14 luglio 1789
vi è una sola cosa che ricorderò con gioia l'indomani quando il mio volto,sarà ricoperto da rughe e il mio fisico non sarà più quello di una giovane donna.
Vi è una cosa di questo giorno che, racconterò ai miei figli se mai Dio vorrà, farmene dono.
Ricorderò la gioia e l'amore immenso che ho provato quando, ho visto il volto del mio uomo in mezzo alla folla che, esultava, sorretto dalla cara Rosalie.
Ho provato una gioia e una felicità infinita vedendolo fuori pericolo, anche se frastornato e addolorato per via della pallottola che ha rischiato di portarmelo via per sempre.
Andrè, in mezzo a quel fumo grigio e nero dei cannoni, attorno alla morte e al sangue che regnava sulle vie di Parigi, era per me un angelo. Un bellissimo angelo dagli occhi verdi e dolci, che guardava come un bambino la gente gridare, la libertà.
Non vi è stato per me, momento più bello.
Per la gente di Parigi, per queste povere persone che hanno vissuto la povertà,la fame, per loro, la bandiera bianca che sventolava alta nel cielo, da parte dei nemici, che annunciavano la resa, è stata oggetto di felicità.
Per loro, per tutti i soldati disertori che hanno lottato accanto a loro, questa piccola vittoria è segno di speranza.
Speranza verso una vita nuova, fatta di uguaglianza ,fratellanza e libertà.
Per me, nata nobile, che per anni ho servito e vegliato Maria Antonietta, questa guerra fatta a spese di tante persone, non è felicità, ma dolore. Ho lottato con loro, per amore di Andrè, perché anche io voglio poter essere libera da obblighi che imponevano il mio rango. Per questo motivo ho assunto il comando,trasformandomi in traditrice, ho disonorato la mia famiglia, la corona e tutto ciò che di nobile esiste.
La mia, non è una guerra contro la Regina,poichè mai nessuno potrà sapere quanto buona ma ingenua lei sia di cuore. La mia, è una guerra contro la nobiltà, contro ciò che potrebbe separarmi dal mio uomo.
Ho rinunciato a tutto. Ali gradi, al mio titolo,al mio nome.
Ho rinunciato a tutto,per non rinunciare ad Andrè.
Ho scelto Andrè.
E se il mio Andrè che ora, mi stringe teneramente ma con attenzione, sarebbe andato via ieri,per via del colpo ricevuto, io sarei morta con lui. Oggi probabilmente, non avrei visto la gente esultare e piangere per i loro cari contemporaneamente.
Non avrei visto tutto questo che, mi circonda.
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comandante – mi volto e la figura possente di Alain ci sorride – Andrè, vecchio mio, hai la pelle dura eh?- scherza felice. Andrè ride appena.
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Non potevo lasciare la mia Oscar – risponde Andrè. Alain scuote le spalle.
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Ti sarei venuto a prendere dritto dall'inferno amico .. .- ride il bestione dal cuore d'oro. Poi diventa serio – oggi è un gran giorno e questo solo grazie a voi Oscar – mi dice. Poi ritorna dai suoi amici.
No Alain, non è stato merito mio. Voi avete lottato, io vi ho solo condotto qui.
Sento le campane di Notre Dame, suonare a festa.
E poi lo vedo. È solo un istante, ma riesco a scorgere la figura di mio padre, dall'altro lato della trincea, correre verso i disordini che divampano Parigi, dietro di lui, Girodelle lo segue.
Sento il mio cuore, perdere qualche battito, mentre mi fissa intensamente, sorridendomi appena.
Un giorno padre, noi ci rincontreremo,spero che voi possiate perdonare questa figlia ribelle che non ha portato a termine il compito che voi gli avete affidato.
Perdonatemi padre per tutto, ma io ora sono felice, e lo sarò per il resto della mia vita.
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andiamo ?- Andrè mi prende per mano e andiamo via.
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Si, andiamo Andrè … - rispondo tranquilla, mentre mio padre sparisce dalla mia vista ma non,dal mio cuore.
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da quel 14 luglio 1789, sono trascorsi ormai dieci anni.
Oggi, per l'anniversario della presa alla Bastiglia e per onorare tutti coloro che sono periti, ognuno di noi, getta nel fiume un fiore. Questo fiume, in cui stiamo gettando dei fiori, forse non è la senna, ma tutti i fiumi, si incrociano e finiscono nello stesso mare.
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sono trascorsi dieci anni – dice Alain mentre Andrè annuisce.
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Se penso che ora dovevo essere morto, mi sale un nodo alla gola – pensa Andrè,sedendosi accanto a me che, gli stringo la mano.
Osservo l'acqua del fiume che, grazie ai raggi del sole, forma delle piccole scintille colorate.
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Ahha amico mio, non ci pensare … eih Oscar ,sei silenziosa oggi … - borbotta Alain. Alzo il volto e lo fisso per qualche secondo.
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Sono solo stanca Alain .. .- rispondo sincera. E poi eccoli che arrivano,le mie pesti.
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Mamma... papà … - esultano correndo a piedi scalzi – abbiamo vinto ancora noi - farfuglia il piccolo Savier sventolando la sua spada di legno. Andrè non gli ha ancora permesso di avere quella vera. Troppo pericoloso, ecco come l'ha spiegato a me quando gli chiesi il perché. Infondo, i bambini di Arras, sono di famiglie umili che, non hanno avuto la fortuna di essere allenati da genitori come noi. Potrebbe fare del male a qualcuno.
Infondo, non ha tutti i torti.
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Si però, non vuole mai far giocare me .. .- borbotta Doriane incrociando le braccia. Sorrido nel vederla. Mi ricorda tanto me stessa. Pestifera, orgogliosa e testarda ...i capelli ricci e biondi gli donano un aria ancora più selvaggia, e gli occhi verdi,ereditati dal padre,diventano quasi dorati alla luce del sole. A suo contrario, Savier è più pacato,come Andrè ma molto dispettoso. Ha i capelli come quelli del padre, ma gli occhi sono di un azzurro intenso,come i miei …
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Vuol dire che te ne costruirò una identica- risponde Andrè e Doriane lo abbraccia.
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Sei il migliore papà … - Alain ride mentre Andrè diventa rosso.
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Questi sono per noi?- mi chiede la piccola, prendendo i fiori e andando verso il fiume. Loro sanno tutto, di me e di Andrè.
Sanno di quanto ho voluto bene alla Regina anche nel momento in cui, l'ho vista morire sotto la ghigliottina.
- mamma?- mi chiama Doriane.
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Si tesoro?- rispondo sorridendole. Lei mi si para davanti.
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Qual'è il ricordo più bello che hai di quando avete espugnato la Bstiglia?- sobbalzo a questa domanda, ma sorrido allo stesso tempo. Alain, Andrà e Savier mi guardano impazienti. Doriane saltella in attesa della risposta.
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Rivedere vostro padre in piedi e vivo … - annuncio ricordando quel giorno.
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E quello più bello della tua vita?- chiede Savier.
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Quando siete nati voi … - rispondo alzandomi in piedi, prendendo un altro fiore per gettarlo nel fiume.
Dietro di noi però,sento gli zoccoli di cavalli ,mi volto e vedo una carrozza intenta a fermarsi. Curiosa e con il cuore in gola, fisso colui che scende. Spalanco gli occhi dalla sorpresa, mio padre è qui. Ad Arras, dopo dieci anni,posso finalmente rivederlo.
Si guarda attorno prima di localizzarci,sulla riva del fiume ove da piccoli giocavamo. Mi vede e cammina verso me.
Distolgo lo sguardo per fissare mio marito negli occhi e Alain che, bozzano un sorriso.
Andrè si alza, avvicinandosi e mi prende la mano.
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hai promesso a te stessa che l'avresti rivisto. Quel giorno è arrivato Oscar. Tuo padre ti ha sempre voluto bene … - mi dice con il suo sorriso strafottente. Alain ride ancora.
-
Come ha fatto a sapere che noi eravamo qui?- chiedo mentre lui si avvicina sempre più.
-
Ho chiesto ad Alain di rintracciarlo e gli ho fatto consegnare una mia lettera -
-
grazie Andrè … - ma non ricevo risposta. Andrè e mio padre si guardano e si sorridono,si scambiano qualche parola e poi fissa me.
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Padre … - sussurrò appena, ma a me, sembra di averlo gridato.
-
Oscar … - sospira e mi abbraccia. Un gesto che non avrei mai immaginato.