Eating Out.
#9.
Harry
non si muove di un millimetro quando sente la porta della sua camera
aprirsi: grugnisce qualcosa di molto simile a un “vattene
Zayn”,
troppo triste e stanco di tutto per alzare gli occhi e la voce, le
gambe strette al petto come un bambino e il volto affondato tra le
braccia incrociate sulle ginocchia.
– Non
sono Zayn.
Non
può fare a meno di sobbalzare, alzando di scatto gli occhi
verso il
ragazzo che ha parlato, Louis, che sta appoggiato allo stipite con un
sorriso gentile sulle labbra, e nonostante tutto sente il cuore
stringersi perché, dannazione, è davvero
innamorato di lui e quello
che ha detto Niall ha solo tinto di amarezza quel sentimento
struggente che prova nei suoi confronti; sa di non avere alcuna
possibilità con lui, no, ma di certo quello che sente non
può
svanire da un momento all'altro, e in quel preciso istante ne sente
tutto il peso sul petto, tanto che per un attimo gli manca il
respiro.
Non
dice nulla, fissandolo con gli occhi rossi di pianto, come se fosse
un'allucinazione, mentre si avvicina allo stereo e abbassa la musica,
accostandosi poi al letto e sedendosi, così vicino a lui che
i loro
gomiti si toccano; Louis osserva il nulla per diversi attimi, in cui
Harry non può fare a meno di chiedersi perché sia
lì con lui, poi
si volta a guardarlo.
– Mi
dispiace per quello che ti ha detto Niall, – comincia,
appoggiando
le mani sul materasso e sbilanciandosi appena all'indietro, e i suoi
occhi sembrano sinceri, fissi in quelli dell'altro ragazzo che non
riesce a distogliere lo sguardo né emettere un suono.
– Zayn ci ha
raccontato tutto.
Il
cuore si stringe ancora una volta nel suo petto, la sensazione di non
poter respirare gli schiaccia di nuovo i polmoni, ma Harry continua a
stare in silenzio: può immaginare ciò che il suo
coinquilino abbia
detto loro, lo conosce abbastanza bene da essere quasi sicuro che
abbia cercato di difenderlo e giustificarlo, in qualche modo, da
quando è scappato dall'ingresso; Harry non l'ha perdonato,
non crede
che riuscirà a farlo tanto presto nonostante la
chiacchierata con
Chris, ma, e lo sa con una certezza appena incrinata dal suo
tradimento, l'amico gli vuole davvero bene.
– Sai,
l'altra sera ho fatto una cazzata, – prosegue Louis con tono
quasi
divertito, senza attendere una risposta che è abbastanza
sicuro non
arriverà. – So che ti chiami Harry, l'ho sempre
saputo. Non so
perché ti ho chiamato Henry, non era premeditato, e non
credevo di
poterti ferire così tanto; non immaginavo proprio che quel
tuo
allontanarti sempre, ogni volta che mi avvicinavo a te e Niall,
potesse essere un segnale di interesse, se l'avessi saputo non ti
avrei mai fatto quello scherzo. Davvero, per me era solo un'innocente
presa in giro.
Si
interrompe per liberare una risata venata di imbarazzo,
perché non è
da lui scusarsi per qualcosa e tutti quelli che lo conoscono lo
sanno, poi porta una mano a sistemare i capelli sulla sua fronte, un
sorriso che sboccia sul suo viso quando il palmo torna ad appoggiarsi
sul materasso morbido.
– Per
qualche strano motivo pensavo che mi odiassi, sai, quel piccolo
bastardo di Niall non mi ha mai detto niente anche se evidentemente
sapeva tutto; per questo non ho mai cercato di parlarti, ma la
verità
è che mi hai sempre, in qualche modo, incuriosito,
– continua,
tornando a guardarlo, e Harry si sente annichilire di fronte alla
seria sincerità che legge nei suoi occhi celesti.
– Pensa che un
paio di volte sono perfino venuto a sentirti cantare, nell'auditorium
dell'Accademia durante le prove del tuo gruppo, ma non mi sono mai
fatto vedere né l'ho detto a nessuno, nemmeno a Niall,
perché mi
sentivo davvero troppo stupido a pensare una cosa del genere di una
persona che non mi degnava nemmeno di un'occhiata; voglio dire, anche
io ho una reputazione, mica posso rovinarla mettendomi a fare la
ragazzina in preda agli ormoni che spia il suo amore segreto con la
consapevolezza che da lui non sarà mai considerata, ti pare?
Ormai
ho pure una certa età!
E
sentire la sua risata divertita, ancora una volta, fa perdere a Harry
quel poco controllo che aveva: comincia anche lui a ridere, un po'
insicuro, mentre le lacrime riprendono a scivolare sulle sue guance
senza che se ne renda conto; è tutto così
surreale, santo cielo,
Louis sta davvero dicendo di essersi preso una sbandata per lui? Non
è possibile, no, probabilmente si sta prendendo gioco di
lui, eppure
qualcosa gli dice che non è così: forse i suoi
occhi che ancora
sono inchiodati ai propri, forse semplicemente perché l'idea
di non
essergli indifferente è bella e il suo cuore incrinato non
può fare
a meno di gioirne, pur senza avere la certezza che Louis pensi
davvero ciò che sta dicendo.
– È
vagamente imbarazzante perfino parlarne con te, adesso, –
ammette
il più grande quando finisce di ridere, le labbra di nuovo
piegate
in quel sorriso gentile di quando è entrato in camera sua
senza
bussare né annunciarsi in alcun modo. – Questo
casino, questi
pianti, solo perché noi due abbiamo frainteso tutto,
– continua,
allungando una mano per tentare di asciugare le lacrime che ancora
bagnano il suo viso, e Harry si sente stranamente leggero
all'inaspettato contatto con la sua pelle calda. – Se solo ci
fossimo accorti prima di tutto questo non sarebbe successo nulla, non
ci sarebbe stata questa cena né quella con Zayn; voglio
spezzare una
lancia per lui, comunque, visto che in gran parte la colpa è
mia e
di Niall: non voleva davvero far nulla con me, ogni volta che
accennavo ad avvicinarmi lui si allontanava. La verità
è che
l'abbiamo raggirato, in un certo senso, e quando è andato
via da
casa era sconvolto. Non avevo capito perché, ma ora lo so, e
mi
dispiace per avervi messo in questa situazione; non essere troppo
duro con lui, quella di infrangere la vostra promessa era l'ultima
delle sue intenzioni. Ti vuole troppo bene, non hai idea di quanto
sia stato brutto, prima, ascoltarlo mentre ci parlava, il suo senso
di colpa rendeva difficile perfino lasciarlo continuare.
Harry
chiude gli occhi, la mano dell'altro ancora appoggiata sul suo viso,
ma nonostante le sue parole è sicuro che non
riuscirà a ridare a
Zayn la sua fiducia molto presto: era l'ultima persona da cui si
aspettava un tradimento simile, e la ferita è troppo recente
per
sperare che si rimargini molto in fretta.
– Ti
ho sempre trovato bellissimo, – riprende a parlare il
più grande,
cambiando completamente argomento, accarezzandogli il volto e
sorridendo quando Harry spalanca le palpebre, sorpreso da quella
frase inaspettata, e arrossisce violentemente senza neppure
accorgersene. – E sei adorabile color pomodoro, –
continua
divertito, sfottendolo per alleggerire un po' l'atmosfera.
Harry
non riesce a trattenersi dal ridere ancora, finché Louis,
senza
dargli nessun tipo di preavviso, si avvicina di colpo al suo viso e
lo bacia a tradimento; le sue labbra sono sottili e morbide, e senza
pensarci nemmeno un attimo il più giovane dischiude le
proprie; ha
desiderato baciarlo per così tanto tempo che quando le loro
lingue
si toccano, finalmente, non riesce proprio a pensare ad altro al di
fuori del suo sapore. Abbassa le gambe, appoggiando i piedi sul
pavimento, e lascia che le proprie mani si insinuino tra i capelli
castani e lisci di Louis, sentendolo fare lo stesso con i propri; ha
atteso così tanto, Harry, che ora che sta vivendo quel
momento gli
sembra quasi un sogno, l'inaspettato avverarsi di un desiderio
rimasto inespresso per anni, e, per quanto l'idea lo faccia sentire
una quattordicenne con gli ormoni in subbuglio, è la pura
verità.
Quando
si separano ha gli occhi lucidi e le guance ancora arrossate, il
fiato affannato e un'espressione stupita, come se quello fosse stato
davvero il suo primo bacio e non riuscisse a capacitarsi di aver
condiviso l'esperienza con Louis; non riesce a smettere di guardarlo,
non ce la fa proprio, e solo la sua risata, qualche attimo dopo, lo
risveglia dalla trance in cui è caduto.
– So
di essere meraviglioso, Harry, ma così mi consumi,
– lo prende in
giro, un'altra volta, dandogli un buffetto sul naso come fosse un
bambino; e Hazza mette istantaneamente su un broncio degno di un
poppante, sporgendo il labbro inferiore e sgranando gli occhi: non lo
fa apposta, in genere, ma essere trattato in quel modo da Louis gli
fa venir voglia di non pensare, almeno per un po', a nient'altro
oltre il ragazzo seduto al suo fianco, che adesso ha cominciato a
giocare distrattamente con le dita di una sua mano, sorridendo
allegro e dolce allo stesso tempo.
– Quindi,
– comincia Harry in un mormorio insicuro, dopo aver riso ed
essere
tornato serio insieme a lui un'altra volta, torturandosi il labbro
inferiore tra i denti, un po' teso per ciò che sta pensando:
adesso
sono una coppia? O a Louis è passata, quella specie di cotta
che
aveva per lui, e ha voluto consolarlo solo per il suo senso di colpa?
– Adesso?
– Adesso
ti bacio un'altra volta, perché mi è piaciuto da
morire farlo, –
risponde sicuro il più grande, strizzandogli l'occhio ed
allungandosi verso di lui per fare ciò che ha detto; quando
si
separano, lo guarda di nuovo dritto negli occhi, le mani che
stringono le sue guance con affetto, e sorride. – E ora
andiamo di
là ad annunciare agli altri due che tu ed io stiamo insieme,
ti va?
– domanda, pur sapendo già, dallo scintillio di
meraviglia e
felicità che vede nelle iridi verdi di Harry, che la sua
risposta
sarà affermativa.
Hazza
non riesce proprio a trattenersi, travolgendolo in un abbraccio e
premendo il volto contro il suo collo, quando ormai sono stesi uno
sull'altro nel letto che in quei giorni ha visto troppe lacrime,
troppa sofferenza; stringe la stoffa della sua maglietta, annuendo
con vigore contro la sua pelle.
– Sì,
– sussurra al suo orecchio, per poi prendere l'iniziativa per
la
prima volta e baciarlo.
–
Sembra
che alla fine le cose si siano sistemate per tutti, – sorride
Zayn,
abbracciando stretto Niall e inspirando il profumo fruttato dei suoi
capelli; l'irlandese è curioso, estremamente curioso, e ha
letteralmente costretto il ragazzo ad origliare la conversazione tra
Harry e Louis. Gli sembrava strano che il suo coinquilino si fosse
offerto di consolare il più piccolo senza praticamente
conoscerlo;
certo, Louis sa essere una persona molto dolce e ci sa fare piuttosto
bene con i bambini, e probabilmente in quel momento Hazza poteva
sembrare davvero un bambino triste, ma in ogni caso è raro
che
prenda così l'iniziativa con persone di cui non sa nulla.
– Quel
bastardo mi ha nascosto tutto, – borbotta Niall trascinando
l'altro
lontano dalla camera di Harry, verso il salotto, perché gli
altri
due si stanno alzando e non è proprio il caso di farsi
beccare lì;
sembra offeso, ma nei suoi occhi troppo azzurri c'è anche la
felicità perché Louis è riuscito a
mettere tutto a posto e,
adesso, magari riuscirà ad essere felice con Hazza senza
continuare
ad andare a letto con perfetti sconosciuti; questo lo rincuora, ma
allo stesso tempo lo fa sentire ancora più in colpa per le
parole
che ha detto a Harry in sua presenza. – Che se ne vada a
fanculo, è
un idiota.
Zayn
ride, tirandolo a sé sul divano, e gli schiocca un bacio
affettuoso
e allegro sulle labbra proprio nel momento in cui Harry e Louis fanno
il loro ingresso nel salotto, tenendosi per mano con la stessa
espressione di felicità sul viso.
E
non importa che il rapporto tra Harry e Zayn non sia più lo
stesso,
che uno dovrà lavorare molto per riavere la completa fiducia
dell'altro, perché in quel momento tutte le tessere del
puzzle
sembrano essersi riunite e incastrate alla perfezione e non
c'è più
il tempo per piangersi ancora addosso: i sorrisi radiosi di Louis e
Niall illuminano la stanza, quello timido di Harry riscalda il cuore
di Zayn, e va bene così.
Sono
arrivata alla fine, non riesco a crederci. :')
È
la mia prima long, è stata un parto nonostante in fondo io
abbia
soltanto seguito una trama già scritta, ma mi ci sono
affezionata
davvero molto; e, sì, sento il bisogno di dedicarla alla
persona che
l'ha vista nascere, che ha seguito la sua crescita paragrafo dopo
paragrafo, capitolo dopo capitolo, e ha sopportato i miei scleri
quando mi bloccavo (molto spesso, a dir la verità),
incoraggiandomi
sempre ad andare avanti. No, non serve che dica il suo nome, lui sa
–
ma lo dico comunque *rolls* tutta questa pappardella qua, nove
capitoli più qualche riga, è per SBlue. ;D
I
miei ringraziamenti vanno anche a Carla e Carola, che probabilmente
non leggeranno mai queste righe finali, ma che mi hanno ascoltata
ogni volta che parlavo di questa storia, dandomi consigli e, be',
sopportandomi (e questo non è poco, ve lo assicuro, divento
davvero
logorroica quando parlo di queste cose ç_ç').
Grazie
a chi ha recensito, anche se non vi ho mai risposto direttamente ho
letto con piacere tutto quello che mi avete scritto, e a chi ha solo
letto, spero davvero che questa storia vi sia piaciuta.
Grazie
a chi l'ha inserita tra le seguite, le ricordate e le preferite, non
pensavo che questa cosetta potesse piacere a così tante
persone. :')
Vi
anticipo che ho in cantiere alcuni spin-off, giusto perché
mi sono
affezionata troppo ai miei bambini (?) e non posso abbandonarli
così,
ma credo che le posterò tra un bel po', forse a fine agosto.
A meno
che non venga travolta dall'ispirazione e scriva tutto entro il
ventidue, ecco, visto che il ventitré parto e non
avrò accesso a
internet per.. un mese, su per giù. .-.
Grazie
a tutti, ancora una volta, spero che vi piaccia anche questo
capitolo. :)
Alla
prossima! ;)
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