresta... Ecco perché quando eri svenuta e ho percepito questo potere straordinario e inusuale in un Hobbit mi sono stupita. Ma al tempo stesso spaventata. Questo potere è grande, ma anche rischioso. Devi controllare la tua mente. Cercare di liberarla prima di andare a dormire, non pensare a nulla, cullarti solo nell'oblio...”

E se non dovesse succedere? Come farò a controllare la mia mente? Non sono un elfo o uno stregone. Non posso riuscire a controllare un potere che non sapevo nemmeno di avere!”

Baccador si avvicinò ad Esmeralda e poggiandole una mano sul volto sorrise e rispose:

Quando arriverete a Gran Burrone avrai tutte le risposte. Ecco perché dovrete fare presto... Non dipende solo la tua vita da questo viaggio.

Baccador si allontanò, ma prima che lasciasse la stanza, Esmeralda le chiese:

Devo forse dire ai miei amici quello che ho visto?”

Baccador si voltò e scuotendo la testa rispose:

Credo che sia meglio che nessuno sappia nulla di queste apparizioni fino a che non sarete al sicuro. O con Gandalf o a Gran Burrone. Ma ricordati quello che ti ho detto. È importante ora più che mai che siate veloci e che arriviate a Gran Burrone velocemente...”

Esmeralda annuì e lasciò che Baccador lasciasse la stanza senza chiederle altro. Poi la sua attenzione venne attirata da delle voci fuori dalla finestra. Si voltò e vide Frodo e gli altri ridere e ballare, cantare e scherzare assieme a Tom.

Scosse la testa e ricacciò qualche lacrima.

Doveva parlare con Frodo e chiedergli di partire il prima possibile. Anche se, visto il viaggio che stavano intraprendendo, le sarebbe costato davvero tanto.


Fu con sorpresa che Frodo stesso comunicò, senza aver parlato con Esmeralda, che tutti e cinque avrebbero lasciato la casa di Tom Bombadil.

Lo annunciò quando erano seduti per la cena. E nessuno osò controbattere.

Da una parte Esmeralda, in quel preciso momento si sentì triste. Non voleva lasciare quell'isola tranquilla per un viaggio che nessuno sapeva davvero come sarebbe andato a finire.

Poi, quando finalmente andarono tutti a dormire e la casa piombò nel sonno e nell'oscurità, la voce di Baccador che ripeteva il suo monito oscuro fece sentire il cuore di Esmeralda più leggero. Si rese conto che non voleva più stare in quel luogo. Per quanto bello e tranquillo potesse essere quell'angolo di paradiso, non riusciva a stare tranquilla. L'idea che quello che sognava potesse essere reale la faceva stare male. E la spaventava da morire che quei sogni che lei non poteva controllare, la potessero portare alla morte consumandola dentro.



Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno recensito.

Chiaretta78, DiNozzo323, Laila_ , Johnny Nicotine, Yunie

e Arena che -non tutti- mi hanno chiesto

quando sarebbe tornata questa ff.

Eccola.

Scusate il ritardo. Spero che la storia vi piaccia.

Un bacio a tutte. E fatemi sapere.



   
 
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